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Capitolo 19: Natura Contro Cultura*


Liam sapeva che non era colpa di Theo se lui era finito ad essere bloccato con i bambini mentre Theo rideva attorno al fuoco bevendo una soda e sorridendo ma, beh, era molto più divertente incolpare Theo anziché ammettere che si era intrappolato da solo a fare da babysitter cercando di separare una litigata tra bambini di otto anni, mentre Theo li oltrepassò senza neanche uno sguardo dietro di sé, e poi accettando di aiutare una ragazzina a finire il bracciale che stava facendo. Dopodiché era rimasto bloccato e Theo non aveva fatto nulla per salvarlo. Si era solo occasionalmente girato a guardarlo con un sorriso storto.

Non poteva davvero credere che quello stronzo fosse la sua ancora. Che Theo fosse la sua ancora era una buffonata, perché Theo era un cretino e chi stava prendendo in giro, loro non erano amici. Era solo... i suoi standard si erano abbassati negli ultimi mesi. Era stato obbligato a passare troppo tempo con Theo e si era autoconvinto che fosse sopportabile per la sua stessa salute mentale. Era come quando in classe la gente inizia ad essere attraente durante un'ora di lezione. Solo che dopo la campanella suona e si ritorna alla popolazione generale e ti rendi conto che non erano per niente sexy, avevi solo opzioni limitate.

O magari era solo un po' risentito di essersi svegliato da solo e umidiccio per la brina mattutina non riuscendo a trovare Theo per quasi un'ora e si stava già riempendo di preoccupazione con domande come:

E se il branco li avesse adescati con un falso senso di sicurezza e avesse ferito Theo mentre Liam stava dormendo?

E se la Monroe li avesse seguiti sin dall'inizio del viaggio e lo avesse ucciso e ora stava per uscire di sorpresa e uccidere chiunque altro?

E se fosse andato a fare un giro e si fosse perso e morisse di freddo?

E se fosse andato a fare un giro e fosse stato attaccato da un orso?

E se non fosse ferito? E se in realtà odiasse il viaggio e Liam e avesse finalmente trovato il posto adatto per abbandonarlo? E se fosse già in macchina attraversando a tutta velocità lo Stato, lo stupido dito che tamburella sul volante mentre ride per il fatto di essere riuscito a farsi fidare da Liam prima di lasciarlo letteralmente nel fango?

Forse la felpa che aveva lasciato stretta attorno al corpo di Liam era davvero un regalo d'addio, un non pronunciato "non mi rivedrai mai più ma tieni, goditi il mio odore piccolo psicopatico".

Solo perché poi Theo tornasse al campo con Guns e Sara e mormorasse un semplice "Rilassati Cipollino" quando Liam gli aveva urlato contro che almeno la prossima volta lasciasse un biglietto.

Quindi che lo stronzo se ne stesse seduto a chiaccherare amichevolmente con Sara e gli altri mentre lui era bloccato con dei poppanti sembrava ingiusto. Lui era quello che aveva passato la maggior parte della mattinata a dare di matto, lui era quello che avrebbe dovuto sedersi e bersi qualcosa e non essere bloccato con una bambina prepotente che gli faceva le treccine con dita appiccicose.

<Smettila di muoverti!> Sibilò Penny, tirando una ciocca dei capelli di Liam. Liam rilasciò un leggero mugolio di dolore. L'attenzione di Theo venne richiamata al rumore, gli occhi che incontrarono quelli di Liam prima che il suo sguardo si alzasse su Penny, in piedi dietro di lui; guardò come la bambina gli strappava i capelli per farne treccine, il sorriso che diventava un gigantesco ghigno. Liam alzò il dito medio e si girò. Penny tirò di nuovo forte i suoi capelli. <Ti ho detto di smetterla di muoverti! Le rovinerai.>

<Perdonami.>

<Scusa?> Liam fu attento a spostare solo gli occhi verso la piccola voce che richiamava la sua attenzione. In piedi c'era un ragazzino, i piedi nudi sull'erba e un braccialetto di perline tra le mani. <Potresti legarmi questo per favore?> Chiese. <Non riesco a legarmelo da solo sul polso e->

<Sì, certo.> Disse Liam dolcemente. <Devi venire un po' più vicino altrimenti questa qua potrebbe davvero strapparmi i capelli.> Indicò con il pollice Penny, Liam sentì il distinto suono di una pernacchia ma la ignorò. Il bambino gli si avvicinò di qualche passo, un sorriso paffuto che gli illuminava il viso mentre allungava a Liam il braccialetto. <Okay amico, su quale polso lo vuoi?> Chiese Liam. Il bambino buttò in fuori il braccio sinistro e Liam si mise a lavoro per legare il braccialetto. <È davvero bello. Mi piacciono i colori.> Mentì, annuendo verso le perline giallo sgargiante.

