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Gioanna non era mai stata così felice di vivere in alta montagna come in quel periodo. Dal giorno di Santo Stefano, e per i due mesi seguenti, aveva nevicato così tanto che la donna era riuscita a far desistere il figlio del suo intento di fare amicizia con il piccolo Frans Bergman. Poteva sembrare crudele da parte sua, ma era la cosa migliore.

Strane voci giravano su quella famiglia. Nonostante l'influenza e la stima di cui godeva il neo eletto sindaco Rosalia, lo stesso non si poteva dire del marito, invece il bambino restava per tutti un mistero. In pochi incontravano gli uomini Bergman più di una o due volte all'anno, loro stavano lassù, nella baita più vicina alla vetta. Scendevano la notte della vigilia per la messa e, di quando in quando, nel giorno del mercato per vendere i propri prodotti d'allevamento, niente di più. La signora Lindgren sperava con tutto il cuore che il figlio, con il fatto di doversene restare in casa, o quantomeno in giardino a causa del freddo, si sarebbe dimenticato della faccenda.

Nonostante fosse sua madre però, Gioanna non avrebbe mai potuto
immaginare quanto caparbio fosse realmente Leonard. Il bambino passò
tutto l'inverno a pensare a Frans e disegnarlo, sfortunatamente le sue
opere erano fin troppo "articolate" perché la genitrice potesse notare
qualcosa. La sua curiosità e l'interesse per quel bellissimo biondino dagli occhi di ghiaccio aumentò all'inverosimile. Ciò nonostante, il piccolo attese paziente, giorno dopo giorno, fino a quando, fra i rami, non vide l'ultima neve sciogliersi.

*appena vedo il sole farmi caldo sul visino, corro da mamma* Mamma,
mamma, la neve va via, oggi è il giorno giusto !

*finisco di lavare i piatti e poi gli do la mia attenzione* Il giorno giusto per cosa ?

Senza nemmeno risponderle, il bambino continuò con quello che stava facendo. Prima di tutto aprì il frigorifero infilando nello zainetto la sua borraccia, sempre piena di acqua fresca. Poi corse al tavolo rubacchiando alcuni dei biscotti che sua madre aveva cucinato il giorno prima, rifletté qualche secondo, ed infine andò alla dispensa prendendo una delle conserve di ciliegie per aggiungerla al bottino.
La donna stette a guardarlo per un po', ma non appena il figlio si apprestò ad indossare le sue calosce verdi, lo raggiunse.

*lo acchiappo* Leo, fermati un secondo. Posso sapere come mai stai facendo lo zainetto ? Sei in partenza ? *prendo il suo bagaglio e all'interno
trovo anche i suoi pennarelli e vari fogli con sopra dei disegni*

Sì mamma ! Adesso non nevica più ! *le sorrido*

Ma se hai voglia di uscire per una passeggiata perché non me l'hai detto ? *porto lo zainetto sul tavolo per sistemare meglio la merenda che si è preparato in modo che i biscotti non si sbriciolino* Dove vuoi andare di bello ? *guardo le sue calosce* Un giro al lago per saltellare nelle pozzanghere ?

No mamma ! Devo andare in paese ! *mi alzo su una delle sedie per
prendere uno dei disegni* Ho preparato dei volantini per chiedere se le persone hanno visto Frans e sanno dove vive *sorrido e gli mostro quello di cui sono più orgoglioso*

Oh no Leo, ancora pensi a Frans Bergman ? *sospiro triste e lo metto a sedere* - Come fa a ricordarsi ancora di quel bambino ? Pensavo se ne fosse dimenticato - Ascolta Leo, non penso dovresti diventare suo amico. Non conosciamo bene la sua famiglia.

Leonard guardò la madre in confusione. Lei gli aveva sempre insegnato ad essere gentile con tutti, curioso e cercare di farsi tanti amici, perché Frans non andava bene ? Il bambino guardò il proprio disegno incupito, nonostante si fosse tanto impegnato, il piccolo Lindgren si
stava rendendo conto che ricordava il coetaneo sempre meno.

Non è giusto però ... *dico triste* Tu mi avevi detto che tutti quanti hanno bisogno di un amico ... e ... e che prima di dire qualcosa di qualcuno bisogna conoscerlo

*mortificata lo accarezzo* Hai ragione Leo - In effetti non ci siamo
nemmeno presentati ufficialmente, anche se tutti parlano di quella
famiglia in modo così diffidente questo non significa che noi dobbiamo fare lo stesso - *mi alzo e sorrido* Va bene, ci andiamo

Davvero ? *chiedo recuperando il sorriso e, quando mamma annuisce
andando a prepararsi, saltello sul posto non vedendo l'ora di andare a
cercare Frans* Con il tuo aiuto scoprirò subitissimo dove vive ! Sarà
come un caso da risolvere !

Leo, guarda che io so dove vive la sua
famiglia *rido prendendo la sua manina accompagnandolo fuori* Spero solo che tu abbia voglia di camminare perché vivono piuttosto lontano, esattamente ... *sposto il dito verso la montagna indicando una casetta al limitare del bosco* lì

Il bambino seguì l'indicazione della genitrice e strinse le cinghie dello
zainetto nella manina libera. Effettivamente non era mai salito lungo un pendio così ripido, ma non demorse. Stretta la mano della madre
Leonard iniziò a camminare emozionato, si chiedeva come dovesse vivere Frans così lontano dal paese.

Chissà con chi gioca tutto il giorno lassù ? *mi immagino un gruppo di
folletti o fate dei boschi* - Gli piacerà la marmellata di ciliegie quanto a me ? -

Gioanna non provava le stessa travolgente impazienza di suo figlio,
era sempre stata una persona riservata, infatti spesso si chiedeva Leonard da chi avesse preso tutta quell'espansività.
La parte peggiore sarebbe stato il confronto con quella famiglia così
schiva. Rosalia Bergman non le era sembrata così male alla messa.
Sicura di sé, una guida forte e piena di ambizioni, tutto ciò che lei non era. Era sempre presente in città per chiunque avesse bisogno di un consiglio. Il compagno della donna però, nessuno sembrava nemmeno conoscerne il nome. Le voci descrivevano il suo carattere come quello di un caprone di montagna, scontroso e violento. Infine c'era Frans.

- Chissà come può crescere senza scendere mai da quella montagna -
*penso triste immaginandolo sempre solo e chiuso in casa. Abbasso lo sguardo su Leonard* - Possibile che mio figlio sia stato l'unico a pensare a quanto potesse sentirsi solo Frans ? - *sorrido fiera* - Leo ha ragione, credo sia arrivato il momento di essere dei buoni vicini -

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