21: Unravel
[21: Svelare]
Eri felice.
Solo qualche settimana prima, ricordavi di aver sentito la nausea alla rivelazione di chi era la tua anima gemella. Eri stata intenzionata ad evitare quella situazione in tutti i modi, non volendo accettare le cose come stavano. Ma adesso era diverso. Non sentivi più quel senso di disagio quando guardavi verso Katsuki, e non pensavi nemmeno più che l'Universo avesse sbagliato nel legarti a lui.
Ora, potevi sinceramente dire di essere grata di avere Katsuki come anima gemella.
"Sembri allegra." ti richiamò Uraraka. "È successo qualcosa di bello in questi due giorni?"
"Be'... In effetti, sì."
Ridacchiasti tra te, facendo aggrottare le sopracciglia della mora con fare interrogativo. La vostra breve pausa dalla scuola era terminata, ed ora stavate andando in classe. Il periodo di vacanza di due giorni era stato dato con l'intento di farvi riposare, ma ripensandoci, praticamente non avevi fatto altro che uscire con Katsuki e scriverti con lui tutto il tempo.
Non che possa lamentarmi...
Continuando a canticchiare allegramente, apristi la porta della classe ed entrasti con un sorriso luminoso sul viso. Uraraka non si preoccupò di chiederti altro, ma immaginavi sapesse che aveva a che fare con Katsuki. Tra l'altro, avevi una voglia tremenda di sfoggiare il vestito che ti aveva comprato. Solo sapere che era stato lui a comprartelo ti faceva venire le vertigini ogni volta che ci pensavi.
Izuku ti salutò con un sorriso, ma tu eri già intenta a scansionare la stanza alla ricerca di quelle familiari ciocche color biondo cenere. Lo vedesti, seduto al suo banco. Kirishima stava cercando di parlargli, venendo palesemente ignorato, il che ti fece sorridere. Sembrava che alcune cose non sarebbero mai cambiate.
Mi chiedo se se andassi a salutarlo si arrabbierebbe...?
Eri preoccupata che potesse ignorarti, quindi rimanesti sorpresa quando inclinò la testa, annuendo in tua direzione. La sua espressione facciale non era cambiata molto, ma sembrava fosse felice di vederti. Be', sempre nei limiti dell'idea di felicità di Katsuki.
Eri già a metà strada, pronta per dirigerti verso il suo banco, ma il tuo insegnante evidentemente aveva altri piani. Era arrivato tardi, come al solito, ma il suo sguardo di ghiaccio fu abbastanza per rimandare tutti gli studenti ai propri posti. Aizawa entrò rapidamente e dichiarò prontamente che quel giorno la classe avrebbe dovuto scegliere i propri nomi da eroe.
"Oh." borbottasti, sorridendo debolmente. "È facile, allora."
Dopotutto avevi già deciso il tuo nome da eroe molto tempo fa. Anche se non eri sicura di riuscire a ridurlo a qualcosa di più specifico, d'ora in avanti saresti stata nota come-
[Seraphim]
"Ooh, nome interessante!" approvò Midnight. "Si ricollega ai tuoi poteri?"
Arrossisti leggermente, improvvisamente diffidente di tutti quegli occhi su di te mentre mostravi alla classe il tuo cartellino. "Be'... Sì." sorridesti. "In un certo senso possono essere collegati ad un essere angelico con un potere di livello superiore. Poiché il mio Quirk ha a che fare con la manipolazione della luce, ho pensato che questo tipo di collegamento avrebbe potuto avere senso. Voglio dire, probabilmente sto esagerando un po' a paragonare me stessa ad un angelo... Ma un giorno vorrei diventare una guaritrice. Volevo che il mio nome da eroe fosse dolce e gentile."
"Oh no, assolutamente!" ti riprese Midnight. "Penso che sia un bel nome. Il fatto che tu stia cercando di esprimere che tipo di eroe vorresti essere attraverso il tuo nome in codice è una scelta eccellente, (Nome). Stai andando nella direzione giusta."
Ti congedò con un sorriso smagliante, al quale rispondesti chinando felicemente la testa prima di avviarti nuovamente verso il tuo posto. Le tue guance erano arrossate. Non ti eri resa conto di quanto fosse stato imbarazzante condividere quel nome con i tuoi compagni di classe. Soprattutto con uno in particolare...
