14: Disconnect
[14: Distacco]
"Ahh, sono affamata!" esclamò Uraraka, gettandosi sulla panca. "L'ultima prova è stata estenuante! Iida-kun, sono così gelosa del fatto che tu sia riuscito ad arrivare primo! Quella super velocità è stata un po' subdola, però!"
Il ragazzo si aggiustò gli occhiali. "Non c'era nulla di 'subdolo'. Mi sono solo assicurato di mantenere segreta quell'abilità in modo da avere un elemento sorpresa dalla mia parte. Dobbiamo dare il meglio di noi, dopotutto."
"Mh... Be', è vero. A proposito, hai visto Deku-kun?"
Iida scosse la testa, così la mora rivolse l'attenzione su di te. Il vassoio che avevi davanti era relativamente intatto. Stavi giocando svogliatamente con il tuo cibo, ma dovevi ancora dargli un morso. Uraraka si accigliò.
"E tu, (Nome)-chan? L'hai visto da qualche parte?"
"No." espirasti, facendo tintinnare le bacchette nel vassoio. "Probabilmente è nervoso per il prossimo round. Starà escogitando qualche sorta di piano borbottando fra sé. Inoltre-" ti alzasti bruscamente. "-Vado a fare una passeggiata."
"Eh? Proprio ora?" Uraraka sbattè le palpebre. "Hai appena toccato il tuo cibo..."
"Sono d'accordo." ti rimproverò Iida. "Se non mangi correttamente, non sarai in grado di reintegrare energia per la fase successiva."
"Starò bene. Ma grazie per il pensiero, ragazzi."
Forzasti il tuo sorriso migliore, sperando che potesse bastare. Prima, avevi pensato che mangiare con i tuoi amici ti avrebbe aiutata a tirarti su di morale, ma alla fine non eri riuscita a tenere nemmeno una conversazione a causa di come ti sentivi. Forse era meglio stare da sola per schiarirsi un po' le idee.
"Vai via così presto?" disse una voce. Girasti la testa, per poi notare di essere passata vicino al tavolo di Monoma mentre stavi uscendo. Era seduto con altre persone, probabilmente alcuni dei suoi compagni della 1-B. Ciò non ti sorprese, visto che aveva apertamente chiarito quanto odiasse la tua classe.
"Non ho fame." rispondesti semplicemente.
Un ghigno si insinuò sulle sue labbra. "È per il nervosismo? Hai paura del prossimo round, (Nome)?"
"Mi meraviglio del tuo comportamento altezzoso, visto che hai perso in modo così pietoso contro di noi."
"Che?!" il biondo sbattè i palmi delle mani sul tavolo, un debole rossore gli si formò sulle guance. "È successo solo perché la tua dannata anima- il tuo dannato compagno di squadra ha avuto fortuna!"
Ah. Lo ha quasi chiamato 'la mia anima gemella'. Quindi lo sa sul serio.
"Sono sorpresa dalla tua attenzione." sospirasti. "Passi davvero troppo tempo ad osservare gli altri, Monoma-kun. Sono preoccupata per la tua salute."
Lui ti derise. "Se c'è qualcuno qui che ha bisogno di preoccuparsi per la propria salute, quella sei tu."
Le tue sopracciglia si incresparono. Sapevi di non esserti solo immaginata le parole d'avvertimento di prima, durante la battaglia sulle spalle. Sembrava sapere qualcosa di cui tu non eri al corrente. Ma cosa, esattamente...?
"L'hai detto anche prima." iniziasti. "Cosa intendi con..."
"Va bene, è tutto! Adieu, immondizia della 1-A!"
Con un semplice movimento del polso, Monoma alzò la testa verso il cielo e ti snobbò. Gli studenti che lo circondavano scossero la testa sgomenti, come se questo essere meschino fosse una cosa normale per lui. Sospirasti. Andava bene così. Gliel'avresti chiesto un'altra volta.
Ti passasti una mano tra le ciocche (c/c), lasciandoti la mensa alle spalle. C'era un sottopassaggio all'estremità dell'arena che conduceva al bosco esterno. Pareva un buon posto in cui riposarsi e rinfrescarsi le idee. Almeno, avresti potuto allontanarti dal biondo cenere che stavi cercando di evitare.
Solo che te lo ritrovasti proprio lì.
Increspasti il naso involontariamente. Non è che tu stessi cercando di ignorarlo completamente, però ti sarebbe piaciuto mantenere le distanze ancora un po'. Non capivi nemmeno cosa stesse facendo, in realtà. Non stava esattamente camminando per il sottopassaggio. Semplicemente, se ne stava lì, appoggiato contro il muro all'angolo, le mani infilate nelle tasche. Le sue iridi cremisi guizzarono verso di te per un attimo, ma presto ricaddero verso il pavimento. Non dicesti nulla, continuando ad avanzare verso l'uscita.
