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6. ππππππ
Vivo la mia vita con una terrificante inclinazione per il disgusto. Ogni cosa mi provoca i conati, con estrema facilitΓ , la nausea prevale su qualsiasi altro sentimento percepibile. A partire dalle persone, le situazioni, la condizione pietosa del posto in cui vivo, le puzze, gli orrori visivi, gli stupri emotivi.
7. α΅β±α΅βΏα΅α΅
Piango.
Ho aperto gli occhi con un incredibile voglia di finire la mia vita.
L'esistenza mi distrugge, l'esistenza degli altri mi dΓ ribrezzo.
Vorrei essere l'unica persona esistente e allo stesso tempo mi accontenterei anche di essere l'unica non esistente.
Profondamente egoista.
Profondamente narcisista.
Non voglio che le persone mi parlino, non voglio ascoltare le loro stronzate. Ne ho abbastanza di sentirli blaterare discorsi ripetuti fino allo sfinimento, che non mi interessano neanche un po'. Allo stesso tempo sono consapevole del fatto che ognuno Γ¨ un universo a sΓ©, complesso e sfaccettato, ognuno prova ciΓ² che solo la propria soggettivitΓ conosce e io non sono nessuno per poter decidere, giudicare, limitare, impedire, zittire, annichilire, uccidere.
Eppure lo desidero, oh quanto lo desidero. E mi fa schifo questo lato di me, così labile e pericoloso. Lo sento sotto la pelle, ogni volta che provo qualcosa di perturbante, o anche qualcosa di minimamente fastidioso. Si acutizza con il male, con le percezioni negative, con tutta la tristezza e la pesantezza che mi sento buttata addosso ogni giorno. A volte anche senza motivo, senza un'apparente ragione. Lo sento che striscia, bisbiglia, suggerisce le cose più orribili, le idee più rivoltanti, "prendi la sua testa, aprila come un uovo contro lo stipite della porta, non è difficile"
"brava, quel coltello con cui stai tagliando il pane, com'Γ¨ appuntito, com'Γ¨ affilato, sai che puΓ² conficcarsi bene nella gola di tua madre? O anche nella tua se preferisci"
"digli che lo odi, che non lo sopporti, che t'importa che non Γ¨ vero, vediamo come reagisce, vediamo se piange"
"urlale contro che ti ha rotto il cazzo, che Γ¨ stupida come la merda, Γ¨ la veritΓ , no?"
Immagina vivere la propria vita cercando costantemente di tenere a freno questa voce, questa vibrazione tossica sotto pelle.
Γ debilitante, alienante. Quante cose ho negato e nego a me stessa quotidianamente. Come ad esempio guidare la macchina. So che lo so fare, so che ne sono capace. Quello che non so Γ¨ se sono capace di controllarmi. Se qualcuno dovesse insultarmi perchΓ© sono lenta? Vorrei sicuramente distruggerlo, sentire le sue ossa sbriciolarsi sotto le ruote della mia macchina.
Se sono particolarmente triste? Γ semplice, premi l'acceleratore finchΓ© non finisci la tua corsa contro un muro. Sarei capace di controllare tutto questo? Al momento, conoscendomi, non credo. Intanto vengo accusata di pigrizia, di eccessivo timore, di inventare scuse per non mettermi in gioco, di essere stupida ad aver speso tutti quei soldi per la patente senza mai usarla.
Ogni giorno guardo la mia agenda e sposto al giorno successivo la task "chiamare il medico, farsi prescrivere lo psicologo". Ed Γ¨ chiaro, se lo facessi davvero in questo momento non stareste leggendo queste parole.
Aborro me stessa, aborro il mondo in cui mi trovo.
Dovrei fare qualcosa per entrambe le cose, ma l'unica cosa che sono capace di fare Γ¨ condensare le mie sensazioni. Forse Γ¨ l'unico modo per non ferire nessuno, Γ¨ l'unico modo per rimanere innocua.
Piangere.
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