19: Just Feels Right
*(c/p) = colore preferito
[19: Sembra Giusto]
Con tutto lo scalpore e l'eccitazione del Festival dello Sport, erano stati giustamente consentiti agli studenti alcuni giorni di pausa per ritornare alla normalità.
Ma la verità era che, anche in quel momento, con tutto quello che era successo il giorno prima ormai alle spalle, ti sembrava ancora di stare in quello stadio. Gli applausi del pubblico continuavano a ronzarti nelle orecchie. Ricordavi la tua sconfitta, nonostante fosse stata frustrante, e ricordavi anche la sconfitta della tua anima gemella, e tutto il casino successo in seguito. Era davvero stato un giorno memorabile, uno che sicuramente avresti tenuto ben vivido nella memoria. Ma mentiresti se dicessi che solo il Festival dello Sport era stato la parte più importante della giornata. Dopo tutto-
"Mi è piaciuto quando mi hai baciato."
Ti sentivi una sciocca a premere le mani contro le guance ed a sentirti in preda alle vertigini ogni volta che ripetevi le sue parole, ma non riuscivi proprio ad evitarlo. Quelle erano state le ultime parole che Katsuki ti aveva rivolto prima che foste costretti a salire sull'autobus ed a sedervi distanti per colpa dell'imbarazzo. Sapevi fosse ancora arrabbiato per il modo in cui aveva ottenuto la sua "vittoria", ma ti piaceva pensare che il tempo trascorso con lui fosse stato d'aiuto almeno un po'.
Le cose stavano finalmente iniziando ad andare... Bene tra voi due. C'era voluto un po' di tempo per arrivare a questo punto, ma eri davvero entusiasta del modo in cui stava procedendo la vostra relazione, e ti ritrovasti a voler stare con lui ancora e ancora.
"Tesoro? Che succede?" tua madre si accigliò, servendoti la colazione nel piatto. "Ti stai mordendo di nuovo il labbro."
"Huh? Oh, non è niente. Stavo solo ricordando alcune cose..."
"Ah." sorrise. "Riguarda il Festival dello Sport, vero?"
Arrossisti. "Be', più o meno."
Lei annuì con il capo, un enorme sorriso dipinto sulle labbra. Le avevi giusto accennato di aver trovato la tua anima gemella, ma fortunatamente i tuoi genitori erano bravi a rispettare la tua privacy. Sapevano quando non spingersi troppo oltre. Eppure era chiaro che stessero morendo dalla voglia di sapere che tipo di persona fosse il tuo destinato, ma tutto a suo tempo. Un giorno, eri sicura che avresti portato Katsuki a casa e lo avresti presentato alla tua famiglia con un sorriso luminoso.
"Bene allora." tua madre si diede un colpetto sulla gonna, prendendo un tovagliolo per asciugarsi il rossetto. "Devo andare a lavoro adesso. Riposati oggi, va bene? Ti meriti una pausa, quindi se vuoi uscire con i tuoi amici assicurati solo di aver chiuso la porta e spento tutte le luci. E mandami un messaggio se hai intenzione di restare fuori fino a tardi, ok?"
"Va bene." sorridesti. "Lo farò. Ciao mamma."
"Ciao tesoro. Per ora cerca di prendertela comoda. Ti voglio bene."
Riuscisti a sentirla dirigersi vero l'ingresso, il suono sordo dei tacchi sul duro pavimento in legno mentre camminava con indosso le sue scarpe la lavoro. Appena due minuti dopo, la porta si aprì e si richiuse in un colpo solo. Continuasti a mangiare da sola la tua colazione lentamente.
Il tuo telefono vibrò mentre stavi per portarti il cucchiaio alla bocca, e quasi sputasti il boccone per quanto fosse stata forte la vibrazione. Ti asciugasti in fretta la bocca con un tovagliolo, ed infine allungasti una mano per accendere lo schermo. Probabilmente era solo Uraraka che si chiedeva se fossi libera per il resto della giornata. Magari avrebbe invitato anche Izuku ed Iida.
O forse no-?
Katsuki:
[8:45]
Yo. Che hai da fare oggi? Sono terribilmente nervoso ed i miei genitori di merda mi stanno facendo incazzare ancora di più. Vediamoci.