Ma qualcosa te lo impedì.
"Ma che...?" gracchiasti debolmente alla sensazione di essere tirata indietro. Katsuki ti aveva preso con una mano il braccio e ti aveva tirata prima che potessi fare un altro passo. Apristi la bocca per protestare, ma lui fu più veloce e ti bloccò con l'altra mano.
"Sta' calma." sibilò. "Fidati, idiota, non vuoi andarci proprio adesso."
Non capivi di cosa stesse parlando, quando sbirciasti dietro l'angolo e vedesti Izuku e Todoroki impegnati in una specie di conversazione, e l'atmosfera non sembrava proprio piacevole. Piuttosto, pareva che ci fosse un freddo gelido nell'aria, e lo sguardo di Todoroki era quasi ostile.
Purtroppo eri arrivara un po' tardi, quindi non riuscisti a capire quale fosse il problema, così cercasti di liberarti dalla presa di Katsuki. Sfortunatamente, però, era troppo forte e continuò a premerti la schiena contro il suo petto, in modo che non avessi spazio per scappare. Ti aveva imprigionata, e la mancanza di spazio tra voi due ti fece bruciare le guance, nonostante tutto.
Katsuki si sporse per mormorarti all'orecchio, il suono della sua voce bassa e roca ti fece venire i brividi lungo la schiena.
"Non capisci? Questo non è un problema nostro, e se quegli stronzi ci vedono qui adesso è la fine. Quindi, stai zitta."
Appoggiò il mento sulla tua spalla, e tu ti inclinasti di lato in modo tale da poterlo fissare. Non potevi parlare, ma sapevi che lo sguardo nei tuoi occhi fosse più che infastidito.
Parla lui, quando in realtà non sta facendo altro che origliare.
Avresti voluto andartene (non potevi, ma ti sarebbe piaciuto), ma più ascoltavi, più ti rendevi conto di quanto fosse seria la discussione. Nel giro di pochi minuti, scopristi di più su Todoroki di quanto avresti mai potuto immaginare. Il matrimonio tra Quirk fra Endevour e sua madre, gli abusi che aveva subito da bambino, come sua madre lo aveva ferito a causa della sua instabilità mentale, e... La ragione per cui si rifiutava di usare il suo lato sinistro.
Improvvisamente, ti sentisti la gola secca. Udire ciò che aveva passato ti aveva lasciata con l'amaro in bocca e provasti un incommensurabile senso di colpa per aver ascoltato una cosa del genere. I tuoi occhi si spostarono su Katsuki, e restasti sopresa nel vedere che anche lui sembrava a corto di parole.
Fortunatamente, la conversazione si concluse presto con Todoroki che ripartì verso la periferia dello stadio. Prima ti sarebbe piaciuto fare una passeggiata, ma adesso non più. Izuku era rimasto lì da solo, fissando il suolo in modo apatico. Finalmente, le mani di Katsuki liberarono il tuo corpo.
"...Merda." mormorasti, asciugandoti la bocca con il dorso della mano. "Le tue mani sono molto più sudate di quanto mi aspettassi."
Katsuki digrignò i denti, arrossendo vivacemente. "Sta' zitta."
"Strano, considerando che sono stata praticamente bloccata qui contro la mia volontà."
Sospirasti stanca, senza aggiungere altro. Ne avevi abbastanza per quel giorno. Eri davvero troppo sfinita per preoccuparti di sollevare un'altra discussione di merda.
"Beh... Ciao." borbottasti, agitando la mano con aria sprezzante mentre ti dirigevi di nuovo verso la mensa.
"Sei arrabbiata?"
"...Eh?"
Ti fermasti sui tuoi passi, guardandoti alle spalle per vedere Katsuki sollevare le sopracciglia. Diversamente dal solito, non sembrava arrabbiato, quanto più... Curioso.
"Sei arrabbiata?" chiese di nuovo. "Con me, intendo."
Aggrottasti le sopracciglia. "Uh? E da cosa lo deduci?"
"Dall'espressione sul tuo viso. Non sorridi come fai di solito." Katsuki si passò una mano tra i capelli, distogliendo lo sguardo imbarazzato. "Comunque, meglio così. Invece di mascherare cosa provi e comportarti come se stesse andando tutto bene, penso che mi piaccia di più vederti mostrare questo tuo lato incazzato. È più reale."
Non sapevi se esserne felice o infastidita. Sembrava così intenzionato a farti mostrare i tuoi sentimenti, quando la maggior parte del tempo lui pareva non voler mostrare i propri, scoppiando invece in una crisi isterica. Forse era proprio quello ciò che sentiva sempre quando si trovava nei tuoi paraggi: rabbia. Non sapevi se fosse meglio o peggio.
