Red light night
Hot....
Quel pomeriggio piovoso e passionale era passato.
Erano circa le 4:30 PM...
Freddy ne approfittò per riposarsi. Quella settimana era stata davvero molto intensa, aveva davvero studiato molto per fare tutti quei compiti in classe, erano circa dieci, distribuiti in uguale modo. Tra poco la scuola sarebbe finita. Erano gli ultimi compiti in classe. Doveva fare, come tutti gli studenti del quinto superiore, l' esame di Stato. Ce la poteva fare benissimo, sua madre gli diceva sempre.....<<Tutto è possibile e ricorda che non esiste la parola -non ce la faccio->>... A scuola era eccezionalmente bravo. Creativo. Altruista. Studioso si, ma non troppo, c'erano sempre e comunque gli horror al primo posto; era iniziato a piacere da quest' ultimo anno a tutti i professori perché era cambiato. Prima lo consideravano un rompiscatole, ora non lo era più. Seppur cambiato, la sua opinione sui professori non era cambiata, per lui erano sempre e resteranno delle carogne. Anche negli altri quattro anni di scuola, a partire dall' asilo in poi, era sempre stato un ottimo studente, quindi su questo non era cambiato. Ethan forse se la cavava un po' di meno, non era sempre nei suoi pensieri studiare, per lui c'era prima il piacere e poi il dovere, ma il tempo per il dovere non c'era quasi mai, ma questo fino al quarto anno di superiore. Dall' inizio, conoscendo Freddy, aveva trovato il tempo per tutto. Era migliorato davvero tanto. Bastava solo un giorno senza studiare e la situazione poteva degenerare, ne sarebbe passato un altro, un terzo, un quarto e eccetera eccetera... Fortunatamente c'era il rosso pronto ad aiutarlo, ovviamente era ricambiato.
Beh che dire di Michael e Jason?
Loro erano sempre stati degli ottimi studenti. Il dieci però non lo prendevano mai. Era costoso. Richiedeva tempo e fatica, almeno nella loro scuola era cosi. Il tempo di certo non potevano dedicarlo solo allo studio, così come voleva che fosse la madre di Jason. Poi però pensava a Giacomo Leopardi, aveva passato così tanto tempo sullo studio che non stava mai con nessuno e tra l'altro aveva anche la gobba...(detta in breve). Nonostante questo, Pamela, la madre di Jason, era contenta dei risultati del figlio. Adorava vedere i due studiare insieme nel pomeriggio per poi andarsi a divertire da qualche parte. Era orgogliosa. Non si aspettava che suo figlio sarebbe cresciuto così tanto bene, che sarebbe stato così tanto bravo in tutto quello che faceva, oppure che avrebbe avuto un amico come Michael, che nonostante avesse sofferto così tanto tempo da bambino e ad inizio adolescenza, era sempre felice e con un sorriso sul suo volto. Era stato proprio quello a farlo innamorare follemente. Michael di certo non poteva vedere qualcuno della sua famiglia orgoglioso di lui, ma i suoi genitori, le sue sorelle e sua nonna lo erano. Sapeva che lo guardavano da lassù. Un altro motivo per sorridere. Sorridere come se non ci fosse un domani!.
Freddy, dopo essersi alzato dal letto e dopo aver messo qualcosa di decente, aveva deciso di andare a fare delle commissioni con la madre nel tardo pomeriggio. Le ore volarono. Si erano fatte le 8:30 PM, aveva da poco finito di mangiare. Non aveva voglia di stare a casa quella notte. Gli mancava Ethan. Fu a quel punto che il rosso ebbe una grande idea, cioè: dopo aver convinto la madre ad accompagnarlo dal suo fidanzato -che bello chiamarlo cosi- sarebbe andato a casa del corvino (a sua insaputa) e si sarebbero dedicati uno all'altro...
Aveva a dir poco una mente geniale. Serve giocare ai videogiochi (Hai visto mamma?! Io sono intelligente come tutti i personaggi di questa storia! Skusku!).
Tutto dolce e carino sgattagliolò in cucina, lì c'era la madre che lavava i piatti.
"Hey mamma" disse facendo una voce cucciolosa. "Dimmi...", "Ma sei andata dal parrucchiere sta mattina?", "No, perché?", "Hai dei bellissimi capelli!", "Freddy?", "Si mammina dolce e adorata?", "Non funziona. Non mi incanti" disse la mamma ridacchiando. "Mi accompagni a casa di Ethan?", "A quest'ora?!", "Perché no? Non è tardi. Le giornate si sono allungate. Siamo a fine a giugno, quindi...", "E va bene. Ma per una settimana dovrai cucinare tu!", "Va bene, va bene. Sono a tua completa disposizione mammina!".
Il rosso si mise le scarpe, era rimasto vestito dopo essere tornato a casa alle sette circa. Si mise ad spettare la madre. Doveva ancora finire di mettere a posto. Decise di darle una mano.
Erano le 9:30 PM e Freddy era diretto, in macchina con sua madre, verso la casa dell'amico.
Arrivò, bussò alla porta e subito dopo Ethan aprì la porta. "Ciao Freddy!...Cooosa ci fai qui?" chiese sorridendo, "Volevo passare una serata con te-", "Entra pure", "Grazie". "Come mai hai avuto quest'idea?", "Beh, ecco, non è stata un idea in realtà, desideravo stare con il mio fidanzato, niente di che... Mi ci devo ancora abituare", "Ah", "Ti va di dormire con me? I miei genitori stanno in un albergo in città e non non voglio stare da solo, quindi...", "Certo!". Lo baciò. "Ora che facciamo?", "Ho voglia di vedere un film...", "Ottima idea...". Ethan andò in corridoio perchè lì c'era un mobile dove al di sopra c'erano i videogiochi, ma non c'erano i film...Se ne accorse quando era troppo tardi, Freddy gli stava dietro, aveva le mani poggiate sui suoi fianchi, Ethan si girò e le loro labbra per puro e semplice caso si erano toccate. Il corvino si girò verso il rosso, gli mise le mani intorno al collo e iniziò a baciarlo. "Sono io l'attivo..." disse Ethan mettendogli le mani intorno ai fianchi, Freddy ridacchiò e gli mise le mani sulle guance avvicinando ancora di più a lui e con i suoi sottili pollici accarezzava le estremità delle gote. Il corvino lo prese in braccio facendogli mettere le gambe intorno al giro vita, lo strinse a se e senza smettere di baciarlo lo porto in camera e lo buttò sul letto, dopo di che ci si buttò anche lui sopra.
DURANTE...
Respiri infranti tra le pareti, silenzi improvvisi interrotti da baci roridi, umidi, dolci, inconsapevolmente fragili eppure intensi, orlati di ansiti brevi e ringhi profondi.
Altri gemiti spezzati da morsi, generati da brividi. La lingua che percorre ogni tratto, esplora anfratti, si inabissa in caverne oscure e profonde.
Superfici liberate, occupate dall' abbraccio serrato e caotico di due corpi in simbiosi, sincroni nei loro movimenti, eppure l' uno lo specchio riflesso dell' altro.
Mani che sfiorano la pelle, mani che graffiano, mani leggere come un battito d'ali, mani tra i capelli capaci di accarezzare, capaci di afferrare e tirare.
Urla roche, bagnate, supplichevoli, eccitanti; richieste sussurrate, implorazioni affidate a taciti sguardi incatenati sotto l'egida della tentazione.
La pelle che trema al tocco delle dita...
Denti che straziano la pelle, ma che eccitano...
Le labbra dischiuse , impudiche portatici di baci...
Esplosioni e scintille; fuochi d'artificio privati dei loro colori, limpidi nella loro perversione; segno di una guerra finita, di una arresa reciproca.
Silenzi più densi, respiri ancora affannati, vincoli sciolti lentamente.
Sorrisi che risplendono nel buio, la quiete della notte.
Entrambi erano crollati, non ce la facevano più...si scambiarono un ultimo bacio e i loro occhi si chiusero dopo pochi secondi...
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