Frazy 1
7:00
Suona la sveglia.
Stato mentale attuale: coma farmacologico.
Apro gli occhi.
Bruciano.
Li richiudo.
Li stropiccio un po'.
Li riapro.
Non bruciano più, in compenso non vedo una ciola.
Mi alzo a sedere.
Mi fa male la schiena.
Tiro giù la Madonna.
Mi alzo in posizione eretta, dignitosa.
Vado in bagno e mi guardo allo specchio.
Ho i capelli che più che capelli sembrano il tiragraffi di un gatto e delle occhiaie nere come il colore della mia rabbia in questo esatto momento.
Vado a fare colazione.
Mi tosto del pane e mi faccio un tazzone di caffè bollente.
Talmente bollente che al primo sorso riporto ustioni di quarto grado alla bocca.
Mi sono svegliata del tutto dal coma, anche se non nel modo che speravo.
Vado a lavarmi e a vestirmi.
Sono le 7:40.
Preparo lo zaino con la mia roba e esco.
Metto piede nel giardino dell'università e vengo travolta da una banda di grecisti che corrono come dei pazzi per andare ad assistere all'arrivo di un "prezioso manoscritto del quarto secolo che, secondo gli studiosi, risolverebbe molti dei dubbi sorti nei secoli durante lo studio del pantheon greco".
Banda di idioti.
Vado al bar dell'università a prendere un altro caffè (quello di prima non ha sortito l'effetto desiderato, a parte quello di rendere insensibile il mio palato per almeno i prossimi 15 giorni).
Questo è già più freddo.
Decisamente meglio.
Guardo il giardino accademico, ammiro le persone che gironzolano spensierate per il prato, le coppiette con la lingua incollata nel palato dell'altro.
Che schifo, aggiungerei.
Riesco a raccogliere le idee ed a rimettermi in pace col mondo.
Sono Frazy, ho 21 anni e studio ingegneria. Faccio parte di una band punk di cui sono molto fiera.
L'addetta al suono, Joker, veniva nella mia stessa università. Era una ragazza normalissima, ma le volevo molto bene.
Non è che fosse timida, è che aveva difficoltà a parlare con le persone dal vivo. Per ciò preferiva rimanere in disparte.
Mi piaceva, quella ragazza.
Non intendo quel genere di piacere che può provare una persona innamorata, eh.
...
Forse.
SÌ, MI PIACEVA, È UN PROBLEMA?
Insomma. Sta di fatto che la vidi da lontano, seduta da sola su un muretto.
Decisi di andare a salutare, ma appena mi avvicinai a lei notai che iniziò ad andare in panico.
Motivazione per andare a parlare con lei, no?
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