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Capitolo 50.

Levi's pov.

11:18 p.m.

I soldati avevano appena terminato di riporre le ultime armi del giorno nella vettura militare, quando iniziammo a percepire un profumo sopraffino provenire dalle cucine della struttura ospitante. I ragazzi iniziarono ad avere l'acquolina in bocca, glielo si potè leggere negli occhi stanchi ed affaticati.

Li squadrai quando iniziarono in fila ordinata ad entrare nei bagni per potersi dare una ripulita prima della cena, mi parvero più sfiancati del solito nonostante fossero soldati ben allenati e dediti al lavoro, e no, non rimpiansi il fatto di non aver prestato il mio aiuto, non ero mai stato un tipo come Farlan, il finto perbenista non mi si addiceva proprio, loro erano soldati ed io un Caporale, i nostri compiti erano differenti, così era e doveva rimanere.

Mi si affiancò l'Ufficiale passandosi il dorso della mano sopra la fronte scostandovi anche dei capelli biondi inzuppati di sudore e fatica.
"Non sono bellissimi?"
Chiese con sguardo fisso sopra i ragazzi, le sue mani si poggiarono sui fianchi soddisfatto ed orgoglioso. Era sempre stato solito ad affezionarvisi, frantumandosi il cuore ogni volta in migliaia di pezzettini quando non facevano ritorno, ed io gli rimasi sempre affianco superando ogni morte come fosse la prima.

"Dovresti smetterla di affezionarti tanto"
Gli risposi guardando nella sua stessa direzione, le braccia conserte e con la consapevolezza che quell'uomo sarebbe stato demolito dal dolore altre infinite volte e che io non avrei potuto farci nulla per fermare quella sua autodistruzione, perché era fatto così.

È proprio per questo che tengo così tanto a te Farlan, riesci dove io pecco in continuazione, ti prego, continua a tenere a quei ragazzi anche da parte mia, resisti e io ti rincollerò ogni volta finirai in mille pezzi...

Non mi rispose mai, si limitò a sorridere verso la folla di soldati stanchi e a tratti soddisfatti del proprio lavoro, entrambi consapevoli che il biondo non avrebbe mai smesso di amare il suo lavoro e i suoi uomini.

Finita anche la cena, i ragazzi si dilettarono al gioco di carte attorno ad un falò improvvisato, nelle mani reggevano boccali di birre e fu come se tutta la stanchezza accumulata in quella giornata fosse stata ripagata appieno e addirittura superata, lasciando spazio a poche ore di spensieratezza che gli avrebbe giovato sia in modo fisico, ma sopratutto in modo psicologico.

Non mi opposi a tale decisione ma nemmeno l'approvai, mi resi neutrale e permissivo decidendo di chiudere un occhio al riguardo, alloggiando all'interno della mia tenda piuttosto isolata rispetto a quella dei soldati, ma affiancata invece, a quella dei miei colleghi.

"Andiamo Levi, vieni a fare un sorso"
Provò a persuadermi il biondino affacciandosi alla mia tenda, un braccio fisso sopra la struttura in ferro che sosteneva il tendaggio e l'altra che reggeva un boccale di birra arrivato ormai a metà, la sua figura si dovette visibilmente abbassare per poter far scorgere il viso.

"Non mi interessa partecipare e io non bevo quella roba"
Lo ammonii io accavallando la gamba sull'altra ed appoggiando il gomito sopra il poggiolo della sedia facendovi gravare sopra il palmo, il peso del mio capo.

"Mio Dio Caporale, così invecchierà prima del previsto"
Mi stuzzicò lui abbozzandomi un sorriso provocatorio seguito da un fugace occhiolino.

In tutta risposta roteai gli occhi al cielo esasperato dalla sua insistenza.

"Qui c'è qualcuno difficile o sbaglio? Mi dica Ufficiale, quest'uomo è sempre così rigido?"
Vidi comparire anche la figura del Generale davanti alla mia tenda, facendo sollevare il capo al biondino che gli rivolse un sorriso amichevole e sinceramente divertito.

Dell'uomo potei solo scorgere dalle spalle in giù dato che era nettamente più alto della tenda, lo vidi abbassarsi sbirciando all'interno.
"Quest'uomo per sua informazione ha un nome"
Lo bacchettai io corrugando le sopracciglia stizzito.

Li vidi ridere all'unisono.
"Coraggio Caporale, non faremo rapporto a nessuno del suo sgarro"
Continuò Erwin non riuscendo a trattenere un sorriso sincero.

Presi un gran respiro per reprimere il mio nervosismo alzandomi subito dopo varcando l'uscita della mia tenda, scostai in malo modo entrambi gli uomini, che in tutta risposta assunsero un'espressione sorpresa quanto divertita.
Affianco ai due biondi sembrai sul serio perdere di credibilità, entrambi dotati di un'altezza considerevole mi parvero schernirmi.

Raggiungemmo assieme il centro dei festeggiamenti e come mi aspettai non era certo un posto per me, troppe persone, troppi rumori e troppa attività.
Farlan raggiunse subito il suo gruppo di uomini lasciandomi solo assieme a Smith.

"Non trova sia fantastico come i nostri ragazzi siano entrati tanto in sintonia?"
Mi chiese a braccia conserte.

"Mh"
Mi limitai a dire nascondendo le mie mani all'interno delle tasche della divisa.
Nel frattempo si accese un sigaro e lo stesso feci io afferrando una Golden bat fra le dita, il fumo iniziò paradossalmente a rendere più lucidi i miei pensieri, permettendomi di mettere a fuoco la situazione di spensieratezza dinnanzi a noi.

"Generale!"
Una voce fin troppo familiare acquistò la nostra attenzione, il moro si piazzò davanti alle nostre figure con occhi grandi e lucenti.

"Jeager, dimmi"
Lo accolse lui con una lieve risatina dovuta all'eccitazione del ragazzo ancora fin troppo immatura per un soldato.

"Oh... buonasera Caporale"
Mi salutò poi, abbassando tempestivamente lo sguardo a terra, le sue guance già arrossate per il colore del fuoco riflessovi sopra, presero ad accaldarsi ancora di più.

Gli feci un cenno col capo tornando ad aspirare convulsamente dal filtro della sigaretta.
Il biondo mi lanciò un fugace sguardo ammiccante che decisi di evitare in modo categorico, sapevo fosse consapevole della nostra situazione già da diverso tempo e nonostante quello, decise comunque di non riferire, né agire in nessun modo, trovandolo decisamente bizzarro come comportamento.

"Dicevi?"
Riprese il Generale guardando verso il ragazzo ormai completamente bloccato dalle sue emozioni.

"S-sì! La stavamo cercando noi soldati per fare un boccale insieme, ci teniamo davvero tanto che venga..."
Continuò lui tornando all'obiettivo di quella discussione.

L'uomo gli scompigliò i capelli in modo affettuoso e a tratti paterno volgendogli un sorriso docile che raramente riscontrai nel suo viso.
"Mi farebbe piacere"
Accettò l'invito con piacere.

"La prego, ci raggiunga anche lei"
Si affrettò a dire Eren con sguardo entusiasta come quello di un bambino.
Addolcii istintivamente il viso dinnanzi a tali lineamenti.

"Non mi sembra il caso"
Risposi tentando di non scompormi troppo.

Erwin scosse il capo in segno di disapprovazione dietro il moro così da farsi vedere solo da me.
Lo vidi appoggiargli le mani sulle spalle.

"Sono certo riuscirai a convincerlo, vi aspettiamo con gli altri"
Disse abbassandosi il giusto da poterglielo confidare guancia a guancia puntandomi un sorriso beffardo.

Storsi il naso assottigliando gli occhi.
A che gioco stai stai giocando Erwin?

Il ragazzo in tutta risposta si voltò verso il Generale con sguardo teso ed imbarazzato.
"EH?!"
Si lasciò sfuggire ad occhi sgranati verso l'uomo che aveva già preso a camminare volgendoci un saluto con la mano alzata.

Sbuffai dal naso in un gesto ironico e divertito.
"Ti imbarazza stare in mia presenza?"
Gli chiesi senza mezzi termini.

Lo vidi accaldarsi maggiormente stringendosi con due dita il colletto della divisa pulita, come per renderla meno stretta sul suo collo.
"N-no ma che dice..."
Rispose titubante.

Lo guardai scettico con un sopracciglio appena sollevato, in tutta risposta il ragazzo iniziò ad agitarsi diventando irrequieto.
"Oh verdammt! Sì, mi imbarazza parecchio essere in sua presenza..."
Iniziò convinto per poi far scemare il suo coraggio in un sussurro.

Continuai a fissarlo senza proferire parola e portando la sigaretta alle labbra in modo lento e concentrato, il moro si perse temporaneamente nel mio gesto socchiudendo appena la bocca.

Attorno a noi vi era la più totale confusione non facendoci saltare all'occhio da nessuno in particolare.

"E per quale motivo?"
Chiesi a tono volutamente basso continuando a fissarlo ammiccante.

Lo vidi deglutire in modo pronunciato.
"Lei mi... non lo so mi fa provare delle sensazioni strane"
Aggiunse abbassando lo sguardo verso i suoi scarponi che iniziarono a disegnare cerchi nella sabbia in modo nervoso.

Feci scorrere la lingua sul palato in un gesto istintivo dischiudendo le labbra e facendone uscire del fumo.
"Non c'è niente di male ad ammettere che ti eccito, te l'ho sempre detto"
Dissi tentando di rassicurarlo nonostante non ne fossi effettivamente in grado, difatti mi puntò uno sguardo sconvolto ed adornato da un velo di rosso sulle guance.

"N-non ho detto questo!"
Mi rimproverò puntandomi l'indice addosso preso dall'imbarazzo.
Mi ritirai col viso leggermente indietro per il gesto improvviso alzando le sopracciglia. Non appena se ne rese conto, ritirò immediatamente la mano mordendosi le labbra in gesto d'estremo disagio.

"Come vuoi"
Finii io sincero gettando a terra la sigaretta arrivata ormai al filtro, riportai le mani all'interno della divisa voltandomi di tre quarti.

"Ci vediamo"
Aggiunsi rivolgendogli un cenno col capo ed iniziando subito dopo ad incamminarmi verso la mia tenda.

Eren's pov.

Non avrei potuto permettermi di sprecare una tale occasione per via della mia testardaggine, così raggiunsi l'uomo afferrandolo saldamente per una spalla procurandomi lo svolazzamento di milioni di farfalle nello stomaco.

Il corvino si voltò non troppo sorpreso.
Mi morsi l'interno della guancia già pentito di quello che feci.
"Ehm... sì, allora, volevo chiederle se..."
Le parole mi morirono in gola e lo sguardo impaziente del Caporale si spostò presto sulla mia mano tesa a stringere la sua spalla.
Mollai la presa subito dopo maledicendomi fra me e me.

"Riformulo"
Dissi poi, più per me che per lui, nel frattempo mi guardò confuso e a tratti divertito dal mio modo impacciato di pormi.

Presi un corposo respiro arraffando tutta l'aria possibile.
"Volevo chiederle se sì, insomma, potessimo... no, non così, volevo dire-"
Mi bloccai definitivamente quando l'uomo si voltò del tutto verso la mia direzione avvicinandosi pericolosamente alla mia figura alzando il viso così da farlo sfiorare col mio.
Si passò la lingua sul palato socchiudendo appena le labbra, mi sentii svenire in quell'istante, una considerevole erezione prese spazio fra le mie gambe.

"Fila subito nella mia tenda"
Mi ordinò lui ad un soffio dalle labbra.








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