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Capitolo 5: Camminando sull'aria

Non era stata sua intenzione andarsene e lasciare Theo addormentato e indifeso. Era stato felice di starsene da solo seduto per quasi un'ora e mezza, prima che lo scalpitio dei suoi piedi che lo pregavano di andare in giro ad esplorare non fu insopportabile e beh, Theo sembrava tranquillo eaveva bisogno di dormire. Quindi Liam aveva deciso che non sarebbe stato un problema se avesse fatto un giro veloce. Aveva perfino lasciato un biglietto, cioè, un messaggio e aveva lanciato la coperta addosso a Theo prima di iniziare il giro lungo l'orlo del Grand Canyon, cercando un qualche altro posto da vedere.

Trovò un posto da vedere non troppo tempo dopo aver lasciato Theo: una piattaforma da dove potervammirare il Grand Canyon, con persone che ci gironzolavano sopra.vLiam si avvicinò al bordo, barcollando verso la ringhiera per guardare giù verso il letto del Grand Cayon, il che gli fece venire la nausea e se ne allontanò velocemente. Sentì una risata accanto alui.

<Non ti piacciono le altezze?> Liam si girò e si ritrovò davanti una donna che lo guardava con un piccolo sorriso.

<Non ho problemi con le altezze.> Mentì Liam. <È solo... una lunga caduta.>

<Prima volta qui?>

<Sì.> Mormorò Liam. <Lei?>

<Oh, no. Vengo una volta all'anno. Questo è l'anno numero ventitré. Quanto tempo rimani?>

<Solo oggi.>

<Dovresti muoverti allora, c'è un sacco da vedere in un giorno.> Disse la donna, Liam rise. <Oh! Sai dove dovresti andare? Sullo skywalk. Mio marito lo amava.>

<Sembra alto.>

<Pensavo tu non avessi problemi con le altezze?> Disse come se fossa una domanda la donna, con lo stesso sorriso sulla faccia <Se non è il tuo genere ho altre proposte. Se ti va sentirle?> Liam annuì.

Non era sicuro di quanto tempo rimase lì in piedi ad ascoltare la signora parlare consigliandogli posti in cui andare, poi gli riferì le sue esperienze personali, la voce intrisa d'età mentre dalla borsa gli passava caramelle mou e raccontava storie sul suo defunto marito.

<Sei qui-> Liam alzò la testa, il rimbombo di quello che sembrava un urlo penetrò nella sua mente. <-con qualcuno di speciale?>

<Certo.> Mormorò Liam, lo sguardo a scrutare il Grand Canyon cercando di capire perché l'urlo gli fosse sembrato famigliare. Trasalì quando sentì l'eco di un urlo dal Grand Canyon, un urlo molto famigliare. La sua testa scattò da un lato.

<Theo?> Disse Liam, il fiato che gli mancava, cercando con gli occhi la macchina che si era lasciato indietro. L'eco di un altro grido. Liam si mise a correre, ignorando i richiami della confusa vecchia signora mentre si lanciava lungo la strada opposta a quella che aveva percorso, seguendo il bordo del Grand Canyon. Il viaggio che prima sembrava aver percorso in un battito di ciglia, ora sembrò lungo anni.

Liam incespicò sulle rocce mentre la sua mente lavorava sulle diverse ragioni per le quali Theo poteva star urlando, i possibili scenari in cui si sarebbe ritrovato.

Un cacciatore poteva averli trovati, potevano essere stati seguiti sin da Beacon Hills. Potevano aver aspettato affinché uno dei due fosse vulnerabile.

Perché cazzo l'ho lasciato da solo mentre stava dormendo? Pensò Liam, la bile gli salì su per la gola mentre si immaginava di tornare al pickup e trovare il sangue di Theo a macchiare la terra, gli occhi vitrei spalancati verso il cielo.

