Why He Crying?
Si stavano dirigendo verso le loro abitazioni. Non si erano scambiati né sguardi né parole fin quando Freddy tirò sul col naso, ma non aveva il raffreddore...
Ethan guardò verso il rosso e vide che aveva le guance bagnate e al lato degli occhi scorrevano gocce d'acqua. Erano lacrime?. Tremava e sembrava avere uno sguardo triste, ma se lo si guardava meglio si poteva notare anche della rabbia nelle sue iridi verdi, le mani erano chiuse in due pugni, dopo qualche secondo le fece ritornare a forma normale...come se volesse picchiare qualcuno, ma poi si accorse che non poteva perché la persona che voleva uccidere con le sue stesse mani non c'era...
Era lo stesso sguardo che aveva a pranzo quando Jason e Michael erano venuti al loro tavolo. Cercava di trovare dei collegamenti. Non voleva chiederglielo di persona perché poteva peggiorare la situazione... ma non solo, poteva sembrare troppo presto per farsi dire tutte queste cose, si conoscevano da neanche un giorno in fondo. Così decise di scoprire tutto da solo.
Dopo qualche minuto guardò verso il rosso. La situazione era migliorata. Non scorrevano più quelle gocce d'acqua, il suo volto non era più triste e sembrava sereno. "Ehy rosso...", "Hm?", "Tutto bene?", "Si, perché me lo chiedi?" disse Freddy irrigidendosi, "Così...", ritornarono a guardare in avanti.
Il telefono di Ethan cominciò a suonare. Lo prese e vide il mittente della telefonata, era suo padre, rispose in un batter d'occhio.
-Ciao papà... Dimmi-, -Ethan, ma dove sei? -, - Sto tornando a casa, non ho preso lo scuolabus perché avevo voglia di camminare-, - Ah capisco, potevi dirmelo però. Con chi sei? -, - Con un mio amico, l'ho conosciuto sta mattina-, - Volevo dirti che io e tua madre non ci saremo oggi. Dobbiamo lavorare anche oggi pomeriggio e sta sera abbiamo una cena di lavoro... Perdonami, prometto che domani staremo insieme e parleremo del tuo primo giorno di quinto superiore, ok? -, - Si ok, papà non preoccuparti, ci ho fatto l'abitudine ormai-, - Ti toccherà stare da solo a casa-, - Proprio come ieri,haha...-, - Ciao Ethan e miraccommando non fare guai a casa...-, - Si si papà risparmiati le raccomandazioni! Ciao ciao! - disse il corvino chiudendo la chiamata. "Ma che cazzo, devo stare un altra volta da solo... genitori di merda...<<ti prometto>> sempre con quella parola in bocca stanno... " disse sussurrando, "Dai Ethan è per lavoro, non è mica per fatti loro la cena, *mise una mano intorno alle sue spalle*, giusto?", "Si, hai ragione rosso..." disse il corvino accennando un sorriso. Freddy prese il telefono e lo consultò, fu proprio quando lo prese che Ethan vide il suo polso, precisamente sotto, aveva dei tagli, spalancò gli occhi alla vista di quei segni rossi, dei brividi gli percorssero la schiena. "Ethan perché hai gli occhi spalancati?", "E-eh? Sgranchire gli occhi quando si ha mal di testa aiuta sai e per farlo bisogna spalancare gli occhi...", "Ah, non lo sapevo", 'Cosa mi sono inventato... Sono un genio!' penso tra sé e sé il corvino. "Ora che vai a fare a casa?", "Non lo so...tu?", "Neanche io lo so...", nel cervello di Ethan di accese una lampadina, "Che ne dici se andiamo a una sala giochi, poi al cinema e poi andiamo a mangiare una pizza?!", "Magari la prossima volta, devo fare delle compere con mia mamma e-e non posso dirle di no, l'ho fatto già tante volte...", "A-ah ok ok, scusa...Sarà per la prossima volta"
Freddy era arrivato a casa sua, idem per il corvino.
'Non merito nessuno...È stata una bella proposta quella che mi ha fatto c'è da dire... ' pensò il rosso.
'Non aveva un tono convincente...' pensò Ethan buttandosi sul divano.
Prese il computer e si mise a navigare su internet per cercare una storia horror. Ne scelse una a caso di nome: <<Viaggio del non ritorno>> sembrava intrigante e così si mise comodo e iniziò a leggerla:
-Erano appena le tre del pomeriggio e due mountain bikes filavano veloci in mezzo al sentiero che conduceva nelle sperdute campagne del North Dakota.