Sbattesti lentamente le palpebre, costretta a leggere il messaggio più volte solo per essere sicura. Ricordasti di avergli dato il tuo numero una volta, di sfuggita, durante una lezione. Non ti aveva mai messaggiata prima, e tu eri stata troppo nervosa anche solo per provarci. E adesso questo. Non era nemmeno davvero una domanda la sua, più un ordine, ma stava praticamente dicendo che voleva vederti. Quindi, per la prima volta, stava facendo del suo meglio per provare a passare del tempo con te.
Era sbagliato dunque contarlo come un appuntamento...?
Tu:
Hey! Sinceramente non mi aspettavo mi mandassi un messaggio, quindi questa è una bella sorpresa :) sono anche troppo libera oggi, avevi in mente qualcosa in particolare?
Katsuki:
Non lo so. Decidiamo una volta incontrati o quello che è. Conosci il centro commerciale in cui siamo andati a fare la spesa, vero? Possiamo vederci lì. Oppure se vuoi puoi dirmi il tuo indirizzo, così vengo da te. Vedi tu.
Tu:
Il centro commerciale va bene :) ci vediamo lì!
Katsuki:
Ok. È abbastanza un'ora per prepararti o devi prenderti il tuo cazzo di tempo?
Tu:
Oh ahah. Perché le ragazze ci mettono un'eternità per scegliere i vestiti, eh?
Katsuki:
Ancora non hai risposto alla mia domanda.
Tu:
...
Ok. Ti scrivo quando sono quasi pronta lol
Katsuki:
Cazzo, lo sapevo. Va bene. Fammi sapere.
Una piccola risata ti lasciò le labbra e non riuscisti a fare a meno di pensare a quanto quella fosse davvero una bella svolta. In qualunque altro giorno, ti sarebbe piaciuto incontrarti con Uraraka, ma questo... Be', era di certo un bel cambiamento. Ed anche se Katsuki forse non lo considerava un appuntamento, tu sì, ed eri determinata a fare bella impressione.
"Ok, allora." sbuffasti, spalancando le ante dell'armadio. "Vediamo un po' cosa c'è qui."
___________
Tu:
[11:40]
Ciaooo. Io sono qui, proprio davanti alla fontana. Sei vicino? :)
Katsuki:
Che cazzo? Pensavo avessimo deciso di incontrarci a mezzogiorno. Sei fottutamente in anticipo.
Tu:
Non volevo farti aspettare :) non mi dispiace essere in anticipo.
Katsuki:
Stramba. Sei fortunata, io sono terribilmente puntuale. Sono quasi arrivato.
Tu:
Siì! Non vedo l'ora :D
Katsuki:
Strana.
Sorridesti, rimettendo il cellulare nella borsetta. Eri emozionata, così tanto che quasi non riuscivi a smettere di agitarti, ma eri anche nervosa.
Se fosse stato un incontro con qualsiasi altro ragazzo, probabilmente non avresti avvertito tutta quella pressione. Sì, lui era la tua anima gemella e quindi le cose sarebbero andate per il verso giusto, ma non riuscivi ad evitare di sentire una strana sensazione nel petto. Forse per la centesima volta negli ultimi dieci minuti, ti lisciasti il vestito (c/p) ed emettesti un lungo e sconsolato sospiro. Ti eri acconciata i capelli in un modo in cui non avevi mai avuto la forza di fare per andare a scuola. Sembrava carino, e così avevi deciso che ne sarebbe valsa la pena. Avevi anche scelto di indossare i tacchi, una decisione che sapevi avresti rimpianto, ma purtroppo bellezza e dolore vanno di pari passo.
Dopotutto, eri contenta del tuo aspetto. Ma non potevi fare a meno di pensare di essere forse vestita troppo bene, e per questo inavvertitamente messo ancora più pressione su te stessa.
Vabbè. È troppo tardi ormai.
Ti portasti una ciocca di capelli dietro l'orecchio, le tue iridi (c/o) che cercavano di capire dove fosse il biondo cenere in questione. Poco dopo, vedesti Katsuki avvicinarsi da lontano. Le sue mani erano infilate nelle tasche e la sua fronte era corrugata come al solito mentre si faceva largo tra la folla. Ti bastò guardarlo due secondi per capire che tu, sì, eri decisamente vestita troppo bene. Ma alla fine, non ti aspettavi comunque che lui si sarebbe vestito chissà come.
