CAPITOLO 34
Mi sveglio piano e mi rendo conto di dove sono. Sono nella stanza da letto di Brian ed è tardi, lo intuisco dallo stupendo tramonto che si vede dalla finestra.
"Ben svegliato" Mi sorride il riccio.
"Ciao" Ricambio il sorriso.
"Hai dormito per due ore" Ride lui, intenerito.
"Due ore!?" Realizzo una cosa, e cioé che dovrei essere a casa da circa un'ora e mezza.
"Oddio. Oddio, sono morto. I miei padri adesso mi ammazzano lentamente. Cazzo"
Lui mi fissa. "Tranquillo. Devi solo dire loro che ti sei addormentato"
"Non so se funzionerà. Comunque, io devo andare. Nel caso io resti vivo, ti chiamo, Bri, promesso" Ci scambiamo un bacio appassionato, io mi vesto di fretta e furia e lo saluto toccando le sue labbra con le mie.
Poi corro fino a casa, rischiando più volte di essere investito. Bussó al campanello e mi apre papà Ben.
"Roger" Dice lui.
"Lo so. So che dovevo essere…" Mi fermo per respirare un attimo. Ho l'affanno.
"Tutto bene?" Chiede papà, preoccupato.
"Si. Sono tornato di corsa da casa di Brian. È che… Mi sono addormentato da lui e ho dormito per due ore e poi mi sono svegliato e mi sono reso conto di che ore fossero e sono sfrecciato via e ho corso da lì fino a qui come un matto. Mi dispiace di essere in ritardo"
Papà mi abbraccia.
"Vieni qui, entra e basta. Per stavolta facciamo che chiudo un occhio. Anche tuo padre dorme. È praticamente svenuto dal sonno, dopo pochi minuti da quando sei uscito. Ha la febbre, gli è salita all'improvviso. Perció non saprà mai quando sei tornato. Facciamo che è il nostro piccolo segreto" Dice, con un occhiolino ed un sorriso. Ridacchio.
"Peró apparecchi la tavola per tre e dopo porti la cena a tuo padre a letto"
"Certo. Dammi solo il tempo di lavare le mani e arrivo" Dico. Così vado in bagno, lavo le mani, metto la tovaglia, le posate, i piatti, i bicchieri e l'acqua a tavola, porto a papà Joe il vassoio per la colazione a letto con sopra un piatto di brodo caldo, acqua, un cucchiaio e un tovagliolino. Entro e saluto papà che si sta appena svegliando.
"Papà, ti ho portato la cena" Dico.
"Cena!? Quanto ho dormito?"
"Oh, parecchio" Rido.
"Posso alzarmi e venire con voi a tavola, Rog, sto bene, dai" Dice lui, provando a spostare il vassoio, ma io ci metto le mani sopra, così da non farlo muovere.
"Papà ha detto che lo avresti detto e mi ha raccomandato di non lasciarti alzare" Dico. Lui sbuffa, peró si mette a sedere e mi ringrazia per la cena. Dopo di che, lo lascio solo e vado a tavola con John e papà Ben.
I due mesi restanti della mia punizione, passano in fretta. Sono così felice, che sia finita… So di essermela meritata. Ma non avrei resistito ancora a lungo. Anche con Brian che mi teneva compagnia in chat o in chiamata e con cui mi vedevo ogni volta che avevo l'occasione. Mi era molto mancata, la libertà. Anche la scuola sta per finire. È aprile. Sembra quasi che tutto adesso giri a mio favore. Libero dalla mia cavolo di punizione, libero dalla scuola, libero da John. È così bello, che tutto vada bene, per una volta…
"Oggi Bri mi ha invitato a dormire da lui. Posso andare?" Chiedo, sedendomi a colazione con i miei e mio fratello.
"Domani non hai scuola. E la punizione è finita. Non vedo perché no" Dice papà Ben. "Joey? Tu che ne pensi, tesoro?"
"Va bene, certo. Ma mi raccomando, niente alcol e sigarette. Sai che non vogliamo"
"Bri non ama bere, lo sapete. E non saprebbe neanche come si tiene una sigaretta" Dico io. È vero. Ho visto Brian bere massimo un bicchiere di birra. E detesta le sigarette. Dice che queste cose fanno male. Peró, ogni tanto, fa bene divertirsi, secondo me.
Tornato a casa, mangio, studio un po' per lunedì e poi mi faccio una doccia. Alle sei, scendo di casa con un piccolo zainetto con solo il mio pigiama e lo spazzolino. Ceno da Bri, guardiamo un film… Insomma, passiamo una serata normale tra due fidanzati.
Quindi arrivo a casa sua, lui mi fa entrare e mi accoglie con un dolce bacio sulla guancia.
"Ah, è così che tratti il tuo ragazzo?" Scherzo.
Lui ride leggermente e mi bacia.
"Volevo risparmiare gli sbaciucchiamenti per dopo" Dice, con aria maliziosa.
"Dopo quando?" Chiedo.
"Mh, dopo. Ti dico solo dopo"
"E se io avessi voglia adesso?" Chiedo con un sorriso molto, molto poco innocente.
"Beh, devi aspettare, Riccioli d'oro"
Incrocio le braccia, gli do le spalle e metto il broncio. Anche se non mi vede col broncio
"Sei cattivo" Dico. Lui ride e poi lo sento dietro di me. Mi mette le mani sui fianchi e preme le labbra sul mio orecchio destro.
"Aspetta. Sii paziente. Vedrai che ne varrà la pena" Dice sottovoce.
