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Don't leave me...

Erano arrivati all'ospedale. Era una struttura bianca e azzurra, dove vi si potevano notare pazienti da dietro le finestre, persone che aspettavano che un dottore o una dottoressa li chiamasse, dottori che guardavano le cartelle cliniche, infermieri che portavano le barelle nelle sale operatorie. Si sentivano urla. Pianti di bambini. Urla di madri che partorivano. Esclamazioni da parte dello staff su quello che serviva per provvedere al paziente. <<Una dose di adrenalina!>>. <<Dategli una flebo!>>. Era difficile capire tutto quello che dicevano. C'era un mix di suoni e rumori incredibili. Né Jason e né Ethan aveva mai sentito così tanti suoni e rumori. Neanche in discoteca.
Jason, proprio come Ethan, aveva un crisi di panico, i suoi nervi erano andati a puttane, le lacrime non smettevano di scendere. Se non la smettevano si sarebbero potuti disidratare. Ok, forse è un po' esagerato. I dottori e gli infermieri li portarono nella stessa stanza, chiusero la porta e iniziarono a visitarli. Era un emergenza. Un caso rosso. Dovevano ricoverarli d'urgenza.
Il biondo e il corvino si sedettero nella sala d'attesa. Era impossibile sedersi e calmarsi, come aveva detto di fare una delle infermiere, quando una persona che per te è speciale sta su un lettino con qualcosa di rotto e con del sangue che esce da qualche parte.
Ethan aveva le mani nei capelli con i gomiti appoggiati sulle gambe. Jason aveva le braccia incrociate, la schiena appoggiata al muro, la testa che guardava in alto mentre piangeva. "Cazzo..." disse bisbigliando il corvino cercando di mantenere la calma, cercando di non sclerare e di non iniziare a rompere qualcosa. Jason non faceva nient'altro che sussurrare cose incomprensibili e bestemmiare su tutto quello che aveva intorno. "J-jason..." lo chiamò il corvino, "H-hm?", "Mi s-serve conforto...siamo sulla stessa b-barca in fondo..." disse ancora con la voce rotta, "A chi lo dici...". Ethan si alzò e si sedette di fianco al biondo. "V-vedrai che se la caveranno...", "Com-come fai ad essere così p-positivo...", "Bisogna e-esserlo...", "S-se Freddy s-se...ne a-andasse lì su...la mia vita non-non avrebbe p-più un senso...e-e io desidererei s-soltanto di morire...", "Non a-accadrà. Freddy starà bene...D-dio mio, perché d-doveva accadere proprio a Micheal...pe-perché non a me...", "Non-non doveva a-accadere a n-nessuno". "N-non l'avrei mai d-detto...m-ma m-mi dispiace per F-freddy...Non m-meritava niente di-di tutto questo...", "E io n-non avrei mai d-detto che...insomma che-che m-mi sarebbe d-dispiaciuto per Mike...", "Non ti i-importa delle cose finchè non accadono...", "Già..." rispose Ethan.

Aspettarono ancora un paio ore...arrivarono la madre e il padre di Freddy, il padre di Ethan e la madre di Jason e due agenti di polizia. "M-mamma!" esclamò Jason alzandosi di scatto appena la vide, abbracciandola. Ethan rimase seduto con lo sguardo basso. "Ethan..." disse il padre mettendogli una mano sulla spalla, "Papà...", "Vedrai che ce la fará...", il corvino ritornò a posare il suo sguardo a terra, sconsolato e triste...". Jason non riusciva a staccarsi da quell' abbraccio. I genitori del rosso, anche loro disperati, si sedettero al fianco di Ethan. Quest'ultimo si girò verso di loro e cercò di fare un sorriso. Loro non ci riuscivano.
Gli agenti di polizia, dopo un po', chiamarono i due testimoni. "Ragazzi dovremmo parlare con voi...", "Agente, vi sembra il caso?", "N-non ti p-preoccupare m-mamma. Ce la faccio...". Ethan si alzò e andò insieme a Jason a parlare con i due agenti di polizia.
"Allora, potreste spiegarci cosa è successo?", "E-erano a-all'incirca le tr-tre del pomeriggio e-e stavamo p-passeggiando, io con Michael, ad un certo punto Freddy si avvia verso di noi, sorridente, n-non guardò la strada, c'era una macchina che stava p-percorrendo la strada a tutta velocità e-e Michael si b-buttò per salvare Freddy, che stava per essere investito. Era t-troppo tardi, t-tutti e due erano stati presi di striscio..." fu a quel punto che il biondo scoppiò in lacrime. Ethan lo abbracciò per confortarlo. "Puoi confermare?", "Si, signore...", "Mica avete visto il volto del proprietario della macchina?", "N-no, è a-accaduto troppo in fretta...", "La macchina? L'avete vista?", "Si-si era blu notte, un-un fuoristrada...", "Grazie ragazzi... Proseguiremo dopo con l'interrogatorio..." disse uno di loro. I due ragazzi si andarono a sedere rimuovo nella sala d'attesa.
Dopo un po' uscì il dottore. Aveva un aria sollevata. "Signori Krueger...vostro figlio Frederick...e...Michael sono fuori pericolo". Appena sentirono quelle parole Jason e Ethan saltarono dalla sedia euforici, si abbracciarono. "Sono vivi!", "M-mamma! C'è l'ha fatta!" esclamò Jason abbracciando la mamma. Il corvino abbracciò il padre, come quelle poche volte che lo aveva fatto. Il padre e la madre di Freddy si abbracciarono. "Cos'hanno?" chiese la madre del biondo. "Di grave niente. Fortunatamente. Hanno qualche costola rotta, Freddy è stato quello più fortunato, poichè l'ha salvato Michael, anche lui è fuori pericolo. Ci è mancato poco...ha rischiato un trauma cranico. Del resto ha solo un polso fratturato e una gamba...anche essa fratturata. Ci vorrà un po'per fare sì che tutto passi, ma non ha corso nessun rischio. Freddy, come ho detto prima ha qualche, proprio come Michael, costola rotta e una caviglia fratturata. Sono stati fortunati. Poteva andare peggio. Michael ha fatto un gesto eroico. Anche se la persona che ha cercato di salvare si è fatta male comunque...". Tutti i presenti tirarono un respiro di sollievo. "Dottore possiamo vederli?","Certo. Ovviamente adesso sono sotto anestesia, quindi sono impassibili a ogni contatto...tra qualche ora si risveglieranno e ritorneranno a essere lucidi... Seguitemi..." disse il dottore.

Tutti erano nella stanza, i genitori di Freddy diedero al loro figlio un bacio sulla fronte, la madre di Jason diede la mano al moro e al rosso sorridendo lievemente, il padre del corvino si limitò a guardare sorridendo sollevato i due ragazzi. Il dottore portò fuori i più grandi e lasciò i due ragazzi con i feriti.

Jason prese uno sgabello e si sedette vicino al lettino dove era disteso il moro, mentre il corvino si sedette sul lettino del rosso, iniziò a guardare il suo viso chiaro. "Sono salvi..." disse il biondo sorridendo al suo fidanzato per poi guardare Ethan. "Già..." rispose. "Da quanto tempo che non lo baci?" gli chiese subito dopo, "Da qualche ora...ma che domande sono? Tu, invece?", "Da dopo pranzo...", "Vogliamo...", "Si...tanto nessuno ci vede...". Jason si alzò di poco dallo sgabello, il corvino si chinò, raggiunsero ognuno di loro il viso del proprio fidanzato e fecero incontrare le loro labbra. Entrambi ridacchiarono. "Dovevo...", "Idem...".

Erano le 8:00 PM.

Erano ancora svegli e stavano aspettando che i due ragazzi si svegliassero.

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