<L'ho fatto da solo.> Disse il bambino, come se Liam non lo avesse capito, aveva allacciato orribili braccialetti fai da te ai polsi di bambini per la maggior parte di quelle che dovevano essere state due ore, insieme al tagliare fili e a volte persino aiutare a scegliere i colori prima che Penny si annoiasse e decidesse di usarlo come bambola.

<Davvero?> Chiese Liam, fingendosi sorpreso. Il bambino annuì fiero. <Beh, hai fatto un gran bel lavoro, vorrei tanto averne uno anch'io. Ecco fatto, pronto.> Il bambino ispezionò il suo bracciale appena legato.

<Grazie.>

<Nessun problema, amico.> Liam lo guardò scorrazzare via, allontanandosi al massimo di un metro e mezzo dove un gruppo stava ancora scegliendo tutto contento dai secchielli le perline per fare i loro braccialetti. Di fronte a loro ce n'erano altri con pistole ad acqua, urlavano e sfrecciavano uno dietro l'altro.

<Hey! Devi girare!> Scattò Dorian. Liam spostò lo sguardo al paio che giocava a twister e che gli mandavano occhiatacce impazienti.

<Sì, arrivo.> Sospirò Liam, girando il quadrante di fronte a lui, il che gli fece solo guadagnare un altro strattone da parte di Penny.

<Mano destra sul verde.> Disse Liam. Doveva ammetterlo, i genitori avevano fatto davvero un bel lavoro per distrarre i bambini mentre loro sistemavano le loro cose. Desiderava solo non essere finito nella distrazione. Si chiese se questo era il modo in cui si sentiva Dodo quando si svegliava ricoperto di foglie.

Liam sospirò mentre guardava Dorian riuscire a mettere la sua mano destra sul verde e poi girava di nuovo il quadrante. Dorian vinse, qualcosa di cui non era sorpreso perché il bambino era un piccolo imbroglione che dava gomitate alla gente quando cercava di muovere i proprio arti. Liam aveva cercato di richiamarlo, ma lo aveva solo portato ed essere chiamato una testa di cacca.

<Te ne ho fatto uno.> Liam si guardò attorno e vide il bambino di prima. La testa tenuta alta, un altro braccialetto stretto nella sua mano.

<Cosa?> Chiese con voce stanca Liam.

<Hai detto che era figo. Quindi te ne ho fatto uno. Ho pensato che ti sarebbe piaciuto.>

<È molto carino da parte tua.> Disse Liam, un sorriso che gli si allargava sul volto. Forse i bambini non erano così male.

<Quale polso?> Liam alzò il suo polso destro. Il bambino sorrise, le dita tozze che legavano il bracciale. <Ci ho anche messo il tuo nome sopra.> Disse lui, facendo sentire Liam in colpa. Sapeva il nome di tre bambini in totale e il generale era così perché lo avevano insultato e si sentiva lievemente risentito.

<Davvero? Ma è bellis-> Le parole di Liam morirono nella sua bocca quando il bambino girò il bracciale sul suo polso per farlo vedere. <...Grazie, lo adoro.> Mentì Liam. Mandando un'occhiataccia alle piccole lettere a forma di perline.

Cipollino.

Aveva accettato un fottuto braccialetto con il nome cipollino sopra. Un bambino pensava che Liam si chiamasse cipollino.

<Allora, com'è che sai come mi chiamo?>

<Il tuo amico lo ha detto prima quando stavi dando di matto.> Rispose lui innocentemente.

Liam odiava Theo.

*

Liam camminò a passi pesanti verso il fuoco, le treccine che sbattevano ad ogni passo, le guance che arrossivano mentre il gruppo di adolescenti rideva di lui. Si lasciò cadere di fianco a Theo con uno sguardo torvo, le dita che si infilavano alla fine di una treccina mentre cercava di disfarla. La mamma di Penny l'aveva trascinata via cinque minuti prima quindi non era come se stesse per ferire i suoi sentimenti rovinando il suo "lavoro".

