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Come Gioanna aveva previsto, la salita si dimostrò faticosa per Leonard. I suoi piccoli polmoni non erano abituati a strade simili, ma mai si lamentò o volle essere portato. Si fermarono un paio di volte per bere, ma il bambino concesse solo un biscotto a testa, e non permise che venisse intaccata la conserva di ciliegie, era riservata a Frans.
Alla fine vinse la caparbietà, madre e figlio si ritrovarono davanti alla deliziosa baita in legno, pronti a presentarsi.
*busso alla porta* - E se non fossero in casa ? Accidenti, avremmo dovuto prima controllare in municipio ! Se avessimo fatto tutto questo per nulla Leonard si dispiacerebbe moltissimo -
Per fortuna i dubbi della donna si rivelarono infondati, poco dopo infatti, si ritrovò ad incrociare lo sguardo sorpreso della padrona di casa. I lunghi capelli biondi erano leggermente scompigliati, un paio di occhiali da lettura celavano l'azzurro dei suoi occhi, ed aveva la camicetta sporca di quella che aveva tutta l'aria di essere farina.
Gioanna non l'avrebbe mai immaginata nei panni della casalinga, ma le piacque, la rendeva meno perfetta e più umana.
La signora Lindgren, giusto ? *sorrido dandomi una sistemata* Devo ammettere che non mi ha trovata in un buon momento. Mi stavo cimentando nella cucina dolciaria, ma non sono molto pratica *faccio una breve risata* Ma mi dica pure, cosa posso fare per lei ?
A dire il vero ... *mi volto verso Leonard* Mio figlio voleva venire a
trovarvi dalla messa di Natale, ma a causa del mal tempo abbiamo dovuto aspettare. Fino ad oggi non ha fatto altro che parlare di Frans
Buongiorno signora Bergman *dico educato ricordando gli insegnamenti della mamma* C'è Frans in casa ? Ho portato i biscotti della mamma e la marmellata di ciliegie per la merenda *le mostro lo zainetto*
Sei stato molto gentile *rifletto* Credo che Frans sia nel fienile, vai pure da lui se vuoi *mi abbasso alla sua altezza* Posso avere uno di quei deliziosi biscotti ? *il piccolo me ne porge uno e lo assaggio curiosa* Li ha davvero fatti lei ?
*annuisco imbarazzata*Sono molto semplici a dire la verità. Se vuole potrei insegnarle la ricetta
Sarebbe meraviglioso *la invito ad entrare* Le andrebbe un po' di tè ?
E così, mentre le due donne facevano conoscenza, Leonard corse sul fianco della casa raggiungendo il fienile. Frans era lì, seduto su uno sgabellino accanto ad una grossa mucca. Il piccolo ospite lo guardò intensamente e fu tentato di correre ad abbracciarlo, ma poi si ricordò del loro incontro e cercò di contenersi. Più si avvicinava, meglio riusciva a definire i dettagli del coetaneo, portava una camicia a quadri e una salopette. Aveva i capelli più corti della volta prima, il moretto temette che, a causa del taglio diverso, l'altro non si sarebbe riconosciuto nei suoi disegni.
Ciao Frans *sorrido affiancandomi a lui e facendolo voltare* Sono Leonard, ti ricordi di me ? Ti ho fatto cadere, ma mi dispiace e ti ho portato la merenda così possiamo essere amici ! Te lo ricordi ?
*riconosco l'altro bambino e sgrano gli occhi* Sì, me lo ricordo
*lo abbraccio pieno di felicità* Evviva ! Siamo amici !
Frans rimase inizialmente immobile, ma poi rispose all'abbraccio fino a quando non fu Leonard a lasciarlo andare. Era una situazione strana per lui, non era abituato a parlare con altri coetanei, anzi, spesso essi lo evitavano o Far lo allontanava da loro. Inoltre viveva molto in alto e pensava che nessun bambino si sarebbe mai avventurato fino a lì per lui, ma a quanto pare si sbagliava.
Ora Leonard era davanti ai suoi occhi, trafficando nello zainetto e parlando a macchinetta, incuriosendolo e, allo stesso tempo, spaventandolo un po' con la sua allegria.
Era magro e pallido, perfino i suoi capelli marrone scuro, quasi neri,
stonavano dal biondo ereditario della famiglia di Frans, così come le sue iridi castane che sembravano brillare di una felicità e una voglia di vivere alla quale il fanciullo non era per niente abituato.
Frans ? *attiro di nuovo la sua attenzione* Sembri addormentato, ma con gli occhi aperti, fai un po' di paura così *rido*
*arrossisco rendendomene conto* Mi dispiace
Tranquillo, io sono coraggioso e non mi spavento *finisco di sistemare la merenda* Questi sono i biscotti della mia mamma *gli mostro il barattolo* questa è la mia marmellata di ciliegie preferita e poi ho i miei colori *glieli faccio vedere* Però il rosa, il giallo e l'azzurro sono un pochino scarichi, ma ne ho altri *tiro fuori i fogli* E poi ti ho fatto un regalo *recupero felice il mio disegno di me e lui* così se ti dimentichi puoi ricordarmi. Siamo noi, vedi ?
*annuisco riconoscendoci*
*sorrido orgoglioso* Mangiamo adesso ?
*scatto con la schiena dritta sentendo il campanaccio della mucca quando questa agita la testa per scacciare le mosche* Non posso adesso, devo riempire il secchio o Far quando torna si arrabbia *mi giro verso l'animale*
*ripenso alla mia teoria dei folletti* Cos'è un Far ? *mi avvicino incuriosito e capisco cosa sta facendo* Una volta ho visto un signore che lo faceva ! Ma è tanto difficile, io quando ci ho provato non ero forte e non usciva il latte ... Perché devi riempire il secchio ?
Far è Far e basta ... Lui beve un bicchiere di latte alla mattina e uno alla sera *racconto senza fermarmi dal lavoro* Io ora non riesco a berne tanto, ma lui dice che, quando sarò grande, ci riuscirò
Io bevo il latte caldo dalla tazza alla mattina *guardo la merenda* Però se ti fermi per la merenda e poi continui ti aiuto anche io così ci metti meno tempo
*incrocio il suo sguardo e poi fisso la marmellata affamato* Va bene, se poi mi aiuti
Promesso ! *lo tiro per il braccio facendolo sedere a terra vicino a me*
E così iniziarono la loro merenda spensierati, biscotto dopo biscotto
il tempo passò in leggerezza. Il Sole di mezzogiorno era prossimo a scendere quando, un paio di grossi scarponi infangati, schiacciano il terreno della proprietà Bergman.
Il solito, pacifico silenzio era disturbato dalle risate cristalline di bambini.
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