Capitolo 8: Ritorno nella Città del Peccato
<Seriamente. Questo è il tuo piano per trovare dei soldi?> Chiese Liam lanciando un'occhiata nervosa all'edificio.
<È meglio che recitare.> Disse Theo, incrociando le braccia e sfidando Liam a contraddirlo.
<Lo è?> Sbuffò Liam. <Almeno non c'era la possibilità di perdere soldi con->
<Liam. Posso sentire quando le persone mentono. Percepisco le emozioni. Posso farci vincere un po' di soldi.>
<E se ti sbagli?>
<Allora tu puoi trovarci un altro lavoro come attori.> Disse Theo.
<Okay. Okay, facciamolo.> Acconsentì Liam, spingendo in avanti il petto e facendo un passo verso la porta, o almeno, ci provò. Theo alzò la mano, mettendola sul suo petto e spingendolo indietro.
<Liam. Mio piccolo cipollino.> Liam ruotò gli occhi al cielo rilasciando uno sbuffo, stanco del continuo uso di Theo di "cipollino". <Sei troppo giovane per entrare.>
<Cosa?>
<Solo maggiori di diciotto, temo.> Disse Theo, sembrando lontano dall'essere dispiaciuto. Liam assottigliò gli occhi al sorriso di Theo.
<Quindi cosa ti aspetti che io faccia mentre tu vai a barare a carte.> Scattò Liam. Theo sospirò, dando qualche pacca leggera al petto di Liam prima di toglierla e metterla in tasca, tirando fuori qualche moneta.
<Prenditi un succo di frutta.> Disse Theo, posando il denaro nella mano di Liam. <C'è un negozio di giocattoli laggiù quindi->
<Sei proprio un cazz->
<Attento a come parli. Non farmi metterti in punizione. Ora stai qui e fai il bravo ragazzo, okay?> Theo non aspettò una risposta, se ne andò semplicemente, scaraventando sotto il naso la sua carta d'identità al buttafuori, Liam si sbrigò per raggiungerlo. A Theo fu permesso di passare.
<Documenti.> Disse il buttafuori.
<Sono con lui.> Rispose invece Liam, facendo cenno verso Theo, che stava appoggiato contro lo stipite della porta sin troppo compiaciuto.
<Ben per te. Non posso comunque farti entrare senza un documento.>
<Non giocherò nemmeno, voglio solo->
<Mi dispiace ragazzino. Se non hai alcun documento non puoi entrare.>
<Non scusarti. È comunque già l'ora della nanna per lui.> Disse Theo, Liam aprì la bocca per rispondere ma Theo si nascose all'intero, il suono di monete e voci che coprivano qualsiasi cosa avrebbe detto. La porta si chiuse dietro di lui lasciando Liam a fissarla.
<Potresti farmi entrare solo per tirargli un pugno? Me ne vado subito dopo.> Chiese Liam. Le labbra del buttafuori si alzarono leggermente.
<Temo di non poterlo fare.>
<Va bene.> Sbuffò Liam, si girò e tornò alla macchina, tirando la porta con un gesto plateale. Non si aprì. Girò lentamente la testa rilasciando un grugnito quando si rese conto che Theo aveva le chiavi con lui. Ovviamente Theo lo avrebbe chiuso fuori dal pickup mentre andava a provare a giocare d'azzardo.
Si arrampicò sul retro del pickup, lasciandosi cadere in un angolo con un altro grugnito drammatico. Si sistemò, assicurandosi che potesse ancora vedere la porta del Casinò. Il buttafuori alzò un sopracciglio nella sua direzione. Liam agitò la mano amareggiato. Quanto ci voleva a giocare d'azzardo? Dieci minuti? Quindici? Di più?
