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Dolce malinteso

La ragazza euforica passava di postazione in postazione controllando tutti i suoi esperimenti.
«Levi! Vieni! È questa!»
il corvino seguì la mora in fondo alla gigantesca sala. Era veramente enorme. Tutto dentro pareva creato per uno scopo, la signorina Zoe aveva uno scopo, lui...cosa avrebbe fatto nella sua vita? Non aveva nessuno. E mai nessuno lo avrebbe amato, se non per pietà di una povera anima costretta a vivere uccidendo.
«Ah e Levi» lo prese per mano. Il ragazzo si bloccò al suo debole tocco, era così travolgente ciò che può sprigionare una persona prendendoti per mano. Un calore bellissimo. Arrossì all' improvviso e il clima cominciava a diventare bollente «Certo che c'è caldo qui»
la mora gli sorrise. Levi si costrinse a non cadere a terra, sentiva la testa girare come una trottola.
«Strano, dovrebbe essere freddo nei sotterranei»
la ragazza non poteva però ignorare la sicurezza che la presa col corvino gli dava. Timidamente gli toccò la guancia accarezzandola come ad un cucciolo. Levi sobbalzò. Ma non si scansò. La mora arrossì grattandosi la nuca più volte «Scusa è che eri sporco» allontanò la mano dalla sua guancia. Si era completamente scordata della sua nuova scoperta, e le sembrava una cosa che poteva aspettare. Si rinvenne, corse verso una valigetta nera sul tavolo. Ma, era ferma. Levi la aveva trattenuta, la spinse verso di sé tenendola per la vita. Erano più vicini di quanto non lo fossero mai stati. Il corvino prese la mano della ragazza. La avvicinò alle sue labbra e col suo indice ripercorse ogni suo più nascosto particolare.
Lei sussultò staccandosi subito «Ehm ehm, ti volevo dire...cioè, intendevo...Levi! Ora ricordo! Vieni sarai di certo sconvolto, attento a non urtare qualcosa di nuovo! Potresti far cadere i miei bellissimi esperimenti»
La ragazza era tornata la solita scienziata​ pazza senza un minimo di interesse verso le persone che le stavano accanto. E sembrava aver dimenticato del tutto l'episodio sdolcinato di pochi istanti prima.
«Oh...sì certo signorina Zoe»
«Levi! Accidenti! Mi fai sentire ancora vecchia, e non chiamarmi mai più signorina Zoe quando ti rivolgi a me! Hanji è il mio nome!»
il corvino sbuffò, ancora confuso si mise le mani in tasca. Mentre Hanji come una gallina impazzita cercava di ricordarsi il codice allungò la mano alla sua guancia. La strofinò dolcemente. La ritrasse di scatto non appena lei si voltò«Trovato! Era da un po' che pensavo di mostrare a qualcuno la mia scoperta sai? Però il mio Moblit non vuole!»
Levi provava a non farle notare di essere inciampato in più fialette da cui ora fuoriusciva un liquido strano.
Impallidì. Cosa cavolo aveva fatto?! Le coprì buttandoci sopra stracci e fogli sparsi un giro. Tamponava freneticamente con una smorfia «Merda!»
«Cosa?»
«Io cosa? Tu cosa stai facendo? Io nulla, stavo ammirando...che cos'è quello!»
indicò un punto a vuoto. Hanji rise a crepapelle tenendosi la pancia dalle risate «Oh quelli! Fantastico, speravo che tu me lo chiedessi e in realtà fanno parte proprio dell'esperimento! Il punto centrale come si suol dire! Sono veramente contenta, andiamo se ti interessano così tanto i miei cuccioli»
Levi sconvolto strabuzzò gli occhi« I suoi cuccioli?»