Oh.
Quando desti una sbirciata al posto dietro di te, lo sguardo cremisi di Katsuki incontrò il tuo. Ti rendesti conto del fatto che ti stava fissando già da un po' di tempo, così sbuffò debolmente e si affrettò a distogliere lo sguardo. Le tue labbra si curvarono in un sorriso. Anche se non ti eri scomodata a domandarglielo, avevi la sensazione che gli fosse piaciuto il tuo nome da eroe.
Potevi leggerlo nei suoi occhi.
>>Dopo scuola:
Erano successe parecchie cose quel giorno, e tutta la faccenda dei tirocini ti fece domandare quale pro hero avrebbe scelto te.
Katsuki aveva avuto una valanga di proposte, giustamente. Il suo Quirk era incredibilmente forte, e lui era abile nell'utilizzarlo. Il tuo, a differenza del suo, non aveva alcuna capacità offensiva, ma avevi combattuto abbastanza bene contro il primo classificato del Festival dello Sport. Doveva pur significare qualcosa, vero?
Insomma, anche io avrò ricevuto delle proposte. Spero solo di non finire nell'ufficio di qualche stramboide. Ah, ma qualunque cosa succeda, sono sicura che...
"Sembri spensierata, come sempre."
Quell'affermazione derisoria proveniva nientemeno che dal tuo più prezioso amico (assolutamente no) Monoma, della classe 1-B. Era poggiato contro il muro con un sorrisetto altezzoso stampato sulle labbra. Le sue braccia erano incrociate mentre ti fissava con le sue meschine iridi blu.
"Buon Dio, Monoma-kun." sospirasti. "Non hai niente di meglio da fare che startene in giro ad aspettare di molestare studenti innocenti della mia classe?"
Lui sorrise divertito. "Chiamarti adesso è molestare?"
"Be', se contiamo le precedenti esperienze, sono sicura che questa conversazione diventerà accesa velocemente."
"Che maleducata. E pensare che avevo in mente solo i tuoi migliori interessi per tutto questo tempo."
Increspasti le labbra. Il biondo si mise dritto in piedi e si avvicinò. I suoi occhi azzurro pallido -che in genere erano condiscendenti nella migliore delle ipotesi- ora in realtà erano colmi di qualcosa simile a preoccupazione.
"Sei stato criptico per tutto questo tempo." sbuffasti, restando dritta mentre si avvicinava a te. "Non capisco cosa vuoi dire. Mi stai dicendo di stare attenta a Katsuki-kun, come se tu sapessi qualcosa di tutta questa faccenda delle anime gemelle che io non so. Allora, di cosa si tratta? Hai intenzione di dirmelo oppure continuerai a tenermi sulle spine?"
Monoma inarcò le sopracciglia. "Non ci siamo sentiti molto da quando eravamo bambini, ma vorrei farti sapere che io ti considero ancora un'amica, anche se ora fai parte della feccia della classe 1-A."
"Bene." ti accigliasti. "Prima di tutto, io non sono feccia, e poi sì, sicuro, anche io ti considero ancora un mio amico, ma questo cos'ha a che fare con-?"
"Tu non sei al sicuro." espirò. "Non so nemmeno da dove iniziare per esprimere tutta la mia solidarietà verso di te per essere capitata con un'anima gemella come quella, però purtroppo le cose stanno così. Ma se c'è qualcosa che ho imparato osservando voi due, è che il vostro legame non è abbastanza forte da riuscire a superare tutte le difficoltà. Per come siete ora, è solo una questione di tempo prima che, be'..."
"Prima di cosa?" lo esortasti. "Monoma-kun, sarò anche una persona paziente, ma giuro su Dio, se non mi dici cosa sta succedendo adesso, perderò definitivamente la paz-"
"POTRESTI MORIRE!!"
L'espressione del biondo, che raramente mutava dall'essere condiscente, adesso sembrava sinceramente agitata. In realtà ci vollero alcuni istanti prima che le parole di Monoma ti entrassero davvero in testa. Eri ancora occupata a spostare gli occhi ovunque sulla sua figura. Tuttavia, ti ricomponesti.
"Io... Cosa?"