Indossava un bomber largo, sotto una maglietta bianca con lo scollo a v, dei jeans con la vita più bassa che mai -infatti ti domandasti se avresti dovuto farglielo notare- ed infine delle scarpe da passeggio molto casual. A differenza della cura che c'avevi messo tu per scegliere il tuo abbigliamento, il suo sembrava essere stato scelto con disinvoltura e senza il minimo sforzo, eppure in qualche modo era ancora attraente da morire. Non riuscivi a capire come fosse possibile, e mentalmente lo maledicesti per questo (anche se non potevi negare di essere contenta del suo aspetto).
Katsuki si avvicinò a te ed i suoi occhi caddero sulla tua figura prima di spalancarsi. Sembrava quasi avesse avuto una reazione a scoppio ritardato. Probabilmente stava cercando di capire perché diamine ti fossi vestita in quel modo. Non potesti fare a meno di arrossire, sentendoti improvvisamente molto più consapevole.
"Uh, hey." sbattè le palpebre, sollevando una mano per grattarsi la mascella. "Tu... Ti sei davvero impegnata, eh? Non so cosa ti stessi aspettando, ma non ti porterò in un ristorante elegante o cose del genere. Mi dispiace deluderti, ma non ho esattamente tutti quei soldi."
Ridesti piano. "No, va bene. Sono vestita troppo elegante, lo so. Immagino fossi solo un po' nervosa per il nostro incontro... E non sapevo davvero cosa mettere per l'occasione. Sto così male?"
Katsuki deglutì, scuotendo la testa in segno di protesta. "No. Stai- insomma- ah, merda." arrossì. "Sono pessimo con i complimenti e tutte queste cazzate, ma sì. Va bene. S-stai bene. Hai un bell'aspetto."
Le tue guance si gonfiarono e si colorarono di un profondo rosso cremisi. Il modo in cui biascicava con le parole quando era agitato era davvero troppo. Ci volle tutto il tuo autocontrollo per non saltargli addosso e stringerlo in un abbraccio da orso.
"Grazie." sorridesti. "Anche tu hai un bell'aspetto. Mi piace vederti in abiti casual. Siamo entrambi quasi sempre in divisa, quindi non ne ho mai la possibilità. Ti piacciono proprio tanto i pantaloni bassi, eh?"
"Non rompere." si accigliò. "I pantaloni sono miei e posso indossarli come cazzo voglio."
"Non ti preoccupi che possano cadere? Poi rimarrai in boxer davanti a tutti..."
"Stai cercando di infastidirmi per caso?!"
Soffocasti una risatina, Katsuki digrignò i denti. Iniziaste poi a camminare verso la zona ristoro. Pareva che entrambi voleste riempire la pancia prima di fare qualsiasi altra cosa. Era un po' affollato, ma riusciste comunque a trovare un tavolo senza troppi problemi.
"Allora," iniziò Katsuki. "Che prendiamo?"
"Mh, davvero non saprei. Una volta mi hai detto che ti piace il cibo piccante, vero? Allora prendiamo il curry o qualcosa di simile?"
Il biondino tamburellò con le dita sulla superficie del tavolo. Al momento eravate entrambi seduti, gli occhi che svolazzavano in giro mentre decidevate cosa prendere. Tu eri decisamente esigente, e ti piaceva prenderti il tuo tempo quando si trattava di scegliere il pasto. Sfortunatamente, il tuo partner aveva meno pazienza di un bambino di cinque anni, così si alzò prima ancora che tu avessi preso una decisione.
"Prendiamo la pizza." dichiarò Katsuki. "Non posso aspettare tutto il giorno solo per sapere cosa cavolo vuoi. Conosco questo posto. Fanno della roba buona, fidati."
Schiudesti le labbra per protestare, ma alla fine le curvasti in un sorriso. "Va bene, allora. Mi fido di te, Katsuki-kun. Sorprendimi, ok?"