Hanji con gesto teatrale tolse l'enorme telo che copriva la gigantesca gabbia dinnanzi a loro due. All'interno due esseri grandi almeno il quadruplo di un essere umano mordevano le sbarre. Nudi, denti affilati con sembianze umane.
«Hanji! Sta attenta!»
Hanji si era ravvicinata e parlava ridacchiando con uno di loro. Anche se quello si limitava a cercare di afferrarle la carne.
«Si Bean, sei tu il mio cucciolo, meraviglioso cucciolo gigantesco. Zitto Levi! Il mio amore potrebbe spaventarsi! Li ho trovati abbandonati poveri tesori nelle viscere della terra in un vulcano attivo, molti scienziati mi hanno obbligato a torturarli e fare esperimenti su Bean e Sawney per scoprire la loro provenienza. Sono tutti scettici, ma io lo dimostrerò. Abbandonato in una casa del paese sotto il Vesuvio, Italia, a Pompei. Conosci Pompei? È stata sommersa dalla lava e un paio di anni fa ho ottenuto il permesso per entrare e analizzare il suolo e la sua composizione, fu la che trovai Sawney e Bean. Ti piacciono i loro nomi? Sono stata io stessa a sceglierli!»
Levi confuso non seguiva il racconto di Hanji. La fermò.
«Scusa, tu li hai trovati dentro un vulcano?»
«Sì! Meraviglioso vero? Degli esseri composti principalmente delle stesse cose di cui sono formati gli umani come possono sopravvivere in un ambiente così caldo? NON POSSONO!» il suo tono di voce diventò più acuto. Il corvino si tappò le orecchie.
«E cosa c'entrano questi due...»
«Giganti!»
«Giganti?! I giganti non esistono, sono leggende inventate»
«A te Sawney sembra un ologramma? A te Bean sembra un ologramma?»
Hanji si sentì mancare, si sedette afferrando però un libro. Le pagine ingiallite e la copertina bruciata lasciava ancora cenere dove veniva appoggiata.
«Trovai anche questo libro con loro, narra di alcune leggende su Pompei. Una di queste, riguarda loro due. Secondo il mito migliaia di anni fa sulla terra ci fu una interminabile guerra contro i titani e gli esseri umani furono costretti a ripararsi dentro mura alte cinquanta metri per poter sopravvivere, un giorno dei guerrieri vinsero grazie all'aiuto divino di Zeus e il re degli dei spedì le gigantesche creature mangia carne nell'Ade. Il mondo dei morti. Dove tutt'ora sono nascosti»
«Non prova nulla»
«Un'altra storia, nei capitoli successivi, racconta alcune testimonianze di ragazzini saliti sul vulcano e dopo urli strazianti mai più tornati. I loro corpi venivano ritrovati deformati, come divorati e poi rigurgitati da qualcosa. Ora, io sono in possesso di prove che quel qualcosa sono loro! Ed inoltre...»
chiuse il libro, tenne lo sguardo fisso su Levi «Ho scoperto una cura che sarebbe in grado di salvare molte vite umane»
il corvino le prese le mani. Erano fredde. Più delle sue. Le tenne strette ma non riuscì a reggere il suo sguardo «Hanji, è molto pericoloso» perché lo aveva detto? Perché provava a difenderla? Aveva un brutto presentimento. Lei doveva avere paura di lui. La proteggeva da se stesso.
«Ho una cura per l' Alzheimer»

Levi si fermò. Il tempo pareva girare vorticosamente intorno a lui e il ragazzo sembrava l'unico che se ne rendeva conto. Gli veniva da vomitare. Una cura per l'Alzheimer. Impossibile.
«Ne sei sicura?»
«Sì»
«NO NON PUOI, È IMPOSSIBILE!» le urlò contro scaraventando a terra una sedia. Hanji spaventata credeva fosse in preda a qualche crisi «Levi! Cosa fai?! Sei forse impazzito?!»
«OVVIO, SEI COME TUTTI GLI ALTRI! LA CURA SARÀ DATA SOLO A PERSONE CHE SE LO PERMETTONO, CHI NON PUÒ NON HA IL DIRITTO DI RIAVERE UNA VITA!»
la ragazza gli diede uno schiaffo. La sua faccia bruciava, andava in fiamme. Sentiva la collera uscire tutta in una volta, una rabbia repressa che non aspettava altro che un pretesto per sfogarsi contro qualcuno. Quella scienziata, Hanji! Hanji la credeva diversa ma era come tutti gli altri. Eppure non fu rabbia ad uscire, ma    lacrime. Lacrime amare. Singhiozzò.
Hanji non riusciva a comprendere la reazione del corvino.
La ragazza preoccupata lo abbracciò «Levi, tutto bene?» con sua sorpresa il ragazzo ricambiò l'abbraccio stringendola a sua volta. Levi aveva spezzato di sua volontà la maschera che mostrava di fronte a lei. Quel ragazzo non era insensibile, dietro quello sguardo glaciale si nascondeva una persona in cerca di aiuto. Ed Hanji era disposta ad offrirlo.
«Hanji mia madre da piccolo mi diceva che sarebbe andato tutto bene. Che lei era sempre con me. Che era nel mio cuore. Morì di Alzheimer e i dottori si rifiutarono di diagnosticarla. Avevo solo sette anni, Hanji, perdonami»




ANGOLO AUTRICE

Compreso questo 1328 parole😆😯
Trovo più difficoltà a scrivere qualcosa qui piuttosto che nella storia stessa😅😩.
Vi è piaciuto il capitolo?
Ho deciso di accennare anche alla storia in sé di Shingeki no Kiojin e poi...Sawney e Bean! Non potevano mancare! (Otp Sawney x Hanji x Bean😂❤)


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