Liam sospirò. Theo che lo lasciava chiuso fuori dal pickup era solo una delle strane cose normali che erano successe nelle ultime dodici ore da aggiungere al conto. Ascoltare Theo parlare della sua vita prima dei Dottori del Terrore, ammettere, in modo contorto, che non si pentiva di aver riportato in vita Theo e poi addormentarsi accanto alla citata chimera ascoltando il suono di una tempesta lontana e sentirsi totalmente in pace solo per essere svegliato ore dopo da un ufficiale di polizia e dover guidare per due ore sotto il sole cocente di mezzogiorno non era esattamente il modo di iniziare una giornata che Liam avrebbe chiamato normale, ma in qualche modo le cose erano semplicemente così. Theo gli aveva dato un pugno sul braccio abbastanza forte da mandarlo in cancrena per cinque minuti quando Liam era entrato in macchina dopo essersi vestito e poi aveva acceso la radio e ordinato dei McMuffin e caffè al primo McDonald's Drive che avevano incontrato. E le cose erano come erano state qualsiasia ltro giorno, Theo era un po' uno stronzo, Liam era un po' uno stronzo in risposta. Avevano discusso sulla musica da mettere e Theo si era rifiutato categoricamente a qualsiasi modo in cui Liam cercava di giocare a "indovina indovinello". Come se niente fosse cambiato con Theo che aveva fatto vedere a Liam uno scorcio della sua vita. Come se condividere informazioni su se stessi era qualcosa che facevano normalmente.
Ma poi, forse lo era. Dopotutto, Liam aveva raccontato a Theo come si era appassionato alla storia. Era stato il primo al quale Liam aveva confessato quanto fosse stanco, era colui con il quale aveva lasciato la città. Forse parlare era qualcosa che facevano già, Liam non se ne era accorto perché fino a quel momento era stato lui a parlare.
Liam si risistemò sul suo posto. Ripensò al giorno precedente, stranamente sembrava così lontano, quando aveva aspettato che il sole sorgesse, Theo seduto accanto a lui mentre parlavano di storia e biologia e ne discutevano amichevolmente. Theo aveva detto che era un libro aperto, che Liam non aveva provato a conoscerlo, che se Liam avesse voluto sapere avrebbero solo dovuto chiedere.
In quel momento Liam aveva pensato che stesse tenendo le dita incrociate dietro la schiena, ma poi Theo aveva risposto a un sacco di sue domande ultimamente, sempre in realtà, se Liam non lo interrompeva prima. Certo, le risposte non erano sempre ciò che voleva sentire ma erano lì, contorte in un modo che era difficile da comprendere ma c'era comunque una risposta.
Perché continui a salvarmi? Liam lo aveva interrotto prima che potesse davvero rispondere, lanciando parole come se conoscesse Theo abbastanza da indovinarlo, ma forse non lo sapeva. Forse se avesse tenuto la bocca chiusa per altri pochi secondi Theo avrebbe detto qualcosa. Forse sarebbe stato diverso da ciò che Liam pensava, dopo tutto non si era aspettato che Theo volesse andare ad un parco acquatico. O che Theo gli raccontasse di come guardava Star Wars con Stiles.
Liam fu scosso dai sui pensieri dallo squillare del suo telefono. Rispose in fretta.
<Quindi sei vivo.> Salutò Mason.