Monoma emise un sospiro spezzato, gli occhi vitrei. "Scusami. Forse sono stato un po' troppo diretto, ma non rimangerò le mie parole. Non lo sto inventando così, a caso. Io l'ho visto accadere in prima persona. Quando studiavo all'estero." deglutì. "C'era una coppia. Erano anime gemelle, proprio come voi due. In realtà non ho mai parlato con loro, era più un passa parola o tramite i miei amici, ma era abbastanza noto il fatto che si fossero conosciuti da poco e che avessero iniziato la loro relazione."
"...E?"
"E," Monoma fece una smorfia. "le cose non sono finite bene per loro. Per quanto ne so, il ragazzo era bravo negli studi ed aveva una bella vita. La sua anima gemella, invece, era esattamente l'opposto. Era al limite delle assenze consentite, il classico tipo che preferisce prendere tutto come uno scherzo invece che seriamente. Di nuovo, io non ho mai parlato seriamente con loro, ma tutti nella nostra scuola sapevano cos'è successo. Dal momento in cui avevano iniziato a frequentarsi, le cose avevano cominciato ad andare male. Era chiaro che non avevano una buona intesa, il che non aveva alcun senso considerando il fatto che erano anime gemelle, ma erano strani e distanti l'uno dall'altra, ed in generale sembrava non gradissero la compagnia reciproca. Prima di tutto questo... Erano entrambi sani e completamente normali, ma le persone avevano iniziato a notare i loro corpi cambiare lentamente." si passò una mano sulla nuca. Non ti eri nemmeno resa conto che avesse cominciato a sudare. "Entrambi erano diventati super pallidi." continuò. "Nessuno dei due mangiava più correttamente, e se ci provavano, riuscivano a mala pena a trattenere il cibo. Non riesco nemmeno a contare il numero di volte in cui li ho visti aggirarsi per i corridoi con il sangue che scorreva dal naso. Continuavano ad ammalarsi, sempre di più, e poi, ecco probabilmente il segno definitivo-"
Rabbrividisti. "...Che cosa?"
"Il loro tatuaggi erano scomparsi. Non ho idea di quando avessero iniziato a sbiadire, ma un giorno la ragazza era scoppiata a piangere dicendo che il suo segno di anima gemella era sparito. La stessa cosa era successa a lui."
Adesso i tuoi occhi erano completamente spalancati. Chiunque avrebbe potuto semplicemente considerare quella storia come una recita di dubbio gusto. Dopotutto, stavamo parlando di Monoma. Eppure... Non sembrava stesse mentendo. Il modo in cui i suoi pallidi occhi blu tremavano ogni volta che pronunciava una parola... Era quasi come se stesse rivivendo l'intera esperienza.
"E poi?" chiedesti seccamente, anche se già sapevi come sarebbe finita la storia. Monoma fece un debole sorriso.
"Sono morti. La loro malattia era arrivata ad un punto in cui erano stati costretti ad essere ricoverati in ospedale, ed alla fine sono deceduti. Nello stesso giorno, tra l'altro."
"...Ah."
Non sapevi cosa dire. Eri ancora tentata di considerare tutto ciò che ti aveva detto come una sorta di scherzo stupido. Forse stava mentendo sfacciatamente. Ma poteva anche star dicendo la verità. Per cui...
È fottutamente terrificante.
"Bene." tossisti. "Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a qualcosa del genere. Non penso che tu sia abbastanza malato da poter inventare la morte di due tuoi compagni di classe. Ma anche supponendo che sia successo sul serio, ancora non capisco cos'ha a che fare con me."
Monoma inarcò un sopracciglio. "Sei seria? Non vedi come tutto questo si ricollega a te? Stiamo parlando del caso di due anime gemelle -proprio come te e quel pazzo- che sono morte entrambe perché il loro legame non era abbastanza forte. Non capisci? Non tenevano realmente l'uno all'altra, ed i loro corpi stavano rigettando fisicamente l'altro. Non avrei mai pensato che l'Universo fosse capace di qualcosa di così crudele, ma io ero lì, e posso affermare che è successo."
"Anche se è accaduto, non significa che valga per tutte le anime gemelle. Non sai neanche cos'è effettivamente successo. Forse uno di loro ha contratto un virus e l'ha mischiato all'altro. Penso che siano morti per lo stesso motivo, ma non capisco come tu faccia a ricollegarlo automaticamente al loro legame di anima gemella."