Liam slittò per fermarsi quando finalmente arrivò al punto in cui avevano parcheggiato. Individuò subito Theo. Non c'era nessuna minaccia visibile, solo Theo seduto, rannicchiato sulla terra polverosa mentre era rivolto verso il Grand Canyon, la macchina abbandonata a qualche metro di distanza. Liam si avvicinò piano, annusando l'aria e sussultando al forte odore di paura. Poteva sentire i respiri irregolari di Theo, che ansimava pesantemente.

<Theo?> Chiamò Liam. Theo non rispose, si strinse di più nelle spalle e Liam accorse, cercando di catturare qualche altro odore, quello di un cacciatore o di un mostro o del sangue di Theo. Tirò Theo per la maglietta, fregandosene che fosse zuppa di sudore. <Stai bene? Cosa-> Liam boccheggiò per il dolore quando il più grande lo mandò via rozzamente, facendolo cadere a terra con forza, il gomito gli si spezzò contro una roccia.

<Che cazzo stai facendo?!> Ringhiò Theo.

<Che cazzo sto facendo io? Che cazzo stai facendo tu?! Ti ho sentito gridare!> Disse Liam, la voce un rantolo.

<Sto bene.> Borbottò Theo. Si tolse la maglia bagnata fradicia e la lanciò accanto alla borsa con sguardo omicida, come se la maglia avesse provato a ucciderlo. Liam si alzò lentamente e si avvicinò a Theo, che ancora guardava truce la sua maglietta. Più andava vicino, più l'odore diventava peggiore, la paura che si trasformava in terrore come se l'odore si fosse fatto strada tra il metallo del cassone del pickup e si stesse stanziando lì. Liam sbirciò e vide il casino disordinato che era la coperta, lasciata lì come se fosse stata lanciata da una parte di fretta.

<Cos'è succes->

<Niente! Ho dormito per tutto il tempo, non so cosa stai blaterando. Dove cazzo eri comunque?>

<Ehm... stavo esplorando.> Disse Liam incerto, il gomito che ancora gli pulsava.

<Hai trovato qualcosa che valga la pena di guardare?> Chiese Theo spostandosi per prendere l'ultima t-shirt pulita dalla sua borsa, beh, pulita per quanto poteva esserlo, Liam notò il piccolo buco sul braccio, come il bucodi un proiettile, quando la chimera ci si infilò dentro. Il cuore di Theo batteva ancora all'impazzata, un battito così veloce che fece girare la testa a Liam. Il braccio di Theo strisciò contro il metallo del pickup e lui saltò all'indietro come se scottasse, poi si allontanò rapidamente dall'auto. Quando fu evidente che Liam non stava neanche considerando di rispondere, Theo finalmente lo guardò,i suoi occhi stranamente distanti.

<Potresti solo dirmi se stai    bene?!> Mezzo gridò Liam incrociando rigidamente le braccia sul petto e alzando il mento, aspettando la risposta. Theo abbassò lo sguardo sulle sue braccia, le narici si dilatarono prima che annuisse piano. <Bene. Quindi cos'è successo?>

<Nien->

<Theo, ti ho sentito gridare. Due volte okay? Quindi se tu->

<Ho avuto un incubo.> Sibilò Theo. <Sei felice ora?>

<Vuoi->

<No.> Questo non allentò la preoccupazione di Liam. Cosa che Theo sembrò capire, il suo volto si riaddolcì un poco. <Sto bene, Liam.> Disse Theo. Le parole erano comunque esitanti, come se Theo preferisse fare qualsiasi altra cosa invece di spiegare a Liam che stava bene. Liam sgonfiò il petto, annuendo lentamente, soddisfatto per il momento. <Allora, hai trovato qualcosa che potremmo fare?>

<Ehm, sì più o meno. C'è questa cosa per vedere da vicino il Grand Canyon laggiù.> Disse il più piccolo facendo cenno dietro di lui. <E lì una signora mi ha parlato di alcuni posti dove potremmo andare. Perché? Ti va di andare?>

<Sì.> Rispose Theo immediatamente. <Quella era l'idea, no? Andare a visitare il Grand Canyon, fare i turisti.> Theo tornò al suo pickup, raccogliendo la maglia sudata di prima e andando verso Liam. Quest'ultimo non ebbe il tempo di chiedersi cosa stesse facendo che Theo gli prese il braccio, strattonandolo e contorcendolo fino a che il suo gomito non fu esposto per poi strofinarci sopra la t-shirt sudata.