<Amo il tuo nuovo look.> Mormorò Moe.

<La tua testa sembra un polpo.> Disse Guns.

<Potete tutti cortesemente andare a fanculo.> Disse Liam, tirando più forte, il che sembrò solo ingarbugliare di più la treccia.

<Liam... Liam, Liam andiamo guardami. Liam->

<Cosa?> Scattò Liam girandosi verso Theo. Ringhiò al suono dello scatto quando la Chimera fece una foto.

<Sei una testa di cazzo.>

<Aw, andiamo Cipollino non essere così. Io penso che siano bellissime.> Disse Theo, un ghigno che gli incurvava le labbra mentre giocava con una delle atrocità a penzoloni come un gatto con un filo. Liam gli colpì la mano allontanandolo con un ringhio e continuò a tirare il casino di capelli sulla sua testa cercando di lisciarli. Cercò di combattere l'impulso di lamentarsi del soprannome. Avrebbe preferito che Theo non notasse il bracciale di cipollino che ancora aveva al polso.

<Sta' zitto, Theo.> Sospirò Liam. <Non posso credere che mi hai abbandonato con dei bambini per delle ore.>

<Voglio dire, dato che l'ultima volta in cui si sono fidati di me con una bambina di quell'età ho finito per ucciderla, ho pensato che non mi avresti voluto vicino a loro.> Disse Theo, Guns latrò una risata rumorosa.

<E tu dici che io non sono divertente?>

<Guns ha pensato fosse divertente.>

<Si chiama Guns, quanto sveglia può essere-> Mormorò Liam.

<Hey!> Ringhiò Guns mentre Moe ed Eric morivano dalle risate.

<Sai che la luna piena era ieri notte, vero? Il tuo pass per essere uno stronzo è ufficialmente scaduto.> Mormorò Theo.

<Davvero? Allora qual è la tua scusa?>

<Essere bloccato con te metterebbe chiunque di cattivo umore.> Disse Theo semplicemente.

<Sei proprio una->

<Ragazzi!> Chiamò Sam. <Non state là seduti a non far nulla. La gente ha bisogno di aiuto per riportare la roba->

<Mamaaaa.> Si lamentò Eric.

<Ora, Eric.> Eric rilasciò un altro lamento esagerato prima di alzarsi, camminando infuriato verso le famiglie in partenza. <Intendevo anche voi tre, sapete.> Disse Sammy, Moe e Guns seguirono la stessa linea di drammatici lamenti di Eric prima di andarsene. Sara, invece, rimase al suo posto, Sammy alzò un sopracciglio.

<Cosa? Tecnicamente hai detto ragazzi, io ho venticinque anni, non puoi nemmeno scambiarmi per->

<Tecnicamente anche tuo fratello è un adulto.>

<Tecnicamente, ma ha la maturità di un bambini di sei anni quindi->

<Allora per favore vai a tenere tuo fratello per mano. Non lascerò un bambino di sei anni a girovagare per la foresta da solo. Se non volevi aiutare ti saresti dovuta nascondere alla Casa de Los Figos come hai fatto ieri.>

<Non so di cosa tu stia parlando, non mi nasconderei mai per evitare di aiutare la gente.>

<Allora vai a dimostrarlo.> Disse Sammy con una nota di conclusione. Sara annuì sgattaiolando via, le spalle all'ingiù. <Voi due volete qualcosa da mangiare?>

<Liam può aiutare gli altri se hai-> Iniziò Theo.

<Siete ospiti. Non dovete avere a che fare con i lavori di pulizia. Adoro i capelli, Liam. Molto... medusa.> Disse Sammy, prima di andarsene salutandoli con la mano lasciando Theo a ridere alle sue spalle.

<Se mi aiuti a togliere queste non dirò a Scott che mi hai abbandonato con un branco di lupi mannari dagli occhi blu per più di un'ora mentre ero addormentato e indifeso.>

<Ma per favore, il tuo russare romperebbe i loro timpani prima che possano avvicinarsi abbastanza da farti del male.> Sbuffò Theo nonostante stesse iniziando ad aiutare Liam a sciogliere le sue trecce.

