8
La serata proseguì per un paio d'ore, e fu com'era sempre stato.
Chiacchierarono, ricordarono, risero, come avevano sempre fatto, complici l'uno dell'altro, uniti come mai si erano sentiti, dopo l'intenso abbraccio che aveva messo fine ai turbamenti di Daniele.
Si salutarono scambiandosi i consueti "ti voglio bene", più sentiti e profondi che mai; si strinsero ancora e si baciarono, con la reale promessa di rivedersi molto presto.
Quando Daniele rientrò a casa i suoi due bambini gli corsero incontro, a braccia spalancate.
«PAPI!»
«Com'è che siete ancora in piedi, voi due?» chiese, sorridendo e prendendoli contemporaneamente in braccio, mentre li tempestava e veniva tempestato di baci.
«Hanno voluto aspettarti» rispose per loro sua moglie, posando con amore le labbra su quelle del marito. «Com'è andata?»
Daniele si sedette sul divano, un figlio su ogni gamba a cui faceva fare cavalluccio. Lei si mise al suo fianco, in ginocchio.
«È stata dura all'inizio...» Gli tremava la voce e, a stento, tratteneva lacrime che non voleva versare, mentre i due bambini ridevano come pazzi, saltellando divertiti.
«Perché? Cos'è successo?» chiese lei, accarezzandogli con dolcezza il viso.
«Li vedevo! Erano là, nel locale...»
«Di chi parli?» Nel momento stesso in cui pose la domanda, la moglie capì a chi si riferisse. «"Loro"?»
Daniele annuì. «Li ho sognati l'altra notte. Mi hanno detto che sarebbero venuti. E l'hanno fatto!»
Lei non disse nulla, e raccolse con il dito la lacrima che stava rotolando sulla guancia dell'uomo che amava.
«Non sono riuscito a parlarci» continuò, «e, all'improvviso, se ne sono andati.»
«Bambini, date un bacio a papà e di corsa a nanna. Com'erano i patti?»
I due fanciulli obbedirono, tranne il fatto che stamparono cinque baci ciascuno sul viso del loro estasiato padre. Poi, allegri e contenti, corsero in bagno a lavarsi i denti.
«Fatti una doccia e aspettami a letto. Sveglio!» gli sussurrò la moglie all'orecchio.
Fecero l'amore, e fu bellissimo.
Lei gli si accoccolò di fianco, con la testa sul petto.
«Le ragazze li hanno visti?» chiese, dopo essere stati in silenzio alcuni minuti.
«Non credo. Erano preoccupate dal mio comportamento strano. Solo quando sono andati via, hanno capito, e forse anch'io. La serata è iniziata lì.»
Lei si sollevò e lo fissò intensamente. «Non sono andati via, Dani.»
«Che vuoi dire? Li ho visti uscire dal locale...»
«Ne sei sicuro?»
Daniele tacque un attimo. «No!» disse.
«Non sono andati via e non sono mai venuti, tesoro. Sono sempre stati qui, con te.»
Gli prese il viso tra le mani, lo baciò appassionatamente, poi rimase a fissarlo negli occhi. «Sono qui, anche ora. Erano in questo bacio e sono presenti ogni volta che mi guardi, che mi tocchi; quando parliamo, anche quando litighiamo. E sono di là, a dormire nei due lettini, negli sguardi che quei due bambini fanno ogni volta che vedono il loro papà. Ed erano con te al pub, sotto forma delle tre splendide amiche che hai. Sono nei tuoi genitori, ogni volta che li abbracci, e nei tuoi amici ogni volta che fate un brindisi. Sono nel nostro gatto, ogni volta che ti fa le fusa per una carezza. Sono con te, Daniele, da trentacinque anni, in tutto l'amore che hai sempre messo in ogni cosa che hai fatto.»
Lo baciò di nuovo.
«Non hai bisogno di vederli. Ti basta sentirli...»
Daniele cominciò a piangere, e più piangeva, più si sentiva felice. E nell'incendio d'amore che sentiva nel cuore per la sua ragazza adorata, udì bisbigli di voci serene che vivevano in pace la loro eternità.
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