Un bambino?!
Correva. Sotto la pioggia incessante quel tratto di strada sembrava infinito. Nulla si poteva scorgere a più di due metri ma tornare indietro non era un'opzione. Non sarebbe mai più tornato indietro all'orfanotrofio, adesso era riuscito a scappare. Sprecare quell'occasione per avere la liberta? Mai. I suoi pensieri si fecero sempre più veloci e confusi più veloce era la sua corsa. I capelli marroni gli si appiccicavano al volto sotto la pioggia che cadeva senza sosta. Il freddo gli arrivava alle ossa come un pugnale, un freddo infuocato capace di bruciargli la pelle delle labbra e del viso. Inciampò.
«Merda!» imprecò, si voltò e vide degli uomini avvicinarsi nel buio. Con dei cani.
«No! NO!»
ma la sua voce ruppe il silenzio e capirono in che direzione era andato. Si rialzò e corse verso una luce.
«Una casa?! Una casa! Non mi prenderete»
«Hanji ascoltami» urlò Levi cercando di girarla. La mora scansò le mani del corvino e si girò.
«Cosa vuoi?»
«Ti posso spiegare!»
«Non c'è nulla da spiegare! Assolutamente nulla Levi! Voi sarete marito e moglie, se lo volete. Io non c'entro»
stupida come poteva dirglielo senza sembrare un pazzo?
Perché non ne ho il coraggio
«Quattrocchi non sono mai stato bravo con le parole...» era finalmente pronto a dirglielo, che lei ci credesse o meno lui aveva bisogno di lei. No in effetti, non era mai stato bravo con le parole e forse aveva paura di dirglielo in faccia. Potrebbe rifiutarmi
Ne era consapevole! Eccome se ne era consapevole! Ma a quel punto non aveva niente da perdere se non Hanji. Per un attimo credette di aver visto Mayer dietro l'angolo.
Sussultò.
Un fulmine illuminò il corridoio e ci fu il black out, niente luci.
«No Levi»
«Come?»
«Tu non sei mai stato bravo a mentire. Ho sentito della ricompensa con Erwin. Non voglio sapere di cosa si tratta ma a quanto pare dovresti già capire che odio essere sfruttata. Hai recitato così bene!»
rise a crepapelle e si tenne la pancia per non perdere il controllo. La sua risata cristallina era diventata agghiacciante. Levi tremò. Non l'aveva mai vista così e non avrebbe voluto.
«Ahahahah! Divertente! Mi sono fidata di un sicario! Davvero esilarante non trovi? Ora...sai che c'è? Sposa Petra e vivi bene con lei. Fate figli e io farò lo stesso con Moblit»
«No!»
«Perché no?»
«No...»
«Dillo! Hai paura delle tue stesse parole ma non della lama di un coltello?»
«Hanji, io mi vorrei sposare con Petra»
la mora fu sorpresa da quella affermazione che la lasciò spiazzata. Non aveva previsto questo.
«Cosa?»
«Mi voglio sposare con Petra ma finirei col ferirla»
Perché ferirla? Cosa aveva in mente quel ragazzo? Hanji appoggiò le mani ai fianchi.
«Perché?»
«Perché mi sono innamorato di un'altra»
la bruna non ebbe il tempo di reagire a quella frase che un rumore assordante di colpi le arrivò alle orecchie, costringendola ad indietreggiare per la paura. Levi incredulo vagò nel buio verso la porta a vetro che dava sull'enorme giardino della Villa Smith. Anch'esso inizialmente rimase interdetto alla vista di un ragazzo che colpiva con pugni il vetro fino a quasi spaccarlo.
«Per tutte le cavie da laboratorio!»
urlò la ragazza e il corvino fece una smorfia «Per tutte le cavie da laboratorio? Thc»
«Cosa?! Sembra così strano?»
«No anzi io sento questo modo di dire sempre»
«Ah...aspetta...tu stai usando il sarcasmo! Sai che odio il tuo sarcasmo!»
«Quattrocchi dovresti imparare a capire quando uno ti prende per il culo e...»