<Hey che schi-> Theo gli lasciò cadere il braccio e si spostò, facendo quasi inciampare Liam. Il minore guardò Theo appallottolare la maglietta, un odore ferroso si levava da essa e una macchia rossa ora era mescolata al sudore.

<Non vogliamo che la gente si chieda perché sei coperto di sangue ma non hai ferite,       vero?>Mormorò Theo. Ributtò le loro cose in macchina e la chiuse.<Andiamo.> Decise Theo, superando Liam con una spallata, il suo cuore ancora un po' troppo veloce per essere considerato normale.

Liam aveva avuti degli incubi, molti. Diamine, era una delle ragioni per le quali era voluto andare via da Beacon Hills. Si ricordava quando da bambino gli incubi erano solo su fantasiosi mostri sotto al letto, erano situazioni bizzarre dalle quali si svegliava e poteva rassicurarsi che andava tutto bene, ma dopo la trasformazione Liam era cambiato. Era diventato più paranoico, giustamente. I suoi incubi smisero di essere sciocche invenzioni dell'immaginazione di un bambino e diventarono cose che affrontava veramente. Erano Berserker e Kate, erano occhi lampeggianti e sangue a macchiare le sue mani. I suoi occhi scattarono verso Theo, che ancora si affrettava di fronte a lui. E per un po' fu Theo.

Vide se stesso stare a guardare passivamente Theo uccidere Scott, o Theo esultare mentre lo faceva Liam stesso. Vide anche Tara per un po', o meglio, Theo che veniva portato via da Tara. Il modo in cui aveva implorato l'aiuto di Scott e si era aggrappato al terreno con le unghie finché queste non si erano rotte. Quell'immagine lo lasciò con il fiato corto, ricordandosi che era davvero successo. Aveva davvero guardato Theo morire; ne era stato felice, sollevato quando il terreno si era richiuso sopra di lui. Non era stato triste per la morte di Theo, non si era sentito in colpa e questo era ciò che lo terrorizzava, aveva guardato Theo implorare aiuto, la prima vera emozione che aveva visto venire da Theo e pensato: bene. Se lo meritava, ed era vero. Ma non rendeva meno orribile il fatto che aveva preso parte all'uccisione di qualcuno ed era stato grato che fosse successo.

Lo stomaco di Liam si contorse per il senso di colpa. Era questo che Theo sognava? Era ricordare cosa aveva provato quando Liam e gli altri lo aveva guardato mentre veniva portato via, o era qualcos'altro? Era qualcosa sull'Anuk-ite. O magari qualcosa prima, con i dottori del terrore, qualcosa successo molto tempo prima che Liam sentisse il nome di Theo Raeken.

Quel mondo sembrava così lontano ora, era letteralmente un'altra vita, prima che fosse un lupo mannaro. Prima di Scott. Theo avrebbe dovuto trasportarlo di più in quel mondo sovrannaturale. Avrebbe dovuto offuscare il regno della "vita normale" maggiormente, Theo avrebbe dovuto mandare la sua rabbia alle stelle come onde di una tempesta, e invece in qualche modo avvolgeva la tempesta e la conteneva. Lo faceva sentire più umano. Theo faceva scontrare i due mondi; come aveva detto lui quella mattina, egli era un esperimento tra naturale e sovrannaturale e quella descrizione gli calzava a pennello.