"Per questo mi ringrazierai dopo." sorrise. "Sarà probabilmente una delle migliori pizze che potrai mai- eh? Che cazzo fai?" aggrottò le sopracciglia mentre estraevi il portafoglio dalla borsa. "Rimetti a posto quella merda, stupida. Pago io."
"Eh?" sbattesti le palpebre. "Ma posso-"
"Rimettilo a posto."
"Ma non è giusto..."
"Rimettilo a posto."
Emettesti un sospiro stanco, decidendo che non ne valeva la pena. Sicuramente non ti saresti mai aspettata che avrebbe insistito per pagare lui, non era esattamente quel tipo di gentiluomo. Il fatto che lo stesse facendo, però, faceva davvero sembrare quell'uscita un appuntamento. Ma lo era...?
"Ok, va bene." sorridesti, riponendo il portafoglio. "Grazie, lo apprezzo."
"Non ringraziarmi. Non ho fatto un cazzo."
"Non importa."
Katsuki arrossì, facendo scorrere frettolosamente una mano tra le sue ciocche scompigliate. "Come vuoi. Stai seduta qui, ok? Torno subito."
Gli facesti un cenno con il capo mentre iniziava ad allontanarsi. La pizzeria era quasi dall'altra parte della zona ristoro, ma la fila non sembrava troppo lunga, quindi non eri preoccupata. Non ti dispiaceva aspettare, comunque. Solo il fatto che si fosse impegnato per invitarti a trascorrere del tempo insieme diceva molto su quanto la vostra relazione fosse migliorata.
Non stiamo neanche facendo chissà cosa, ma sembra già tanto. Mi chiedo se sia giusto che io mi senta così felice...?
Eri talmente persa nelle tue cose che non ti eri nemmeno accorta delle tre figure che si stavano avvicinando a te. Guardasti in alto, vedendo un trio di adolescenti maschi che si erano seduti al tavolo accanto e che ti stavano guardando dall'alto in basso con la tipica espressione di chi vuole creare problemi.
"Hey, bella signorina." il più alto dei tre, un ragazzo dai capelli corvini, ti guardava con le labbra tirate in su in un ghigno salace. "Sei seduta qui tutta sola?"
Aggrottasti le sopracciglia quasi immediatamente. Non volevi sembrare pretenziosa o fin troppo sicura di te, ma avevi già visto situazioni simili, ed era abbastanza chiaro dalle loro posizioni ed espressioni che ti avevano puntata.
"Uhm, ciao." sorridesti, nella speranza che non ti dessero fastidio. "In realtà non sono da sola, sto aspettando un mio amico che deve tornare con il nostro pranzo."
I ragazzi non sembrarono scontenti delle tue parole, ma semplicemente ridacchiarono.
"Ah, capito." riflettè un altro. "Che ne dici se ti facciamo compagnia nel frattempo?"
"Uh, c'è solo un altro posto però. E lui non sarà molto contento quando tornerà e vedrà che gli hanno preso il posto..."
Il ragazzo dai capelli scuri sorrise di nuovo. Aveva un odore pungente: sigarette molto probabilmente.
"Non preoccuparti. Faremo spazio al tuo amico una volta tornato, ok?"
Apristi di nuovo bocca per protestare, ma lui si era già seduto in quello che in precedenza era stato il posto di Katsuki. Gli altri due spostarono le sedie dal tavolo vicino e le trascinarono verso di te. Si erano praticamente disposti in cerchio, ingabbiandoti efficacemente.
Avresti voluto alzarti e scappare via, ma non volevi farlo per paura di peggiorare ancora di più la situazione. Inoltre, Katsuki ti aveva detto di aspettarlo qui. Se ti fossi alzata e fossi scappata via, non riuscivi ad immaginare cosa avrebbe potuto dirti in seguito. Forse avrebbe pensato che fossi stata una codarda per esserti tirata indietro da una sfida o nel non mantenere il sangue freddo. Non lo sapevi. Ecco perché, anche se ogni fibra del tuo corpo ti stava urlando di andartene, raccogliesti la forza per mantenere la calma.