<Hey Mason.>
<Sai, quando hai detto a Scott che avresti fatto il Little Miss Sunshine* pensavo che avresti almeno mandato qualche foto al tuo migliore amico o, sai, anche solo un messaggio.>
<Scusa. Sono... stato impegnato.> Mormorò Liam, che avrebbe dovuto sentirsi come se stesse mentendo perché era una bugia. Certo alcune volte era stato davvero impegnato, con lo skywalk e la zip-line, ma la maggior parte del tempo, beh la maggior parte del tempo aveva soltanto dormito o era stato seduto in diversi posti dentro e attorno al pickup parlando o incazzandosi con Theo. Non si sentì così però, sembrò la verità perché a parte mandare a sua madre periodiche foto "non siamo morti in un canale" e giocare ogni tanto a colour switch, non gli era sembrato di avere tempo per sedersi e messaggiare la gente.<Allora, come stai?>
<Lascia stare, com'era il Grand Canyon? Ci sei già arrivato? Non stai provando a farti tutto il giro a piedi, vero?>
<È stato fantastico. Ti racconterò tutto quando tornerò indietro.> Mormorò Liam. <Come stai? Come sta Corey?>
<Stiamo bene.> Disse Mason. <Letteralmente tutti stanno bene, sono ancora tutti in città ed è abbastanza strano, come una convention di lupi mannari. Dovresti sbrigarti a tornare, amico, lo adoreresti. Jackson è tipo, meraviglioso a Lacrosse, il branco ha speso tipo cinque ore ieri a giocare a Lacrosse. Tutti erano incazzati con te perché non eri qui. Erano dispari e hanno provato a farmi giocare.>
<Tu fai schifo a Lacrosse.>
<Lo so. L'ho detto loro ma avevano bisogno di un giocatore extra, voglio dire, mi hanno fatto sedere alla fine perché ero in mezzo-> Liam camuffò la sua risata con un colpo di tosse. <-E poi c'è stata questa grandissima discussione su se chiamare Theo e farlo venire a giocare al mio posto e->
<Perché avreste dovuto chiamare Theo? Non è nemmeno in città.> Disse Liam senza pensarci.
<Non lo è?> Chiese Mason. Liam non rispose. <Beh immagino spieghi perché non lo si vede più comparire ovunque. Come fai a sapere che non è in città?>
<Lui mmh... mi ha scritto.> Mormorò Liam, il che era vero, Mason non aveva bisogno di sapere che i suoi messaggi consistevano in stupide foto di Liam mandate mentre erano seduti uno di fianco all'altro. <Mi ha detto che sarebbe stato fuori città per un po'.>
<Ti ha scritto?> Si informò Mason, sembrando fin troppo scioccato. <Volontariamente?>
<Cose dovrebbe voler dire?> Chiese Liam.
<Nulla, è solo che di solito Theo non dà informazioni alla gente, ancor di meno volontariamente.> Disse Mason. Gli occhi di Liam tornarono sul Casinò.
<Immagino di sì.> Mormorò. Theo gli aveva raccontato delle cose, piccole cose, ma erano certamente informazioni su di lui, bocconcini che era certo gli altri nel branco non avevano. Diamine, il resto del branco non sapeva nemmeno che Theo era fuori città ed era ormai da più di mezza settimana. Gli tornò in mente il treno di pensieri che aveva avuto prima che Mason lo chiamasse, su Theo e domande e l'opportunità che egli rispondesse ad esse.
La mente di Liam fu affollata da un'improvvisa lista di domande stupide, una piccola, che lo metteva confusione, parte di sé che voleva farle, per dimostrare a Mason che si sbagliava e che Theo dava informazioni se eri disposto ad ascoltare tutte le stronzate sarcastiche per avere le risposte.
Liam strinse la mandibola levando lo sguardo dal Casinò, rabbia impotente dentro di lui all'idea che voleva davvero ascoltare tutte le stronzate sarcastiche e conoscere meglio Theo.
<Quindi quando torni?>
<Non ancora.> Disse Liam, la voce che sembrava distante anche a sé stesso. Scosse la testa scacciando i pensieri su Theo.
<Capisci anche tu che quella non è la risposta giusta.> Disse Mason, Liam sbuffò.
<Sì, lo so. Ma non sono ancora sicuro. C'è ancora roba da fare.>
<Tipo cosa?>
<Parchi acquatici.>
<Parchi acquatici? Vai ad un parco acquatico?>
<Sì... Conosci qualche bel parco acquatico vicino a Las Vegas?>
<Sei a Las Vegas?!> Gridò Mason. <Come? Perché? Quando? Perché non sono con te?> Farneticò Mason. Liam sentì una bolla di divertimento ingrandirsi nel suo petto. <Ai tuoi genitori va bene che tu sia a Las Vegas?> La bolla scoppiò, l'ansia lo invase facendogli uscire strozzato il successivo respiro.