*

<Okay, allora questa è la mia proposta.> Disse Eric sedendosi davanti a Liam, seduto per terra rannicchiato tra le gambe di Theo mentre il maggiore si lamentava e mandava giù i santi contro i capelli ancora aggrovigliati di Liam. <Dite a mia mamma che avete bisogno del mio aiuto con questi capelli e quindi non posso aiutare nessun altro e stasera potremo condividere la tenda, ragazzi.>

<Cosa?>

<Quando tutta quella folla-> Eric annuì nella direzione verso la quale le persone stavano ancora uscendo dalla radura, le borse pesanti che quasi cadevano mentre cominciavano il loro ritorno alla civiltà. <se ne sarà andata, faremo una festa. In realtà le persone nuove non vengono invitate per tipo... almeno alcuni mesi, ma voi ragazzi ci state un casino. Quindi aiutatemi e sarete cordialmente invitati a unirvi a me e agli altri nel rubare l'alcol dei vecchi e ubriacarci nella Casa de Los Figos. E, come ho detto, potrete crollare nella mia tenda dopo.>

<Non me ne frega una minchia della festa, fai sta cosa prima che io gli tagli via tutti icapelli.> Disse Theo fermamente.

<Non ci pro->

<È come se avesse usato la colla per->

<Sono solo elastici di plastica.> Rise Eric, le dita che si facevano strada nei capelli di Liam. Liam lo lasciò vagliare i suoi capelli lentamente. <Non puoi semplicemente tirarli come i normali elastici se no si ingrovigliano ancora di più... che è ovviamente quello che voi stavate facendo.>

<Come fai a saperlo?> Chiese Liam. Sentendosi stranamente come una scimmia che veniva pulita mentre Theo ed Eric sistemavano i suoi capelli.

<Tempo fa ero come Rapunzel, i capelli lunghi fino a qui-> Mostrò la sua vita con un sorriso storto.

<Perché li hai tagliati?>

<Ero troppo vicino a Dodo quando ha acceso il fuoco una volta.> Mimò un'esplosione. <Non è stato bello.>

<Eric! Cos'ho detto sull'aiutare-> Sbuffò Sammy.

<Scusa Sammy, ci servirebbe il suo aiuto.> Disse Theo. <È un problema?>

<Non ci vogliono tre persone per slegare delle treccine. Perciò, Theo, o Eric torna ad aiutare la gente a portare la loro roba o lo fai tu.>

<Pensavo che io fossi un ospite e non dovessi fare nulla?>

<Sentiti onorato, ti sto dando il benvenuto nella famiglia.> Disse Sammy senza inflessioni. Theo sospirò, alzandosi e arruffando i capelli di Liam mentre andava.

<Se finisci col doverli tagliare, fai il video per me.> Disse Theo.

<Certamente. Credi che piangerà?> Chiese Eric.

<Nessuno mi taglierà i capelli.> Disse Liam.

*

Alla fine le forbici di Sammy non servirono e Liam era abbastanza sicuro di sapere la storia della vita di ogni membro del branco dopo che Eric aveva parlato in un costante brontolio mentre toglieva gli apparentemente infiniti elastici dai capelli di Liam.

<I tuoi capelli sono stati liberati.> Disse Eric, lasciando finalmente cadere l'ultimo elastico di plastica sulla pila formatasi. <Vuoi una birra mentre aspettiamo che gli altri tornino?>

<Mmh->

<Dodo ce ne lascerà bere una ma poi dovremo aspettare per bere bere per davvero fino a quando i vecchi andranno a dormire.>

<Perché prendersi la briga di bere? Non possiamo ubriacarci-> Eric sgranò gli occhi, un sorriso maniacale che si allargava sul suo volto.

<Non hai provato la birra corretta?>

<Mmh->

<Amico, andiamo a bere una birra su.> Eric girò Liam perché potessero vedere un Dodo addormentato. <Vecchio.> Urlò Eric. Dodo aprì pigramente un occhio.

<Cosa.> Sembrò più una minaccia anziché una domanda.

<Liam non ha mai bevuto birra corretta->

<Ovviamente non lo ha fatto. La faccio proprio per il branco-> Sbuffò Dodo, come se Eric fosse un idiota.

