Cap. Terzo
Frost POV:
- Che ne diresti, se ti allessi con me e facessi parte del mio esercito?
Per tutto il tempo in cui rimasi da solo con lui non facevo altro che sentirmi ancora più a disagio di quanto già non lo fossi. Terribili pensieri affliggevano la mia mente, facendomi sempre più male, soprattutto perché erano tutte senza risposta. Ero spaventato, ma non lo davo a vedere, per essere presentabile come meglio potevo. Lui, poi...
Non era affatto come gli altri icejin che avevo incontrato. Lui era diverso, e questa particolarità non prometteva nulla di buono, ne ero certo. Le guardie che erano con noi fino a poco fa erano pietrificati, sicuramente lui era l'unico membro della mia razza che conoscevano, tanto che, non appena mi videro, ne rimasero scioccati. Loro, sebbene lo dicessero a bassa voce, li avevo sentiti pure dire che eravamo due gocce d'acqua. Pff- patetico. Se trovavo così divertente le loro chiacchere, allora... perché, mi sentivo così irritato? Credevo che all'inizio quella fosse la stanchezza, ma no; la faccenda andava ben oltre la mia disavventura, e lo compresi solamente quando lo fissai attraverso le sue rosse pupille. Cosa avevamo di uguale, noi? Cosa? Niente, ecco. Ero talmente stanco da dare pure peso alle opinioni di semplici suoi scagnozzi! Cercai, allora, di tranquillizzarmi, e di poter iniziare una pacifica chiacchierata con la mia controparte. Lui si presentò: Freezer, questo era il suo nome, era l'imperatore di uno dei più grandi eserciti che si fossero mai visti nel suo Universo. Quando mi chiese da dove venissi, io iniziai a sudare freddo. Ero scappato per numerosi motivi, ma soprattutto per dimenticare e ricostruirmi una nuova reputazione. Magari potrei essere un eroe, qui...
Seppur titubante, risposi di essere del Sesto Universo. Cambiò espressione. Oh no! Cominciai a tremare, avevo molta paura. Eccoci alla fatidica domanda: Come hai fatto a venire fino a qui? Trattenni il respiro. L'unica mia carta da giocare fu... mentire. Dovetti raccontargli che ero un criminale molto noto e pericoloso, responsabile di ogni genere di scomparsa, dalla gente più comune ai pianeti. Per poter sfuggire alla condanna, riuscii a sterminare l'intera Pattuglia Galattica, rubare un'astronave e venire fino a qui. Freezer ne rimase molto colpito ed interessato. Sollevato dal fatto che lui non avesse sospettato nulla, feci un respiro e chiesi :- Precisamente, dov'è che mi trovo? E come mai sono qui?
Questa volta fu lui a rimanere un po' in silenzio, probabilmente in cerca di una buona scusanza. Eh eh, non è affatto un buon bugiardo come me... i miei pensieri, tuttavia, per quanto risultassero canzonatori nei confronti della mia controparte, nascondevano un velo di preoccupazione e di incertezza. La mia paura più grande era che lui avrebbe potuto uccidermi per non avere altri rivali in combattimento, dimostrandosi però rispettoso e cordiale nei miei confronti per fare buona impressione. Mentre riflettevo tra me e me, la mia testa si era leggermente chinata verso il basso, guardando una volta lui e un'altra volta il pavimento. Il mio sguardo, però, ricadde subito dopo che Freezer riaprì la bocca per parlarmi. Lì per lì provavo una curiosità mista tra la paura e l'entusiasmo. Ma...
Non credevo che la sua risposta mi avrebbe soddisfatto come speravo. Mi aveva rivelato che io mi trovavo sulla sua navicella, una delle più grandi basi del suo grande Impero. Dedussi che stesse dicendo la verità dal tono di sicurezza espresso. Quando cercò di spiegare il motivo del perché mi trovassi nella sua astronave, percepii la sua insicurezza molto facilmente. Mi raccontò che alcuni suoi soldati mi avevamo scoperto e che mi avessero semplicemente portato con loro. Non me la bevvi neppure per un secondo. Ero convinto che le cose non fossero andate così. Tutto ad un tratto, un insieme di ricordi mi balenarono in mente; la luce, io che tentavo di fuggire, degli individui che mi raggiungevano e che subito dopo mi catturavano. Iniziò pure a farmi male la testa. Avrei voluto controbattere e dirgli cosa mi ricordavo, ma ... mi arrestai immediatamente. Ero stanco, debole, stressato: non avevo assolutamente intenzione di peggiorare la situazione di disagio che c'era in quel momento, perlomeno provare a stare al gioco. Risposi prontamente di aver capito, scodinzolando nervosamente la coda. Altro minuto di silenzio ... e già non ce la facevo più. Freezer, quasi preso dall'esasperazione di non essere riuscito a mandare avanti una conversazione pacificamente, mi chiese se avessi avuto un'idea di dove alloggiare. Gli risposi di no, anche se non avevo ben compreso il perché di una simile domanda. Allora, quasi automaticamente, si schiarì la gola, si avvicinò a me fino a farmi imbarazzare, e mettendosi in una posizione che dava a pensare fosse una statua per un attimo ,mi chiese :
- Che ne diresti, se ti alleassi con me e facessi parte del mio esercito?
Che cosa ... sì, che cosa stava confabulando? Mi stava prendendo in giro? Ripensandoci, però, realizzai che se quello fosse stato realmente uno scherzo non sarebbe di certo stato così teso. Per un icejin della sua posizione, questo suo modo di fare non sarebbe probabilmente stato tanto consono, e ciò mi avrebbe potuto aumentare tutti i miei sospetti sul suo conto. Nonostante ciò, come se fossi stato controllato da qualche cosa, allungai la mia mano in corrispondenza alla sua. Ma che cosa diavolo stavo combinando?!
Freezer POV:
DANNAZIONE, non doveva andare così! Il fatto che lui abbia accettato non significa un bel niente! Ma perchè poi, io ero così teso? E ora, perchè mi sento più rilassato? Tanto, se avesse rifiutato, sarebbe stato costretto con le forze. E va bene: l'importante è avere provato a dare una buona impressione, anche se, prima o poi, verrà presto a sapere quale è il vero lato di me ...
Frost POV:
Lasciammo andare la presa molto lentamente, o almeno così mi era sembrato. Non facevo nient'altro che fissare il pavimento, inorridito. Dovevo rifiutare, nonostante sentissi dentro di me che forse sarebbe stato meglio non farlo, dati gli attuali dubbi che avevo avuto finora. Lasciate andare le nostre mani, deglutii. Ora non avevo scampo, ero nel suo gioco, e se niente o nessuno avesse deciso di cambiare la situazione, sarei rimasto dalla sua parte da partire da quel momento in poi. La situazione si calmò, anche se, in un certo modo, sapevamo entrambi di quanto fosse stata dura la nostra "discussione". Sentendosi sfinito da tutto questo, Freezer, per non perdere altro tempo, uscì dalla stanza, muovendosi frettolosamente pur sempre mantenendo la sua solita posizione di sicurezza. Fu allora che finalmente ricominciai a riprendermi. Finalmente potevo stare da solo e riflettere... già ma, su cosa? Tanto, male che andava, il danno era fatto. L'unica cosa che desideravo in quel momento era poter restare in santa pace e non avere alcuna preoccupazione, solo e soltanto questo. Ora io avevo perso tutto, ed ero pure in trappola. La mia solitudine s'interruppe con qualcuno che era appena entrato, ma non era lui, anzi: era un'anziana signora dai capelli corti a caschetto e bianchi e dalla pelle blu. Indossava pure lei una divisa molto simile alle guardie, era quindi un'altra dei sottoposti della mia controparte. Ella si presentò con il nome di Berryblue, e mi riferì che Freezer l'aveva mandata a chiamare per accompagnarmi nella mia stanza. Proprio quello che ci voleva... Per mostrarmi in qualche modo interessato le chiesi dove lui se ne fosse andato. - Lord Freezer aveva delle altre cose ben più urgenti da sbrigare, ma non è di mia priorità dirle i dettagli- mi spiegò scocciata la donna. Decisi che forse sarebbe stato meglio rimanere zitto, e seguii titubante Berryblue attraverso i lunghi corridoi che davano i dormitori. Qando giungemmo lì, lei non entrò nella camera come feci io. Volevo vedere come fosse fatta la mia camera sin da quando mi stavo incamminando per entrarci, ma, non appena vi misi piede, un disgustoso tanfo, un misto tra muffa e alcol, invase le mie narici. La stanza in cui vi avrei dovuto alloggiare era grande, ma a soqquadro, e dava l'aspetto di una casa di un bevitore o qualcosa di simile. La cameriera, rimasta fino in quel momento a fissarmi mentre osservavo inorridito il simile trattamento compiaciuta, girò i tacchi per andarsene, ma ancor prima che ella lo facesse, mi informò che avrei fatto bene a riposarmi, dato che la mia controparte aveva intenzione di allenarsi con me il giorno seguente.
POV di nessuno:
Non appena Berryblue se ne andò, Frost rimase finalmente solo. Era deluso e umiliato, ma del resto, si trattava sempre e comunque di un membro della sua stessa razza. Di certo a nessun icejin sarebbe importato qualcosa del reciproco rispetto per qualcuno, e se lo era per uno suo simile, allora, lo fingeva solamente. Se c'era una cosa a cui Frost non aveva ancora imparato a guardarsi, era la troppa fiducia che dava in chi gli stava simpatico. Facendo così, non veniva altro che fregato, finendo sempre per rimetterci. Ma non erano solo gli altri...
Per quanto fosse capace a nascondersi nelle sue bugie, lui non era molto astuto. Vinto dal suo orgoglio di vittoria, spesso e malvolentieri, si lasciava spesso scappare di bocca alcune cose che molto probabilmente avrebbero mandato in fumo tutti i suoi piani. In effetti, era già stato un miracolo aver regnato per tutto quel tempo, senza rivelare troppe informazioni o nulla. Ora, era anche vero che nutriva molti dubbi nell'imperatore, ma perchè si era lasciato andare un'altra volta in quel modo? Pur cercando di non prendersela troppo, l'alieno blu iniziò a sistemare, come meglio poté, il disordine che c'era nella camera. Pulire lo aiutò così come valvola di sfogo, rilassando finalmente tutti i suoi nervi dopo tanto tempo.
( Per quanto riguarda la descrizione caratteriale di Frost, mi sono inspirata a un racconto di @I_am_Tequila_Joseph_ . Grazie infinitamente per avermi dato l'ispirazione!)
Durante la notte, però, Frost non riuscì a chiudere occhio: aveva soprattutto paura per ciò che gli sarebbe successo il giorno dopo durante il suo primo allenamento. Le sue ferite non si erano del tutto rigenerate, e ogni movimento che faceva non faceva altro che sfinirlo. Ma il suo più grande ed attuale timore era Freezer. Se lui fosse stato più forte, molto probabilmente avrebbe avuto la meglio e gli avrebbe causato chissà quali danni oltre a quelli attuali. Inoltre, lui gli aveva fatto credere, con tutte quelle storielline che gli aveva raccontato, di essere molto forte nel combattimento, e questo, non faceva nient'altro che deteriorare la situazione. Sicuramente, sentendosi preso in giro, lo avrebbe sicuramente ucciso senza pietà.
Un altro ad avere avuto grandi difficoltà nel dormire fu anche Freezer, il quale, sentitosi umiliato di fronte ad un suo simile, non faceva altro che ripensarci, girandosi in qua e in là nel letto. Pensò tra sé e sé che doveva smetterla di pensarci, perchè avrebbe fatto presto valere il suo onore su il sosia nell'allenamento di domani, dimostrandogli, sebbene avesse già visto di quanto pure lui fosse intimorito, la sua autorità e superiorità.
1828 parole.
Come va ragazzuoli phelly? Io abbastanza bene. Sono tre giorni che mi scervello per il capitolo, e ora che l'ho finito mi sento molto mellio. Volevo ringraziare tutta la phella gente che legge i capitoli di questa deprimente fanfiction, e che probabilmente si aspettava una nuova parte da giorni ( spero).Detto questo, mi auguro presto di poter aggiornare la nuova parte, e arrivederla al merlo!!
La mia gatta vi saluta.
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