"Uhm, scusate." parlasti, aggrottando la fronte leggermente. "Non vorrei essere scortese o altro, ma se devo essere sincera, voi, ragazzi, mi state mettendo un po' a disagio... Ero seduta qui semplicemente per pranzare con il mio amico, e adesso mi sento un po' messa all'angolo."
Quello con i capelli corvini socchiuse gli occhi, guardandoti. "Qual è il problema? Siamo semplicemente qui seduti a cercare di fare quattro chiacchiere con te. Non ti sto chiedendo di scopare o altro, Dio. Perché le ragazze sono così dannatamente sospettose per ogni minima cosa?"
"Smetti di essere così rigida." intervenne un altro. "Rilassati un po', cazzo."
Non sapevi davvero cosa fare adesso. Le loro mascelle erano serrate ed i loro occhi ridotti a due fessure. Prima, stavano solo cercando di flirtare con te facendosi strada verso il tuo tavolo, ma ora sembravano davvero ostili. All'improvviso, alzarsi e scappare non sembrava più un'opzione.
Perché mi sto preoccupando così? Sono nel corso per eroi, per l'amor di Dio. Cosa direbbero di me se non riesco a sopportare nemmno un po' di molestie...? Devo solo dirglielo e-
"Questo è proprio un bel vestito." ridacchiò uno di loro. Sentisti tutto il tuo corpo irrigidirsi mentre ti passava un mano su e giù sul tessuto vicino alla coscia. Non ti aspettavi che sarebbero arrivati a toccarti, e la sensazione delle sue dita che scivolavano pericolosamente sul tuo vestito ti fece venire voglia di vomitare.
"P-per favore, smettila." gracchiasti, la voce tremante più di quanto avresti pensato. "Non mi piace. Mi arrabbierò sul serio se non deciderete di lasciarmi in pace."
Provasti ad allontanare la sua mano, ma lui l'aveva già stretta sulla tua coscia, stringendo in modo doloroso. Il ragazzo dall'altra parte si avvicinò di soppiato come una sorta di avvertimento. Quello con i capelli corvini si limitò a ridacchiare e si appoggiò al tavolo sorridendo di nuovo.
"Rilassati." disse. "Vogliamo solo parlare. A proposito, come ti chiami? Sei così carina che mi sono dimenticato di chiertelo prima. Immagino di aver trascurato le buone maniere mentre..."
"Toglile le tue luride mani di dosso in questo esatto momento prima che io ti ammazzi."
Il respiro che stavi trattenendo quasi si precipitò fuori d'un colpo al suono di quella voce roca. Non si può nemmeno descrivere la sensazione di sollievo che provasti non appena vedesti Katsuki davanti al tavolo, con in mano un vassoio di cibo.
Ora, normalmente i ragazzi sanno quando smetterla quando vedono o sentono che è coinvolto un altro ragazzo. Le probabilità di essere colpite mentre si gira per le strade mano nella mano con il fidanzato sono molto basse, e dire a qualche provolone persistente che si è già coinvolte con un altro ragazzo di solito è abbastanza per levarselo dai piedi. Non si tratta tanto di rispetto. No. La maggior parte di queste persone non hanno alcun tipo di decenza, ma piuttosto hanno paura. Se sanno che un altro ragazzo è coinvolto, si ricorre inevitabilmente a qualche sorta di intimidazione, qualche avvertimento sul fatto che scherzare con quella ragazza in particolare è stata un'idea sbagliata.
Normalmente va così, ma sfortunatamente quello non era il caso.
Forse gli stronzi con cui avevi a che fare erano particolarmente spudorati, e non sembrava poter importare loro di meno del fatto che Katsuki li stesse fissando dall'alto verso il basso, pronto per colpirli dritti in faccia. Forse erano arroganti e pensavano che il fatto che loro fossero in tre e lui uno rendesse lo scontro facile da vincere. Qualunque fosse la ragione, non sembravano per niente intenzionati ad indietreggiare.
E quello fu un grosso errore.
"Credo che invece qui stiamo proprio bene." sorrise il corvino. "Hai lasciato la tua piccola amica tutta sola, quindi abbiamo deciso di farle un po' di compagnia. Ah... Puoi lasciare il cibo qui. Grazie, amico."
