Capitolo 45
Eren's pov.
10/04/1945 - 1:05 a.m.
Era passato un mese da quando noi americani sbarcammo in Giappone, le nostre abitudini, la nostra lingua e la nostra identità subirono uno stravolgimento totale, molti riuscirono ad adattarsi subito, mentre altri non ne sarebbero mai stati in grado e non li avrei biasimati, noi non facevamo parte di quel mondo e mai ne avremmo fatto parte, eppure quando mi ritrovai quella sera nello stesso letto del Caporale mi sentii come se non ci fosse nessun altro posto nel quale sarei dovuto essere, tutto combaciava alla perfezione come pezzi di un puzzle.
Lo raggiunsi nella sua cabina, l'atmosfera era calda e accogliente, non vi fu eccitazione nell'aria, ma affetto, bisogno estremo di conforto e tranquillità, non sapevo ancora cosa fosse accaduto, ma solo il fatto di riuscire a calmarlo con la mia presenza mi scaldò il cuore, per la prima volta dopo anni riuscii a sentirmi importante per qualcuno, aveva bisogno di me e io ci sarei stato.
Noi non facciamo parte di questo mondo e mai ne avremmo fatto parte...
Tentai di scacciare quei pensieri il più velocemente possibile anche se fu più semplice di quanto mi aspettassi, Levi una volta chiusa la porta alle sue spalle iniziò a sbottonarsi la giacca, il suo viso reclino verso l'indumento mi fece comprendere che il suo intento non era quello di provocarmi, ma bensì quello di mettersi comodo, così tentai di reprimere al meglio le mie gote rosse e i miei pensieri poco casti.
Lo vidi sollevare appena lo sguardo verso il mio con un sopracciglio alzato in un'espressione ammiccante e di scherno.
"Non vorrai mica fare sesso?"
Chiese abbozzando una lieve risatina.
Iniziai ad avvampare, il mio sguardo si abbassò automaticamente verso i miei piedi e i miei capelli iniziarono a cadermi a ciocche davanti al viso, mi sarei voluto seppellire in quel momento.
"C-che cosa glielo fa pensare?! No che non voglio!"
Gli risposi io sulla difensiva, perché quell'uomo era in grado di mettermi in soggezione in ogni tipo di situazione. Lo guardai dritto negli occhi per non cadere nella tentazione di naufragare nelle sue onde, nei suoi pettorali pronunciati e lisci e il suo busto che andava a stringersi in vita.
Lo vidi avvicinarsi appoggiando nel frattempo la divisa piena di stemmi sullo schienale della sedia in modo ordinato, mi raggiunse ritrovandoci a poco più di un palmo dal viso. Deglutii rumorosamente, il calore del suo corpo iniziò a pervadermi, mi accarezzò con due dita la guancia in un gesto delicato e appena accentuato.
"Mh, peccato"
Rispose guardandomi dritto negli occhi, nonostante il dislivello di altezza Levi sembrava molto più alto di me e tutto ciò mi affascinava, come il carattere di un uomo cambiasse completamente la prospettiva su di esso.
Mi morsi l'interno delle guance con i canini come per auto-infliggermi una punizione, la risposta del corvino fu del tutto inaspettata e se solo gli avessi risposto in maniera differente in quel momento mi sarei ritrovato a novanta e il pensiero non mi dispiacque affatto.
"S-se vuole..."
Tentai di rimediare, ma la mia agitazione non mi permise di finire nessuna frase.
L'uomo mi guardò impassibile senza interrompermi, come se volesse vedere fin dove mi sarei spinto e lo odiai per questo.
"Se voglio cosa?"
Chiese guardandomi assottigliando appena gli occhi.
Mi sentii mancare un battito per l'imbarazzo, il mio viso continuò a scaldarsi rendendomi di un rossastro che non accennava a diminuire.
"No nulla, lasci perdere..."
Finii per rispondere dopo una manciata di secondi di silenzio una volta riuscito ad acquistare un minimo di coraggio e amor proprio.
Posò entrambe le mani sui miei fianchi, le dita si mossero delicate sui miei lineamenti facendomi rabbrividire dal piacere, le fece scorrere sù e giù in modo lento e sensuale iniziando a percepire il mio intimo sempre più stretto.
"Pensi davvero che non lo staremmo già facendo se lo avessi voluto?"
Domandò retoricamente sussurrando, i suoi occhi si spostarono sulle mie labbra, iniziai ad abbandonarmi sotto il suo tocco elegante e delicato. Smosse una mano sul mio viso facendo passare il suo pollice sulle mie labbra, d'istinto le socchiusi.
"E non vuole?"
Chiesi sussurrando a mia volta.
Scosse il capo in segno di dissenso accarezzandomi subito dopo il volto.
"No Eren, non ora"
Tentai di ricompormi, effettivamente ci ritrovammo nella sua camera per parlare della guerra e non per unirci nel modo più completo possibile.
Si staccò dal mio corpo appoggiandosi al letto per slacciarsi gli scarponi, la sua schiena appena ricurva mi saltò all'occhio come un raggio di luce, ne ero ipnotizzato, non riuscii a trovare nessun altro soggetto in grado di farmi distogliere lo sguardo.
Una volta privatosi delle scarpe si passò una mano sul collo e sulla rasatura dei capelli dietro la nuca, come se gli dolesse, tirò un corposo sospiro e mi rivolse uno sguardo.
"Puoi metterti a tuo agio se vuoi, non mordo"
Mi suggerì.
Sorrisi riuscendo a ricompormi del tutto, nonostante fosse in grado di mettermi estremamente a disagio, era allo stesso modo in grado di farmi sentire come a casa.
"Sul fatto del mordere non ne sarei del tutto sicuro"
Risposi abbozzando una breve risata che l'uomo contestò con una scossa appena accennata del capo e un lieve sorriso a labbra strette. I suoi occhi incrociarono i miei con una luce che mai gli notai prima, come se mi stesse apprezzando nella mia interezza, mi sentii tre gradini sopra a chiunque, il cuore mi martellò incessante nel petto.
"Dai vieni qui"
Mi suggerì facendomi un cenno a mezz'aria con la mano, obbedii senza farmelo ripetere sfilandomi nel frattempo la divisa e buttandola a terra senza troppa grazia come ero abituato ormai da anni.
"No, quella raccoglila e mettila a posto, se c'è una cosa che non sopporto è il disordine"
Mi disse il corvino, una gamba accavallata all'altra, il gomito appoggiato ad essa e il mento retto dal palmo della mano.
Eseguii i suoi ordini senza esitare, per quanto lo trovassi inutile non gli porsi alcuna domanda raccogliendo l'indumento e piegandolo alla bell'e meglio poggiandolo sulla scrivania e raggiungendo l'uomo subito dopo.
Decidemmo di rimanere entrambi con i pantaloni, sapevamo come sarebbe potuta finire se ce li fossimo sfilati, così rimanemmo con solo il busto scoperto, che bastò ed avanzò per quel giorno, ci sistemammo sotto le coperte imbottite e ben profumate, il corvino posizionò il capo sul mio grembo chiudendo gli occhi.
Di primo impatto un velo di rosa mi ricoprì le guance, ma come iniziò a parlare mi resi conto che non fosse il momento per pensare a quelle cose.
"Hanno tentato di bombardare l'Ufficiale"
Disse con ancora gli occhi chiusi, le mie mani intrecciate fra i suoi capelli si fermarono di colpo, mi sentii la gola improvvisamente secca.
"Il signor Church?"
Chiesi tentando di apparire il più normale e naturale possibile.
"Già"
Rispose freddamente aprendo un occhio.
"Perchè ti sei fermato?"
Mi chiese riferendosi alle mie mani.
Puntai uno sguardo su di esse sbattendo per un paio di volte gli occhi, come a voler tornare alla realtà, annuii e continuai a fargli dei grattini lungo il capo per finire sul collo.
L'uomo richiuse gli occhi tornando a rilassarsi fra le mie braccia estremamente tese.
"Sapete già a che nazionalità appartenessero?"
Chiesi tentando di sembrare sorpreso.
"Non ancora in realtà, volevo sapere un tuo parere personale"
Disse poi, il suo tono apparve tranquillo e risoluto.
"I-io? Ma Caporale io non conto come pensiero in queste situazioni"
Tentai di apparire il meno sfacciato possibile nonostante ne fossi rimasto lusingato.
