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𝚂𝚎𝚝𝚝𝚎

«Tu mi hai chiesto di lasciarti sola
Io volevo starti più vicino
Ora sto scrivendo la mia storia
Il finale ancora non lo so
E lo so che non ci credi
Ma ti giuro questa volta io non ti deluderò

Rosso - Will»

Apro Instagram guardando qualche storia e rendendomi conto che ormai sono già tutti in vacanza a godersi la vita mentre io, alle sei del mattino, sono già sveglia per poter essere pronta ad allenare i ragazzi alle sette. Per questo motivo, ancora assonnata, sbadiglio entrando nella sala da pranzo dell'albergo inglese, pronta a vedere già tutti i giocatori intenti a fare colazione ma aggrotto le sopracciglia quando mi rendo conto che non c'è nessuno seduto ai tavoli, fatta eccezione per una persona.

Guardo immediatamente l'orario sul telefono, pensando di essere in ritardo, eppure il mio display segna le 6:05, dunque sono puntuale.

A quel punto allora decido di entrare, nell'esatto instante in cui Nicolò alza lo sguardo su di me. Alzo una mano in cenno di saluto ma naturalmente lui porta la sua attenzione sulla tazza, ignorando il mio gesto.

Sospiro frustrata, dato che è prima mattina e non sono ancora mentalmente pronta per affrontare il suo comportamento. So che è arrabbiato, ha tutte le ragioni di questo mondo, ma mi sta trattando come se fossi l'ultima delle persona a cui rivolgerebbe la parola. Ho sbagliato, non lo nego, ma quando commetteva lui degli errori io l'ho sempre perdonato.

«Dove sono gli altri?» domando andando a versarmi una tazza di caffè. Alla fine sono la sua personal trainer, dunque almeno per lavoro mi deve parlare, che lo voglia o no.

«A dormire» borbotta. Immediatamente io mi volto di scatto verso di lui.

«Alle sette iniziamo allenamento che cosa vuol dire che stanno dormendo?» chiedo, dovendomi appoggiare al bancone per non iniziare a urlare. Gli orari sono divisi secondo dei criteri, ciò significa che anche solo cinque minuti di ritardo nella mia ora comprometterebbe gli allenamenti successivi.

«È sabato» mi fa notare, girando il suo caffè con il cucchiaino.

«È sabato?» ripeto, incredula.

«Già»

In questo momento vorrei solamente sbattermi una mano sulla fronte. Com'è possibile che io ieri sera non mia accorta mentre mettevo la sveglia che oggi fosse sabato e che quindi gli allenamenti iniziavano alle nove?

«E tu come mai sei sveglio?» domando, bevendo un po' di caffè.

Nicolò sbuffa, passandosi una mano tra i capelli. «Alice, non mi va di fare conversazione con te in questo momento» risponde brusco, sottolineando quel 'con te'.

Io allora sospiro. In un altro caso avrei lasciato perdere, avrei annuito e me ne sarei andata ma oggi no. Forse è stato un segno del destino ritrovarci entrambi a fare colazione alle sei del mattino da soli, quindi non posso non coglierlo. In fondo Nicolò è già arrabbiato, dunque la situazione non potrebbe peggiorare più di tanto.

«E invece la farai» asserisco decisa, appoggiando la tazza sul tavolo e sedendomi esattamente davanti a lui. «Non mi puoi evitare in eterno» dico, con il cuore che batte velocemente.

«Ah no?» domanda retorico «Io dico di si» afferma provando ad alzarsi ma prontamente io poso la mia mano sul dorso della sua, facendolo fermare di colpo.

Nicolò immediatamente posa il suo sguardo su quel contatto fisico e poi sospira, arrendendosi all'idea di dover restare seduto davanti a me. «Va bene, se devi parlare fallo, basta che lo fai velocemente» sbotta acido.

Ma lo conosco: se avesse davvero voluto andarsene, nulla lo avrebbe fermato.