<Quindi stavo pensando->

<Quanti anni hai?>

<Io?>

<No, ho scordato l'età di mio nipote.> Disse Dodo senza inflessioni. Liam si fermò, incerto se fosse uno scherzo o meno. Guardò Eric in cerca di aiuto.

<Dodo, ho vent->

<So quanti anni hai.> Sbuffò Dodo. <Andiamo bravo ragazzo della porta accanto, età.>

<Uhm, sedici.>

<Ci basta. Vai a prendere tre birre, ragazzo della porta accanto, prendi posto.> Dodo non aspettò che Liam lo facesse, prese tra le mani la manica della felpa di Theo e lo fece sedere a forza giù a terra accanto a lui. In un minuto gli fu messa una bottiglia aperta in mano.

<Sapete.> Disse Liam mentre Eric e Dodo prendevano nello stesso momento un sorso delle loro bevande. <Mio padre mi ha sempre detto che se è già aperta o non ha un'etichetta, non devo bere.>

<Questo è perché potrebbe essere drogata.> Disse Dodo calmo. <Ti risparmierò la fatica dell'indovinare, queste bevande sono decisamente drogate. L'unico modo in cui si può far ubriacare un lupo.>

<E questo dovrebbe rassicurarmi?> Chiese Liam, Dodo alzò semplicemente le spalle, prendendo un altro lungo sorso dal suo drink. Liam osservò scettico le bottiglie marroni per un momento prima di seguire l'uomo anziano.

*

La prima metà della serata fu un sacco come quella precedente. Theo tornò solo per essere portato via per una corsa lupesca mentre Liam aiutava a fare il fuoco, questa volta non ci furono discussioni sulla quantità di benzina da usare. Anche se Dodo lo accese comunque soffiandoci sopra fuoco. Qualcosa che Liam non era sicuro se considerasse forte o ridicolmente stupido. Pensò che magari poteva essere entrambi. Dopo ciò cenarono, i rimanenti occupanti distesi attorno al falò. L'unica differenza era che gli adulti stavano bevendo, il che fece un po' di più di farli solo diventare più rumorosi. Dodo prese in pugno la situazione, raccontando storie sui lupi del branco prima che diventasse di sua figlia.

I pochi bambini rimanenti si raccontavano storie dell'orrore e gli adolescenti rubavano furtivamente quanto più alcol potessero.

<Se qualcuno tira fuori una chitarra e inizia a cantare canzoni country, hai il totale permesso di uccidermi.> Mormorò Liam. Le labbra di Theo si alzarono in un sorriso.

<Siamo stati tutti attraverso il deserto con un cavallo senza nome, si stava bene lontano dalla pioggia.> Cantò Eric, la voce profonda e alta. Gli occhi fissi su di loro, un ghigno che gli storceva le labbra.

<Penso ti abbia sentito.> Disse Theo.

<Tesoro quello non è country.> Disse Sammy.

<NEL DESERTO!> Urlò Eric, ignorandola. <Non puoi ricordarti il tuo nome perché->

<Per favore basta.> Sospirò Liam.

<Non c'è nessuno che ti faccia del male-> Guns e Moe si unirono, dolorosamente stonati, facendo sussultare quasi tutti. Eccetto Dodo che stava annuendo contento alla canzone, il piede che batteva il tempo scoordinato.

<Bene! Ci basta.> Rise Sammy. <Andate a fare la vostra festa segreta di cui tutti facciamo finta di non sapere nulla.>

<Non ho idea di cosa tu voglia insinuare, mamma.> Disse Eric innocentemente. <Non mi sognerei mai di fare una festa. In qualunque caso, un'urinazione di gruppo sembra proprio una fantastica idea. Moe, Guns, novellini, andiamo ad usare insieme il bagno.>

<È una scusa terribile.> Sospirò Sammy. Sara si abbassò lasciando un veloce bacio sulla guancia di sua madre.

<Non preoccuparti, terrò d'occhio gli idioti.> Disse.

<Farai meglio a portarti uno specchio allora.> Controbatté Eric, correndo già verso la parte sud del campo.

*

La "festa" si rivelò essere un assortimento di lupi mannari pronti ad ubriacarsi ed uno sterio portatile vecchia scuola alla Casa de Los Figos. Era probabilmente una delle feste più tranquille a cui Liam fosse mai stato, anche con la musica, i backstreet boys a massimo, le cascate che sgorgavano e il gruppo che urlava da una parte all'altra, le voci che si mischiavano.

