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𝔸𝕟𝕒𝕥𝕠𝕝𝕚𝕪 𝕃𝕚𝕥𝕧𝕚𝕟𝕖𝕟𝕜𝕠 • ᴛʜᴇ ᴡʜɪᴛᴇ ʀᴏᴏᴍ

WARNING
Temi delicati
NON LEGGETE SE SIETE SENSIBILI AGLI ABUSI E SE I TEMI SESSUALI VI DISTURBANO. MI SONO DISTURBATO DA SOLO A SCRIVERE QUESTA ROBA.

Izumii23 se per caso sei sensibile a queste cose dimmelo QUI PLS, almeno lo riscrivo senza che nulla ti dia fastidio :3

Grazie~

ℙ𝕝𝕒𝕪𝕖𝕣

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ᴾᴸᴱᴬˢᴱ ᴰᴼᴺ'ᵀ ᴮᴱ ᴬᶠᴿᴬᴵᴰ

ᴼᶠ ᵀᴴᴱ ᴰᴱˢᴾᴬᴵᴿ ᴸᵞᴵᴺᴳ ᵂᴵᵀᴴᴵᴺ ᵀᴴᴱ ᴰᴬᴿᴷᴺᴱˢˢ

ᴮᴱᶜᴬᵁˢᴱ ᵀᴴᴱᴿᴱ'ˢ ᴬ ᴰᴿᴱᴬᴹ ᴴᴵᴰᴰᴱᴺ ᴵᴺ ᵞᴼᵁᴿ ᶜᴴᴱˢᵀ

ᵀᴴᴬᵀ ᵂᴵᴸᴸ ᴸᴵᴳᴴᵀ ᵞᴼᵁᴿ ᵂᴬᵞ

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ɴᴏᴍᴇ
Anatoliy
Анатолій
Forma russa dell'antico nome greco Anatolius, il suo stupendo significato letterale è quello di "sole che sorge", o, più banalmente, "alba". In realtà non vi fecero particolare attenzione, il motivo di questa scelta fu che per i suoi genitori suonava bene.

ᴄᴏɢɴᴏᴍᴇ
Litvinenko
Литвиненко
Non ha idea di cosa significhi, o anche solo se è di origine Ucraina o Russa.
Bah.

ᴇᴛᴀ̀
22 anni
Il suo compleanno cade il 13 di febbraio, posizionandolo così sotto il segno dell'Acquario, simbolo di affidabilità e fedeltà: personalmente non crede a questo genere di cose, e deve anche ammettere che non ritrova affatto il suo carattere nelle descrizioni che i giornali riportano.

ɴᴀᴢɪᴏɴᴀʟɪᴛᴀ̀
Ucraina
È nato e cresciuto nella città di Mariupol' (Маріуполь), situata nell'Oblast' di Donec'k. Si tratta di una città portuale ed industrale, ed ha la particolarità -come molte altre città minori- di avere la lingua russa, e non quella ucraina, come lingua parlata.

ᴀsᴘᴇᴛᴛᴏ ғɪsɪᴄᴏ
Ragazzo dall'incredibile bellezza, non vi sarebbe traccia di stupore se dovesse ammettere di fare il modello per qualche rivista. Sarebbe una bugia affermare che lui stesso non abbia mai pensato ad una possibilità simile; sa che non avrebbe alcun problema a farsi strada verso una carriera del genere, eppure non sopporterebbe l'idea di trovarsi tanto al centro delle attenzioni. Alto intorno al metro e settantacinque, il suo è un fisico snello, ma... morbido. Non ha nulla di scolpito, niente di estremamente mascolino o tipicamente femminile. Anatoliy, allo sguardo, sembra non appartenere ad alcun genere preciso. Quel che rende le idee un po' più chiare sono il suo darsi del maschile e la voce ferma e vellutata, paragonabile ad una densa, piacevole cioccolata calda sorseggiata durante una fredda tempesta di neve. Per quanto sembri strano, è stata descritta proprio così da una ragazza innamorata di lui, in una poesia (dalla discutibile qualità) poi mai consegnata al destinatario.

I suoi occhi sono grandi, piegati spesso in una triste espressione lontana, persi nel nulla, vaganti. Due soli gemelli, dalle sfumature di un giallo molto chiaro sulla destra, spruzzati d'arancio verso l'alto e verso l'interno, donandogli uno sguardo sempre poco concentrato ed assorto. Luminosi e distanti, proprio come due magnifiche stelle, a detta della misteriosa ragazza infatuata. Sotto l'occhio destro è presente un neo, piuttosto evidente sulla sua carnagione chiarissima. Diverse persone si sono ridotte a chiedergli se fosse disegnato, ed ha sempre risposto con un tranquillissimo ed esaustivo "no".
I suoi capelli riprendono alla perfezione le iridi: biondi, lucidi, sfumano su un arancione verso le punte, sono mossi e corti. Non perde molto tempo a sistemarli, la mattina, sono voluminosi di loro, lui si limita a lavarli ed a lasciarli bagnati perchè si asciughino lungo il percorso che separa il suo appartamento dal posto di lavoro. Porta dietro di sè un inconfondibile odore di fiori mischiato a mango, l'aroma dello shampoo che utilizza ogni mattina. L'unico, vero "difetto", se così lo si vuole definire, è il labbro inferiore, martoriato da tagli che tendono a riaprirsi con facilità con le temperature più fredde. Se lo morde e lo usa come via di scarico per lo stress: quando si mette a pensare intensamente tende a tirare via lo strato superiore già rovinato con le dita, senza neppure rendersene conto.