Perché Theo era umano, forse anche più di Stiles alle volte. Tutti gli altri fingevano di essere supereroi, l'ultimo sbaraglio tra bene e male, ma Theo, Theo non era un eroe. Era egoista e arrogante e imperfetto, aveva un esercito di errori accatastati dietro di lui. Quando veniva il momento di lottare, lui era quello che cercava di convincere gli altri che non era necessario che loro combattessero, quello che diceva che non era loro compito. Liam aveva visto Theo perdere il controllo delle proprie emozioni, lo aveva visto urlare contro di loro, la rabbia che pulsava dentro di lui, quando i suoi piani andavano male, lo aveva visto terrorizzato e aveva visto il sorriso mozzafiato che aveva ogni volta che scappava alla morte. Theo non era là per salvare il mondo, era là per salvare se stesso.

E forse era questo il motivo per il quale sembrava più semplice stare con Theo, perché Liam stava facendo lo stesso. Tutto quello che voleva era trovarsi un posto a metà, un equilibrio tra naturale e sovrannaturale, e Theo sembrava star cercando di fare lo stesso. Forse lo faceva inconsciamente perché non sembrava gli piacesse che gli venisse ricordata la sua umanità, tutte le volte che diventava troppo vulnerabile, troppo umano, tornava infatti a ricostruire i suoi muri. Ma continuava a farlo comunque, continuava a lasciare che crepe si formassero nella sua armatura mentre si apriva in frammenti. Continuava a strisciare nel fango e nel sudiciume e a sporcarsi aggrappandosi all'umanità che aveva nascosto molto tempo prima.

Quando raggiunsero la piattaforma per la vista panoramica, Theo camminava abbastanza lentamente perché si potesse dire fosse lì con Liam, camminando al suo fianco. Il suo sguardo spaziava calmo sul paesaggio anche se le mani si contraevano lungo i suoi fianchi, le dita che tamburellavano sulla gamba; una volta, due. Liam guardò il sentiero mentre il ragazzo lo faceva ancora; una volta, due. Theo si fermò un attimo, poi ancora; una volta, due. Liam aggrottò le sopracciglia quando si rese conto che il ritmo seguiva il battito del cuore di Theo, come se stesse contando ogni battito.

Theo aveva strane abitudini che potevano solo essere considerate umane.

<Quindi sei qui con qualcuno.> Liam spostò l'attenzione dalle dita di Theo alla voce familiare, forzando un sorriso verso la donna.

<Ehm, sì. Theo, lei è->

<Evelyn.> Disse Evelyn, cercando qualcosa nella sua borsetta. <Caramella?> Liam sbuffò alla faccia scontenta di Theo quando si ritrovò un caramella mou sotto al naso.

<Sono buone.> Disse Liam. Gli occhi di Theo si spostarono da Evelyn a lui prima che prendesse la caramella.

<Grazie.> Mormorò Theo, scartandola.

<Liam ha detto che state qui solo oggi.> Theo annuì infilandosi la caramella mou in bocca. <Cosa ne pensi delle altezze?>

<Non ho problemi con le altezze.> Disse Theo.

<Allora devi provare lo skywalk!>

<Ma io->

<Ohh, andrà tutto bene.> Disse Evelyn facendo sembrare assurda la paranoia di Liam, completando il tutto con un gesto della mano come a voler scacciare l'idea. <Specialmente con lui qui. Non lo lascerai cadere, vero?> Theo si girò lentamente verso Liam, un ghigno sulle sue labbra.

<Dipende, spingerlo conta come caduta?> Chiese Theo, Liam gli calpestò un piede.

<Sta scherzando.> Borbottò Liam. Evelyn rise.

<Puoi stringere la mano del tuo ragazzo se hai troppa paura.>

<Ragazzo?!> Chiese Theo, la voce ridicolmente acuta, o almeno lo sarebbe stata se Liam non avesse avuto un udito sopraffino e non sentisse note a cui arrivano solo i cani. Liam era nel panico e si lasciò scappare alcune esclamazioni.

<No, no. Non- non siamo->

<Mia nipote mi ha spiegato tutto, sapete, l'eteronormatività, l'ho detto giusto? Così va il mondo. Venivo anch'io qui con mio marito, caro.> Disse l'ultima parte a Theo. <Tutte le coppie vengono qui e mi permetto di dire che siete molto carini insieme. Le facce un po' tetre però, è il caldo non è così? Mi fa sempre essere di cattivo umore.>

<Noi in realtà->

<Grazie. Hai sentito, cipollino?> Liam fece un verso strozzato quando Theo gli diede una pacca sul sedere. <Siamo molto carini insieme.> Theo sospirò, praticamente sciogliendosi.