Lo sguardo di Katsuki era colmo di veleno. Non risparmiò nemmeno un'altra occhiata al ragazzo dai capelli neri, sbattè semplicemente il vassoio sul tavolo e si avvicinò al tuo fianco, dove l'altro ragazzo aveva ancora la mano serrata sulla tua coscia. I tuoi occhi non fecero nemmeno in tempo a spalancarsi quando lui afferrò il ragazzo per il colletto della maglia e lo tirò su, lontano dal suo posto.
"Ascoltami bene, stronzetto." sputò. "Quella su cui hai appena messo le tue luride zampe è la mia fottuta anima gemella, e se non ti inginocchi immediatamente e le chiedi scusa, giuro che ti spacco quella brutta faccia che ti ritrovi."
Il ragazzo fece una smorfia. "Allontanati, amico. Non sai in cosa ti stai cacciando."
Tentò di spingere via Katsuki per il petto, ma il biondino mantenne una presa ferrea su di lui e si rifiutò di indietreggiare. Riuscivi a vedere il modo in cui il suo aggressore stava lottando inutilmente tra le sue braccia, probabilmente realizzando quanto la differenza di forza fosse incolmabile. Katsuki gli girò intorno, agganciando un braccio dietro la schiena del ragazzo per poi spingerlo con la testa sul tavolo. Approfittasti della rissa per precipitarti in piedi, nascondendoti dietro l'ampia schiena di Katsuki.
"Scusati." impose Katsuki, innescando alcune esplosioni pericolosamente vicino alla faccia del ragazzo come avvertimento. "Se non ti scusi con (Nome), porrò fine alla tua fottuta esistenza proprio qui."
"Ma chi diavolo sei-?!"
"HO DETTO SCUSATI!!"
Congiungesti le tue mani e le stringesti forte. Ormai avevi trascorso abbastanza tempo con Katsuki da sapere che tutte le sue minacce di morte erano pura e semplice aggressività (talvolta anche divertenti), e non le avevi mai prese sul serio, nemmeno una volta. Ma adesso? Con quello sguardo maniacale nei suoi occhi ed il fremito furioso di tutto il suo corpo ti domandasti, sinceramente, se potesse farlo sul serio, aspirante eroe o meno. Sembrava così arrabbiato.
"Va bene, merda!" gridò il ragazzo. "Mi dispiace, amico! Non avrei dovuto toccarla, ok?"
Katsuki digrignò i denti, gli altri due ragazzi che guardavano con le mascelle serrate. "Non con me, coglione, devi scusarti con lei. Implora per il suo fottuto perdono e spera che te lo dia, altrimenti ti faccio un buco in testa."
"Io- mi dispiace." grugnì. La sua testa, sbattuta contro il tavolo, non poteva guardare in tua direzione, ma sapevi che questa volta si stesse rivolgendo a te. "Avremmo dovuto lasciarti in pace. Non avrei dovuto toccarti senza il tuo permesso... Ah, merda! Fa male, amico!"
"Cazzo." ringhiò Katsuki. "Della feccia come te non ha il diritto di lamentarsi. Allora? Cosa dici, (Nome)? Sei di umore benevolo o devo uccidere tutti questi bastardi?"
Mentiresti se dicessi che non volevi vedere Katsuki dar loro un pugno o due, ma, come al solito, il tuo temperamento gentile ebbe la meglio su di te. Diventando un eroina, avresti inevitabilmente avuto a che fare con soggetti nettamente peggiori, quindi per il momento potevi anche lasciar stare certi perdenti.
"Sto bene." mormorasti. "Sinceramente, ragazzi, non ho apprezzato il fatto che mi avete messa alle strette e che mi avete toccata, ma vi perdono. Spero solo che ci penserete due volte prima di fare certe cose con la prossima ragazza."
Il ragazzo inchiodato al tavolo mormorò qualcosa sottovoce, ed a malincuore mosse il collo in segno d'assenzo, per quanto gli fosse possibile. Gli altri due biascicarono delle "scuse" a metà e si misero in piedi per poi andarsene. Katsuki tirò su il suo prigioniero per il colletto e per il capelli e lo spinse via, facendolo quasi cadere. Guardasti il trio allontanarsi, le mani ficcate nelle loro tasche mentre lanciavano qualche occhiata occasionale alle loro spalle.
