Imprevisti in corridoio
Quando ti rendi conto che le tue azioni possono avere conseguenze orribili sulla tua vita e sul tuo modo di vedere le cose non pensi che anche coloro con cui passi il tempo ne soffrano. Aveva fatto le scelte sbagliate e nel modo sbagliato, fidandosi di persone sbagliate al momento sbagliato. In un posto sbagliato. Tutto un errore, tanti che aveva fatto fino ad allora gli crollavano letteralmente addosso. Senza pietà e senza via di uscita. Eppure doveva trovarla, forse Hanji Zoe lo aveva aiutato a scavare più a fondo di quello che credeva di essere. Un ragazzo privo di ogni amore che le persone a cui più teneva gli potevano dare, aveva fatto così tanto e si sentiva soddisfatto di semplice denaro. Così tanto accumulato e così tanto gli sarebbe rimasto. Ma cazzo lui prima o poi sarebbe morto e chi lo avrebbe ricordato su quella terra? La gente si doveva mettere al riparo dai suoi stessi simili. Fino a quel momento aveva provato solo ribrezzo nell'osservare le persone e le loro azioni nel mondo, ma come poteva lui. Un sicario. Giudicare il lavoro di chiunque giusto od ingiusto? No. Non ne aveva il diritto. Ma Hanji. Hanji lo aveva fatto rivivere, qualcuno come lui esisteva allora. Non era solo e non avrebbe perso un'altra persona a lui cara, doveva proteggerla.
Imboccarono un corridoio lunghissimo e corsero più veloce che poterono mentre dall'altra parte del cortile sentivano ancora le canzoni di quelle donne ubriache. Probabilmente avevano poco tempo per capire il perché di quei cecchini. Ma di una cosa era certa. Smith non gliela raccontava giusta.
«Eccoli»
La porta era veramente gigantesca, bellissimi disegni erano intagliati nel legno scuro. Opera sicuramente di mani davvero abili, parevano prendere vita e quei fiori così eleganti far cadere petali al suolo. Si riscosse.
«Chi?»
«Dovrebbero guardare che nessuno entri, qualcuno dice che non chiudano occhio»
«Sì, qualcuno»
«Ehi calmati, ti vedo teso»
«Stiamo per corrompere o peggio due uomini per entrare nell'ufficio di un tizio, sì, sono un po' teso»
«Bla bla bla sei un sicario. Dovrei avere io paura! In ogni caso...»
esitò nel continuare ed Hanji scrocchò le nocche mentre si avvicinavano alle due figure sedute ai lati della porta. Si morse la lingua.
«Ahia!»
«Cosa?»
«In ogni caso sono spagnole»
«Spagnole?!»
«Sì»
«Hanji io non so lo spagnolo. Sei completamente impazzita, io torno indietro»
«Lo so io»
gli lanciò uno fulmineo sguardo divertito da sotto una ciocca di capelli neri. Faceva sul serio? Quella era tutta matta. Ma i cecchini c'erano e non potevano scomparire con uno schiocco di dita e una formula magica. Smith avrebbe saputo il motivo.
«Non avrei mai creduto di dirlo un giorno...»
«Sono curiosa! Cosa? Cosa?»
«...affidiamoci alla buona sorte»
«Mhm un sicario che si affida alla buona sorte, già! Niente male! Dovrebbero scriverci un libro su tutta questa storia non credi?!»
«Sì certo...un libro...»
«Farebbe successo»
«Oi»
«No dico sul serio»
«OI STA ZITTA»
si fermò all'improvviso, si bloccò a due metri dal raggiungere le due ombre vicino alla porta. Era molto silenzioso, la luce della luna illuminava debole il corridoio e gli affreschi alle pareti rendendoli ancora più inquietanti. Sentirono uno scricchiolio e una porta alle loro spalle si socchiuse. Levi tirò fuori una pistola e Hanji gli strinse la mano. Era fredda come ghiaccio. Aveva paura.
«Shhh»
«Levi»
«Quattrocchi non muoverti»
«Chi è?»
«Non lo so mai il buio ci farà da scudo»
«Ok»
«Tu chiudi quella bocca»
«Ok»
«Ora vado a vedere chi è»
«Torna»
Si avvicinò con cautela passando la pistola fra le dita, preparato a sparare al primo segno di pericolo. Ogni minimo rumore era sotto il suo più completo controllo, ogni ombra, ogni sussurro. Allungò la mano verso il buio e tastando ai lati trovò la strada per andare verso la porta che aveva sentito scricchiolare. Sudava freddo e non riusciva a trattenere il sospiro affannoso, era terrorizzato. Non vedeva nulla. E qualcosa avrebbe potuto prenderlo da un momento all'altro. Avanzò ancora. Un sospiro. Ma non il suo.