Il labbro superiore di Monoma si arricciò per il divertimento. "Se si è trattato solo di una malattia, perché sono scomparsi entrambi i loro marchi? E perché sono morti nello stesso giorno?"
"È solo-"
"Io credo invece che tu stia solo cercando di negare l'evidenza." ti derise con disprezzo. "Il che è comprensibile. Anche io sarei spaventato al tuo posto. Comunque sia, puoi scegliere se credermi o meno, ma sappi una cosa..." si sporse verso di te, lo sguardo fermo come il vetro. "Questa è 'La Maledizione dell'Anima Gemella'. Sono sicuro che avrai già sentito parlarne in giro. Nel caso in cui una delle due parti si rifiuta di accettare l'altra, il loro legame comincia a svanire ed il loro corpo si indebolisce, fino ad arrivare spesso in punto di morte."
Monoma girò sui tacchi, allontanandosi da te. Lo sentisti borbottare un "stai attenta" girato di spalle.
"...Eh."
Ora eri in piedi in mezzo al corridoio, la tua espressione più vacua e spenta che mai. Per qualsiasi spettatore esterno, probabilmente sembrava che tu fossi morta, ma quella era seriamente solo una facciata in confronto alla tempesta che si stava scatenando dentro di te. Considerando tutte le informazioni, praticamente ti era appena stato detto che c'era la possibilità che tu potessi morire se la vostra relazione non fosse andata per il verso giusto. Fantastico.
"Non capisco." mormorasti flebilmente, cadendo in ginocchio. "Pensavo che tutto fosse già stato deciso per noi. Non è questo lo scopo dell'Universo? Quando ti abbina alla tua anima gemella, non sta praticamente dicendo che quella sarà l'unica persona che potrà renderti l'essere più felice del mondo? Come può il tuo corpo rifiutare in un modo così drastico-?"
"Rifiutare cosa?"
Oh, cazzo.
Alzasti in fretta lo sguardo per poi vedere Katsuki torreggiare sopra di te con un cipiglio sulla fronte. Sembrava leggermente irritato, ma anche un po' preoccupato per il fatto che tu fossi a terra in mezzo al corridoio.
"Oh... Non è nulla." balbettasti, riprendendoti il più rapidamente possibile. Seguì poi un debole sorriso. "In questi giorni mi sento un po' stordita. Probabilmente è perché ho saltato alcuni pasti..."
Katsuki ti derise, ma ti stava già tendendo una mano per poi farti appoggiare contro la sua spalla. "Fottuta idiota. Se non mangi regolarmente andrà tutto una merda. Lo sai, vero?"
"S-sì, scusa..."
"Non scusarti se io non ho fatto niente. Stramba."
Il biondino ti diede una rapida occhiata, e non ci volle molto perché i suoi occhi si riducessero a due fessure. "Qualcosa non va." dichiarò. Ti sentisti il respiro bloccato in gola. Maledette quelle sue iridi cremisi che vedevano tutto.
"Non c'è nulla che non va." sorridesti, sperando che la tua voce non fosse affatto tremante come sembrava. "Te l'ho detto, ho sbagliato a non mangiare a pranzo. Ho preso la brutta abitudine di rimandare i pasti, tutto qui. Comunque, cercherò di stare più attenta, lo prometto."
Katsuki ti lanciò un'occhiata di nuovo, prima di accettare per buona la tua pessima scusa. Ora ti stava trascinando via, assicurandosi di tenere un braccio attorno alla tua vita nel caso in cui perdessi l'equilibrio. Le parole di Monoma risuonavano ancora chiaramente nella tua testa, eppure, nonostante tutto, ti ritrovasti ad arrossire.
"Katsuki-kun... Non c'è bisogno di stringermi. Ho avuto le vertigini per un momento, ma ora sto bene."
"Zitta." abbaiò. "Non prenderò ordini da una perdente che era seduta per terra con l'espressione più vuota che io abbia mai visto in vita mia. Tieniti a me, e se osi svenire, giuro che ti prendo a calci in culo."