Alla guida della prima era una donna: Taylor Made. Era avanti più di cento metri e pedalava a tutta velocità senza sosta. Alla guida della seconda, un apparente giovanotto dai capelli rossi, John Backer, suo cugino. Era rimasto indietro e nonostante gli sforzi non riusciva a raggiungerla. Erano in ritardo per un piccolo incidente avuto quella stessa mattina sulle montagne dopo che un animale aveva loro tagliato la strada ed erano caduti a terra. Non si erano fatti molto male, ma si potevano notare le ginocchia scorticate.
-“Taylor”- si udì in lontananza e questa fu anche l’unica parola che si riuscì a captare dalla distanza cui era la ragazza. Lei si fermò ad attenderlo in silenzio. Ecco che finalmente lui riuscì a raggiungerla. -“Possiamo fare una pausa Taylor? E’ tutto il giorno che pedaliamo. Non ci siamo mai fermati.”- Nonostante fossero in viaggio dalle prime ore della mattina ed aver oltrepassato le montagne, la stanchezza non si era ancora fatta sentire.
Taylor annuì distrattamente -“Solo cinque minuti però. Voglio arrivare alla campagna prima di sera.”-
-“Ma Taylor”- John fu bloccato dal diniego della ragazza prima che potesse concludere la frase. Aveva sempre mantenuto la sua parola. Infatti, cinque minuti più tardi erano di nuovo in marcia su quello stesso sentiero. Ancora per un paio d’ore.
Esattamente alle cinque in punto giunsero alla fine del loro percorso, un’immensa campagna si stendeva davanti ai loro occhi. Lo si poteva intuire dalle pecore che pascolavano nei prati poco distanti. Ma erano le uniche “anime” che parevano popolare quel loco che ad un primo sguardo appariva inquietante. Almeno in quel preciso momento.
Taylor fece cenno al cugino di raggiungerla più in fretta possibile –“Troviamo rifugio John. Per questa notte.” Taylor era sempre stata una donna di poche parole, non amava molto la conversazione, se non coi suoi pensieri.
Vi era una casa oltre il campo con le pecore. Una strana dimora scura che si ergeva in tutta la sua maestosità. Un uomo zappava un pezzo di terra al fianco della casa; non si girò nemmeno quando i due cugini giunsero alle sue spalle. Forse era sordo, forse non aveva udito i loro passi perché era troppo intento nel suo lavoro.
-“Buonasera signore.”- Taylor assunse il comando della situazione e decise di rivolgersi all’uomo per avere informazioni sul posto. Il contadino non si degnò di girarsi. Continuava a zappare come se nulla fosse. Sembrava meccanico, sembrava andare a comando. Ma chi poteva comandarlo se non vi era anima viva? Taylor però non perse le speranze. –“Abita solo in questo luogo? Vi è qualcun altro?”- ma ancora nessuna risposta.
Fortunatamente la porta della dimora era aperta, una buona occasione per entrare a cercare qualcuno.
Nella sala principale tutto era buio; la poca luce che si poteva intravedere era quella di deboli candele oltre una porta semi aperta. In realtà non si vedeva molto bene ma decisero lo stesso di tentare la sorte e raggiungere la stanza dalla strana luce.
Era un salotto. Un elegante salotto, da quello che si poteva capire, con un grosso tavolo al centro ed una poltrona sul lato opposto. Nessuno parlava in quella stanza. Nessuno dei due ragazzi riusciva a pronunciare alcuna parola. Quello che si udiva era solamente lo scricchiolio della poltrona, che ondeggiava senza sosta, e la causa non poteva essere il vento perché nella stanza non vi erano finestre.
La poltrona fece un giro su se stessa ed ecco che comparve un uomo dal manto nero come la pece, che gli copriva i lineamenti del volto solcato dalle rughe.
-“Sapevo che alla fine sareste arrivati.”-
-“Chi è lei?”- chiese Taylor “E come fa a sapere che saremmo arrivati?”-
Lui scoppiò in una sadica risata –“Io so tante cose. Le so dal momento in cui siete caduti sulle montagne… e siete morti”-
Gli occhi di Taylor e di John in quel momento si fecero meno luccicanti e sentirono le loro forze abbandonare il corpo.
-“Sì, ora lavorerete per me, senza sosta; sarete sotto il mio completo controllo.”- Gli schiavi del castellano sono aumentati e lavorano per lui nei suoi campi. –“Benvenuti all’inferno.”- -
"E questa sarebbe una storia horror?! Mio Dio... Ho perso solo tempo...E ora che faccio? Perché sto pensando ad alta voce? Tanto non c'è nessuno che mi può ascoltare!"
'Devo trovare un modo per conquistare la fiducia di Freddy... E devo scoprire molto su di lui. Sul fatto di Michael e della sua rabbia verso qualcuno...'
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Scusate se vi ho scritto anche la storia...
Ne avevo voglia...
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