<Che cosa stai->

<Dov'è esattamente questo skywalk?> Si vedeva chiaramente che Theo stava tramando qualcosa, con tutte le fattezze di un super cattivo.

*

<Questa è la tua vendetta per aver provato a salvarti da un incubo, vero?> Chise Liam.

<Tu che dici?> Tubò Theo con un gran sorriso stampato sul volto mentre strattonava Liam per la mano, strinta tanto in quella di Theo da fare male. Liam guardò Evelyn con un sorriso forzato.

<Sa che davvero, non dev epagare per noi per andare su-> Provò Liam.

<Mio marito ed io ci facevamo un giro ogni anno.> Sospirò Evelyn afflitta. Liam si pentì di averle rivolto la parola. <Sarebbe carino avere qualcuno ad accompagnarmici di nuovo.>

<La vuoi mollare ora? Con il fantasma di suo marito morto a  guardarci? Cosa direbbe        Scott?>Sussurrò Theo, infilandosi un'altra caramella mou rubacchiata in bocca. Evelyn sorrise nella loro direzione, gli occhi praticamente a cuore come se si aspettasse che Theo gli stesse sussurrando dolci sciocchezze nell'orecchio. Liam sorrise, alzando lo sguardo sul viso di Theo.

<Spero che ti vada di traverso.> Disse Liam dolcemente. Il sorriso di Theo rimase lo stesso.

<Ci piacerebbe tantissimo venire con te, Evelyn.> Disse Theo educatamente, tirandosi dietro Liam, che si ritrovò vicino a lei mentre camminavano verso la biglietteria. <Non è vero, cipollino?> Chiese Theo, la sua mano colpì di nuovo il sedere di Liam con una veloce pacca, che lasciò quest'ultimo a mordersi la lingua per fermarsi dall'imprecare contro Theo di fronte ad una dolce vecchia signora a cui mancava il marito morto.

<Sono così elettrizzato.> Bofonchiò Liam. Evelyn sorrise ancora, andando a comprare i loro biglietti. Liam aspettò che si fosse girata prima di tirare un sinistro alla mandibola di Theo. Theo incespicò all'indietro piagnucolando.

<Quello per che cazzo era?>

<Toccami il culo un'altra volta e giuro che ti->

<Ragazzi!> Li chiamò Evelyn. Liam guardò Theo in cagnesco prima di ricominciare a camminare, Theo a seguirlo come un cagnolino al guinzaglio con le loro mani intrecciate.

*

<Se mi lasci la mano giuro su dio che ti butto giù da questo cazzo di ponte.> Sibilò Liam quando Theo si sporse a guardare oltre il bordo della piattaforma a forma di ferro di cavallo e la sua mano si permise di provare a lasciare quella di Liam. Evelyn rilasciò una risatina.

<Hai davvero paura? Non c'è nulla di cui avere paura.>

<Siamo a 1.200 metri dal suolo e il pavimento è di vetro, Theo.> Sibilò ancora Liam. <Non avere paura sarebbe stupido. Il vetro si rompe.>

<Non questo vetro.> Azzardò Evelyn come se stesse mandando il destino a quel paese.

<Beh, potrebbe se salti abbastanza forte.> Rifletté Theo.

<Theo n-> Theo balzò sul pavimento, tornando sul vetro con un botto che fece cercare a tentoni la recinzione a Liam. Fu strattonato indietro prima di raggiungerla dalla mano che, sfortunatamente, aveva obbligato Theo a tenere. <Sei proprio una testa di ca->

<Scusami, cosa? Salta più in alto?>

<Non ci pr->

<Caro, non spaventare il tuo ragazzo.> Disse Evelyn, guardando con disapprovazione Theo che la guardò di rimando come se lei fosse un'idiota.