"Ah. Persuasivo come al solito. Be', come vuoi." sospirasti, stringendogli una mano sul braccio. "Ti va di andare a mangiare qualcosa? Sono davvero affamata."
"No guarda. Avevo comunque intenzione di darti da mangiare forzatamente, che tu lo volessi o meno. Vedremo se sverrai di nuovo in corridoio così."
Ridesti sguaiatamente. Katsuki era un ragazzo divertente, anche se era abbastanza chiaro che il suo intento non era quello di esserlo. Se Monoma non ti avesse tirato addosso quella bomba prima, probabilmente quella sarebbe anche potuta essere una bella giornata.
Invece, ormai riuscivi solo a chiederti se quel biondo cenere sarebbe stato capace di fermarti il cuore, letteralmente.
_________
Più tardi, quella sera, eri seduta immobile nella tua stanza.
Come previsto, fu quasi impossibile toglierti le parole di Monoma dalla testa, ed ogni secondo che passava, sembrava ci credessi sempre di più. Non era qualcosa di semplice da poter inventare così, su due piedi, nemmeno per un pazzo come Monoma. Era successo. Doveva esserlo. Ed anche se così non fosse stato, non riuscivi a capire cosa avrebbe potuto guadagnarci a buttarti tutta quella merda addosso.
Forse sta cercando di farmi impazzire, di entrare nella mia testa. Lui odia la classe A. Questo potrebbe essere il suo modo di prendermi per il culo così che il mio rendimento cali. O qualcosa del genere...
"Ughhhh, non lo so!" piagnucolasti. Non eri mai stata una tipa violenta, ma il turbine di emozioni che ti costringeva il petto ti portò a dare un forte calcio sul muro. Ammaccasti le fragili fondamenta di legno, e te ne pentisti quasi immediatamente. "Cazzo." borbottasti amaramente. "Ho bisogno di un bagno."
Lanciasti via i vestiti senza nemmeno guardare dove fossero atterrati. Ti avvicinasti alla vasca e lasciasti prima che il soffione della doccia sgorgasse, coprendo lo scarico in modo che l'acqua potesse raggrupparsi. Dopo esserti passata le dita tra i (c/c) capelli bagnati, cambiasti la modalità del rubinetto e crollasti all'interno della vasca. Il livello dell'acqua stava continuando ad alzarsi, ma in quel momento ti copriva a mala pena gli arti.
"Troppo calda..." borbottasti confusa. Non che avessi voglia di alzarti di nuovo e regolare la temperatura. Invece, ti spostasti all'indietro fino a toccare l'estremità della vasca e poter appoggiare il collo contro la parete. Osservasti il livello dell'acqua alzarsi lentamente, coprendoti le caviglie, poi arrivando appena sotto le ginocchia, poi un po' più in alto e...
"...Che cazzo?"
Esclamasti quando i tuoi occhi si soffermarono sul tuo corpo, andando giusto un po' più in alto del livello dell'acqua. Sentisti il sangue defluire dal tuo viso. Non riuscivi a capire come non avessi fatto a notarlo prima.
Da quanto tempo era così?
Ma soprattutto... Perché?
"C-cazzo..." piagnucolasti, le dita che tracciavano il tuo fianco. "Cazzo, cazzo, cazzo, CAZZO!!"
Sbattesti un pugno contro la tua carne, lamentandoti poi quando lo sentisti collidere contro l'osso. Le lacrime presero ad accumularsi nei tuoi occhi, non eri sicura se per il dolore o per la paura. L'unica cosa di cui eri sicura, con assoluta certezza, era che la scritta-
Le parole di Katsuki-
Che avevi sin dalla nascita, e-
Oh, Dio. Non può essere. Non è possibile, altrimenti- è proprio come ha detto Monoma-kun...!"
"S-sta davvero svanendo..."
_______________
Funny fact: questo capitolo sarebbe dovuto uscire ieri sera, ma durante il pomeriggio non sono stata bene e quindi non sono riuscita a pubblicarlo. Yey! :D
(Che poi, è da stamattina che sto cercando di farlo ma Wattpad fa letteralmente schifo...)
E niente, finalmente è stato svelato l'arcano. Sinceramente, sono curiosa di leggere i vostri commenti. XD
Ci risentiamo con il prossimo aggiornamento!
Kirara. 🖤
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