In qualcosa simili
Definire un disastro il laboratorio della dottoressa sarebbe stato un errore comune, o semplicemente un eufemismo.
Si trattava sicuramente di un campo di sterminio tedesco, o il luogo d'impatto di una bomba nucleare. Ciò che sembrava queste scene di catastrofe imminente era invece causa di"piccoli"esperimenti della sua proprietaria.
Zoe si era rinchiusa lì dentro per giorni e uno di questi era uscita trionfante con una valigetta legata al polso «...e così abbiamo contattato la segretaria del professor Smith, la signorina Rico e ci ha organizzato una conferenza importantissima il prossimo mese» gli raccontava il biondo
a Levi interessava come una cicca calpestata per terra il nome della segretaria e dell'assemblea, però aveva portato pazienza. Moblit non sapeva dov'era la valigetta. Sicuro. Ma forse la signorina Zoe...
Il laboratorio era già occupato da gente che creava un via vai interminabile. In realtà l'atmosfera era piuttosto tranquilla e silenziosa, erano le nove e il sole illuminava anche le fialette.
«Dov'è la dottoressa?»
domandò il corvino ad una ragazza lì vicino. La rossa si voltò e arrossì come un peperone «È è nel suo studio, signor...»
« Levi»
«I-io mi chiamo P-petra»
«Piacere, è nel suo studio hai detto?»
«C-certo ehi non ti ho mai visto...»
«Grazie Petra!»
la ragazza diventò color porpora e si toccò i ciuffi mogano. Abbassò la mano. Il corvino era già sparito.
«Mi ha...mi ha chiamato per nome»
«Petra sbrigati! L'acido, prendilo!»
«Arrivo Aruo»
Levi riuscì a seminare Moblit che lo stava cercando, si nascose dietro una porta. Una volta sentiti i suoi passi farsi lontani fino a quasi scomparire sospirò sollevato «Wow, che fortuna»
«No, per me no»
Levi sussultò, si accorse di essere entrato senza permesso nello studio della dottoressa. Stava parlando con due ragazzi e li dovette allontanare «Bel lavoro Mike, ricordati Nanaba del materiale la prossima volta»
«Certo»
«Sicuro»
lasciarono la stanza. Levi rimase un attimo di stucco per l'altezza del biondo che era appena uscito ma si riprese subito «Mi scusi non era mia intenzione interrompere»
«Figurati. Volevo parlarti»
«Va bene»
si lasciò andare alla sedia ed ai guanciali, non mostrando alcuna espressione o impressione su quello che stava succedendo. Serio si preparò a sorbire una noiosa predica sul perché non bisogna irrompere senza avvisare e senza alcun motivo apparente negli studi altrui.
«Volevo chiederti qualcosa»
«Sì?»
«Non è propaganda, voglio solo sapere con chi ho a che fare, soprattutto in questa situazione...»
scacciò con un sorriso smagliante i suoi pensieri «Bando alle ciance! Ti butteresti giù dalla finestra a sentire tutto ciò che ho da dire!»
guardò di sottecchi il corvino, non rise alla sua battuta «Ah! Come pensavo, non ho il senso dell'umorismo! Ah ah ah!»
«Non sono affabile, lei è un caso»
«Per fortuna! Stavo cominciando a credere che lo fossi veramente! Non me ne ero resa conto la prima volta»
«Però conosco il sarcasmo»
«Ahahahahah acuto il ragazzo!»
Levi la vide alzarsi d'umore, averla fatta ridere lo rendeva così felice. Come poteva essere felice se rendeva lei felice? Cosa c'entrava la dottoressa Zoe?!
«Comunque, cosa ne pensi dei Mayer?»
«La famiglia nobile che comanda su quasi tutti i negozi lussuosi e le agenzie di Berlino»
«Ufficialmente»
«Lei sa qualcos'altro?»
«Sì, qualcosa che non dovrei sapere. Mi capisce? Lei è nuovo qui, non ha ancora sperimentato la rivalità tra il capo Smith e Albert Mayer»
«Lo so»
«Moblit?»
«Girano voci nelle strade»
«Ne sono a conoscenza, sa cosa dicono di me?»
«Che è una sgualdrina e che ha ammaliato Smith col suo fascino, per questo è così in alto»
«Già, poi chissà quale fascino»
Levi aprì bocca per obbiettare, obbiettare che cosa? Non lo sapeva con certezza neanche lui, aveva solo voglia di obbligarla con la forza a specchiarsi. Gli fece una domanda ma lui era così immerso nelle sue riflessioni che non ci badò «Come scusi?»
«Conosce Napoleone?»
«Napoleone Bonaparte, un diavolo per capello...» sussurrò con una leggera smorfia. Una stupida filastrocca che gli cantava sua madre, riaffiorare alla memoria come un pugnale. Gli si strinse il cuore.
«Cantavo sempre quella filastrocca. Gli altri bimbi mi prendevano in giro. Era strana ma interessante, raccapricciante ma...»
«Accattivante»
si guardarono uno negli occhi dell'altro rivedendo la propria infanzia. Rivedendo ciò che volevano dimenticare, ma i ricordi servono per tornare. E forse una volta tanto li avevano aiutati.
Le iridi di lei si illuminarono e quelle celesti di lui fecero lo stesso di curiosità.
La recitarono per attimi interminabili.
Man mano che continuavano Levi si interessava a quella sottospecie di scienziata pazza, gli ricordava sua madre.
Ad un certo punto fu lei ad interrompersi sotto lo sguardo stranito del corvino «Qualcosa non va?»
«No niente, dicevo conosci Napoleone?»
«Ah...sì» il suo tono era quasi deluso?
«Ricordi Mayer? Voglio che tu capisca che non è tanto diverso da Napoleone»
«In che senso?»
«Lui dice di essere ciò che non è. Lo ho conosciuto di persona e con i miei occhi ho visto quello che succede là dentro...»
«Là dentro dove?» si incupì, Meyer non aveva accennato a nulla del genere.
Zoe fece finta di nulla e riprese come se niente fosse «Napoleone Bonaparte si era presentato al paese Italiano come un liberatore. Donando i principi e gli ideali della pace, dell'uguaglianza, dell'unificazione e della giustizia. Libertà, Uguaglianza e Fraternità. Figlio della rivoluzione. Anche Mayer a Berlino. Ma le sue intenzioni sono diverse a come siamo abituati a pensare. Voglio che stia attento, cercherà di farci chiudere bottega in ogni modo»
«In ogni modo?»
«Ucciderà»
quella parola, uccidere, lo faceva per lavoro eppure sentirla gli era come un'estranea. Un senso di solitudine e freddo gli percorse la schiena
«Uccidere?»
«Ha un infiltrato»gli spiegò la ragazza.
Levi annuì, era lui. Sapeva chi era? Doveva agire subito o per lui sarebbe stata finita. Sulla sua testa c'era una taglia indescrivibile, tutta Berlino era sulle sue tracce.
«Sa chi dottoressa?»
passò tra le dita la lama del coltello sotto il camice. Come un gioco, come un fatale gioco.
ANGOLO AUTRICE
Vorrei prima di tutto chiedervi se i capitoli sono troppo lunghi e li volete più corti.
Poi, un'altra cosa, la filastrocca...provate ad inventarla voi! Mi è venuta in mente mentre stavo scrivendo. Chi vuole provarci va bene, chi non vuole non vengo a minacciare sotto casa😂😂👍
Scrivetela nei commenti, magari qualcuno di voi è molto bravo a scrivere poesie in rima o forse ha una fantasia fuori dal comune 😀👂😶❤❤
P.s.
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