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Il giorno di Natale era arrivato. Il piccolo Leonard si svegliò intontito per essere andato a letto tardi, sentiva ancora sulle labbra il sapore della cioccolata calda. Scostando le coperte, il bambino scese dal letto ed andò al piano di sotto guidato dal profumo di colazione speciale di compleanno, tutta per lui.

*lo prendo in braccio fermandolo prima che possa mettersi a tavola* Eh no, furbetto. Ieri sera sei riuscito a scamparla e non ti sei pulito i dentini, ma se vuoi la tua colazione, vai a lavarli *gli do un bacio veloce sulla guancia e lo indirizzo verso il bagno guardandolo divertita*

Tornata ai fornelli, la donna diede un ulteriore sguardo alla torta nel forno, era quasi pronta, ormai mancavano pochi minuti. Ripensando al tempo, controllò l'orologio appeso in salotto e poi quello al proprio polso, era in ritardo. Gioanna trattenne a stento la rabbia quando Leonard tornò, costringendola ad inghiottire quei pensieri negativi. Il bambino si mise seduto a tavola, afferrò la propria tazza colorata e prese dei piccoli sorsi di latte caldo, la madre stette a guardarlo quando il telefono di casa squillò.

Oh finalmente *sospiro frustrata spostandomi nell'altra stanza e
chiudendo la porta per non farmi sentire da Leonard* Dove sei ? In che senso non ce la fai !? Possibile che non riesci ad essere qui nemmeno per vedere tuo figlio il giorno del suo compleanno !? *stringo i denti e cerco di abbassare la voce* Non importa se i tuoi soldi ci mantengono ... Leo non vuole soldi per il compleanno, vuole te ! E poi è Natale dannazione !

E, mentre la discussione degenerava, il piccolo Lindgren stava ad ascoltare in silenzio, come al solito. Papà non sarebbe venuto per il suo compleanno, ma non poteva piangere o urlare, la mamma altrimenti sarebbe stata tanto triste e lui non voleva.

*annuso l'aria e sento uno buon profumo venire dal forno, mi alzo e mi avvicino guardando la torta che sta diventando scura* Ma... *mi fermo* - Non posso chiamare la mamma ... sta parlando con papà al telefono adesso - *alzo gli occhietti notando il guanto da cucina e decido di intervenire*

Nel frattempo, nella camera, Gioanna stava ormai supplicando il marito di
raggiungerli. Come poteva essere così insensibile ? In fondo loro figlio voleva solo che stessero tutti insieme e poter rivedere suo padre finalmente. La donna riprese fiato sentendosi una sciocca, era inutile, non sarebbe valso a niente.

Sai che c'è Richard ? *sospiro frustrata* Lascia perdere ... dimenticati di quello che ti ho detto. Non vuoi venire ? Pazienza, non sentirti obbligato a fargli gli auguri *spengo la chiamata e guardo l'ora sobbalzando* Oh no ! Il dolce ! *esco di corsa dalla stanza e mi prende un infarto quando vedo Leonard che appoggia la teglia per terra usando il mio guanto da forno, entrambe le manine infilate all'interno*

Mamma, guarda ! Ho salvato la torta ! *dico orgoglioso*

*lo abbraccio subito* Non lo fare mai più ! Sai quanto è pericoloso ? Potevi bruciarti ! *lo controllo e gli accarezzo il viso* Sei ancora troppo piccolo per fare queste cose ... *dico seria* Prometti a mamma che non lo farai più

Promesso mamma, scusa *la abbraccio forte forte e, quando mi stacco, vedo che ha gli occhi lucidi così le do un bacino sulla guancia* Scusa se ti ho fatto paura, non piangere mamma

*mi asciugo le lacrime e torno a sorridere* Non piango più, non
preoccuparti *prendo il guanto abbandonato sul pavimento e porto la crostata a tavola* Su, siediti, è ora di spegnere le candeline

Il bambino fece come gli era stato detto recuperando la candeline da mettere sulla torta, trovò il numero quattro dopo un paio di tentativi.

Il dolce rilasciava un invitante profumo di ciliegie, il suo calore avvolse le narici di Leonard. Non appena accesa la candela al centro, il moretto si prese qualche secondo per pensare ad occhi chiusi al proprio desiderio. Soffiò via la fiammella e, riaprendo le palpebre, si ritrovò davanti un pacchettino, la carta aveva sopra degli abeti natalizi ed un grande fiocco rosso.

Questo regalo è da parte mia ... *stringo i denti* ... e di tuo padre. Avrebbe voluto essere qui per dartelo di persona, ma ... *cerco di pensare ad una scusa convincente* - Ormai è inutile mentirgli, non crede più alla scusa del supereroe, del Babbo Natale e della super spia in viaggio per il mondo. Cosa posso dirgli per far sì che non perda fiducia nel suo pessimo padre ? -

*guardo il pacchetto e inizio a scartarlo emozionato* Mamma guarda ! *gli mostro la confezione di pennarelli* Sai, è proprio quello che
volevo ! *dico felice abbracciandola* Mi serve per esaudire il mio desiderio ! *scendo dalla sedia e vado in salotto*

*lo guardo sorridendo spostando la torta così può raffreddarsi più facilmente* Leo, che cosa stai facendo ?

Il piccolo tornò poco dopo con un
pacchetto di fogli in mano e, tirati fuori i pennarelli dalla scatola, si mise al lavoro dedicandosi al disegno. Gioanna lo lasciò fare ed intanto si preoccupò di tagliare la torta cosicché si raffreddasse almeno un po'. La fetta di Leonard venne poi divisa ulteriormente in altri pezzettini, in modo che potesse mangiarla più in fretta e, quando il bimbo ebbe finito, poté subito gustarsela.

La donna, posando distrattamente lo sguardo sul disegno del figlio, ne rimase confusa. Purtroppo il suo bambino non sembrava molto portato per l'arte, speró che magari quel regalo lo avrebbe aiutato.

*mostro il disegno a Leonard* Cos'è ? 

*guardo ridendo la mamma* Mamma, ma è a testa in giù *lo giro* Vedi, è Frans ! L'ho disegnato così possiamo cercarlo e chiedergli se posso essere suo amico !

Frans ? Intendi Frans Bergman, il bambino della chiesa ? *gli chiedo
confusa* Ma perché proprio lui ? Ci sono tanti altri bambini in paese
con cui potresti fare amicizia.

*scuoto la testa* Con loro sono già amico, ma con Frans no ! Non ha
neanche detto se voleva ...

Gioanna incrociò gli occhietti speranzosi di Leonard. Suo figlio si era scelto una causa persa, ma era il suo compleanno, non avrebbe mai avuto il cuore di dirgli quanto il suo desiderio fosse irrealizzabile.

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