18
La bustina di tè galleggiava placida nella tazza di Gioanna mentre la donna attendeva pazientemente il ritorno del figlio da scuola. Era in ritardo, ma non era preoccupata. Leonard era cresciuto ormai, sapeva caversela da solo, probabilmente l'insegnante lo aveva trattenuto in classe, capitava. Ma, più ci pensava, più si agitava, la gamba accavallata prendeva a dondolare in fretta avanti ed indietro e lo sguardo le ricadeva compulsivo sull'orologio del soggiorno.
Devo rilassarmi *faccio un bel respiro ed inizio ad aggiungere lo zucchero alla bevanda* - Leo è solo a scuola, insieme all'insegnante - *aggiungo un cucchiaino dopo l'altro* - Stanno parlando della borsa di studio ... - *lo zucchero arriva quasi a metà tazza* - Solo perchè ci sono dei ragazzi al villaggio che lo maltrattano non significa che gli sia capitato qualcosa... Sta bene! -
Alzandosi di scatto, la signora Lindgren afferrò la borsa e si infilò la giacca lungo le spalle pronta a dirigersi verso la chiesa. Di colpo, la porta si aprì e richiuse con un tonfo. Gioanna fece giusto in tempo a scorgere la figura di suo figlio correre al piano di sopra in lacrime, che qualcun altro bussò. Sorpresa all'accaduto ed intenzionata a capire cosa fosse successo, andò ad aprire trovandosi davanti ad un confuso e mortificato Frans Bergman.
S-scusi signora Lindgren ... *balbetto imbarazzato cercando di ricompormi dopo la corsa* I-io ehm... - Non mi sono mai presentato a casa di Leonard, come dovrei comportarmi? Far non me lo ha mai insegnato! - Mi perdoni se ho bussato in questo modo... i-inoltre non ho portato nulla per il disturbo, è... è solo che, io e Leonard stavamo parlando di una cosa e di colpo lui... *abbasso lo sguardo dispiaciuto*
*appoggio una mano alla sua spalla* Ascoltami Frans, non so cosa sia successo, ma non devi preoccuparti. Leonard non ce l'ha di certo con te, mi farò spiegare il motivo per cui è scappato *sorrido dolcemente per rassicurarlo* Perchè non torni a trovarci domani? Ti offrirò un po' di quei biscotti con la marmellata che ti piacciono tanto e potrai parlare con Leonard.
V-va bene *cerco di recuperare il sorriso* La ringrazio e... e dica a Leonard che mi dispiace tanto. Se mi spiega dove ho sbagliato, non lo farò più *mi giro ed esco dal giardino della casa* - Sono così stupido... A causa di ciò che ho detto, adesso, l'unico amico che ho, mi odia -
Richiusa la porta e lasciata la borsa sul divano, Gioanna tolse il cappotto e guardò le poche scale che portavano al piano superiore, riusciva a sentire i singhiozzi provenienti dalla stanza del figlio. Per essersi messo a piangere davanti a Frans e poi fuggire a casa in quel modo doveva essere successo qualcosa di davvero grave. Difficile immaginare la situazione, il corvino era molto forte e, pur di non far soffrire il biondo, avrebbe ingoiato insulti su insulti tutta la vita.
- Non penso che Frans lo abbia insultato o ferito volontariamente, ma credo che Leo lo sappia - *salgo le scale ed entro trovandolo a piangere appoggiato alla finestra* Tesoro, ti va di raccontarmi cos'è successo? *mi siedo sul letto dietro di lui e lo accarezzo fra i capelli* Frans sembrava molto preoccupato...
*mi giro verso di lei con il volto rosso rigato alle lacrime* M-mi ha seguito f-fino a casa? - No no no! Deve essersi accorto delle lacrime! C-credevo che la mia scusa avesse funzionato! - *con le mani mi copro il viso cercando di asciugarle, ma inutilmente* - Devo calmarmi! Devo andare a spiegargli che non è stata colpa sua... - *continuando a singhiozzare mi siedo sul bordo del letto rimettendo le scarpe*
Ehi, dove pensi di andare? *lo fermo subito* Se stai per correre da Frans sappi che, vederti così, lo farebbe sentire peggio di come già sta! Respira profondamente e non piangere *con le mani gli asciugo le lacrime obbligandolo a guardarmi* Parlami Leo, risolveremo questa situazione insieme.
Abbracciando forte la madre, il ragazzo si calmò dolcemente contro la sua spalla. Avvolto dal tenero contatto, sfogò tutta la sofferenza che, la discussione avuta poco prima con Frans, aveva fatto crescere nel suo cuore. Le raccontò ogni cosa rilassato dalle carezze materne, dalla sua comprensione e dai suoi silenzi. Gioanna ascoltò ogni parola con attenzione e capì. Era stato un confronto difficile da gestire per il suo bambino e, soprattutto, lo sarebbe stato ancora di più in futuro a causa del signor Bergman. Era rimasta in disparte fin troppo durante quegli anni, non era giusto intromettersi in questioni che riguardavano solo Leonard e Frans, ma visto che Borje giocava sporco così avrebbe fatto lei da quel momento in avanti.
*finto di parlare, scemano anche le mie lacrime e mi tranquillizzo* Avevo detto a Frans che dovevo correre a casa per prendere una cosa. Non volevo piangere davanti a lui, ma se ne dev'essere accorto e mi ha seguito *sorrido amaramente* Che stupido, l'ho fatto stare male anche se è tutta colpa mia... devo andare a scusarmi.
Direi che per oggi non vai proprio da nessuna parte *lo libero dall'abbraccio e mi alzo dal letto* Anche se ora ti sei calmato è probabile che tu abbia un altro crollo e non solo a causa di Frans, ma anche della stanchezza. Ancora non hai nemmeno pranzato, sei senza energie e diventi irritabile se non mangi qualcosa.
Mamma, non sono più un bambino! Non è a causa dello stomaco vuoto se divento irritabile quando l'uomo che amo mi dice di voler sposare una persona come me, m-ma... m-ma lui poi... *tornano le lacrime, le asciugo in fretta, ma mi scappano un paio di singhiozzi*
*vado alla porta* Vai a mangiare qualcosa e non preoccuparti. Spero almeno che tu abbia capito cosa perderai se non ti fai avanti presto con Frans... *sto per scendere le scale, ma torno indietro* A proposito, l'ho invitato domani per prendere il tè, quindi puoi cominciare fin a subito con le pare mentali.
Sparita la madre, il ragazzo rimase a fissare l'uscio spalancato. Il panico si impossessò di lui.
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