𝑫𝒊𝒄𝒊𝒂𝒏𝒏𝒐𝒗𝒆
3 anni dopo...
6 giugno 2025
Jorginho
Osservo Mason mentre risponde alle domande dei giornalisti dopo la nostra terza vittoria consecutiva della Champions. Incrocio le braccia al petto in attesa del mio turno mentre mi guardo intorno, non vedendo l'ora di tornare in hotel per cambiarmi e festeggiare con tutta la squadra. Non so per quanto giocherò ancora dato che più volte ho pensato ad un ritiro prematuro, soprattutto dopo essermi rotto il piede l'anno scorso.
Eppure non posso neanche pensare ad un ipotetico futuro dove non corro con un pallone. Non sono pronto a lasciare tutto e a vedere le partite dal divano di casa o solamente dalla tribuna di uno stadio.
Eppure so che entro il mio prossimo rinnovo con il Chelsea dovrò prendere una decisione.
Soprattutto perché se non mi ritirassi, sicuramente verrei chiamato per i Mondiali del 2026 e forse non sarò in grado di reggerli.
«Vai capitano!» mi prende in giro Mount dandomi una leggera spinta mentre ritorna dalla sua intervista. Io però, anche se lui ha appena finito, lo trascino comunque con me davanti alle telecamere.
Mason è stato fondamentale in questa stagione e voglio che tutti sappiano direttamente da me che sono stato il capitano, quanto lui stia diventando pian piano un grande campione.
«Allora Jorginho, terza Champions vinta!» esclama il giornalista euforico, forse più di me.
Io annuisco, ancora incredulo.
Ogni successo per me è come il primo.
«Si, la squadra si è impegnata tanto per rimanere costante ed io sono davvero contento del lavoro che abbiamo svolto» ammetto complimentandomi indirettamente con i miei compagni. Il giornalista inizia a farmi una serie di domande a raffica a cui io rispondo senza problemi; anzi, sono sempre contento che le persone abbiamo qualcosa da chiedermi.
Dopo di me è il turno di Kai, che dopo aver dato un bacio alla sua ragazza si dirige davanti ai microfoni mentre noi gli lasciamo il posto.
«Allora, che sensazione stai provando?» domanda il giornalista ed io subito dopo, mentre mi allontano, sento ripetere la stessa identica frase da una voce femminile ma in italiano. Non è la stessa voce che ha tradotto la mia intervista, di questo ne sono sicuro.
Mi blocco di scatto, perché quella voce non mi è sconosciuta.
Eppure non capisco dove l'ho già sentita.
Havertz risponde ed io rimango immobile ad ascoltarlo. «È anche la prima Champions vinta con Jorginho come capitano» aggiunge l'uomo con il microfono e quella voce fa nuovamente da eco. Il mio nome pronunciato in quel modo,
mi porta alla mente vecchi ricordi che non pensavo neanche più di possedere.
È impossibile che sia vero.
«Mase» richiamo il mio amico ed immediatamente l'inglese si gira verso di me. «Chi sta traducendo Kai?» chiedo, senza voltarmi verso i giornalisti.
Mason a quel punto scoppia a ridere. «Pensavo l'avessi vista ieri. Vi siete incrociati all'ingresso» mi spiega ma io aggrotto le sopracciglia, cercando di mettere a fuoco quali ragazze io possa aver visto ieri mattina ma non mi viene in mente nulla se non una donna con i capelli biondi a caschetto ed un tailleur rosso.
Nessuno che io conoscessi insomma.
Lo guardo, alzando un sopracciglio in attesa che lui continui a parlare. «Non sapevi che avesse lavorato con la nazionale inglese, con il Manchester City, con la Roma ed ora con il Chelsea?» domanda ancora, senza però darmi nessuna informazione sul soggetto della nostra conversazione.
«Mason, mi spieghi di chi cazzo stai parlando?» sbuffo, perdendo la pazienza.
«Cloe Marini»
E lì il mio cuore perde un battito.
Quel nome entra in me con una violenza tale da farmi perdere l'uso della parola per qualche secondo. Per questo motivo mi volto di scatto verso il gruppo di giornalisti, cameraman e traduttori e la vedo.
Completamente diversa.
Un altro taglio di capelli, un abbigliamento più maturo ed un trucco decisamente più pesante di quello che ricordavo.
È cresciuta tanto dall'ultima volta che l'ho vista. Non sembra più quella studentessa in vacanza con un'amica ma è diventata una donna in carriera a tutti gli effetti.
Mentre io rimango lì fermo ad osservarla, lei per pura casualità alza lo sguardo verso di me.
Come ho fatto a non riconoscere quegli occhi?
