Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

*Zap 28*

Il pezzo in corsivo è un ricordo.

"Sai quando penso che noi
avevamo appena mille tramonti a metà
e una luna intera
per essere tutto e tu non ti volti ancora
e non sorridi ancora
e non sorridi ancora"
(La tua pelle bianca senza nei)

Omar's pov

Non sapevo più quanti giorni erano passati da quando mi avevano rapito dall'ospedale, rinchiudendomi in questa sotto specie di cantina malconcia.
Il forte odore di chiuso, mescolato con quello nauseante del mio sangue, rendeva l'abitacolo ancora più schifoso, procurandomi pure il senso di vomito.

Non vedevo la luce del sole da tempo... Troppo tempo.
L'unica luce a cui i miei occhi erano sottoposti, era quella artificiale prodotta dalla lampadina appesa sopra la mia testa.

Avevo totalmente perso la sensibilità su tutto il mio corpo. Non riuscivo più a percepire alcun dolore.

Come potevo percepirlo?

Ero distrutto.

I denti me li avevano tolti quasi tutti, facendoli ricadere ai miei piedi, lasciando che il sangue uscisse dalle mie gengive, senza sprecarsi di pulirmi.
Le ginocchia non esistevano più. Erano rotte e, molto probabilmente, se fossi uscito vivo da questo inferno, non sarei mai tornato a camminare.
Zayn mi aveva tranciato via tre dita. Le aveva tagliate senza batter ciglio. Fortunatamente, Jack si era preso la briga di fasciarmi le mani, fermando l'emorragia.

In parole povere?
Era un miracolo se ero ancora vivo.

"Da quanto sono qui?" chiesi con un filo di voce.

Avevo perso la cognizione del tempo, oramai.

"Una settimana" rispose Jack mentre mi portava alla bocca una cannuccia posta dentro un bicchiere colmo d'acqua, per permettermi di bere.
"Bevi" mi ordinò.

"Morirai, ma non per disidratazione" annunciò il pakistano.
"Ora vado. Jack, tu sai che fare" disse.

Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio annuì ed il moro se ne andò, lasciandomi solo nelle grinfie del mio presunto angelo della morte.

Zayn's pov

Era quasi l'alba quando, completamente stanco, arrivai a casa Tomlinson. Parcheggiai l'auto davanti all'abitazione e scesi dal veicolo. Strascinai a terra i piedi, recandomi verso l'ingresso.
Infilai la mano in tasca, cercandovi al suo interno il mazzo di chiavi. Le estrassi e mi soffermai a guardare il piccolo portachiavi lucente che formava la scritta "Family" che ornava il mazzo di chiavi.
Vi ci passai sopra il pollice, ritrovandomi senza volerlo a pensare al giorno il cui lei me lo aveva regalato.

Era il 12 Gennaio, il giorno del mio compleanno.
Tra i mille problemi legati con mio padre, il rapimento del nostro ometto, il tanto atteso arresto di papà, avvenuto due giorni prima e, il desiderato rappacificamento con la ragazza che amavo, era arrivato il giorno in cui avrei compiuto ventotto anni.

Non mi aspettavo minimamente di ricevere una festa di compleanno. A me bastava semplicemente passare un giorno tanto importante con le persone a cui tenevo tantissimo, la mia famiglia.

Dopo essermi cambiato ed aver ricevuto gli auguri da parte della mia sorellina, infilai il cappotto ed uscii di casa, dirigendomi a piedi a casa della mia ragazza.
Una volta arrivato, suonai al campanello, udendo per tutta risposta, dall'interno della casa un "Arrivo" detto dalla melodiosa voce di Darcy.
Non appena mi aprì la porta, potei vedere la sua faccia assumere una strana espressione. Un misto tra il sorpreso ed il nervoso.

"Zay. Pensavo arrivassi più tardi" farfugliò spostando lo sguardo da me in direzione della cucina. "Vuoi entrare?" chiese.

Mi avvicinai a lei e, quando le fui a pochi centimetri di distanza, notai la sua guancia sporca di farina.
Stava combinando qualcosa.
Sollevai in aria la mano, pulendole col pollice la guancia.

"Vuoi lasciarmi qua fuori, al freddo, il giorno del mio compleanno?" le domandai di ribatto io a fior di labbra.

Una volta entrato in casa, andammo in cucina, o meglio, in un campo di battaglia.
Non appena misi piede al suo interno, il mio naso fu invaso dal gradevole profumo di dolci appena sfornati.
Tutta la penisola della cucina era ricoperta da varie terrine, cucchiai, spatole ed altri attrezzi per fare dolci.
Posai il mio sguardo verso il tavolo, notandovi appoggiate sopra delle teglie.
Curioso, raggiunsi il tavolo, ammirando i vari strati di torta perfettamente cotti.

"Doveva essere una sorpresa" annunciò.