Quasi crollasti.
"Be', cosa non è successo. Scusami... Katsuki-kun."
"Per cosa cazzo ti stai scusando?" scattò. "Avresti dovuto iniziare ad urlare contro quei sacchi di merda per indietreggiare, fare qualsiasi cosa per attirare l'attenzione su di te e far sì che le altre persone vi notassero. Si sarebbero tolti dal cazzo."
"Sì... Forse avrei dovuto fare qualcosa del genere, ma non volevo creare troppa confusione. Volevo che tu pensassi che potessi gestire tutto da sola. Adesso sembro una di quelle ragazze che devono essere salvate in continuazione, e non mi piace." scuotesti la testa tristemente, gli occhi che cominciavano ad appannarsi. "Volevo solo non esserti di peso."
Katsuki alzò per metà gli occhi al cielo. "Cosa? Sei seria? Perché cazzo avrei mai dovuto pensare questo di te? Dimentichi che ho combattuto contro di te in uno scontro uno contro uno durante il Festival dello Sport? So che non sei debole. Il fatto che ogni tanto hai bisogno del mio aiuto non cambia nulla."
"...Oh. Va bene, allora. Grazie."
"Basta ringraziarmi. Abbi solo più cura di te, cazzo." ti diede un colpetto sulla punta del naso, sorridendo leggermente quando lo arricciasti. "E tanto per la cronaca, non mi dispiace dare una lezione a delle teste di cazzo come loro, ma mi fa troppo incazzare vederli avvicinarsi a te. Vediamo di fare in modo che non accada più d'ora in poi, va bene?"
"Va bene." sorridesti. "D'ora in poi starò più attenta."
"Bene." Katsuki si mosse per prendere di nuovo posto al tavolo, quando si fermò per guardare verso di te. "È quello-" puntò verso la tua coscia. "-l'unico posto in cui quel bastardo ti ha toccata?"
"Uh, sì. In realtà ha toccato principalmente il vestito, ma è stato comunque davvero... Disgustoso. Sto bene, però."
Ti fissò per un minuto buono prima di emettere un lieve grugnito.
"Quel vestito o lo bruci o lo butti via. Non me ne frega un cazzo."
"Eh?" rimanesti a bocca aperta. "Ma mi piace questo vestito. Lo indosso anche abbastanza spesso. Per non parlare del fatto che ce l'ho addosso in questo momento, quindi non posso toglierlo..."
Katsuki si fece avanti per afferrarti una mano, e non potesti fare a meno di arrossire quando sentisti le sue dita serrarsi attorno alle tue. Cogliesti delle deboli sfumature di rosa incorniciargli le guance, ma lui si voltò e cominciò a trascinarti via prima che tu potessi vedere meglio.
"Allora suppongo che avrai bisogno di un vestito nuovo, vero?"
Apristi la bocca per protestare, ma non riuscisti a trovare nulla da dire. Era rozzo e rumoroso, schietto ed aggressivo all'inverosimile, e solo qualche minuto prima aveva minacciato di spaccare la testa di qualcuno.
Ma allora perché tutto questo sembrava così giusto?
_________________
Va bene, potete odiarmi, ne avete tutto il diritto. 🙂
Sono sparita, di nuovo, per due settimane circa. Riesco a sentire le vostre maledizioni silenziose attraverso il mio cellulare...
Siete totalmente liberi/e di insultarmi nei commenti. 😂
Purtroppo, però, al mondo esistono due tipi di persone:
-quelle che aggiornano regolarmente almeno una, due volte a settimana e che organizzano la propria giornata nei minimi dettagli.
-io. 👀
Mi dispiace solo che a voi sia toccato fare i conti con una sbandata come me. Diamine, mi darei una padellata in faccia io stessa. 🙇🏻♀️🤦🏻♀️
Ora si accettano scommesse. Riuscirò a finire questo libro entro il termine delle vacanze estive? Sì? No? Dovrei darmi all'ippica? Probabilmente.
Finito questo discorso davvero molto imbarazzante, io vi saluto *schiva i forconi e i pomodori*.
Noi ci sentiamo -si spera- in settimana con il prossimo capitolo.
Kirara. 🖤
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