Sono stati gli unici occhi che mi hanno sempre guardato sinceramente, senza nessun secondo fine. Sicuramente se non l'avessi bloccata ovunque, ad oggi l'avrei riconosciuta.
«Le interviste sono finite, vai a parlarci» mi incoraggia Mason e mi rendo conto che lui sia del tutto tranquillo, forse perché da quello che ho capito ci ha già lavorato a mia insaputa.
«Tu sei pazzo» scuoto la testa. «Sono più di due anni che non la vedo» gli faccio notare.
Mount si stringe nelle spalle. «Ed è arrivato il momento» è l'ultima cosa che dice prima di iniziare a sventolare un braccio in maniera imbarazzante per attirare l'attenzione di lei. Dopodiché quando il suo sguardo è fisso su di noi, le fa segno di avvicinarsi.
Immediatamente lei aggrotta le sopracciglia ma poi la vedo incamminarsi e le mie gambe improvvisamente sembrano trasformarsi in gelatina.
Appena Cloe si trova a pochi centimetri da noi, in uno scatto veloce abbraccia Mason complimentandosi per la vittoria.
Sembrano essere buoni amici ed io mi stupisco di come abbia fatto a rimanere ignaro di tutta questa situazione chissà per quanto.
Poi lei si allontana dal mio compagno e mi guarda, quasi con incertezza.
«Ciao, Jorginho» pronuncia dolcemente e sembra non portare nessun tipo di rancore nei miei confronti. Forse perché è stata lei a non rispondere ai miei auguri per la laurea quindi è come se avesse deciso lei di chiudere definitivamente tutto.
Perché si, da quel giorno non ci siamo davvero più sentiti.
«Ciao, Cloe» sussurro anche io, non staccandole gli occhi di dosso.
Tre anni fa era bella.
Ma ora è incredibile sexy.
La gonna nera le fascia perfettamente le cosce, dandole un aspetto slanciato, mentre la maglietta celeste aderente risalta le sue forme.
I capelli corti le danno un'aria elegante ed il trucco risalta ancora di più i suoi occhi già luminosi.
Mason fa saettare lo sguardo da me a lei e viceversa, capendo che forse non abbiamo molto da dirci. In realtà ci sarebbe tanto da raccontare ma so che non posso farlo.
«Ti va di unirti alla squadra questa sera per festeggiare?» domanda Mount, circondandole le spalle con il suo braccio.
Cloe immediatamente mi guarda ed io sicuramente avrò la faccia da pesce lesso.
È assurdo quello che sta succedendo.
«Ehm...non so se sia il caso» gesticola lei come una vera italiana ed io capisco che si sta riferendo a me.
Sono passati tre anni, dunque non c'è nessun problema. Non ce l'ho ancora con lei solamente perché al tempo non mi ha seguito in Inghilterra. In fondo, ha avuto le sue motivazioni. Semplicemente in quel momento ero troppo innamorato per accettare in maniera razionale che la nostra storia appena iniziata si stesse già sgretolando e ho preferito evitare di soffrire poi a distanza.
«A me farebbe piacere» intervengo, senza neanche pensarci.
«Allora va bene!» annuisce lei con quel sorriso che tre anni fa mi aveva fatto perdere la testa in quel locale.
«Evviva! Ci sbronzeremo come matti, già te lo dico» esclama Mason facendole l'occhiolino.
Io sono consapevole che ci sarà molto alcol.
Come sono consapevole che non faccio sesso da tanto, forse troppo, tempo. Le avventure di una notte non mi divertono più ma è l'unico modo che ho per staccare la spina dal lavoro.
Le ragazze che incontro sono consapevoli del fatto che non voglio nulla di serio ed io aveva già contattato qualche amica di Kepa per divertirci questa sera.
E so che non ho nessun dovere nei confronti di Cloe ma l'idea di scopare con qualcuna nel bagno del locale mentre lei è seduta al tavolo con i miei amici mi mette a disagio.
Per non parlare dello sguardo che mi sta regalando ora e che sta facendo andare a puttane il mio cervello.
Se fosse stata una normale traduttrice, per quanto è bella, ci avrei sicuramente provato.
Ma lei è Cloe, non è una ragazza qualsiasi.
«Vado solo in hotel a mettermi qualcosa di più comodo, ci vediamo nella hall?» domanda lei e nel tuo tono di voce percepisco una strana provocazione.
Mason annuisce e solo quando lei mi sorpassa facendo sfiorare le nostre braccia accidentalmente mi rendo conto di una cosa.
Non sono io ad aver puntato lei ma è lei ad aver puntato me. Ed io dal mio canto, impazzisco ancora alla vista del suo sguardo.
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Fine prima parte del capitolo dal punto di vista di Jorginho. Ce ne saranno ancora due credo.
Avranno un finale felice secondo voi?❤️
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