Mi voltai, guardandola negli occhi. Le andai incontro, fermandomi poco distante dalla sua esile figura.
Le sistemai dietro l'orecchio una ciocca ribelle di capelli che era sfuggita dalla sua coda alquanto disordinata, appoggiandole subito dopo entrambe le mani sui fianchi.

"Grazie" esortai dopo alcuni minuti di silenzio. Darcy alzò un sopracciglio, non capendo a cosa mi riferissi. "Forse i "grazie" non bastano, ma non so che altro dirti se non grazie per avermi sopportato per tutto questo tempo. Grazie per aver deciso di tenere Leroy. Grazie per averlo cresciuto in modo perfetto. Grazie per avermi accettato coi miei centinaia di difetti e pochissimi, anzi, nulli pregi. Grazie per avermi fatto rientrare a far parte della tua vita, permettendomi di crescere assieme a te, il piccolo. Grazie per avermi perdonato ancora dopo tutto quello che ti ho fatto passare.
Grazie per avermi amato e per amarmi tutt'ora. Grazie amore mio, per tutto" dissi tutto d'un fiato.

La mia piccola si portò le mani sul viso, affrettandosi ad asciugarsi le piccole lacrime che avevano preso ad uscire dai suoi zaffiri.
Mi circondò il collo con le braccia, attirandomi maggiormente a se, stringendomi in un caloroso abbraccio.

"Ho un regalo per te" disse sciogliendo l'abbraccio.

"Non dovevi" risposi guardandola mentre recuperava una piccola busta.

"Non è nulla di che anzi, molto probabilmente fa schifo come regalo, ma mi piaceva" confessò lei porgendomi il piccolo dono.

Aprii la busta color verde, facendo ricadere nella mia mano un portachiavi lucente che formava la scritta "Family". Lo ammirai attentamente, rigirandomelo fra le dita.

"So che è banale come regalo, dato poi dalla tua ragazza, ma la scritta rappresenta una cosa importante" cominciò contorcendosi le mani.
"Non hai mai fatto parte di una famiglia per colpa di tuo padre ed ora... Beh... Ora hai me e Leroy. Siamo la tua famiglia e lo saremo sempre" farfugliò impacciata. Anche se mi conosceva da poco più di due anni, s'imbarazzava come un tempo. "Se non t-" riprese a parlare.

Le impedii di continuare il suo discorso, appoggiando delicatamente le mie labbra sulle sue, dando vita ad un dolce bacio che, poco dopo, si fece più intenso. Dopo un po' mi staccai da lei, sussurrandole un "É perfetto amore"

Abbozzai un piccolissimo sorriso al ricordo, ricacciando indietro le lacrime che minacciavano ancora una volta di sgorgare dai miei occhioni.

Aprii la porta di casa e, silenziosamente, salii le scale, percorrendo in punta di piedi il piccolo corridoio, raggiungendo la cameretta di mio figlio. Accesi la luce del corridoio e pian piano abbassai la maniglia, aprendo la porta.
Entrai, raggiungendo il lettino di Leroy.
Mi soffermai per non so quanti minuti, ad ammirare il suo piccolo corpicino, totalmente rilassato, dormire beatamente.

Era tremendamente bellissimo. Lo era sempre ma quando dormiva lo era ancor di più. Poi dormiva con la bocca appena schiusa come la sua mamma.

"Zayn?" la calma voce, ancora impastata dal sonno di Louis, risuonò leggera alle mie spalle.

Coprii il piccolo, cercando di non macchiare le coperte con le mani sporche, poi mi affrettati a raggiungere Tomlinson che se ne stava mezzo addormentato dallo stipite della porta.
Uscii, richiudendomi alle spalle la porta.
Appena fui avvolto dalla luce del corridoio, vidi Louis sgranare gli occhi di fronte alla mia figura.

"O mio Dio!" esclamò. "Che ti è successo?" domandò alquanto preoccupato. Non risposi.
"Zayn sei ricoperto di sangue!" annunciò alzando la voce.

Come se non lo sapessi di essere sporco.

"Non è mio" precisai mantenendo la calma.

"Che cosa hai combinato? Con chi hai fatto a pugni?"

Risi. Magari avessi fatto a pugni con qualcuno. Ero andato oltre ai pugni. Letteralmente.

"Quello che avrei dovuto fare da subito" risposi semplicemente, guardandolo dritto negli occhi.

Louis intuì tutto e cominciò a blaterare un infinità di "no", che mi infastidivano e basta.

"L'ho massacrato. Ho torturato Omar" bisbigliai. "E sai la cosa bella qual'è?" chiesi. Lou negò col capo. "Mi è piaciuto!" esclamai. "Mi è piaciuto assistere a come i suoi denti si toglievano senza il minimo problema. Mi è piaciuto udire le sue ossa sfracellarsi a contatto con la mazza da baseball ed il trapano" confessai strofinandomi le mani, cercando di togliere, inutilmente, il sangue di Omar che si era seccato sulle mie mani.