«Cazzo» imprecò«Cazzo, cazzo cazzo cazzo»
puntò la pistola verso il sospiro e accese la luce.
«FATTI AVANTI BASTARDO E TI FACCIO SALTARE LE CERVELLA»
Fu la sorpresa quando si rese conto che davanti a lui non c'era un cecchino pronto a farlo fuori all'ordine del suo capo o Hanji, come si aspettava, ma due giovani che consumavano il loro amore tra gemiti e sospiri. Il corvino distolse lo sguardo e nascose la pistola immediatamente.
«Scusate»
i ragazzi avevano nel frattempo trovato un'identità. Petra Ral e Ouruo Bossard si stavano letteralmente divorando con i loro baci. Hanji trattenne a stento le risate e aspettò che i due si allontanassero in un'altra stanza della villa.
Il corvino abbassò lo sguardo per ammirare i suoi piedi, non voleva, chissà perché, incontrare quelli di Hanji per fare i conti con l'imbarazzo sicuro. Era arrossito come un pomodoro.
E i suoi pensieri virarono traiettoria verso strade ambigue e molto particolare, tutte riguardanti la mora di fronte a lui.
«Levi sei arrossito!»
«No, per nulla»
«Eddai stavano soltanto facendo l'amore»
«Sì, lo so»
«Che dolce»
«Non sono dolce, e ora andiamo dalle señoritas»
Hanji sorrise soddisfatta, certo che sotto quella fredda ed insensata corazza si nascondeva un ragazzo fin troppo dolce, sensibile ed adorabile. Quanto era carino quando arrossiva. Ed arrossì anche lei.
Si avvicinarono alle due persone che nel frattempo parevano non essersi smosse di un millimetro, li guardavano impassibili ed immobili. Ma bel momento in cui entrambi riconobbero Hanji Zoe si animarono e le andarono incontro felici.
«Hanji! Quanto tempo!»
«Hanji-Zoe-Ackerman!»
«Sì, in carne ed ossa vecchia mia!»
Levi non si fece avanti, odiava le rimpatriate fra amici ma fu preso di mira a quanto pare perché la ragazza conoscente della mora gli stringeva la mano. Ansiosa di conoscerlo.
«Piacere! Tu chi sei? Un amico di Hanji?»
Era abbastanza alta, con i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo e gli occhi color nocciola quasi nascosti fra le tante lentiggini sulle sue guance.
«Sì, un suo amico»
«Perfetto! Adoro fare nuove amicizie!»
sorrise calorosamente e cominciò a tempestarlo di domande sulla cultura tedesca e le sue origini.
«Non erano spagnole?»
«Ah! Giusto! No Hanji-Zoe-Ackerman è nata in Spagna e ha studiato tedesco per quattro anni! Ormai è tedesca!»
«Ahahahah già! Posso considerarmi una vostra consaguinea! Oh! Ma non hai ancora conosciuto TheIceque3n!»
l'altra ragazza che fino ad allora era rimasta in disparte si fece avanti, un po' titubante ma con uno smagliante sorriso dipinto in volto. Era più bassa della compagna, con un grazioso caschetto di capelli neri e grossi occhi blu dietro delle lenti a mezzaluna.
«Hola, me llamo TheIceque3n!¿Eres de Berlino, verdad?»
«Si, sono de Berlino...Hanji aiutami»
«Ma dai! È semplice questo nano ciclato, ti ha chiesto se sei di Berlino»
«E come dovrei rispondere?!»
«Sì, soy de Berlino»
«Mmm ok. Si, soye de Berlino»
TheIceque3n annuì e bisbigliò qualcosa all'orecchio di Hanji-Zoe-Ackerman.
«Oh! Claro!» si schiarì la gola«Ha detto che se volete parlare con Erwin Smith potete passare. E per te, Levi, ti ha detto di rivedere la pronuncia»
Hanji ed Hanji-Zoe-Ackerman rise a crepapelle mentre TheIceque3n sorrideva divertita.
Levi confuso lasciò quelle tre squinternate al più presto, e si affrettò a trascinare Quattrocchi con lui nell'ufficio. Voleva concludere quella faccenda. E subito.
ANGOLO AUTRICE
Non ho ancora finito di nominare, quindi nel prossimo capitolo sarete ancora voi parte della storia🙆
Mi viene in mente ora, è vero che Petra desiderava avere dei figli? Tanti mini Petrini 👶👶👶👶👶
Comunque...¿para ustedes es guapo eso capítulo?
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