"Immagino di essere arrabbiata, sì." scrollasti le spalle. "Ma ha importanza?"
"Certo che ce l'ha. Ogni volta che sei arrabbiata ma ti comporti come se invece stessi bene, questo maledetto stronzo fa male da morire." si alzò il bordo della maglia, toccando il suo tatuaggio. Sbattesti le palpebre.
"Oh. Lo fa anche il tuo? Anche il mio fa male, ma finora ho cercato di ignorarlo. Quindi succede ogni volta che uno di noi due è arrabbiato?"
Katsuki sospirò, tirando giù la maglia. "Non lo so. Ma qualunque cosa sia, non penso che questa merda stia funzionando. Senti, riguardo a prima-"
Storcesti le labbra, e Katsuki emise solo un altro sospiro.
"-Quando sono arrabbiato, sono arrabbiato." disse. "Starmi vicino non fa altro che peggiorare la situazione. A volte voglio solo essere lasciato in pace. È normale. Quando qualcuno è incazzato, di certo non vuole parlare del problema con gli altri."
Ed io che pensavo stesse cercando di scusarsi.
"Non vuoi parlare del problema con gli altri." chiaristi. "Nemmeno se quella persona è la tua anima gemella? Che, tra l'altro, cerca solo di aiutarti e farti sentire meglio?"
"Cercare di 'aiutarmi' mi fa solo incazzare di più."
Uno sguardo abbattuto ti attraversò gli occhi. Non riuscivi nemmeno ad esprimere a parole quanto ti avesse scossa sentire una cosa del genere.
"Ma che cosa orribile." borbottasti amaramente. "A me piace aiutare le persone. Mi fa sentire bene, ed il mio petto si riscalda quando vedo di essere stata in grado di rallegrare qualcuno ed impedirgli di stare male. Questo è il vero motivo per cui voglio diventare un'eroina, non per combattere contro i cattivi o altro. Ed io sono la tua anima gemella, quindi, si presume debba essere io l'unica persona, per te, da cui andare ogni volta che stai male. Io voglio solo aiutarti, in qualsiasi modo, ma mi stai praticamente dicendo di non provarci neanche. Quando sono arrabbiata, o sconvolta, ci sono volte in cui preferisco essere lasciata da sola, certo, ma ci sono anche momenti in cui sento il bisogno di avere qualcuno vicino, solo per buttare tutto fuori e farmi ascoltare. Tu non senti mai questo bisogno?"
La mascella di Katsuki si irrigidì. Per un momento, sembrò pensarci sul serio. Ma alla fine, scosse la testa.
"No. Non sono così debole."
Il segno sul tuo fianco cominciò a pulsare.
Sta mentendo.
Che situazione esilarante, considerando che ti aveva appena detto di essere sincera con lui e tutta quell'altra merda. Per qualche motivo, sembrava determinato a non voler in alcun modo fare affidamento sugli altri. Probabilmente, pensava fosse un segno di debolezza, e questo non sarebbe mai cambiato.
"Cosa?" Katsuki fece una risatina, osservando la tua espressione desolata. "Non hai nulla da dire?"
Sorridesti tristemente. "Non lo so. Tutto questo mi fa solo stare male. Per come siamo, non penso saremo mai in grado di capirci."
Lui socchiuse gli occhi.
"Sì, probabilmente hai ragione tu."
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Allora, come state? (∩˃ ᵕ ˂∩)♡
Mi dispiace se sono solo due! In realtà sono già a metà del capitolo 15 da un po'... Però, purtroppo, ho dovuto interrompere la traduzione perché durante la settimana ho avuto un imprevisto... 🤦🏻♀️🙇🏻♀️
Tra l'altro, in questo periodo sono anche abbastanza sommersa dallo studio, MA VA BENE COSÌ.
Se riesco a finirlo in giornata lo pubblico volentieri (dato che le mie intenzioni iniziali erano pubblicare minimo 3 capitoli oggi, e sottolineo quel minimo, ma evidentemente qualcuno mi vuole male🙂), altrimenti vedrò di pubblicarlo domani o comunque in questi giorni!
E niente, come al solito, se vi va, lasciate un commento o una stellina! (๑・ิ◡・ิ๑)
Noi ci sentiamo alla prossima,
Kirara. 🖤
P. S.
Vi arrivano le notifiche della storia? Chiedo perché molti di voi mi hanno detto che non arrivano. In questo caso, provate ad eliminare la storia dalla biblioteca ed a riaggiungerla. Di solito funziona. ✌🏻
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