Io rimango in silenzio per qualche minuto, capendo però che esiste solamente una cosa che io possa dire in questo momento.
«Voglio chiederti scusa»

Barella infatti mi guarda immediatamente, quasi come se fosse lui stesso sorpreso da questa frase pronunciata dalla sottoscritta.

Eppure l'ho detta davvero. Solo perché si tratta di Nico, del mio Nico. E forse perché sono stata davvero una stupida.

«Mi dispiace per aver sempre dubitato di te» inizio, sinceramente «E mi dispiace per averti accusato senza neanche prima parlartene» ammetto , sapendo di aver bisogno di mettermi completamente a nudo davanti a lui. «Ma sono insicura di me stessa e tu lo sai. Ho bisogno di continue conferme perché basta una minima incertezza che tutto intorno a me vacilla» continuo, sentendo la voce iniziare a tremare. Ormai ho iniziato a parlare, dunque andrò fino in fondo.

«Io sono sicura di quello che provo per te, al cento per cento, altrimenti non avrei fatto quello che ho fatto. Ho cambiato la mia vita per te, ho buttato via quelle che potevano essere tutte le mie sicurezze per il mio futuro e l'ho fatto perché volevo, perché sapevo di averne bisogno. Sapevo di aver bisogno di te per stare bene» dico, mentre mi rendo conto di essere ad un passo dallo scoppiare a piangere. Non mi sono mai aperta così tanto con Nicolò ma è arrivato il momento di farlo se voglio davvero lasciare il passato alle spalle. «E ho sbagliato sempre in questo rapporto, me ne rendo conto, ma avevo solamente paura che tu ti accorgessi di quanto fossi imperfetta rispetto alle altre. Ho un carattere difficile, lo so, e fatico a tenere le persone al mio fianco...quindi penso che respingendole ogni volta che qualcosa va storto, io riesca ad evitare di farmi del male. Ma con te questo non funziona-» mi fermo, sentendo ormai le lacrime scendere. Per questo motivo smetto di parlare e mi porto entrambe le mani sul volto, con i gomiti appoggiati sul tavolo. «Non funziona perché-» riprovo, ma non ce la faccio.

Non posso confessargli quello che provo mentre lui è arrabbiato con me.

«Alice...» mi richiama Nicolò, ma io non lo ascolto, non avendo nessuna intenzione di farmi vedere in queste condizioni, non di nuovo. «Ehi...» riprova nell'esatto istante in cui io inizio a singhiozzare, presa dal panico.
Sento il rumore della sedia strisciare, segno che lui si è alzato, dopodiché fa il giro del tavolo ed in pochi secondi, capisco che ora è al mio fianco. «Alice guardami» mi ordina dolcemente e questa volta decido di assecondarlo, nonostante sappia di avere gli occhi rossi ed il volto bagnato. Mi giro nella sua direzione e noto che si è abbassato per terra per essere alla mia altezza, mentre delicatamente una sua mano si posa sulla mia gamba. «Sai che odio vederti stare così...» sussurra ed io deglutisco a vuoto, non potendo evitare di guardarlo dritto negli occhi. «E soprattutto sai che non ti permetto di sminuirti» aggiunge, accarezzando delicatamente il tessuto dei miei pantaloni.

Io rimango in silenzio, facendomi cullare dalle sue dolci carezze.
Lui si inumidisce le labbra.

E passiamo qualche secondo così, a guardarci come se fosse la prima volta.

E solo in questo momento capisco di essermi davvero innamorata di lui.
Senza preavviso, senza razionalità, semplicemente vivendo giorno dopo giorno questo mio strano rapporto con lui.
Perché quando non litighiamo, potremmo davvero essere una coppia perfetta.

«Forse è meglio che io ora vada» si schiarisce la voce, rimettendosi in piedi. Forse perché sa che se rimanesse qui ancora qualche minuto, manderebbe a puttane questo muro che sta innalzando contro di me.

«Nico...»

«Alice» mi interrompe «Domani c'è la finale...non mi va adesso di affrontare determinati discorsi. Cerca di capire» sospira, allontanandosi leggermente per dirigersi verso l'uscita della sala.

«Posso farti solo una domanda?» lo fermo, con la voce ancora spezzata.

Lui sospira ma poi annuisce, incrociando le braccia al petto.

«Perché non me lo hai detto prima?» chiedo, quasi in un sussurro. «Tutto questo non sarebbe mai successo se avessi saputo la verità»

Nicolò abbassa lo sguardo, iniziando a dondolarsi sui talloni, poi torna con l'attenzione su di me. «Perché ho avuto paura» asserisce in maniera calma.

«Paura di?» domando ancora, alzandomi dalla sedia per poi fare dei passi verso di lui.

«Paura che tu ti allontanassi» confessa, evitando i miei occhi.

A quel punto la mia espressione si addolcisce, il cuore inizia a battere più forte ed io sento dentro solamente una gran voglia di abbracciarlo. Non potrei mai allontanarmi da lui solo perché sta per diventare padre. Anzi, dopo questa notizia voglio stare ancora di più al suo fianco e fargli capire che su di me può contare, sempre.

Infatti accenno un lieve sorriso e mi avvicino ancora di più a lui ma Nicolò scuote la testa, facendo un passo indietro.

«No, ferma» mi blocca, mettendo le sue mani sulle mie spalle «Ho una finale da vincere domani e devo essere mentalmente concentrato» ripete, quasi come se stesse cercando di autoconvincersi «Non voglio parlare di questo ora, perché so che mi farebbe male»

«Ho solo bisogno di abbracciarti...» sussurro, quasi come se fossi una bambina.

«Lo so» aggiunge lui «Ma io ho bisogno di starti lontano. Quindi se ci tieni a me come dici, almeno per oggi, restami distante»

_______

I due hanno parlato ma Nico non sembra intenzionato a chiarire per ora, lo farà in futuro?

E naturalmente, grazie per le 4mila visualizzazioni❤️

Però volevo anche parlarvi di una cosa, nella maniera più tranquilla possibile perché non voglio fare la parte dell'antipatica o altro.
Dietro ogni singolo capitolo c'è davvero tanto impegno perché naturalmente le cose non vengono automatiche sempre, bisogna magari mettersi lì un'oretta (o più), pensare a cosa scrivere e a come scriverlo, dunque mi è capitato spesso di cancellare capitoli finiti solamente perché non mi soddisfavano abbastanza.
Per questo motivo ci sono rimasta un po' male quando ho notato che qualcuno "scopiazza" le mie idee per altre storie su Nico. Per carità, questa non è una competizione, ognuno è libero di scrivere quello che meglio crede però così mi sento come se il mio impegno fosse nullo, soprattutto perché prima di inserire determinati particolari mi assicuro sempre che non ci siano altre storie con lo stesso protagonista che hanno queste caratteristiche. Naturalmente è normale che alcune trame siano simili, su questo non discuto. Esisteranno infatti centinaia di libri dove la migliore amica si innamora del migliore amico (come nella mia storia su Chiesa) o trame simili a questa storia su Nico, però a volte ci sono quei dettagli che fanno la differenza e trovarmeli anche in altre storie mi lascia un pochino perplessa. Poi per carità, se c'è un solo particolare in comune può essere una coincidenza o comunque qualcosa di fattibile perché bene o male ci sarà sempre qualcosa in comune con altre storie, due anche, ma quando diventano tre o quattro inizia a puzzarmi un po' ahah
Preciso che non ce l'ho con nessuno naturalmente, ci mancherebbe ahah alla fine questa è una piattaforma per rilassarsi e nient'altro, quindi sono tranquilla
Detto questo mi scuso se sono risultata magari arrogante o altro, però era una cosa che mi sentivo di condividere con voi che ogni giorno supportate le mie storie e che mi renderete davvero tanto felice.

Grazie a tutti, davvero e scusate ancora❤️

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