ᴀʙɪʟɪᴛᴀ̀
Dita  veloci
Può sembrare abbastanza strana non che inutile come abilità, ma con il lavoro che fa è abituato a maneggiare oggetti e piccoli fili in maniera rapida senza nemmeno guardare cosa stia facendo; questo, unito alla sua profonda conoscenza dei nodi marinareschi, gli aprirebbe diverse possibilità in più situazioni. È stato legato con le mani dietro la schiena? Liberarsene è di una facilità innata per Anatoliy. Deve assicurare una corda in maniera impeccabile e sicura? Niente scioglie i suoi nodi, per quanto frettolosi sembrino fatti.

Leggere  le  labbra
Ha imparato a farlo per semplice osservazione: si annoia dall'altro lato del vetro, ed osservando per anni i clienti del bar di fronte, ha imparato a capire cosa stessero dicendo senza sentire alcun suono. Ormai origliare in questa maniera è diventato uno dei suoi passatempi preferiti.

Mentire
Non lo considera un vanto, ma è molto bravo ad inventare storielle sul momento, basandosi molto spesso sugli avvenimenti di qualche libro giallo che ha letto. Non lo fa spesso, e non ama dover arrivare a dire bugie, ma se la cava molto bene, soprattutto perchè le persone sembrano fidarsi di lui e del suo bel faccino di primo impatto.

ᴘᴀᴜʀᴇ
Dishabiliophobia
Lᴀ ᴘᴀᴜʀᴀ ᴅɪ sᴠᴇsᴛɪʀsɪ ᴅᴀᴠᴀɴᴛɪ ᴀ ϙᴜᴀʟᴄᴜɴ'ᴀʟᴛʀᴏ
Si tratta di una paura sviluppata di recente, a seguito di quando quello che credeva essere la persona che più teneva a lui, ha divulgato foto compromettenti a quasi tutti i suoi conoscenti, compresi i suoi genitori. Da quel momento ha sempre avuto difficoltà persino nello svestirsi per fare anche solo una semplice doccia in casa sua: l'irrazionale terrore che vi sia una qualche telecamera nascosta lo blocca dall'avere rapporti sessuali con chiunque, seppure lo desideri. La sua più profonda fiducia è stata tradita, come può dimenticare ed andare avanti? Un gruppo di vecchi amici ancora lo prende di mira per ciò che è successo, come se fosse stata colpa sua fidarsi di una persona tanto importante per lui. Se fosse forzato a svestirsi sapendo che lo sguardo di qualcuno è su di lui, non ce la farebbe. Rimarrebbe immobile, impalato. Con la dovuta dose di amore e di pazienza molto probabilmente si riuscirebbe a fargliela passare, ma ci vorrebbe molto tempo prima che si abitui nuovamente a fidarsi del giudizio di una seconda persona. Le fotocamere rimarrebbero in ogni caso assolutamente off-limit, e questo ci porta allo scenario peggiore, ed anche più improbabile, che potrebbe verificarsi: fargli delle foto svestito contro il suo volere, anche promettendo di non divulgarle in alcuna maniera, è fra i suoi incubi peggiori. Diventerebbe atipicamente violento, e cancellerebbe quelle fotografie anche a costo di prendere a pugni qualcuno. Ovviamente, praticamente chiunque sarebbe contrario al farsi fare delle foto come mamma l'ha fatti, ma per lui sarebbe una pessima, lunga ed agonizzante esperienza che si ripeterebbe.

Myrmecophobia
Lᴀ ᴘᴀᴜʀᴀ ᴅᴇʟʟᴇ ғᴏʀᴍɪᴄʜᴇ
Forse la sua paura più fondata è proprio questa, quella delle innocenti formiche. Da quanto ricorda le ha sempre detestate, e ne ha sempre avuto il terrore. Ne ha il terrore perchè sono piccole, forti ed intelligenti. Quelle fortezze che si costruiscono sotto terra, ecco, ha paura che possano realizzarle all'interno del suo stesso corpo. Ha paura che, se dovesse finirgli una formichina in un orecchio, in bocca, o in una qualsiasi fessura, quella inizierà a scavare all'interno ed a riprodursi. Anche se solo le formiche regine possono farlo, ma chi gli dice che proprio quella che decide di infilarsi nel suo corpo non è una regina? Oltretutto, da bambino, un giorno, trovò al parco il cadavere di una rana: il giorno dopo, ricontrollando il cespuglio dove la aveva vista, non trovò altro che le sue ossa, ricoperte di formiche. Se possono fare quello ad una rana in una sola notte, quanto possono metterci a mangiare un umano? Le formiche non vanno neppure nominate di fronte ad Anatoliy, perchè al solo pensiero, sentirà un milione di zampette scendergli lungo la gola e si metterà a tossire o dare di stomaco di riflesso. Nel caso si ritrovi tre, quattro formiche addosso, cercherebbe di scacciarle via il più rapidamente possibile e non ne farebbe una tragedia, ma se il numero dovesse salire a dieci, quindici formiche, l'urlo che caccerebbe si sentirebbe ad isolati di distanza. In caso fosse presente qualcuno tenterebbe di farsi aiutare ad ammazzarle tutte nella confusione cercando comunque di darsi un mezzo contegno, ma se fosse da solo il terrore si moltiplicherebbe. Qualcuno lo aiuti, o inizierà a farsi prendere un attacco di panico ed a dire cose come "Non voglio morire, non voglio" e "Cazzo cazzo morite cazzo figlie di-". Ed Anatoliy non si riduce mai a dire parole pesanti. Non riuscirebbe mai e poi mai a superare una paura simile, anche se gli si venisse dimostrato che una formica non scaverà mai un tunnel nel suo orecchio. Gli fanno troppo ribrezzo.