Il fatto che il suo corpo sia aderito al mio, che le sue labbra siano premute contro il mio orecchio, che sussurri in modo così sensuale, certo non aiuta a rendere l'attesa più facile da sopportare. Accidenti.
"Mmmmh!" Mi lamento. "Ma non è giusto"
Lui sorride, smorzando una risata, sposta le mani un po' più in basso, lasciandole sul mio corpo. Così facendo, mi ha, seppur di pochissimo, abbassato i jeans. Non abbastanza neanche per arrivare a vedere l'orlo dei boxer.
"So che non ti piace aspettare. Ma so che poi dopo sarai talmente stufo che non ci vedrai più dalla voglia"
"Mi basta che tu mi sfiori per non farmi vedere più dalla voglia, stronzo" Dico.
"È così che si rispetta qualcuno più grande?" Dice lui e mi infila le mani sotto la maglia.
"Dai, Bri" Lo supplico. "O la smetti, o fai qualcosa, perché così mi fai solo morire"
"Scemo" Mi bacia sulla guancia e poi mi lascia.
"Ho già chiamato le pizze a domicilio. Certo non possiamo farlo, se arriva la pizza" Dice.
"La pizza è sacra. Hai più che ragione. Ma guai a te se poi non mi…" Gli punto un dito contro.
Suonano al citofono e Brian apre. Così arriva la pizza, lui paga e ci sediamo sul suo divano, mentre guardiamo un film. Abbiamo scelto un film non troppo recente, ma che mi piace. Bri non lo ha mai visto. Si chiama Alien.
È troppo, troppo adorabile. Ogni tanto, salta all'impiedi dal divano e parla di qualcosa riguardante il cosmo. A volte, si arrabbia per le cazzate che vengono dette dal film e io rido. È troppo adorabile, il mio ragazzo.
Quando finisce il film, poi, ci laviamo i denti e dopo, lui mi attira a sé, per baciarmi. Sa di menta e di… Beh, di Brian. Ha un buon sapore. Mi chiedo se esiste qualcosa di questo ragazzo che non amo alla follia. Mi solleva, in modo tale che io possa circondargli il bacino con le gambe e incrocio le braccia dietro al suo collo. Ovviamente, per sorreggermi, mi mette le mani sotto alle cosce. Diamine, sentirle sul mio corpo mi fa sempre fremere d'eccitazione.
Passo a baciargli il collo. Poi lo mordicchio delicatamente, lascio segni rossi sulla profumata pelle chiara, succhiandola leggermente e poi ci torno e da rossi li faccio passare a viola. Mi piace da impazzire, sentirlo gemere e sapere di esserne la causa.
Raggiunge la sua stanza, mi adagia sul letto e mi toglie la maglia. Io prendo il controllo.
"Eh, no. No. Proprio no. Qui, anche se sono il più piccolo, comando io" Dico, con la faccia a pochi millimetri dalla mia.
Lo bacio a lungo, lascio che si tolga la maglia e sento le sue mani sulla cerniera del jeans, ma io sono più veloce. Gli tolgo jeans e boxer in un colpo solo e ridacchio, sentendo che ansima non appena sfioro con le dita lì intorno.
Poi inizio a fare delicatamente, ma velocemente ed insistentemente ció che devo fare, facendolo ansimare, gemere e infine urlare. Gli sorrido, guardandolo teneramente.
"Sei bello" Dico, smettendo di muovere la mano. Lui ha già l'affanno.
Lui sposta lo sguardo. "Che c'è?"
"Nessuno mai mi ha detto che sono bello" Ammette. Io resto piuttosto scioccato.
"Nessuno!? Come è possibile!? Devono essere tutti ciechi o stupidi"
"Diciamo solo che non sono molto il tipo da avere chiunque a sbavarmi dietro"
"Stai scherzando, spero. Bri, tu sei stupendo"
Lui mi guarda. "E poi, non stavi con Freddie, prima?"
"Era una relazione stupida. Io avevo appena realizzato di essere gay, lui è arrivato nella mia vita e ho creduto di essere innamorato. Per lui ero solo qualcuno con cui spassarsela"
"E con me? Con me come va la cosa?"
"Una volta che capisci che significa, credere di essere innamorato, non ti succede più" Sorride.
Ricambio il sorriso e poi lo aiuto a togliermi i jeans. Adesso è lui che ha il controllo su di me.
Amo alla follia sentirmi suo, sentirlo più vicino di quanto si possa fare, sentire di non avere vincoli a dividerci. E poi, arrivare quel momento insieme, sentire urlare il proprio nome, mentre tu urli quello dell'altro, intrecciare la mano con la sua, è sempre poetico. Con lui mi sento di toccare il cielo con un dito, in tutti i sensi.
Ci stendiamo e lo guardo negli occhi, sorridendogli. Non ho ancora lasciato la sua mano. E non mi fa di farlo. Anche lui mi sorride. Mi stringe a se, avvicinandomi e facendo combaciare il suo corpo col mio. Mi accarezza la schiena.
"Mi sento sempre bene, con te, Bri" Dico.
Lui si limita a sorridermi e mi da un bacio leggero sulle labbra.
"Anche io sto bene con te, Riccioli d'oro" Mormora e mi bacia ancora.
"Vuoi dormire un pochino?" Propone, parlando al mio orecchio, dolcemente.
Io annuisco, un po' stanco per la sveglia presto per la scuola.
Così lui mi fa appoggiare la testa sul suo petto e mi bacia sulla fronte.
"Buonanotte, Riccioli d'oro" Dice, dolcemente.
"Buonanotte, Bri" Dico, sbadigliando e mi addormento quasi subito.
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