Guns stava mostrando loro fieramente il suo tatuaggio, fregandose bellamente di dover stare con indosso solo l'intimo per farlo mentre faceva una piroetta per mostrare loro il serpente attorcigliato dal polso alla caviglia.

<Dove te lo sei fatto?> Chiese Liam. <Ho sentito che devi tipo... bruciare i tatuaggi dentro per i lupi mannari, non riesco ad immaginare molti tatuatori pronti a fare un flambè dei propri clienti.>

<L'ho fatto io.> Disse Sara, Guns si tirò di nuovo su i jeans contenta nel sapere che tutti avevano apprezzato abbastanza il suo tatuaggio. <Sto pianificandodi aprire il mio proprio salone il prossimo anno, ho lavorato in uno in città per quasi tre anni ormai. Ho fatto un sacco di tatuaggi per il branco. Mamma, Guns, Moe-> Moe alzò la maglia per far vedere uno smile con le zanne sopra le sue costole appuntite. <Ho fatto tipo tre tatuaggi oggi mentre tu giocavi a travestirti con Penny. Cercherei di essere modesta ma sono fin troppo brava per esserlo.>

<Cazzo sì se lo sei.> Disse Guns battendole il cinque.

<Ti farai fare il tuotatuaggio di Theidiota?> Chiese Theo, sorridendo sull'orlo della sua bottiglia di birra.

<Non sono neanche lontanamente abbastanza ubriaco per quello.>

<Farai meglio a bere allora.> Mormorò Theo. Eric in un istante era già pronto con un'altra bottiglia.

<Lo sai che lo farei.> Mentì Liam. <Ma non sono certo che farsi fare un tatuaggio nei boschi sia molto igienico.>

<Siamo lupi mannari. Non possiamo prenderci malattie.>

<Fa comunque un po' schifo.>

<Critica sempre tutto così?> Chiese Sara.

<Più o meno.> Disse Theo.

<Sto solo dicendo. Ci sono alcune cose che ti dicono di non fare. Come farsi fare un tatuaggio da una persona ubriaca con un ago che non può essere lavato come si deve.>

<È vero.> Disse Theo. <Ma tua mamma ha anche detto di non bere e stai infrangendo quella regola.> Fece scontrare la sua bottiglia contro quella di Liam come per provare il suo punto. <E hai promesso di mangiare le verdure, e stare sotto al limite di velocità, e lontano da Las Vegas. Non stai esattamente seguendo le indicazioni di tua madre fin'ora.>

<Non mi farò comunque un tatuaggio.>

<Come vuoi.>

<Okay, facciamo un gioco alcolico.> Decise Guns. <Tutte le volte che dico bevete, voi bevete.>

<Sembra un terribile gioco-> Iniziò Theo

<Bevete!> Ordinò Guns.

*

<Sei serio ora?> Chiese Liam ridendo. Poteva a malapena vedere Theo da dove sovrastava il margine dello strapiombo nella notte scura, solo lo splendore della pelle.

<Hai detto che volevi nuotare!> Chiamò Theo.

<Questo è uno di quei momenti da "ragazzo ubriaco pensa di essere superman"?>

<Sono una chimera, praticamente sono superman.> Disse Theo. Liam desiderava davvero di non essere già in acqua, così avrebbe potuto filmare quel momento.

<Stai davvero per buttarti da una scarpata?>

<Guns ha detto di averlo già fatto. Andrà bene.> Disse Theo, sbirciando oltre il bordo. Gli altri se n'erano andati una mezz'ora prima per andare a dormire. A quanto pare non sapevano cosa andarci piano e gustarsi un bicchiere significasse. Liam e Theo si erano offerti di bere le ultime birre prima di tornare al campo e poi Liam aveva proposto di nuotare. La sua unica condizione era che stavolta non sarebbe stato lanciato completamente vestito. Theo aveva ceduto, dandogli abbastanza tempo per togliersi i vestiti e rimanere in boxer prima di buttarlo dentro e poi, beh poi aveva scalato la scarpata con l'intenzione di lanciarsi da essa. <Se sopravvivo, lo farai?>

<No.> Disse Liam.

<Sono sicuro che sarebbe divertente. Tua mamma sarebbe così fiera, ti sei lanciato da una scarpata perché lo ha fatto il tuo amico.>

<E chi dice che siamo amici?> Chiese Liam, Theo si strinse il petto, rilasciando un gemito mentre "moriva" rotolando giù dallo strapiombo in un turbine di arti molli. Sparì sotto l'acqua con un forte splash. Liam non ebbe il tempo di preoccuparsi che il salto lo avesse ucciso che la sua testa tornò su. <Meritava l'oscar.> Disse Liam serio.

<Beh, grazie. Lo pensavo anch'io.> Mormorò Theo nuotando in avanti fino a quando poté toccare il fondo con i piedi.

<Non riesco a credere che chiami me dramma- cos'è quello?> Liam strizzò gli occhi al segno nero steso sulla clavicola di Theo. <Ti sei... è un tatuaggio?> Gli occhi di Theo scesero a guardare il proprio petto.

<Oh sì.> Disse Theo.

<Quando?>

<Questa mattina.> Disse Theo. <Sara ha detto che aveva una pistola per tatuaggi e sai, ne avevamo parlato e ci ho pensato perciò->

<Che cos'è?> Chiese Liam, avvicinandosi. Theo rimase dov'era, lasciando che Liam venisse da lui. Liam si fermò a qualche centimetro di distanza davanti a lui. La luce rifletteva sull'acqua illuminando il petto di Theo, facendosembrare che il tatuaggio si muovesse. <DNA.> Enunciò Liam. Era piccolo, lungo la clavicola di Theo correva solo una piccola striscia di DNA. Liam poteva vedere una piccola crepa nella catena. Come se un pezzetto ne mancasse. <Perché DNA?>

<Beh sai, mi piace biologia.> Disse Theo stringendosi un'altra volta nelle spalle, le dita che si muovevano nell'acqua lasciando piccole onde tra di loro. <E sai, chimera genetica. Non puoi dire che non renda figo l'essere un fallimento.>

Liam avvicinò la mano prima di poterci pensare meglio. La mano di Theo catturò il suo polso nel momento in cui le sue dite sfiorarono il tatuaggio, facendo restare fermo a forza Liam, il pollice appoggiato contro i primi tratti di inchiostro nero. Aspettò che Theo lo spingesse via, che allontanasse il suo braccio e facesse qualche stupido commento sullo spazio personale come se non avesse passato il novanta per cento della notte appiccicato al fianco di Liam. Ma non lo fece, le sue dita fremerono contro il polso di Liam, gocce di acqua fredde che formavano un sentiero giù per il braccio di Liam.

<Ti fa male?> Chiese Liam.

<Guarisco in fretta.> Mormorò Theo.

<Tecnicamente io guarisco più in fretta.> Disse Liam. Theo rilasciò uno sbuffo e Liam era certo che se non fosse stato così preso dall'osservare una goccia d'acqua scivolare nell'incavo della clavicola di Theo prima di scendere sopra al tatuaggio, lo avrebbe visto girare gli occhi al cielo. Anche così la presa di Theo sul suo polso era debole, lo teneva ancora ma non abbastanza forte da mandarlo via. Liam immaginò che significasse che a Theo non desse fastidio che lui lo toccasse.

Mosse il dito sulla clavicola di Theo, come se fosse capace di sentire l'inchiostro sulla pelle, come se fuoriuscisse come il braille. Non poteva, era lineare, caldo al tocco in un modo che lasciò Liam a domandarsi perché l'acqua non stesse direttamente bollendo sulla pelle di Theo. La mano sul suo polso faceva lo stesso effetto, la sua pelle che pizzicava e ardeva sotto alla presa di Theo.

Arrivò alla fine del tatuaggio e tornò di nuovo indietro con il pollice, spingendo un po' di più, guardando come la pelle ritornava al suo posto dopo il suo passaggio. Le sue dita si fermarono di nuovo, il pollice stretto nell'incavo della sua gola.

Sentì i muscoli spostarsi quando Theo deglutì, gli occhi che seguirono con attenzione il momento in cui il suo pomo d'Adamo scese per poi tornare su. Ci volle molto più controllo di quel che pensasse per non far seguire il movimento alla sua mano.