Eisoptrophobia
Lᴀ ᴘᴀᴜʀᴀ ᴅᴇɢʟɪ sᴘᴇᴄᴄʜɪ
Sono, senza dubbio, il suo terrore più profondo e completamente irrazionale. Qualsiasi specchio vi sia stato in casa sua, adesso è girato verso la parete, il lato riflettente nascosto. Il riflesso lo disturba come nient'altro; NON vuole sapere chi o che cosa si trova alle sue spalle. Specialmente se si tratta di qualcosa di sovrannaturale. Non crede in queste cose, è fermamente convinto che siano baggianate, ma al tempo stesso ne ha una paura incredibile. Potrebbe essere classificata come terrore del paranormale, ma sarebbe errato: non ha alcun problema con i libri horror o con le case stregate. Il suo problema sono proprio gli specchi, solo in quel contesto ne è terribilmente spaventato. Ma, come già detto, è assolutamente irrazionale ed intensa, non è fra i suoi interessi capirne l'origine. È sempre stato inquietato dagli specchi, non c'è nulla da fare, lo disturbano persino solo sapendo che ce ne è uno nella stanza che in quel momento sta riflettendo. Il problema più grande è che non può smettere di guardare il riflesso, una volta individuato, e neppure potrà avvicinarsi allo specchio per girarlo. Ha troppa paura di avvicinarsi e di vedere... qualcosa. Non chiedetegli che cosa, non vuole saperlo neppure lui. Per Anatoliy l'inferno è una stanza dalle pareti a specchio; se ci si trovasse gli sarebbe impossibile guardarsi attorno di continuo, terrorizzato. Si metterebbe a piangere, pregherebbe di riuscire a chiudere gli occhi e di riuscire a rannicchiarsi a terra per proteggersi, ma non ce la farebbe. E un attacco di panico non glielo toglierebbe proprio nessuno. Molto probabilmente si può, in qualche modo, attenuare questa paura fino a permettergli di smettere di guardare nello specchio fino al panico, ma non la si eliminerebbe del tutto, quello sarebbe impossibile. Lo stesso problema si ripresenta, seppure in forma minore, con le superfici semi-riflettenti, come negli schermi della televisione, o nei vetri.

ᴄᴀʀᴀᴛᴛᴇʀᴇ
Quale altro termine utilizzare per definire in un'accurata, unica parola questo ragazzo se non "semplice"?
Educato, dall'intelligenza e dalle capacità perfettamente nella media, sembra non esserci assolutamente nulla di speciale in Anatoliy. È il genere di persona che, sul bus o sulla metro, si alzerebbe senza alcuna esitazione per far accomodare gli anziani, o i bambini. È buono come il pane e dolce come il miele, non ha mai fatto del male ad una mosca e mai gliene farebbe; sorride sempre a chiunque, mostrandosi amichevole ed aperto nel suo essere comunque silenzioso e riservato. Davvero, è uno zuccherino, mai ha avuto brutte intenzioni verso nessuno, e nessuno sembra averle verso di lui: è troppo gentile perchè una persona normale possa anche solo lontanamente pensare di fargli del male. Il che è accaduto, ma lasciamo la storia per dopo. Sa catturare la fiducia di chiunque in un batter d'occhio, ma non è altrettanto semplice conquistare la sua. Generalmente, per evitare di sembrare scortese, finge di fidarsi, e finisce con fare cose che preferirebbe non fare, come seguire una persona appena incontrata in un bar, o accettare di cedere il suo numero di telefono a qualcuno con cui non è ancora in piena confidenza. Solamente per non sentirsi maleducato e cattivo. Il che renderebbe semplicissimo lo sfruttarlo, ma in qualche modo è riuscito a non farsi rapire ed ammazzare. È troppo buono per questo mondo.

Possiede un'empatia molto forte; gli viene naturale rendersi conto di quando qualcosa non va con qualcuno dopo un semplice sguardo. E si preoccuperebbe, cercherebbe di trovare il problema in caso conosca quella persona: se non la conoscesse ci si scervellerebbe tutto il giorno senza rivolgerle la parola. Non vorrebbe mai disturbare uno sconosciuto con domande invadenti. Le rare volte che non sorride per pura gentilezza e discrezione, ma lo fa in maniera spontanea, persino i suoi occhi si illuminano, e le punte delle sue orecchie si colorano di rosso; è decisamente adorabile. Vale la pena farlo contento solo per vederlo in questo stato. Nonostante possa non apparire ad un primo impatto, la sua forza di volontà è forte. Se vuole fare qualcosa, se si mette in testa che la farà, allora tenterà il tutto per tutto, arrendendosi solamente quando l'ultima speranza non si spegnerà. E con il suo essere sempre positivo ed ottimista, risulta molto difficile buttarlo giù. Se gli si venisse chiesto quale sia il suo ruolo, in questo mondo, nella sua vita, lui confesserebbe di essere solo un personaggio di supporto. Uno di quegli individui che in una storia compaiono al massimo un paio di volte, e che fungono unicamente da inspessimenti per la trama. Questo perchè mai nessuno lo ha davvero messo al centro delle proprie attenzioni. Anatoliy è sempre stato alle spalle a qualcuno, mai di lato, mai si è sentito al pari di qualcuno. Per questa ragione gli risulta molto difficile fare qualcosa per sè stesso. Non ne varrebbe la pena. Anatoliy non ne vale mai la pena.

In caso dovesse iniziare a considerare qualcuno un amico stretto, allora, molto probabilmente, con il tempo, si rilasserebbe. E purtroppo, quando si rilassa e smette di pensare agli altri, si apre, senza rendersene davvero conto. Quando mai parla delle sue difficoltà, dei suoi problemi, delle sue preoccupazioni? Non lo fa. Non facendolo, ovviamente, finisce per accumulare stress ed ansia dentro di sè, che riesce a sfogare unicamente tramite rabbia. Fa molto, molto strano vederlo alterato, con uno sguardo così atipicamente tagliente e freddo, ma purtroppo è più forte di lui. Non ha il controllo delle sue parole in questi rari casi, e potrebbe finire per dire qualcosa di cui si pentirà. Di solito cerca di non affidarsi alle prime impressioni per quanto riguarda l'aspetto esteriore, ma, per quanto se ne danni, non riesce a non etichettare chiunque veda senza neppure conoscerlo. NON sia mai, comunque, che per questo motivo, si azzardi a trattare le persone in maniera diversa basandosi sul suo giudizio! Non lo farebbe mai e poi mai. I suoi sono semplici pensieri inconsci, semplici da sorvolare ed ignorare.

Naturalmente, non manca di difetti. Nessuno è perfetto, è ciò che ripete anche lui, ma alla fine si contraddice, perchè gli risulta molto difficile vedere i lati negativi nel carattere delle persone. Non li trova. Vede sempre e solo il positivo in qualcuno, trova delle scuse improbabili alla cattiveria, crede che non esista nessuno di puramente malvagio. Sa che deve essere accaduto qualcosa perchè tale persona si comporti in maniera sgarbata o violenta, e per questo non se la prende quando gli si viene fatto un torto. Ad aggravare la questione, poi, si aggiunge, a rigor di logica, il suo "non valere la pena". Se gli si viene fatto del male probabilmente se lo sta meritando, e troverà qualche improbabile motivo per il quale se la sia cercata. Da come si è capito, ha una bassissima autostima, ma un'altissima opinione del prossimo: loro sono superiori, sono migliori. Anatoliy è solo Anatoliy, il ragazzo dell'appartamento al piano terra. Cos'ha di speciale? Cosa lo farebbe brillare immezzo ad una folla? Nulla, proprio nulla. Deve ammettere di essere più carino della normale media, ma non è un talento, non è un qualcosa di speciale. Ci è semplicemente nato.

Leggermente paranoico, forse la migliore definizione per questa sua sfumatura è "ansioso"; se deve fare qualcosa di importante, se si deve recare in un luogo mai visitato prima, o se semplicemente qualcosa non va come aveva immaginato, le sue mani inizieranno a sudare, ed il balbettio si farebbe più intenso del normale. In questi casi, come ciliegina sulla torta, diventerebbe un fascio di nervi. Un rumore, un tocco inaspettato, un movimento intravisto con la coda dell'occhio, si spaventerebbe e sussulterebbe per una qualsiasi stupidaggine. Inutile dirgli di rilassarsi e di stare tranquillo. Sa che non può farcela a calmarsi, perciò si sentirebbe in colpa a non farlo! Non diteglielo, davvero. Peggiorate la situazione. In realtà, se ci si fa caso, si può notare quanto se ne stia sulle sue e quanto sia guardingo anche normalmente. È solo nascosto dal velo di tranquillità ed altruismo, perciò è difficile notare come si guardi sempre alle spalle quando cammina. Specialmente di sera.
È impacciato e molto spesso si ritrova a far cadere qualsiasi cosa stia portando fra le mani. È, ovviamente, dato dal nervosismo, ma delle volte gli succede che gli scivoli il bicchiere di mano quando lo sta prendendo per bere, anche se si sente tranquillo. Quando gli capita di rompere qualcosa davanti a qualcuno si mette immediatamente a scusarsi infinitamente, ed a raccogliere i cocci. A mano. Probabilmente tagliandosi. Ma in quel momento sarebbe troppo impanicato per pensare a chiedere una scopa.

sᴛᴏʀɪᴀ
Dalla quantità di ansia che affligge questo ragazzo, si pensa immediatamente che qualcosa deve essere andato storto, in precedenza. Che qualcosa abbia causato quella bassa autistima e quel perenne nervosismo. Ma si è sulla cattiva strada se si pensa che la colpa sia da affidare ad i suoi genitori. Alle sue due mamme, in realtà: non è stato adottato, ma è nato tramite fecondazione assistita, inizialmente, con gran sorpresa del medico, sarebbero dovuti essere due gemelli. Un maschio ed una femmina. Le ecografie non mostravano alcun problema, almeno fino all'ottavo mese di gravidanza. Una mattina, Lilya, colei che li portava in grembo, si svegliò, sentendo, capendo immediatamente che qualcosa non andava. I piccoli scalciavano, quello era appurato, ma QUALCOSA non andava. Per questa ragione, si precipitarono in clinica per un controllo; e lì, il macchinario non mostrò comunque nulla di anomalo. Eppure, il medico si insospettì, conoscendo l'istinto infallibile delle mamme incinte. Si affidò al vecchio, caro stetoscopio. A destra v'era battito.
A sinistra no. Uno dei gemelli non ce l'aveva fatta. La femmina. Si attivarono immediatamente per un cesareo. Il piccolo sarebbe nato prematuramente, ma non se la sentirono di lasciarlo nell'utero con una bambina praticamente già formata. Sarebbe stato pericoloso. Lo tirarono fuori sano e salvo alle 11 e 43 del 13 febbraio, seguito dalla sorellina, la quale aveva smesso di respirare ore prima. Le due donne ne furono devastate. Le analisi mostrarono che, per qualche inspiegabile ragione, il cordone ombelicale della femmina -si sarebbe chiamata Nadya- aveva smesso di trasportare nutrimento, ed era stato invece indirizzato tutto quanto a quello di Anatoliy. Il bambino rimase in ospedale per un paio di settimane, finchè non furono certi di poterlo mandare a casa.
In quanto a Nadya, Lilya ed Hanna richiesero il suo corpicino per farlo cremare. Le poche ceneri che ne risultarono si trovano sul comodino della camera da letto, in una scatolina intagliata con dei piccoli elefanti, un fiocchetto rosa posato sul coperchio. Le danno sempre mentito ad Anatoliy sulla data dell'accaduto. Gli hanno sempre detto che si trattava di una gravidanza precedente, andata male. Non avrebbero avuto problemi a dirgli la verità, se solo non fosse stato così ansioso sin da piccolo.

Mai stato troppo aperto e socievole, in realtà alle elementari era persino scontroso e fin troppo solitario perchè fosse sano per un bambino della sua età. È sempre stato spinto a cercare nuove amicizie, nuove esperienze, ma ha sempre preferito la compagnia di un buon libro, o delle sue mamme. Durante i fine settimana, passava sempre il tempo insieme ad Hanna nel negozio di piante che possedeva e gestiva, appassionandosi ed imparando il linguaggio dei fiori. Osservando ed ascoltando la maniera con la quale la madre trattava i clienti, Anatoliy ha, con il tempo, deciso che sarebbe stato come lei. Sorridente, dolce e disponibile. Nessuno le riservava mai una brutta parola proprio perchè si comportava in quel modo, perciò avrebbe funzionato anche per lui, ne era certo. Per questo la sua personalità subì una svolta impressionante, iniziate le scuole medie, avvicinandosi molto a ciò che è ora, ma con decisamente meno ansia e paura. Un ragazzo dolce e così sensibile in una scuola come quella, divenne in un men che non si dica il bersaglio preferito dei bulletti. In realtà veniva molto difeso, specialmente dalle ragazze della classe, quindi non è mai stato davvero solo, ed ha passato un periodo relativamente tranquillo. Fu a quest'età che, però, sviluppò l'irrazionale terrore che ha adesso per gli specchi. Non è sicuro di cosa possa averlo scatenato, non ricorda, ma probabilmente è solo una paranoia che si è sviluppata da sola.

Fu alle superiori che tutto peggiorò in un attimo. Una vita che prima sembrava normale, felice, spensierata, si trasformò in un inferno a causa di Julia. Una ragazza di quarto appena trasferita, che sin dal primo giorno aveva messo gli occhi sull'innocente ragazzo, dopo nemmeno una settimana dall'inizio del terzo anno di superiori di Anatoliy si era già proposta, confessando che gli piaceva, e che le sarebbe piaciuto uscire con lui. E, naturalmente, per la sua bontà e per la paura di ferirla, accettò. Non potè fare scelta peggiore. Un predatore conosce le sue prede, e purtroppo in questo caso la preda era proprio Anatoliy; un ragazzino dal faccino così carino e dal carattere così sottomesso non poteva passare inosservato. Un coniglietto spaventato sotto le fauci di una feroce leonessa. Uscirono a cena il sabato. Non la trovava divertente, non la trovava carina, come uscire da una situazione così scomoda? Non ci si era mai ritrovato, perciò non ne aveva proprio idea. Non voleva farle del male rigettandola! Ma, alla fine non sembrava essere nemmeno così male. La serata passò, una risata finta dopo l'altra. Lei lo invitò a casa sua, dicendo che era proprio lì vicino. La mente di Anatoliy cominciò a cadere nel panico. Come fare a dire di no? E se si fosse arrabbiata? Se lo avesse... picchiato? Voleva evitarlo. Ma voleva evitare anche di andare a casa sua! Non conosceva le sue intenzioni, ma il luccichio nei suoi occhi sembrava non promettere nulla di buono. Lo rassicurò, dicendo che voleva solo fargli vedere un film. E a quel punto si arrese. Ci sarebbero comunque stati i suoi genitori ad un'ora così tarda, giusto? La seguì, fino ad una villetta a due piani, tutte le luci al suo interno spente. La mano di Anatoliy, stretta in quella di Julia, iniziò a sudare. Adesso aveva paura, ma continuò a ripetersi che avrebbero visto un film, che era solo una ragazza. Che poteva fidarsi. Come poteva sapere, povero Anatoliy, che Julia si era trasferita nella loro città perchè era stata espulsa da scuola per molestie sessuali su un suo compagno di classe? Non poteva.
Entrarono, e gli chiese di seguirla nel seminterrato, dove si trovava la televisione. Più sospetto di così non poteva essere. Ma lui, stupido come un allocco, lo fece. Scese le scale, e sentì la porta alle sue spalle chiudersi.
Credette di morire lì sul momento. Ma, lei gli chiese semplicemente di continuare a scendere le scale. E così fece. Non c'era altro che un divano, degli armadi ed un televisore lì sotto.
Allora voleva davvero guardare un film! Tirò un sospiro di sollievo, ma la buona sensazione non durò a lungo. Julia gli chiese di spogliarsi.
Eh?
Eh??

Anatoliy la guardò scandalizzato, credendo di aver sentito male. Ma aveva capito benissimo. E sembrava anche essere un ordine. Decise che era il momento di opporsi, e rifiutò.
E Julia, in tutta risposta, aprì una cassapanca, e ne tirò fuori una pistola. Gliela puntò e glielo richiese.
Oh, mamma.
Stava per morire.
Se l'era meritato?
Probabilmente sì.
Iniziò a piangere.
Julia si ripetè per la terza volta, stavolta evidentemente scocciata. Eseguì l'ordine.
Ma non accadde quello che si aspettava, Julia non si spogliò; no, tornò alla cassapanca, e stavolta ne tirò fuori una frusta. Ed un oggetto viola, di indefinita provenienza o utilizzo.
Oh, mammina.
Stava per morire davvero.
Ovviamente, per salvaguardare i vostri ed i miei occhi, non scrivo nulla di quello che accadde, ed è inutile dire che per la mattina successiva, non riusciva neppure a stare seduto, o a poggiare la schiena. O anche solo alzare la testa.
Non ricorda un gran chè, sapeva solo che faceva male. Ma, è assolutamente, positivamente certo di aver sentito e visto i flash di una macchina fotografica, di tanto in tanto. Era assolutamente terrorizzato. Non poteva
tornare a casa per il momento -non lo avrebbe fatto uscire con la luce del giorno, e, continuando a puntargli la pistola contro, gli fece chiamare Hanna, per dirle che avrebbe passato la notte da un amico, per poi tenere il telefono per sè-, nè poteva andare a scuola. Non ci sarebbe comunque arrivato, dolorante com'era. Quel giorno, Julia si assicurò che non avrebbe aperto bocca con nessuno su quello che era successo. Julia adesso era la sua ragazza, e presumibilmente lui avrebbe dovuto accettare i suoi giochini sessuali. Perchè la amava.
Onestamente, non ricordava proprio di averlo mai detto.
Per le 11 di quella stessa sera, Julia lo lasciò andare, con il monito che avrebbe potuto divulgare delle foto se solo avesse aperto bocca.

Rientrò a casa, e non uscì dalla sua stanza per due giorni, mangiando a malapena ed usando la scusa di un terribile mal di pancia per giustificare il suo stare al letto. Nel frattempo, la schiena bruciava come non mai, la paura cresceva con ogni minuto passato senza notizie di dove fosse Julia, di quanto compromettenti le foto potessero essere e di cosa avrebbe fatto una volta tornato a scuola. Avrebbe dovuto vederla per forza. E se lo avesse trascinato di nuovo a casa sua? Sapeva che era solo colpa sua. Non poteva farci nulla, era una situazione senza uscita. Se fosse andato alla polizia?
... impossibile, avrebbe dovuto raccontare l'accaduto. Non ne avrebbe avuto mai e poi mai il coraggio.
Il terzo giorno tornò a scuola, terrorizzato. Ma Julia non c'era, cosa che gli mise ancora più ansia. Si presentò il giorno dopo, dicendo di aver avuto una visita. E non accadde ancora nulla, lei lo ignorò del tutto. Fino al venerdì, quando gli chiese di presentarsi di nuovo a casa sua, o avrebbe fatto girare le foto o gli avrebbe sparato dritto alle parti basse. Questo detto con un amorevole sorriso, così finto da far impallidire il più incapace dei clown, le sue mani strette attorno a quelle tremolanti di Anatoliy. Non potè far altro che ascoltarla, ed andare da lei.
Così continuò per quattro mesi. Quattro, lunghissimi mesi di infiniti pianti in camera, di paura, di paranoia. E di dolore.
La situazione venne risolta per puro caso; un anonimo aveva segnalato la presenza di Julia alle autorità. A quanto pare, era una ventun'enne che continuava a fuggire dalle forze dell'ordine da anni, con infinite accuse per molestie sessuali. Il suo vero nome era Inessa. Lei venne finalmente arrestata, e Nadya e Hanna vennero a sapere tutto. Il rimorso del non essersi accorte delle profonde cicatrici sulla schiena e sulle gambe del figlio, la continua scomparsa di maglie e pantaloni insanguinati per nascondere il tutto, con la scusa di averli dimenticati dal suo amico, si sentirono fallite come madri. Lui le rassicurò persino, prendendosi tutta la colpa per aver nascosto il problema, e rifiutò il terapeuta.
Tutt'ora ha una paura incredibile che quelle foto possano tornare a galla, in qualche modo, e che Inessa possa tornare a rendere la sua vita un inferno, nonostante la sentenza di trent'anni di galera.

ᴏʀɪᴇɴᴛᴀᴍᴇɴᴛᴏ sᴇssᴜᴀʟᴇ
Omosessuale
Per quanto non gli piacciano i pregiudizi, Anatoliy non riuscirebbe mai a stare con una donna e a non pensare a ciò che è accaduto.

ᴅɪsᴘᴏɴɪʙɪʟɪᴛᴀ̀ ᴀ ʀᴇʟᴀᴢɪᴏɴɪ
Sì, ma è un sì da prendere con le pinze. Questa persona dovrebbe essere estremamente paziente, dovrebbe aiutarlo a superare il trauma subito, e, soprattutto, dovrebbe essere disposto a fargli sentire cosa si prova a non essere sempre il secondo, mai il centro.
No, non riuscirebbe mai ad innamorarsi di una delle persone dietro a questo gioco.

ᴄᴏᴍᴇ sɪ ᴄᴏᴍᴘᴏʀᴛᴇʀᴇʙʙᴇ ɪɴ ᴜɴᴀ ʀᴇʟᴀᴢɪᴏɴᴇ
Intanto, deve essere abbastanza fortunato da trovare qualcuno di adatto; ed in un contesto simile è molto difficile che ciò accada. In ogni caso, se la persona giusta dovesse presentarsi proprio adesso, di certo Anatoliy non se ne renderebbe conto. Non pensa affatto alla possibilità di una relazione, e con il trauma di Inessa ha completamente dimenticato un fattore importante: in una relazione esiste l'amore. Ed è reciproco. Per questo non sarebbe mai il primo ad innamorarsi, nè crederebbe di ricambiare i sentimenti, all'inizio, perciò se non si è costanti e gentili, ci si può anche scordare di poterlo avvicinare sul serio. Se dovesse ritrovarsi, in qualche modo, in una relazione, Anatoliy avrebbe paura. Non paura che possa essere trattato come l'ultima volta, ma paura di non sapere come comportarsi. Non ha mai amato, ed adesso si ritrova a doverlo fare. Sarebbe più impacciato del solito, più paranoico di quanto già non sia e diventerebbe terribilmente nervoso non appena l'amato si trovi nei paraggi. Questo comportamento non scomparirebbe prima di un anno di relazione. A quel punto si renderebbe conto del fatto: sta con una persona da un intero anno. Ama questa persona. Questa persona ama lui. E si rilasserebbe, finalmente.
Un ragazzo potrebbe fargli decisamente bene.

ᴄᴏɴ ᴄʜɪ ᴠᴀ ᴅ'ᴀᴄᴄᴏʀᴅᴏ
Con le persone tranquille
Non gli mettono troppa ansia, e non balbetta con loro. Si sente tranquillo.

Con le persone allegre
Forse perchè lo fanno sentire un po' più coinvolto nella sua stessa vita, questo genere di persona è come una ventata fresca per lui.

Con i bambini
Anche con quelli un po' più cattivelli, stranamente sembra andarci d'accordo. Sono solo bambini, è convinto che non possano fargli del male.

Con chi riesce a farlo ridere
Queste persone sono rare! Cercherebbe di farsele amiche, anche se magari il loro carattere è un po' più sul genere "teppistello", rendendolo comunque vagamente ansioso. Però, ride davvero.

ᴄᴏɴ ᴄʜɪ ɴᴏɴ ᴠᴀ ᴅ'ᴀᴄᴄᴏʀᴅᴏ
Con le persone violente ed aggressive
Lo fanno sentire in pericolo, cercherebbe immediatamente di allontanarsi da questa gente. Sempre chiedendo il permesso di andarsene, però almeno ci proverebbe.

Con chi se la prende con i deboli
Lui stesso è un debole, sa cosa queste persone fanno passare a chi è come lui; se solo fosse più coraggioso cercherebbe di difenderli.

Con le persone negative
È ottimista, con della gente del genere non può che trovarsi male. Di solito riescono anche a scoraggiarlo...

ᴄᴏsᴀ ɢʟɪ ᴘɪᴀᴄᴇ
I libri
... anche se, purtroppo, anche in questo caso, ha il vizio di giudicare dalle apparenze senza davvero rendersene conto. Tende a comprare libri grandi e con molte pagine, con la copertina che lo attira. Non può farci nulla.

Il rotolo alla fragola e panna
Nadya glielo prepara sempre, non sa come farebbe senza. Così soffice, così dolce, così buono! Cerca questo stesso sapore anche negli altri dessert, e epr questo spesso non gli piacciono.

I fiori
È normale, dal fatto che adesso lavora con la madre al negozio. I suoi preferiti sono... no, non può scegliere. Gli piacciono tutti.

I ricci
Non sa esattamente il perchè. Sono carini ma appuntiti, difficili da accarezzare. In un certo senso anche lui vorrebbe essere un riccio, almeno ij caso di pericolo non dovrebbe far altro che accucciarsi e sparare aculei.

Il verde
È un bel colore...

ᴄᴏsᴀ ɴᴏɴ ɢʟɪ ᴘɪᴀᴄᴇ

L'inverno
Più esattamente, non sopporta la neve ed il ghiaccio. È sempre così goffo da scivolare e fare pessime figure.

Le storie tristi
È di lacrima facile, quando sente che è successo qualcosa di brutto -se al telegiornale annunciano che è morto un bambino, se vede un gatto morto per strada-, allora scenderà sempre e comunque almeno una lacrimuccia.

La sua insicurezza
Se potesse, se avesse la forza di farlo, la getterebbe tutta in una fossa e nemmeno la guarderebbe cadere.

I cani
Secondo lui si prendono troppe libertà, saltando addosso alla gente e tirando fuori la lingua ad ogni occasione. Cerca di tenersene alla larga.

La musica
Dire così sarebbe sbagliato. In realtà quel che non sopporta è il suono della batteria, presente praticamente ovunque. Gli da davvero fastidio.

ᴘᴇʀᴄʜᴇ̀ ʜᴀ ᴅᴇᴄɪsᴏ ᴅɪ ᴘᴀʀᴛᴇᴄɪᴘᴀʀᴇ ᴀʟʟᴀ ᴡʜɪᴛᴇ ʀᴏᴏᴍ?
In questo periodo il negozio della mamma sta passando un momento difficile per mancanza di clienti, e minaccia di chiudere da un momento all'altro; quel negozio è tutta la vita di Hanna, Anatoliy lo sa, e vuole dare una mano come meglio può. Non vorrebbe mai vederla triste.

ᴄᴏᴍᴇ ʀᴇᴀɢɪʀᴀ̀
~ᴀʟ ʀɪsᴠᴇɢʟɪᴏ
Sarà molto, molto confuso. E per cinque, solidi minuti non ricorderà di aver preso parte al gioco, iniziando a finire nel panico, perchè Inessa l'ha trovato, l'ha portato lì, adesso lo ucciderà per averla fatta andare in prigione anche se non è stato lui a parlare--- poi se ne ricorderebbe. È solo iniziato il gioco.
Che sollievo.
Però non smetterebbe di guardarsi sempre alle spalle, pur essendo in una stanza chiusa.

~ᴀʟʟᴇ ᴠᴀʀɪᴇ ᴛᴏʀᴛᴜʀᴇ ᴄʜᴇ ɢʟɪ ᴠᴇʀʀᴀɴɴᴏ ᴀᴘᴘʟɪᴄᴀᴛᴇ
In un certo senso è abituato al farsi fare del dolore fisico contro la sua volontà, quindi ce ne vorrebbe prima di piegarlo davvero. Inizierebbe a piangere praticamente subito, ma non aprirebbe bocca per lamentarsi. Ricordandosi che lo fa per la mamma. Alla fine di tutto potrebbe anche pensare che quel che ha passato con Inessa era decisamente peggio. Almeno qui ci si è infilato di sua spontanea volontà, nessuno gli ha puntato una pistola per obbligarlo.

~ᴀɢʟɪ ᴏʀɢᴀɴɪᴢᴢᴀᴛᴏʀɪ
Persone. Più importanti di lui. Obbedirà come può, ma cercherà comunque di non parlarci se non deve. Non gli piacciono.

ᴜsᴄɪʀᴇʙʙᴇ ᴅᴀʟ ɢɪᴏᴄᴏ?
Potrà essere un cagasotto, potrà essere un ragazzino capace solo di frignare e tremare, ma la sua forza d'animo è forte. Finchè fuori di lì ci sarà la mamma in difficoltà, Anatoliy non avrà mai intenzione di mollare. Sono soldi.
E la mamma ne ha bisogno.
Resisterà.

ᴀʟᴛʀᴏ
•La sua schiena è particolarmente sensibile, sussulterebbe al minimo tocco se venisse sfiorato, anche se sa che sta per essere toccato. Non fa male, è solo sensibile.

•Dalla prima media alla seconda superiore ha praticato tiro con l'arco. Ma non gli è mai piaciuto, nè era bravo.

•Ha una collezione infinita di fiori secchi; ne ha fra le pagine dei libri, li ha incorniciati in stanza, a volte ne trova anche sotto al letto. È invaso da fiori secchi.

*

[5753 parole]

È mezzanotte e mezza, capiatemi

Non so cosa ho scritto

Non so se è troppo illegale

Lo è?

Mamma mia

Ho sonno
xD

Spero vada bene nonostante il passato!
:3

Se vedi qualcosa che non va, fammi un fischio che modifico immediatamente u.u~

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