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Lorenzo Sbragia

Ruolo
Ragazzo di Borgata
Figlio di operai di una fabbrica metallurgica, col padre sindacalista, Lorenzo tende molto verso la sinistra cattolica (sua madre è molto religiosa). È estremamente intelligente e gioca molto a scacchi. Studia tantissimo ed è il migliore della sua classe, il che porta i suoi compagni di classe a bullizzarlo un po', ma non pensate assolutamente che lui non sappia difendersi, tutt'altro!

Nome e soprannome
Lorenzo, per gli amici Professó', data la sua grande passione per lo studio, soprattutto per la fisica.

Cognome
Sbragia
Giovanni Sbragia, suo padre, è conosciuto come "Il Sindacalista", poiché è membro del sindacato degli operai della fabbrica metallurgica per cui lavora. Prima era conosciuto come il "Sidacalino", poi adottò il suo "Professó'".

Età
18
Diciott'anni di vita, dodici di lotta di classe e dieci di letterato. Ha un'immagine molto specifica della sua età mentale: uno di quei filosofi trentenni assurdisti falliti con la salute distrutta dalle sigarette e dal caffè. Tipo Albert Camus.

Nazionalità
Italiano, autoctono di Rebibbia da generazioni.

Aspetto

Costui.

(NON SMETTERÒ MAI DI AMARE COSTUI PORCACCIODDUE)
(Comunque sì quello è Adam Baldwin prima di Full Metal Jacket)
(Sì è riccioluto)
(Sì lo adoro)

Alto un discreto metro e ottanta, castano scuro, riccio con gli occhi azzurri.
Ha la faccia da poco di buono a causa delle zuffe che fa con i suoi compagni di classe e degli incidenti che fa con il motorino, ma è buono come il pane.
Gi manca un molare nella dentatura superiore e ha il naso rotto, per cui va in giro con un cerottone improponibile. Ha una cicatrice sulla schiena fin dalla nascita, poiché nacque per parto cesareo e il medico lo ferí per sbaglio nell'operazione.
Non è particolarmente cosciente del suo aspetto: è una di quelle persone a cui non frega assolutamente nulla di come appare perché l'importante sono i modi, non i vestiti. Si presenterebbe ad un colloquio di lavoro in tuta da ginnastica. E verrebbe comunque assunto.
A volta ha l'istinto di radersi i capelli a zero perché odia i capelli ricci, sempre troppo lunghi, che gli irritano tutta la nuca, ma alla fine non lo fa mai perché sono l'orgoglio di mamma.
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"Ma non avevi detto che te li saresti fatti tajà?"
Chiese suo padre, quando lo vide tornare dal magazzino con i capelli ancora lunghi.
"Mamma se prenne ammale se li taglio."
"Ma non te davano fastidio?"
"Me da più fastidio mamma che se dispiace pe' i capelli mia. Poi che me frega, mi metto 'a nuca sotto l'acqua fredda e me passa."
Il padre sorrise.
Lorenzo corse in bagno a lavarsi il collo.