Gli occhi di Liam continuarono spontaneamente il loro viaggio verso l'alto. Dopo il collo di Theo e il suo mento coperto da una macchia di barbetta, dopo le sue labbra fino a incontrare finalmente i suoi occhi. Sentì il respiro lasciargli il corpo il momento in cui lo fece. I capelli di Theo pendevano in parte sulla sua faccia, creando ombre e facendo sembrare il suo sguardo più scuro del solito mentre bruciava dentro a quello di Liam.

Gli ricordò quello che Malia aveva detto sull'Anuk-ite, di come quando lo guardavi non potevi guardare altrove anche se sapevi che dovresti farlo. Di come il suo sguardo ti catturasse e ti immobilizzasse, rubandoti il respiro.

Le dita di Theo si strinsero di più attorno al suo polso; il suo dito tamburellò, una volta, due, proprio sopra al battito di Liam e lui si ritrovò irrazionalmente preoccupato che forse Theo potesse sentire il suo battito cardiaco mentre sapeva perfettamente che l'altro ragazzo poteva già sentirlo. Poteva sentire quello di Theo, borbottare sopra al proprio, lento e regolare facendo un baffo al suo. Guardò come Theo leccò le proprie labbra, la lingua che tornò indietro nella bocca abbastanza lentamente perché Liam notasse il modo in cui i suo labbro inferiore si piegava mentre lo faceva. Era certo che fossero più vicini di quanto ricordasse, cosa che fu dimostrata quando Theo rilasciò un esile respiro che arrivò alla guancia di Liam facendogli alzare i capelli alla base della nuca di Liam. Il suo corpo che si dondolò incoscientemente in avanti.

<Quindi ti piace?> Chiese Theo, con una voce roca ma soffice.

<Sì.> Disse Liam, la voce egualmente senza fiato, guardò come gli occhi di Theo osservarono attentamente il movimento delle sue labbra come se fosse la parola più importante che Liam avesse mai potuto dire. Liam ripassò il suo pollice sulla striscia di DNA ancora una volta, un sorriso a incurvargli le labbra quando il respiro di Theo tremò. La sua mano risalì ancora sul polso di Liam, avvicinandosi alla sua mano. Si fermò, le dita passate sotto allo stupido braccialetto con scritto Cipollino che era stato precedentemente regalato a Liam.

<Liam, cosa stai facendo?> Chiese Theo, la voce che sapeva di disperato mentre le sue sopracciglia si alzavano. Il suo battito che quasi arrivava alla velocità di quello di Liam. Liam avrebbe risposto, se ne avesse avuto la più pallida idea. Invece, seguì di nuovo il disegno con il pollice, gli occhi che tornarono alle labbra di Theo e ascoltò come il battito di Theo arrivò alla fine al ritmo imbarazzante che Liam aveva impostato. Liam abbassò lentamente la mano, le dita che rimanevano incollate alla pelle di Theo. Forse non sapeva cosa diavolo stesse facendo ma sapeva che non voleva fermarsi ancora. Theo lasciò andare il braccialetto, lasciando libera di girovagare la mano di Liam, questa che disegnava una linea giù per il suo petto fino alla vita.

O almeno era quello che voleva fare. Invece, fece circa tre centimetri prima che potesse sentire il furioso battito del cuore di Theo sotto al palmo e poi Theo saltò all'indietro. Il battito che aumentò di dieci volte fino a sembrare un colibrì. La mano di Liam ricadde inutile nell'acqua, il suo petto che si appesantiva quando finalmente riprese un respiro. Quando aveva smesso di respirare?

L'odore di paura lo investì come un pugno e rialzò lo sguardo verso Theo, che stava in piedi a diversi centimetri di distanza, la sua propria mano aveva rimpiazzato quella di Liam sul suo petto, il dito che batteva un tempo come se la sua vita ne dipendesse mentre riprendeva scatti irregolari d'aria.

<Ho bisogno di un altro drink.> Disse Theo prima di girarsi e tirarsi fuori dall'acqua.

*Natura contro Cultura = Nature versus Nurture. Espressione molto usata in America in particolare nel campo della psicologia per distinguere un comportamento derivato dalla genetica della persona oppure dall'ambiente in cui è vissuta/vive. Es: una persona nasce violenta o lo diventa?

Se mai esistesse ancora qualcuno interessato a questa traduzione 👀
Vorrei solo dire che questo capitolo è pronto da un anno e doveva solo essere corretto. Mi odio da sola.

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