25
Nell'angolo più buio e nascosto del capanno dietro casa, Frans Bergman se ne stava accucciato soffocando le lacrime. Tenendo tra le mani un vecchio e sgualcito disegno, a malapena lo vedeva a causa degli occhi lucidi. Con l'indice seguì le lettere scritte in verde, riuscire a leggere il nome di Leonard non lo fece sentire meglio. In quel momento avrebbe voluto essergli accanto. La signora Lindgren non era stata specifica sull'incidente che aveva obbligato l'amico al ricovero in ospedale. Da quanto gli aveva detto la donna, il corvino stava riposando e si sarebbe rimesso presto. Il non sapere stritolava il cuore di Frans, aveva tentato di richiamare per farsi passare Leonard, per sentire la sua voce, ma Far glielo aveva vietato abbandonandolo all'incertezza.
- Come fa una telefonata di pochi minuti a farmi perdere tempo nel lavoro? Non è giusto! - *mi asciugo il viso tristemente* - Nemmeno devo finire il banchetto visto che il mercatino è stato rimandato a causa di quello che è successo... anche se non capisco in che modo l'incidente di Leonard possa coinvolgere tutto il villaggio - *porto il disegno al petto* - Leonard... Che cosa ti è successo? -
Improvvisamente la porta del fienile si aprì obbligando il ragazzo a stringersi contro la parete. Erano dei paesani accompagnati da suo padre, riusciva a riconoscerne la voce tuonare sopra a quelle degli altri. Frans deglutì, se lo avesse trovato lì a piangere invece che a raccogliere la legna lo avrebbe ammazzato. Frignante come una fragile donna, non concentrato sui propri doveri, era l'occasione perfetta per Far di sfondargli la schiena a cinghiate. Oltretutto, quell'angolino, era il posto in cui, nel corso degli anni, Frans aveva nascosto tutti i regali di Leonard. Se li avesse trovati, suo padre ne avrebbe fatto un falò alto fino al cielo senza lasciarne nemmeno la cenere. Restando in silenzio, il biondo si immobilizzò.
Gli uomini da fuori stanno facendo un sacco di domande in giro *dico arrabbiato* Tutta colpa del ragazzino! Avremmo dovuto spezzargli entrambe le gambe!
Sei un idiota, se avesse già parlato, quelli da fuori mi avrebbero portato via in manette. Anche se deviato, Leonard non è stupido. Avrà sicuramente il sospetto che sia stato io ad organizzare il tutto *mi siedo su un sacco di mangime* Non ha detto niente perchè sa che, nel villaggio, nessuno parlerà *penso per qualche secondo e poi alzo lo sguardo* A proposito... Fai i complimenti a tuo figlio, picchia come un vero uomo. Se Frans non avesse il carattere debole di sua madre, e non mi servisse per il lavoro, li farei affrontare qualche volta.
*sgrano gli occhi e abbasso lo sguardo* - Debole... - *guardo le mie mani* - Perchè stanno parlando di Leonard? - *stringo i pugni*
*rido* Grazie Borje! Se fosse per me lo tirerei su a modo tuo. Niente giornate buttate via alla scuola, solo lavoro per la famiglia...
Pensavo dovessimo parlare di quello che sta succedendo *intervengo nella discussione* I dottori sapevano che il ragazzo è un deviato, la scritta non lasciava dubbi *mi indico la fronte* perché non l'hanno lasciato morire?
Un cadavere porta problemi *sorrido e mi alzo* Comunque mia moglie mi ha confermato che oggi Leonard dovrebbe tornare... Dovremmo assicurarci che abbia capito bene il messaggio.
So che c'è già qualcuno ad aspettare il suo arrivo *guardo Borje* Finchè quelli da fuori non se ne vanno meglio tenere un profilo basso.
*annuisco* Vedremo se smetterà con i suoi comportamenti strani. Ormai avrà capito che non deve avvicinarsi ai nostri figli *guardo seriamente il paesano* In caso contrario, avrai la tua occasione di spezzargli le gambe personalmente.
A Frans parve che i suoni si stessero ovattando. Incapace di pensare lucidamente, fu sul punto di alzarsi e rivelare la propria presenza. Prima che potesse farlo però, un altro uomo arrivò di corsa avvisando tutti dell'arrivo ormai prossimo del treno, non c'era tempo da perdere. Preoccupato per Leonard, il biondo attese che uscissero e si fiondò all'estero utilizzando il passaggio nascosto sul retro. Fregandosene di ciò che avrebbe pensato suo padre, il giovane Bergman corse a valle più veloce che potè. Il corpo teso per l'adrenalina, il fiato allenato dal duro lavoro, e il fisico robusto, gli permisero di raggiungere la stazione prima del treno stesso. All'arrivo non ebbe tempo di riposarsi, doveva trovare l'uomo mandato da suo padre.
Frans Bergaman? *mi avvicino* Non immaginavo saresti sceso dalla montagna per venire ad accogliere Leonard.
*lo guardo imbarazzato* M-maestro, salve! Anche lei è venuto a salutarlo? *mi guardo intorno* - Dove potrebbe essersi nascosto? -
Proprio così, anche se siamo gli unici mi sa *sorrido sentendo il fischio del treno in arrivo e scorgendolo* Si direbbe che, in fin dei conti, non mi sbagliassi sul tuo conto *abbasso lo sguardo* La tua amicizia con Leonard finirà presto per trascinarlo nel fango... Un ragazzo così intelligente al quale viene precluso un brillante futuro a causa delle amicizie sbagliate.
*lo fissoo confuso* Di cosa sta parlando?
Il rombo del mezzo fece indietreggiare il biondo per lo spavento, non ne aveva mai visto uno da così vicino, era come una tempesta sferragliante. Superata la paura iniziale, Frans si ricompose osservando le persone dai finestrini. Una delle porte si aprì e, quando ne uscì il corvino, per il giovane fu uno shock. Con le lacrime lungo le guance ed il cuore a palpitare impazzito, il montanaro corse incontro all'altro e lo strinse cogliendolo di sorpresa.
Frans! *lo stringo incapace di trattenere il pianto* Che cosa ci fai qui?
I-io sono qui p-perchè... e-ero così... *singhiozzo sulla sua spalla accarezzando con una mano i suoi capelli ormai corti* E tu sei così... f-ferito
*gli accarezzo la schiena* Sto bene, gli incidenti capitano a tutti. Scusa se ti ho fatto preoccupare *noto il professore e gli sorrido asciugandomi il viso* Salve, la ringrazio per essere venuto a salutarmi, ma non serviva!
Non sono qui solo per questo Leonard... *sospiro* Mi dispiace doverti informare che non posso permettere che tu... devii i miei alunni. Quindi, da oggi, sei cacciato dalla scuola.
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