<Credimi, Evelyn, se non fosse perché riesco a spaventarlo non starei con lui.> Disse serio Theo, Liam avrebbe riso alla strana verità nascosta nella stupida bugia, ma Theo saltò di nuovo.

<Liam, mi aiuteresti a camminare? Le mie ginocchia sono un poco doloranti.> Disse Evelyn. Liam sapeva che era una scusa per lasciare il suo asino di un "ragazzo" al parapetto e salvare la sua dignità aggrappandosi ad una stramba anziana ma fu più che felice di coglierla. Strappò la sua mano da quella di Theo, lanciandogli uno sguardo furioso prima di affrettarsi ad agguantare il gomito che Evelyn gli stava offrendo.

Theo non sembrò per niente infastidito dal cambiamento. Camminò semplicemente lungo il bordo, guardandoci oltre fino a che Liam non iniziò a preoccuparsi che sarebbe caduto dalla barriera e avrebbe raggiunto la sua morte.

*

Evelyn li lasciò dopo lo skywalk con più di una manciata di involucri di caramelle, ricordi, e una memorabile foto che Theo aveva scattato di Liam aggrappato al braccio di Evelyn come se la sua vita ne dipendesse.

Theo si risistemò nel cassone del pickup non appena furono di ritorno, Liam non perse tempo e lo raggiunse, lo sguardo che osservava l'orizzonte mentre stava cominciando a tramontare. L'aria intorno alla macchina non aveva più l'odore di paura, cosa di cui Liam era più che grato, ne aveva avuta abbastanza per quel giorno, con l'incubo di cui Theo non voleva parlare e e il suo piccolo crollo nervoso sulla piattaforma.

Theo rimase in silenzio fino a che il sole non scomparve del tutto dal cielo, Liam era abbastanza sicuro fosse perché era andato ben oltre la sua normale dose di rottura dei coglioni a Liam in un solo giorno quando erano bloccati con Evelyn.

<Quindi... siamo ufficialmente stati al Grand Canyon.> Disse piano Liam.

<Già, lo abbiamo fatto.> Disse Theo.

<E ora torniamo a Beacon Hills.>

<Eh già.> Disse Theo, allungando un poco la e. Liam si risistemò nel suo posto, il disagio che cresceva dentro di lui all'idea di tornare a Beacon Hills.

Sembrava troppo presto. Era appena andato via in fondo. Las Vegas era stata grandiosa, il Grand Canyon stupefacente, nonostante il piccolo pianto di quella mattina e la mano di Theo che si era ritrovato per due volte sulle natiche, ma Liam poteva ancora sentire il peso che Beacon Hills gli aveva lasciato. Voleva sfuggirne, come si deve, per un po' di più. Non aveva neanche ancora avuto la possibilità di farsi mancare la gente. Non sembrava giusto, tornare indietro quando sentiva finalmente che le macchie stavano venendo pulite via.

<Non è giusto.> Disse Liam.

<Cosa non è giusto?>

Che io abbia avuto un assaggio di com'è essere uno stupido ragazzino e ora precipiterò di nuovo nella mia vita piena di responsabilità, pensò Liam.

<Io ho potuto scegliere un posto dove andare. Due posti se conti Las Vegas. Dovremmo andare da qualche parte dove vuoi andare tu.> Disse invece Liam.

<Dovremmo?> Chiese Theo.

<Dovremmo.> Rispose Liam. <Voglio dire, cos'è poi un altro giorno?> Chiese Liam. Glio cchi di Theo si spostarono dal Grand Canyon a lui. <Se potessi decidere cosa fare dopo, qualsiasi cosa davvero, dove andr->

<Parco acquatico.> Disse Theo tutto d'un fiato. Liam strabuzzò gli occhi, osservando Theo.

<Vuoi andare ad un Parco acquatico?> Chiese Liam, sentì Theo in tensione di fianco a lui, il sorrisetto sulle sue labbra che iniziava a svanire.