Non aveva ancora detto loro che non sarebbe ancora tornato a Beacon Hills.
<Devo andare.> Disse Liam.
<Cosa? Ma->
<Non l'ho detto loro.> Ammise Liam timidamente. <Dovrei chiamarli probabilmente? E dire loro che non sarò a casa per un po'.>
<Non glielo hai ancora detto?>
<Pensi che saranno arrabbiati?>
<Se non sei in punizione fino ai trent'anni, rischierò di essere messo in punizione fino a quell'età per organizzarti un festa "è un miracolo".>
<Sei molto d'aiuto.> Borbottò Liam.
<Vai a chiamarli.> Disse Mason. <E questa volta scrivimi, va bene? Sai cosa, ti aggiungo al gruppo del branco.>
<C'è un gruppo del branco?>
<Già, Stiles lo ha creato martedì.> Disse Mason. <La maggior parte del tempo ci sono lui e Jackson che litigano ma vabbè, è divertente.>
Alcuni altri minuti e Liam alla fine chiuse la chiamata. I suoi occhi tornarono di nuovo sul casinò. Forse poteva aspettare, solo fino a che non fosse tornato Theo, per chiamare i suoi genitori. Se avesse fallito nell'avere i soldi che servivano loro, e Liam era abbastanza sicuro fosse così, allora avrebbero dovuto trovare un altro piano per fare soldi o tornare a casa.
Armeggiò con il suo telefono fissando le luci lampeggianti della città prima di sospirare piano. Anche se Theo non fosse tornato con i soldi non sarebbero riusciti a tornare a Beacon Hills quella notte, dubitava anche che avessero abbastanza soldi rimasti per la benzina che dovevano mettere per il viaggio. Liam si mordicchiò il labbro mentre guardava il telefono, aveva già rimandato abbastanza, avrebbe dovuto chiamarli la notte prima, nel momento in cui Theo aveva concordato nell'estendere la gita. Pigiò la chiamata prima che potesse autoconvincersi che poteva rimandare ancora di qualche ora.
<Hey...> Disse Liam esitando quando risposero alla chiamata.
<Liam.> Disse il dottor Geyer, Liam poteva sentire il suo sorriso attraverso il telefono. <Come stai? Tu e Theo siete quasi arrivati? Per che ora dovremmo->
<No.> Disse in fretta Liam.
<No?>
<Io... Theo ha mentito.>
<Okay.> Disse piano il dottor Geyer. Liam si passò una mano tra i capelli, saltando giù dal cassone del pickup così da poter fare avanti e indietro sul marciapiede. <Cosa vuol dire esattamente?>
<Non era l'anniversario della morte di sua sorella. Voglio dire, lei è morta!> Una donna che passava di lì gli lanciò uno sguardo incuriosito. Liam tornò alla macchina, appoggiando un braccio sul bordo del cassone e lasciandoci sopra la testa. <Ma l'anniversario è... tra qualche mese ancora penso... ma non sapevo come dire alla mamma che non potevo ancora tornare a casa e poi lui mi ha preso il telefono e ha detto quello e lei ha detto che potevamo andare quindi non volevo che cambiasse idea ma- ecco... non torno ancora a casa.>
<Liam.> iniziò il dottor Geyer.
<Sto bene!> Disse Liam rapidamente. <Non sto male o scappando o qualcosa di brutto. Solo... ho bisogno di una pausa. Dopo tutto quello che è successo, con Brett e Lori.> Il respiro di Liam si bloccò ripesando ai loro ultimi momenti. <Ne ho bisogno.> Gracchiò Liam. <Ho bisogno di stare qui o da qualunque altra parte, solo non là. Non ora.>
<Liam cosa->
<Per favore non arrabbiarti.> Sussurrò Liam.
<Non sono arrabbiato.> Disse dolcemente. <Vorrei soltanto che mi parlassi di cosa->
<Sto bene.> Disse Liam. <Davvero. Ma è che,> Liam si mordicchiò il labbro, cercando un modo per spiegarlo. <Ne ho bisogno.> Ripeté. <Mi sta aiutando. E non stiamo facendo nulla di illegale.>
<Non pensavo che lo avreste fatto, ora mi chiedo perché tu sentissi il bisogno di dirmi che non l'avreste fatto.> Disse il dottor Geyer con una leggera risata. <Quindi se non stai ancora tornando a casa, quando pensi che lo farai?>
<Non lo so.>
<Liam. Mi servirà più di questo.>
<Sono al sicuro, non basta?>
<No.>
<Non ne sono sicuro. Sto tipo...non ne abbiamo parlato. Dovremmo andare in un parco acquatico ad un certo punto e poi-> Beh, poi probabilmente Theo avrebbe pensato di poterli finalmente riportare a Beacon Hills e di scrollarsi di dosso il lupo mannaro arrabbiato che inabitava il suo sedile del passeggero. <E poi vedremo.>
<Bene, dove siete ora?>
<Mmh... al Grand Canyon.>
<Vuoi riprovare senza mentire?>
<Non proprio.>
<Li->
<Te lo prometto, ti dirò tutto quando tornerò ma se te lo dico ora potresti dire di tornare a casa e->
<Sei a Las Vegas, non è vero?> Sospirò il dottor Geyer.
<Cosa? No!>
<Non bere, non giocare d'azzardo e per l'amor del cielo non tornare sposato.>
<Prometto di non bere, giocare d'azzardo o sposare nessuno.>
<E invece Theo?>
<Non credo che sia tipo da appuntamenti, dubito che si spose->
<Liam.>
<Non beve.> Disse Liam. <E io non potrei nemmeno entrare in un casinò. Credi davvero che mi porterebbe per tutta questa strada per poi abbandonarmi fuori da un casinò?>
<Immagino di no. Sarebbe un cattivo amico se lo facesse.> Liam fissò le porte del casinò.
<Sì. Sì, lo sarebbe.> Concordò Liam. <Posso contare sul fatto che tu lo dica alla mamma?>
<Vuoi che sia a dovermela vedere con la sua furia?> Chiese il dottor Geyer.
<Beh->
<Va bene, ma farai meglio a prendermi un souvenir. Senti, odio doverlo fare ma devo tornare a lavoro quindi->
<Capisco.> Mormorò Liam. <Parliamo più tardi.>
<Lo faremo di certo, se tua madre non mi uccide per averti lasciato bighellonare. Divertiti, fai attenzione. Ti voglio bene.>
<Ti voglio bene anch'io.>
*
Liam stava considerando di farsi un pisolino quando sentì i suoni di una zuffa, la sua testa si girò di colpo verso il casinò mentre le porte veniva aperte, sbattendo forte contro i muri mentre Theo correva via dal casinò. Del sangue scendeva dal suo naso e un livido si stava formando sul suo viso.
<Theo?>
<Vai dentro!> Gridò Theo, correndo rapidamente alla porta del guidatore. Liam saltò giù dal cassone del pickup, arrancando verso la porta e buttandosi dentro proprio mentre Theo faceva partire il motore, schizzando via dal parcheggio.
Liam ascoltò lo stridere delle ruote quando la macchina girò per poi correre lungo la strada. Le porte del casinò sferragliarono un'ultima volta dietro di loro, un gruppo di uomini arrabbiati piombò fuori mentre giravano l'angolo. Liam tornò con gli occhi su Theo.