Carattere
È un ragazzo taciturno, tranquillo, ma deciso e determinato. È molto intelligente ed è molto difficile da ingannare. Ha sempre la risposta pronta: sempre di poche parole, ma concise e graffianti. Sempre in un romanesco strettissimo, però. Ha un difettuccio, però. Piccolo, piccolo difettuccio. Piccolissimo. È un bugiardo patologico. Mentirebbe davanti al Papa, se di trovasse in condizione di farlo.
È un grande dibattente, è molto difficile dargli torto. È un'inguaribile ottimista, nonostante il mondo intorno a se sia così marcio e ostile.
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"Sai, pa', a'a fine vive' 'n 'sta mmerda non è poi tanto male. Ce sta sempre 'n margine de mijioramento, eg, ma almeno siamo felici. Sempre mejio che esse' depressi ma ricchi sfonnati rottinculo."
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"Oh papà to'o giuro non l'ho spaccata io a finestra co'a palla da tennis, l'ha spaccata quer cojone der figlio der vicino, qu' anfame de Sergio. Piccola testa de cazzo quanno 'o vedo 'o scoppio de bbotte."
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"Che ne penso io de arzà 'o stipendio a'e donne? Fanno bbene, bon per loro. Mia mamma ha lavorato come 'na disperata tanto quanto mio padre e l'hanno sempte pagata 'a metà. Pecché pensi che io sia comunista allora, perché me piace er rosso? Chi paga le donne de meno è solo un fascio demmerda da appendere come hanno fatto quelli là a Milano cor cadavere der Duce."
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Storia
La sua è una vita abbastanza noiosa. Nacque un freddo lunedì di Novembre, alle 10:30 di mattina, da papà Giovanni Sbragia e mamma Maria Rita De Giuseppe. Con madre cattolica convinta e padre fervente comunista, Lorenzo crebbe sotto l'influenza del socialismo cattolico. La sua famiglia è sempre stata molto povera, ma lui non si è mai lamentato. Col tempo, attraverso lo zio Ottavio, si appassionò al mondo delle motociclette. Quando compì tredici anni, il padre riuscì a fargli avere il suo primo motociclo: una Harley Davidson WLA "Liberator" dell'esercito degli Stati Uniti, scassata e sverniciata, ma con un motore spaventoso, per l'epoca (750 cavalli). Velocità massima: 110 km/h. Lorenzo ne fu così felice che si studiò un'intero manuale di ingegneria meccanica per ripararla, la rivernició tutta col suo verde militare originale e la battezzò simpaticamente "Lambretta".
Quante volte hanno provato a rubargliela! Ma lui ha un sesto senso che gli permette di stare sempre nel posto giusto al momento giusto, per cui è ancora nelle sue mani, integra e bellissima. Ovviamente ripagò il padre fino all'ultimo centesimo, lavorando come magazziniere per una ditta edile per un anno e mezzo.

"Oh, zio, mo'o alzi 'n chinotto?"
Faceva un caldo bastardo, quel pomeriggio d'Agosto, e il bar dello zio Ottavio pullulava di operai. Lorenzo non faceva eccezione.
"Tieni, Professo'. Vedi de non scolattelo tutto d'un colpo com' er prosecco de capodanno."
Lorenzo ringrazió lo zio e uscì nel giardinetto interno del bar, sempre miracolosamente fresco anche nei giorni d'estate, bevendo il suo chinotto congelato con molta calma.
Quando ebbe finito, uscì dal locale, per cerare un cestino dove buttare la bottiglia, quando vide un losco figuro gironzolare intorno alla sua Lambretta.
"Che é, cerchi rogne?"
Gli chiese Lorenzo dal fondo della strada.
L'uomo si girò e sorrise.
"Stavo a guardà', stavo. É che è proprio na bella moto."
"De solito la gente non guarda le moto per ammirarle quando c'ha 'n trinciacatene in mano."
L'uomo rimase in silenzio.
"Levate dar cazzo."
"Spostamece."
Lorenzo prese la sua bottiglia vuota e la scagliò sulla testa dell'uomo, centrandolo in pieno in fronte.
"OH, T'HO DETTO CHE TE DEVI LEVÀ' DAR CAZZO."
L'uomo scappò.
"Pezzo demmerda!"
"NON TE FA VEDÉ' PIÙ! Che morto de fame..."
Guardò la moto. La scritta US ARMY, in bianco luccicante sul parafango, era nuovamente graffiata e sverniciata.
Lorenzo sospiró. Sempre meglio averla ammaccata che non averla più.

Conoscenze
[Per ora vuoto]

Curiosità
Ama i dolci, sono il suo punto debole.

Nel menare le mani, ha imparato un colpo quasi impossibile per gli altri da replicare, nonostante la sua semplicità: una specie di calcio dal basso, con le mani appoggiate a terra, come se stesse calciando una palla in rovesciata. Ciò lo ha aiutato molto quando era per terra stesso a causa delle botte.

Ha sempre voluto andare negli Stati Uniti, sarebbe il suo sogni insegnare fisica lì. ("Oh ma t'immagini se finisco ad Harvard?")

Note
Nessuna :)

(Per la role di santiagoblues )

(Dimmi se manca qualcosa!)

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