<Hai detto qualsiasi cosa.> Disse Theo rigidamente.

<Non sto dicendo di no!> Si affrettò ad aggiungere Liam. <Sono solo... sorpreso, non sembri un ragazzo da parchi acquatici.>

<Davvero? E cosa ti aspettavi? Un combattimento di cani?> Sbuffò Theo.

<Non era un insulto.> Scattò Liam. <Non lo è qualsiasi cosa, sai? Semplicemente non è quello che mi aspettavo.>

<Beh, non è che tu sappia molto di me.> Disse Theo.

<Sì invece.> Replicò Liam, Theo chinò la testa e le sue spalle furono scosse da forti risate. <Hey! So delle cose su di te!>

<Ovvio, certo che sì.> Disse Theo tornando a guardare su, le labbra in una linea dritta ma gli occhi accesi dal divertimento. <Di' una cosa che non sia che sono una chimera.>

<Il tuo cognome è Raeken.>Provò Liam. Theo ridacchiò. <Tu... sei cresciuto con i Dottor idel Terrore.> Theo si mosse a disagio nel suo posto, Liam lo sentì deglutire piano. <Sei ateo.> Un sorriso comparve sulle labbra di Theo, che spostò di nuovo lo sguardo sul Grand Canyon.

<Tanta roba.> Disse Theo piano.

<Sai, se non fossi stato uno stronzo avrei pensato che fosse una cosa davvero figa da dire.> Disse Liam.

<Buono a sapersi. Ma andiamo, stai nominando cose che sai di me perché credi di conoscermi. Che non è vero.>

<Invece sì!>

<Allora dimostramelo.>

<Tu-> Liam si fermò prima di aggiungere "avevi una sorella". <Mmh... ti piacciono i  videogame?>

<Quali?>

<Quelli divertenti.> Disse Liam con tono ovvio. Theo rise, un sorriso gli si allargava sul viso mentre scuoteva lentamente la testa, girandosi verso Liam con le sopracciglia alzate come a dire "sei un idiota e sfortunatamente lo trovò abbastanza divertente". <Okay, cosa sai tu di me allora?> Theo ridacchiò, aprendo la bocca e prendendo un respiro profondo come se fosse pronto ad entrare in una dettagliata spiegazione della vita di Liam.

<Dimentica che te l'abbia chiesto.> Disse in fretta Liam. <E non dovresti sentirti così superiore e potente perché non so cose su di te. Non è che tu mi renda facile scoprire robe su di te.>

<Sono un libro aperto, devi solo chiedere.>

<Davvero?>

<Davvero.>

<Perché tieni sempre da parte metà del tuo cibo allora?> Chiese Liam. Le sopracciglia di Theo scattarono in su in un'espressione scioccata, come se non si aspettasse che Liam facesse davvero una domanda, o forse non si aspettava quella domanda. <E cos'è poi la cosa di mangiare prima la punta finale delle tue patatine fritte?>

<Non abbiamo soldi, ha senso tenere da parte metà del cibo, così posso mangiarlo dopo se non possiamo permetterci un altro pasto.> Spiegò Theo. <E non ho idea di cosa tu intenda con la cosa delle patatine.>

<Le mangi in modo strano.>

<Non è vero.>

<Sì invece.>

<Se non torniamo indietro avremo bisogno di trovare altri soldi.> Disse Theo. <In particolare se andiamo ad un parco acquatico. Ci serviranno dei costumi.>

<Potrei trovare un altro lavoro come att->

<No.> Scattò Theo. Liam rise verso il cielo.

<Quindi cosa suggerisci di fare per trovare dei soldi?> Chiese Liam fingendo di essere offeso dal fatto che la sua idea venisse scartata.

<Ci penseremo domani. Per adesso, c'è un'altra cosa ancora che dobbiamo fare.>

<Ah sì?>

<Sì.> Disse Theo con aria saggia, saltando giù dal retro della macchina. <Vai dentro.>

<Dove andiamo?>

<È una sorpresa.>

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