Aprì nuovamente gli occhi, da quella distanza potei notare un accenno di azzurro in quelle pozze grige e fredde, mi passò una mano sul volto.
"Se l'ho chiesto è perché voglio saperlo"
Mi riferì, aveva un modo tutto suo per essere cordiale, qualsiasi cosa si sentisse di dire la proferiva e nel modo più diretto e tranquillo possibile destabilizzando chiunque.
Accennai un sorriso lasciandomi cullare dalla sua mano a mezz'aria che toccava la mia guancia.
"Potrebbero essere australiani, d'altronde erano un gruppo e a noi sono arrivati solo in cinque"
Dissi tentando di sviare completamente le indagini.
Tolse la mano riponendosela in grembo, gli occhi tornarono a chiudersi.
"Noioso"
Rispose seccandomi, d'istinto incurvai le sopracciglia.
"C-come sarebbe a dire scusi? Mi ha chiesto un parere e io gliel'ho fornito"
Cercai di mantenere la calma, quell'uomo alle volte mi dava sui nervi, ed era forse anche per quello che mi attirava tanto, il fatto che mi mettesse sempre in discussione.
"Ti ho chiesto un parere, non certo una noiosa considerazione"
Contestò voltandosi di lato dandomi le spalle, sentii il suo braccio allungarsi verso le mie gambe iniziando ad accarezzarle.
"B-bhe allora che cosa si aspettava di sentirsi dire?!"
Replicai perdendo quel poco di pazienza che mi rimaneva.
"Speravo che un ragazzo giovane come te spaziasse molto di più con l'immaginazione, mi sarei aspettato un sono sicuramente degli americani, non un semplice sono australiani"
Mi riferì ancora voltato di schiena appoggiato sulle mie gambe.
Il mio cuore perse un battito e il corpo si appesantì istantaneamente, sapevo di non poter far ricadere nessun sospetto, me la sarei dovuta cavare a tutti i costi.
"Mi piace rimanere con i piedi per terra signore"
Gli riferii con decisione e fermezza.
Lo vidi voltarsi nella mia direzione smuovendo le coperte sotto il suo corpo.
"Ci avrei scommesso"
Disse con voce tagliente.
Strinsi i denti deglutendo faticosamente.
"Mhh, sei bello Jeager quando hai quest'aria preoccupata addosso"
Mi sussurrò baciandomi l'addome, le sue labbra si poggiarono in modo delicato ai miei lineamenti appena pronunciati provocandogli un leggero brivido.
Arrossii istantaneamente, nonostante fossi preoccupato, il suo modo di porsi mi rese vulnerabile ad ogni suo tocco.
Avvolse una mano al mio fianco alzando appena il collo per poter continuare a baciarmi il busto.
"Puoi dormire qui se vuoi"
Mi sussurrò alzandosi del tutto dalle mie gambe.
Sgranai gli occhi.
"M-ma signore, domani-"
"Domani ci sveglieremo presto, ormai è tardi, desteresti più sospetti in questo modo"
Annuii, lo trovai un ragionamento più che plausibile.
Si apprestò per spegnere la lampadina ritrovandoci al buio, scivolammo dolcemente fra le coperte e mi accucciai fra le sue braccia possenti che mi accolsero senza indugiare.
Fu un quei momenti nel quale mi sarei voluto presentare con la mia vera identità, così che avesse avuto modo di baciare non solo il mio personaggio ma anche la mia persona, perché mi stavo innamorando e morivo dalla voglia di fargli conoscere la mia cultura, la mia casa e le mie abitudini, ma ogni volta finivo per mordermi la lingua e lasciar perdere.
Quando Levi lo scoprirà gli farai cadere il mondo addosso Eren...
Spazio autrice.
Buonasera ragazzi!
Come statee? Raccontatemi tutto, che fa sempre bene parlare un po' :)
Ad ogni modo, problemi di wattpad a parte, fra domani e dopodomani dovrebbe uscire il nuovo progetto sulla coppia più sofferente e tragica della storia :') spero possiate trovare un attimo per leggerla e dirmi che cosa ne pensate, ma per ora vi auguro solo una buona serata e un buon inizio week end♡
- Sof.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro