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𝑺𝒆𝒊

Mi rigiro nel letto ripetutamente, sentendo un rumore continuo che non mi permette di chiudere gli occhi neanche per un secondo.
Sbuffo sonoramente, portandomi il cuscino sul volto e cercando di tappare le orecchie ma la mia azione risulta essere del tutto nulla.

Mugolo qualcosa di incomprensibile, per poi afferrare il mio telefono dal comodino e guardare l'orario: sono le quattro del mattino.

Mi stropiccio nervosamente gli occhi assonnata per poi mettermi seduta sul letto.

«Che diavolo è questo rumore?» domanda Thessa, comparendo sulla soglia della porta della mia camera, con un'espressione stanca dipinta sul volto. E ha ragione, non si può dormire con questo fastidioso sottofondo.

«Non ne ho la più pallida idea» scuoto la testa, rilasciando un sospiro frustrato.
Poi però inizio ad ascoltare attentamente e la mia amica fa la stessa identica cosa. Io e Thessa ci guardiamo, con gli occhi leggermente spalancati. «Sembra quasi...»

«Qualcosa che sbatte contro il vetro» mi interrompe, finendo la mia frase ed io mi limito ad annuire.

A quel punto, decido di alzarmi dal letto, impugnando come prima arma utile per la difesa la mia lampada rosa.
Thessa mi guarda, io mi stringo nelle spalle.
In fondo se la tiri in testa a qualcuno lo destabilizzi. Spero.

«Vado a vedere» dico, prendendo coraggio «Nel caso, preparati a chiamare la polizia» la informo mentre lei annuisce andando a recuperare molto probabilmente il telefono dalla sua camera.
Io invece, a passi molto lenti e cercando di fare il meno rumore possibile, apro la porticina che conduce al balcone e sempre facendo attenzione a non causare il più minimo suono, mi affaccio dal secondo piano.

Dò una rapida occhiata intorno per poi abbassare lo sguardo nel giardino e la scena che mi si presenta davanti mi aumenta improvvisamente la voglia di far cadere questa lampada dalla mani direttamente sulla sua testa.

Sbatto ripetutamente le palpebre, volendo trovare una conferma del fatto che io non stia sognando e che questo, per quanto stupido, sia davvero reale.
Appena mi rendo conto di essere davvero sveglia, mi passo una mano sul volto.

Jorge sta palleggiando contro la finestra del salotto e seppur l'intensità del tiro sia davvero debole, causa comunque un eco fastidioso per noi al piano di sopra.

«Jorginho  si può sapere che cazzo stai facendo?» domando, non contenendo il francesismo dato che è notte fonda. «Sono le quattro del mattino» gli faccio notare.

«Volevo parlarti» mi informa fermandosi, grattandosi poi la nuca imbarazzato come se fosse la risposta più normale del mondo.

«Cosa non hai capito del: sono le quattro nel mattino?» domando cercando di non urlare per non dar fastidio alle persone nelle altre piche abitazioni circostanti «E poi scusami, usare il campanello è diventato anticonformista?» chiedo esasperata.

Solitamente la gente normale usa la porta, non prende a pallonate i vetri.
Ma soprattutto, la gente normale non vuole parlarti alle quattro del mattino.

«Non volevo svegliare i vicini» spiega, al che io rimango incredula.

«Certo, perché prendere a pallonate la mia finestra li fa sicuramente dormire tranquilli» commento sarcastica, alzando gli occhi al cielo.

Lui ridacchia. «Allora scendi?»

«Se ti dicessi di no tu continueresti a colpire la mia finestra, vero?» chiedo, sapendo già la risposta infatti lui annuisce. A quel punto sospiro «Arrivo»

Rientro in camera, trovando Thessa seduta sul letto mentre mi guarda con un sorriso malizioso. «Tu non dire niente» la ammonisco indicandola.

Lei si stringe nelle spalle, prendendosi gioco di me. «Guarda che non c'è nulla di male ad ammettere che ti incuriosisce» mi provoca, sdraiandosi sul mio materasso.

«T, non iniziare» sbuffo, uscendo dalla stanza a passo deciso e scendendo le scale con altrettanta velocità.

Io volevo solo dormire ed invece mi ritrovo a dover fare conversazione con un ragazzo che si è messo a tirare pallonate contro un vetro.
Sinceramente avevo aspettative più alte per una mia vacanza in Costa Azzurra.

Raggiungo l'ingresso, dopodiché prendo un respiro profondo ed apro la porta, uscendo di casa.

Immediatamente Jorge si volta a guardarmi ed i suoi occhi saettano lentamente lungo tutto il mio corpo, mettendomi a disagio.

Si, sono in pigiama. E allora?

«Jorginho ho sonno, parla in fretta» inizio, incrociando le braccia al petto.

«È da due giorni che ci penso, dove lo hai sentito questo soprannome?» mi chiede, sorridendo dolcemente.

«Dal tuo amico» rispondo, riferendomi a quel Mason.

Lui si limita ad annuire. «Comunque sono qui per chiederti scusa, personalmente» parla poi, evitando di creare un contatto visivo con me «Per messaggio potevano sembrare delle scuse di circostanza, ma mi dispiace davvero per quello che è successo. Soprattutto perché sono sicuro che tu ora ti sia fatta un'idea sbagliata di noi. Avevo bevuto un pochino e tu eri arrabbiata, quindi automaticamente mi sono innervosito anche io» spiega, mentre io lentamente abbasso le mie difese. Sembra sinceramente dispiaciuto e lo dimostra il fatto che sia venuto a scusarsi alle quattro del mattino, come se non potesse aspettare qualche ora in più.

«Scuse accettate dai» dico «Ora posso andare a dormire?» chiedo rendendomi conto subito dopo che forse è arrivato il caso di smetterla di essere costantemente pronta all'attacco.

Jorge è stupendo.
Siamo in estate.
Ma il mio cuore non è pronto a lasciarsi andare. E non lo è neanche la mia testa.

«Posso farti solo una domanda?» mi chiede ed io annuisco, restando lì ferma ad ascoltarlo.
«Negli ultimi due mesi...cos'hai fatto?»

Aggrotto le sopracciglia, non capendo bene il senso di questa sua curiosità.
Eppure non replico e mi limito per una volta a dargli la risposta che cerca.

«Io e Thessa siamo state in una casa in montagna, isolate dal mondo per poterci concentrare sugli ultimi esami universitari che avevano da dare» sorrido, ricordandomi le urla continue ed i pianti disperati per la paura di non farcela a terminare quest'anno.

«Ah ecco» sussurra «Ora si spiega tutto» annuisce da solo, mentre io lo guardo incuriosita.

«Perché?» domando a questo punto.

Lui si stringe nelle spalle. «Non importa»

Rimaniamo qualche secondo lì a guardarci negli occhi mentre io inizio a strofinare le mani sulle braccia scoperte, sentendo un leggero freddo per l'aria notturna sempre presente.
«Ora vai dentro dai, non vorrei che ti prendessi l'influenza per colpa mia» mi invita, sorridendo.

E per la prima volta, faccio particolare attenzione a quel sorriso.
È qualcosa di inspiegabile.

«Oh, ehm si...è meglio» mi riscuoto, cercando di allontanare quei pensieri dalla mia testa.

Non deve succedere di nuovo.

«Allora buonanotte» dico, rimandendo ferma.

«Buonanotte» sussurra lui ed in un rapido gesto, prima ancora che io capisca le sue intenzioni, Jorge si sporge in avanti per lasciarmi un veloce bacio sulla guancia.

Completamente colta alla sprovvista, non riesco ad avere nessuna reazione.
Mi limito solo ad osservarlo allontanarsi e percorrere il viale di casa sua.
Una volta davanti alla porta di entrata però, Jorge si volta nuovamente nella mia direzione e trova già il mio sguardo su di sé.

Cazzo.

Mi schiarisco la voce e senza dire nulla rientro in casa correndo leggermente e solo quando mi richiudo la porta alle spalle, rilascio un sospiro profondo quando come se negli ultimi minuti avessi trattenuto il fiato.

Chiudo gli occhi appoggiandomi alla porta, cercando di far tornare i miei battiti cardiaci alla normalità, nonostante risulti essere più difficile del previsto.

E la situazione peggiora, nel momento in cui il mio telefono vibra e dall'anteprima visualizzata sullo schermo mi rendo conto che sua proprio un messaggio di Jorge.

Sorrido.

Poi scuoto la testa, rendendomi conto di non poter davvero credere a queste parole.
Chissà quante volte le avrà ripetute ad altre ragazze negli ultimi anni.

Digito infatti.

Lui visualizza immediatamente.

Tutto si ferma, in un batter d'occhio.

Non illuderti Cloe
Non gli interessi davvero
Ti vuole portare a letto esattamente come ha fatto con Thessa

mi ripeto nella mia testa.

Eppure, la sensazione che sto sentendo nello stomaco è qualcosa di particolare, qualcosa che non sentivo da tempo.
Qualcosa di piacevole.
Ma che mi fa terribilmente paura.

_________

L'ultimo messaggio di Jorginho è una citazione della serie tv Élite, per chi l'ha vista sa a quale scena mi riferisco della prima stagione. Ci tenevo a dirlo perché altrimenti poi sembrano parole mie ahaha

Detto questo, spero che la storia vi stia piacendo e se avete voglia fatemi sapere cosa ne pensate!

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