<Che cazzo è->
<Allora... a quanto pare.> Iniziò Theo, la mano che ripuliva il naso sanguinante. Liam cercò nel cruscotto, tirando fuori il mazzo di tovaglioli che aveva lentamente raccolto dall'inizio del viaggio, li allungò a Theo che li prese senza spostare lo sguardo dalla strada, mettendoseli sotto il naso. Ci vollero solo pochi momenti prima che il sangue si fermasse e Theo togliesse i tovaglioli insanguinati dalla sua faccia. <Allora, a quanto pare-> Cominciò di nuovo. <Se vinci abbastanza soldi da grossi arrabbiati giocatori di poker, vieni invitato ad un gioco privato con ancora più grossi e arrabbiati giocatori di poker che cercheranno di ucciderti se vinci una manche.> Liam era certo che avrebbe dovuto chiedere se Theo si sentisse bene, o almeno essere un po' preoccupato per l'apparente tentato omicidio ma, beh, Theo era una chimera che poteva prendersi cura di se stessa e se n'era andato con poco più di un naso sanguinante e odorava più di eccitazione che di dolore o paura quindi Liam davvero non aveva di che preoccuparsi.
<Qualcuno che vuole picchiarti a sangue è un buon segno per i soldi, giusto? Vuol dire che abbiamo vinto qualcosa?>
<Sì.> Disse Theo.
<Quindi quanto abbiamo Centodollari? Duecento?>
<Tre mila.>
<Tre cosa?> Sussultò Liam. Un sorriso si aprì sul volto di Theo mentre annuiva.
<Tre mila dollari.> Disse, scandendo ogni parola. Liam sbatté le palpebre, guardando rimbambito il lato del viso che vedeva di Theo. Il sorriso di Theo si allargò, buttò i tovaglioli insanguinati nel cruscotto mentre metteva la mano nella sua tasca, tirando fuori un mazzo di soldi. I suoi occhi lasciarono la strada, incontrando quelli di Liam. <Hai fame, Liam?>
<Se ci porti al McDonald's giuro che->
<Fanculo il McDonanld's!> Disse Theo entusiasta. <Mangeremo vero cibo. Fanculo al thermos di caffè e fanculo al mio stupido pickup.> Liam si appoggiò allo schienale mentre Theo praticamente ridacchiava. <Dormiremo in una vera stanza con veri letti e berremo qualcosa che ha un buon sapore e mangeremo cibo che non ti lascia più affamato di quanto lo fossi prima e io mangerò un'intera porzione, cazzo, anche se poi dovrò vomitare.> Farneticò Theo.
<Stai bene?> Chiese Liam mentre Theo praticamente non riusciva a stare fermo nel suo sedile, come un bambino che aveva appena saputo che sarebbero andati a Disneyland.
<Sto alla grande.> Disse Theo sinceramente. <Allora andiamo-> Liam sussultò quando la mano di Theo gli diedi un'amichevole pacca sulla coscia, come quando Stiles gli dava una pacca sulla schiena quando era eccitato. <Cosa vuoi mangiare? Qualsiasi cosa tu voglia.>
<Possiamo prendere un'aragosta? Ho sempre voluto provare l'aragosta.> Disse Liam tentennando.
<Puoi prendere cinque aragoste per quanto mi interessa.> Disse Theo, il sorriso ancora sulla sua faccia. <Siamo ricchi.>
<Sai che i soldi non sono tutto, vero?> Scherzò Liam.
<Disse qualcuno che ha dei soldi.> Si lamentò Theo, il sorriso che non lasciò mai il suo viso. <Andiamo a mangiare qualche aragosta.> Theo si girò di nuovo verso di lui con il suo sorriso e Liam sentì che il proprio si stava unendo a lui. Theo odorava di entusiasmo, odorava di felicità.
*
<Okay quindi, questo è un hamburger a media cottura, patatine fritte e un frullato alla cioccolata.> Disse la cameriera, poggiando il cibo di Liam di fronte a lui. <E un Sin City hamburger con patatine fritte, un frullato al cioccolato grande con crema extra, una torre di anelli di cipolla, mozzarelline e torno subito con le fette di pollo.> Disse la cameriera, spalmando i piatti di Theo sul tavolo di fronte a loro.
<Grazie.> Disse Theo senza respiro, guardando il cibo come se fosse un bambino il giorno di Natale.
<Qualcos'altro?> Chiese la cameriera. Liam rilasciò una risata alla domanda, era certo che avevano già abbastanza cibo da sfamare un piccolo esercito.
<Non ancora?> Mormorò Theo pensoso.
<Siamo a posto così.> L'assicurò Liam. Lei annuì, lasciando di fretta il tavolo.
<Sai, probabilmente hai speso di più per il tuo pasto di quanto avremmo speso prendendo un'aragosta per ognuno di noi.> Disse Liam. Theo gli gesticolo di fronte con una patatina.
<Sei tu quello che ha sclerato quando ha visto l'aragosta.> Gli ricordò Theo, riportando la patatina verso di sé e mordendone la coda.
<Avevano ancora le gambe! E gli occhi. Non mangio qualcosa con gli occhi! Non riesco a mangiare nemmeno i gamberi.> Disse Liam sulle difensive. <E sai che hai sclerato pure tu.> Theo si strinse nelle spalle in modo evasivo, girando la patatina e mordendone l'altro capo. Liam scosse la testa con affetto all'azione.
<Sta zitto e mangia magari.> Sbuffò Theo e così fecero. Le fette di pollo di Theo arrivarono pochi istanti dopo.
Il diner in cui erano finiti dopo il tentativo fallito di prendere le aragoste era piccolo, un posticino minuscolo, ma Liam non poteva lamentarsi del cibo e dal modo in Theo aveva divorato il suo hamburger e le patatine prima di rallentare il ritmo pensò che neanche lui potesse.
Si erano sistemati nel retro della sala, ad un tavolo nascosto in un angolo con appiccicosi divanetti rossi. Theo gli avvicinò la torre di anelli di cipolla.
<Mangia.>
<Pensavo che avresti mangiato un'intera porzione?> Ricordò Liam.
<Ho più di una porzione qui, Liam.> Disse Theo, avvicinandogli anche le fette di pollo e le mozzarelline. <Prendi, sono buone.> Non c'era bisogno che a Liam venisse detto una terza volta, prese una delle mozzarelline dalla pila mangiucchiandola mentre guardava Theo continuare a spostarsi da piatto a piatto. Il suo entusiasmo si era in qualche modo affievolito, meno tangibile ora ma Liam poteva ancora vederlo lì, sentirlo nel suo stesso stomaco, una stretta calda come l'inizio di un'avventura. Andare avanti non era più un "se", solo un quando, un dove. Avevano i soldi per il parco acquatico, per i costumi. Liam lo aveva detto a suo padre e aveva avuto l'okay, un intero branco stava proteggendo Beacon Hills. Non aveva nulla di cui preoccuparsi. Poteva semplicemente... godersi ciò che il parco acquatico avrebbe portato.
<Qual è il tuo cibo preferito?> Chiese Liam ad un tratto.
<Qui? O in generale.>
<In generale. Tipo che piatto ti piace?> Insisté Liam. Theo alzò la testa, sgranocchiando la punta di un anello di cipolla con le sopracciglia aggrottate.
<Churro.> Disse dopo alcuni momenti.
<Davvero? Pensavo che saresti stato più da bistecca, o coniglio crudo.> Theo ruotò gli occhi al cielo, buttandosi il resto dell'anello di cipolla in bocca, che morse con un'esagerata violenza.
<Cibo che ti piace di meno?>
<Fegato.> Disse Theo immediatamente, non preoccupandosi nemmeno di inghiottire ciò chevaveva in bocca. <O rene. Non li ho mai provati ma non mi piace l'idea di nessuno dei due.>
<Bevanda preferita?>
<Milkshake. Ti riempe più di altre bevande.> Disse Theo. Che Liam non poté fare a meno di pensare fosse una strana ragione per avere una bevanda come tua preferita.
<Che ti piace di meno?>
<Limonata. Mi spiegherai il motivo dell'interrogazione sul cibo o continuerai semplicemente a fare domande?> Chiese Theo. Liam si strinse leggermente nelle spalle, strappando il suo tovagliolo.
<Immagino di essere curioso.> Ammise Liam.
<Sulle mie abitudini alimentari?>
<Su di te.> Disse Liam, prima che potesse pensarci meglio. Theo alzò un sopracciglio che sembrò finire all'attaccatura dei capelli, appoggiò la testa sulle braccia incrociate sul tavolo, slittando così verso la metà di Liam.
<Stai cercando di fare amicizia con me, Liam?> Chiese Theo, le labbra alzate in un sorrisetto.
<No.> Rispose Liam con veemenza. Non stava- stava solo... gli piaceva sapere i piccoli stupidi dettagli. Gli piaceva l'idea che Theo glieli dicesse di sua volontà.
Prendi questa Mason. Festeggiò il suo cervello.
Non era neanche lontanamente una sfida. Replicò un'altravoce, che sembrava molto quella di Mason. Liam ebbe un momento in cui poté immaginare Mason vestito da piccolo angelo seduto sulla sua spalla ruotare gli occhi al cielo.
<Sembrava che tu lo stessi facendo.> Continuò Theo con lo stesso sorrisetto.
<Sta' zitto Theo.>
<Il prossimo passo sono braccialetti dell'amicizia?> Liam gli lanciò contro un anello di cipolla. Theo non sembrò infastidito, ruotò il corpo e fece scattare i denti per prenderlo a mezz'aria. Liam batté le palpebre , l'anello di cipolla che dondolava dai denti di Theo prima che lui si mettesse a masticarlo.
<Mmh, grazie.> Mormorò Theo.
<In realtà è stato molto impressionante.> Disse Liam amaramente.
<Seriamente? Ho lottato contro Ghost Riders e Anuk-ite e cacciatori, ma prendere cibo in aria, questo è ciò che ti impressiona?>
*
<Abbiamo la lista per un motivo, Liam.> Ringhiò Theo, mettendo la suddetta lista nella faccia di Liam. Liam la mandò via con uno schiaffo.
<Hai scritto la lista in venti secondi.> Disse Liam quasi severamente. <Sono abbastanza sicuro che hai dimenticato qualcosa.>
<Allora possiamo tornare e prenderlo un'altra volta, perché->
<È uno spreco i tempo.>
<E girare per ogni corsia non lo è?> Scattò Theo. Liam non era davvero sicuro del perché si stesse lamentando. La cena era andata bene. Theo aveva mangiato una terrificante quantità di cibo e finito tre milkshake prima di scribacchiare una lista della spesa su un tovagliolo e aveva detto a Liam che sarebbe andati a compare "l'essenziale". L'essenziale si era scoperto essere gel per la doccia, un pacchetto di rasoi economici, deodoranti per la macchina, e costumi da bagno. Liam era cento percento sicuro che c'era di più di cui avevano bisogno, anche se non riusciva a pensare a nulla al momento, così aveva proposto di girare per ogni corsia e Theo non era stato zitto sin da quel momento.
<Potremmo vedere qualcosa di cui abbiamo bisogno!> Disse Liam, toccandosi il ponte del naso.
<Davvero? Troveremo qualcosa in questa corsia?> Chiese Theo mostrando gli scaffali intorno a loro. Liam si girò per vedere utensili da toilette da donna, il rossore che si formava sulle sue guance mentre l'esasperazione si trasformava in imbarazzo. Va bene, forse non ci aveva pensato così bene quando aveva detto che avrebbero controllato ogni corsia- per ogni evenienza. E forse c'erano alcune corsie che potevano saltare.
Ma non aveva alcuna intenzione di ammetterlo.
<Sì! Troveremo qualcosa in questa corsia.> Disse Liam sentendosi bollente.
<Oh certamente. Perché mi serve davvero una scatola di assorbenti.>
<Spiegherebbe molte cose, anche Hayden era una stronza quando aveva il ciclo.> Mormorò Liam, non fu nemmeno sorpreso quando una scatola di assorbenti lo colpì sulla testa con forza.
*Little Miss Sunshine: film americano del 2006, commedia in cui i protagonisti fanno un viaggio "on the road" in macchina
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