"L-lo h-hai uc-ucciso?" chiese balbettando.

"Tu che avresti fatto Louis? Se tu ti fossi trovato al mio posto, come avresti agito?" domandai con un tono di voce elevato.
"Come avresti reagito se ti fossi ritrovato davanti agli occhi la persona che ti ha portato via la persona più importante della tua vita?" domandai ancora.
"Mi ha portato via Darcy! Mi ha privato della mia felicità! Mi ha tolto tutto! Tutto!"

"Pensi di essere l'unico ad aver perso qualcuno di importante?" domandò di ribatto il liscio.
"Al novanta per cento di probabilità, perderò mia sorella, Zayn! Perderò la persona che ho cercato di proteggere, che ho cresciuto da solo, rinunciando alla mia adolescenza per lei" disse con le lacrime agli occhi.
"Non sei l'unico che si sente una merda. Non l'ho protetta, fallendo come fratello" continuò. "Ma non avrei mai agito così" concluse. 

Si allontanò da me, dirigendosi verso la camera da letto. Solo quando aprì la porta, si voltò dicendo un "Darcy non lo avrebbe voluto. Mai"

---

Era  da poco più di un oretta che ero giunto alla mia seconda casa, ovvero l'ospedale.
Stranamente, ero riuscito a mettere sotto i denti qualcosina, giusto per placare i forti rumori provenienti dal mio stomaco, che da una settimana diceva un disperato "pietà", visto l'assenza di cibo a cui era stato sottoposto.

Presi un caffè al bar dell'immensa struttura ospedaliera, giusto per svegliarmi il più possibile, dato che dormivo praticamente in piedi, sembrando un morto vivente per come ero preso.
Una volta pagato, frettolosamente mi recai al quarto piano, al reparto dove si trovava la mia ragazza.
Uscii dall'ascensore, svoltai l'angolo ed eccomi nuovamente davanti alla stanza 18.

Appesi la giacchetta di jeans nell'appendi abiti posto nell'angolo della stanza, dietro la porta.
Spinsi verso il lettino la poltroncina, che oramai aveva preso la forma del mio sedere, facendovi ricadere di peso il mio corpo, provocando così un leggero tonfo.

Tanto non aveva procurato neanche un piccolo movimento da parte del mio piccolo e fragile angelo.
Lei continuava a dormire come se nulla fosse.

La presi per mano e cominciai a raccontarle quello che era successo nell'ultima settimana, non tralasciando alcun particolare.
I medici avevano detto che potevo tranquillamente parlarle perché, anche se in coma, lei riusciva a sentire tutto, e magari udire delle voci famigliari, l'avrebbero aiutata a svegliarsi.

Stavo parlando quando sentii una piccola stretta alla mia mano. Fu una rapida e leggera stretta, ma la sentii perfettamente.

"Ti prego rifallo amore" esclamai incredulo di fronte a quanto era successo.

Chiamai immediatamente Louis e Harry riferendogli quello che era appena accaduto.
Appena attaccai la chiamata, uscii dalla stanza, cercando un medico.

---

"Mi dispiace molto deludervi, ma la ragazza non da alcun segno di miglioramento" annunciò il medico mentre controllava con una piccola torcia gli occhi di Darcy.

"Ma Zayn ha detto che gli ha stretto la mano" disse esasperato Harry.

"Non è possibile" insistette il dottore.

"Lei mi ha stretto la mano!" esclamai disperato. "Louis, Darcy me l'ha stretta per davvero" borbottai.

Posai il mio sguardo sul corpo steso sul lettino della mia  ragazza, quando vidi le dita della sua mano destra muoversi una volta, per poi ripetere il gesto.

"Guardate. Si è mossa. Ha mosso le dita"

Il medico si avvicinò nuovamente a lei, ricontrollandola per la seconda volta. Stava per prenderle la mano quando il braccio della mia ragazza si spostò appena.

Non mi ero immaginato tutto.

La mia piccola si era mossa per davvero ed ora pure lui lo aveva visto.

"Non è cosciente" esortò il dottore dopo averla visitata di nuovo.
"I movimenti che ha, sono dei semplicissimi spasmi dovuti dai muscoli e dai nervi che, essendo da troppo tempo fermi, li creano, facendo credere ad un miglioramento che non c'è" spiegò. "Mi dispiace molto" disse dispiaciuto uscendo, lasciandoci soli.

"Sai quando penso che poi ci bastava appena
un decimo d'attimo e non una vita intera
per avere tutto e poi
che cosa resta di noi?
solo un ricordo di noi"
(La tua pelle bianca senza nei)

2112 Parole!
Pensavate nel risveglio, e invece niente.
Mancano due capitoli (epilogo compreso).

Domandine: vorreste un epilogo della lunghezza dei capitoli, oppure lo volete più corto?
Cosa vi aspettate dal finale? Happy end? Sad end? (Quando mai) Terzo volume? Spin-off?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro