32: D sta per Daegu
Il treno continuava ad andar avanti, la distanza da Seoul diventava sempre più grande.
Era la prima volta che lasciavo la città.
Diedi una rapida occhiata a Yoongi che era sdraiato sul suo sedile. Tutto ciò che volevo fare in quel momento era abbracciarlo ma ad essere onesta ero troppo timida per farlo.
Ho detto a mia madre che oggi avrei incontrato i genitori di Yoongi, tralasciando il fatto che vivono a Daegu, sapendo che non mi avrebbero mai lasciata andare fino a lì.
A prima vista Yoongi sembrava un normale pendolare(*) a cui non importa molto di ciò che lo circonda ma sapevo che dietro quell'aspetto apparentemente tranquillo era, in realtà, estremamente nervoso.
(*lavoratore o studente che quotidianamente si sposta dalla località di residenza per raggiungere quella della propria attività.)
Probabilmente era preoccupato che i suoi genitori non lo volessero vedere, non sapendo che li avevo già contattati. Non gliel'ho detto perché sentivo come se l'avessi tradito contattando i suoi genitori a sua insaputa.
Non so se vuole che i suoi genitori lo vedano. Il suo odio verso ciò che hanno fatto non è mai svanito.
Ma erano felici. Erano felici di sapere che il loro unico figlio era sano e stava bene.
Beh, più o meno.
Mi sono seduta sul sedile accanto a quello di Yoongi, che stava guardando il paesaggio cambiare continuamente.
Indossava una felpa nera con il cappuccio che copriva la maggior parte dei suoi capelli, dandogli un aspetto misterioso. Aveva le mani nelle tasche della felpa e i suoi occhi scuri che non sembravano effettivamente notare lo scenario colorato che si trovava all'esterno.
"Te l'ho già detto di fare una foto, durerebbe più a lungo."
Le parole di Yoongi mi fecero uscire dalla mia trance e smisi di fissarlo.
Non mi ero nemmeno accorta che lo stavo fissando, ad essere onesti.
Mi piace semplicemente guardare i suoi lineamenti.
Ma ho comunque sussurrato uno "scusa" e mi sono lasciata sprofondare nel sedile.
Yoongi ha distolto la sua attenzione tornando a guardare fuori dal finestrino ma ho sentito la sua mano prendere delicatamente la mia, mettendo entrambe le nostre mani nella tasca della sua felpa.
Le sue mani erano incredibilmente fredde, cosa probabilmente causata dal nervosismo. Mi sono sentita improvvisamente in colpa per averlo fatto preoccupare così tanto.
Andrà tutto bene, te lo prometto.
___
Siamo rimasti alla stazione dei treni e abbiamo guardato le macchine che ci passavano davanti, aspettando che smettesse di piovere.
Quando siamo scesi dall'autobus ho visto Yoongi infastidirsi sempre di più.
"Tutto questo non ha alcun senso." Sbuffò: "Andiamo a casa".
Prima ancora di finire l'ultima frase mi aveva già messa contro il muro e poggiato le nostre fronti una contro l'altra.
"Potremmo fare qualcosa di più divertente lì."
Sussurrò mentre mi accarezzava la guancia.
Nonostante i rumori della città fossero forti, potevo sentirlo chiaramente.
"Cosa ne pensi eh?"
Continuò Yoongi, con il suo misero tentativo di andarsene via.
Mi sono sforzata a reagire e l'ho spostato delicatamente.
"No Yoongi. Lo faremo. Non scappare come ho fatto io."
Sospirò sconfitto.
"Va bene, ma dopo faremo quella cosa divertente." Ha insistito mentre mi lasciava andare.
Alla sua affermazione il mio cuore ha perso un battito e mi sono limitata ad annuire, facendolo sorridere maliziosamente.
Quando mi ha lasciato la visuale libera sono riuscita ad ammirare la città che si trovava di fronte a noi. Anche se devo ammettere che Daegu non è bella come lo è Seoul - almeno questa parte di Daegu - è comunque una città che vale la pena vedere.
"Ti è piaciuto vivere qui?" chiesi mentre iniziavo a camminare lentamente.
Annuì mentre guardava intorno a sé la grande città: "Sì. Anche se il luogo in cui vivevo io non era esattamente quello che definiresti adatto ai bambini, mi è comunque piaciuto vivere a Daegu."
Ho sentito come una specie di orgoglio nella sua voce, cosa che mi ha fatta sorridere.
Yoongi si è ricordato di ogni singolo negozio e strada di Daegu ed era entusiasto nel mostrarmi la sua città, anche se non lo dava a vedere.
Si potrebbe dire che Yoongi ha un legame speciale con questa città che dovrebbe essere piena di brutti ricordi, ma invece ha amato tornarci. Era come se gli fosse scattata una scintilla non appena aveva visto degli street food per le strade di Daegu. Il luogo in cui è cresciuto.
Ma questa scintilla si spense non appena ci trovammo davanti alla porta di casa dei suoi genitori.
Il suo dito era appoggiato sul campanello della porta e lo vidi deglutire.
"Beh, immagino che sia ora o mai più."
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N.A.
Ciao a tutti/e bellissimi/e
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Secondo voi che cosa succederà nel prossimo capitolo?
Vi ricordo di votare e commentare.
Vi saluto e ci vediamo presto!
Purple you 💜💜
⚠︎ Tutti i crediti vanno alla scrittrice che ha inventato la storia e che l'ha scritta in lingua inglese (la lingua originale) BornToSpark
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