Ma Hanji aveva già virato la sua attenzione sulla figura fuori dal vetro. Aprì veloce la porta e il ragazzino cadde docilmente sul pavimento, bagnandolo. Era grondante di acqua e sporco di terriccio.
«Hanji!»
«Volevi lasciarlo là fuori?»
«No, hai ragione»
il ragazzino alzò il capo e osservò entrambi i suoi salvatori.
Chi sono? Dove sono?
La mora si sedette vicino a lui e gli mise una mano sulla fronte, scottava tanto da obbligarla a ritrarla subito. Chi era quel ragazzo? Poco importava in quel momento. Stava male e necessitava di cure.
«Come ti chiami?»
il ragazzino la guardò con i suoi occhi marroni e così tristi capaci di inumidire gli occhi di Levi Ackerman. Il corvino infatti, colto da un momento di umanità, vide in quel ragazzino la sua infanzia e in un gesto inaspettato gli scompigliò i capelli.
«Ehi, come ti chiami?» domandò.
Hanji vide per la prima volta una nuova sfaccettatura di quel Levi. A quanto pare hai altro da mostrarmi del tuo carattere, Levi Ackerman.
«Ilian»
Levi fece per prendere in collo il ragazzino per portarlo nell'infermeria più vicina quando sentirono altri rumori tra le frasche. Degli uomini con dei cani al guinzaglio si avvicinarono e li guardarono dritti in faccia. Degli uomini rozzi e sporchi anch'essi ma non leggeri come Ilian bensì grassi, robusti e dai capelli unti raccolti in un lunghe code. Persone poco raccomandabili a prima vista.
Ma il modo in cui si rivolsero ad Hanji non fece altro che accertare questo pensiero in Levi.
«Donna» disse a gran voce uno grosso, il più vicino «Hai visto un ragazzino per caso?»
Hanji indignata si rifiutò di rispondere e quello le si avvicinò con i pugni alzati «Rispondi puttana»
Levi a quel punto lo fulminò con uno sguardo e si mise in mezzo alla conversazione «Buona sera, cosa vuole da questa puttana?»
«EHI!»
«Finalmente un uomo! Senti amico...»
«Non ti devi scusare, davvero. Ma se proprio insisti ti posso obbligare»
«Cosa?!»
l'uomo si ritrovò faccia a terra mentre Hanji lo copriva di lividi e di segni rossi su tutto il corpo. Provò a farla inciampare per ritornare in piedi ma la mora gli pestò la mano.
Un sonoro crack e l'uomo ululò di dolore. Stava perdendo molto sangue e il corpo, coperto di segni, tremava dal freddo e dalla paura.
Levi sconvolto la guardò dal basso verso l'alto con un misto di ammirazione e devozione.
«Wow...o forse lei ti ha obbligato che ne dici?»
Levi prese il ragazzino in braccio mentre Hanji si assicurava che quelle persone abbandonassero la Villa per sempre, urlandogli contro senza nemmeno lasciare il tempo a quegli uomini di controbattere in alcun modo. Gesticolava e affannata, dopo quella lunga discussione, riuscì nell'intento.
Gli occhi di Levi luccicavano di orgoglio verso quella scienziata pazza. No, non era decisamente come tutti gli altri e no, non avrebbe mai avuto il coraggio di ucciderla.
Anche per tutto l'oro del mondo.
«Levi?»
«Mhm?»
«Ho detto che non c'è nessun bambino, ora portiamo Ilian in infermeria»
«Ma potrebbero riportarlo dov'era»
la mora annuì sommessamente «Me ne prenderò cura io, portalo in camera mia»
«Anche io lo voglio aiutare»
ANGOLO AUTRICE
Ho sempre pensato ad Hanji come una persona che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e supera i pregiudizi (infatti li mette lei in testa agli altri a quanto pare😂) Vediamo come Levi ed Hanji affrontano questa cosa un po' particolare eh? 🙆
La descrizione di Ilian la farò più accurata nel prossimo capitolo.
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