There's no trust, No faith, no honesty in men
Una volta lasciati soli Veronica e Jungkook vi ritiraste nel salotto per discutere e prendere una decisone su quello che avreste fatto e sulla linea d'azione che intendevate seguire, la prima ad esporre il suo pensiero fu Rosalba dicendo «Credo che sarebbe una buona idea utilizzare Jungkook come ostaggio e chiedere dei soldi, almeno in questo modo potremmo metterli in difficoltà per un bel po' e così potremmo coprire le perdite causateci da quei bastardi...» sbuffò rabbiosa ripensando a quanti clienti avevano perso grazie all'azione di spia del castano, a riportarla alla realtà fu la tua voce, leggermente malevola «Buona idea, ma perché accontentarsi quando possiamo avere tutto? Voglio dire possiamo chiedere ogni informazione che posseggono» «Vedi, è per questo che sei tu il capo. Non avevo pensato a questo e così loro dovrebbero ricominciare da zero se vorranno rimettersi nel giro...» rispose intrigata la riccia.
Michela fece un cenno d'assenso con il capo per poi introdursi nella conversazione facendo in modo di stabilire un piano per poter realizzare quello di cui si era appena parlato «Sono d'accordo ma ora bisogna decidere chi andrà. (T/N) sei fuori questione dato che loro sanno benissimo chi sei ed sei famosa a causa della casa di moda, quindi non potresti mantenere un basso profilo nemmeno impegnandoti...» non poté proseguire nel suo ragionamento dato che venne interrotta da Rosalba la quale propose sé stessa dicendo che non sarebbe stato tanto difficile per lei entrare dato che conosceva uno di loro, ovvero Jin, idea che venne subito scartata proprio per quel motivo.
Loro avevano tutte le informazioni possibili su te, Rosalba e Veronica, motivo per il quale nel vedervi gironzolare lì attorno avrebbero trovato un modo per non farvi entrare o comunque vi avrebbero tenuto sotto stretto controllo, dopo aver spiegato questo e il fatto che se la riccia desiderava vendicarsi nei confronti del ragazzo che l'aveva ingannata avrebbe dovuto aspettare e trovare un altro modo per farlo, Michela spiegò il resto del suo ragionamento.
«La scelta più inteligente è mandare me perchè non sanno chi sono o che lavoro per voi, non sarà troppo difficile passare inosservata e poi so come arrivare alle spalle delle mie vittime in caso lo aveste dimenticato» ridacchiò leggermente riguardo all'ultima affermazione che aveva abbandonato le sue labbra.
«Si, hai ragione ed effettivamente dai dati che siamo riusciti a raccogliere fra loro ce n'è uno particolarmente forte nel corpo a corpo e in quel caso saremmo tutte in svantaggio, eccetto te, Michela, poi se non sbaglio riesci anche nella distanza media, giusto?» la ragazza fece un cenno con il capo per poi sedersi in modo provocante sul bracciolo del divano «Poi ragazze, non esiste tipo di uomo che non possa essere sedotto, è qualcosa che impari quando fai il mio mestiere.» terminò facendo ridere te e la riccia, poi vi seguì nel piano superiore, più precisamente nella camera da letto della corvina che a quanto pare stava confortando il ragazzo.
Spiegaste velocemente le vostre intenzioni ignorando la presenza del castano, sapevate che non poteva più comunicare con i black skull e dallo sguardo che aveva sul viso era facile evincere che non aveva la minima intenzione di fare un'altra mossa falsa e rischiare di farsi odiare dalla ragazza che tanto amava, tuttavia non vi aspettavate certamente che una volta udito il vostro piano decidesse di aiutarvi attivamente avendo compreso che non avevate intenzione di uccidere i suoi amici ai quali era legato come se fossero stati fratelli.
Frugò nella custodia del suo computer e ne estrasse una carta magnetica con i massimi privilegi, aveva il suo id e spiegò che nel sistema di sicurezza sarebbe stato riconosciuto il suo accesso ma che non sarebbe dovuto essere un problema dato che nessuno controllava assiduamente gli utenti che figuravano, poi disse che da quanto aveva udito in quel periodo, dato che l'azienda era in crescita, erano state assunte numerosissime persone, che non sarebbe stato difficile mimetizzarsi fra quei volti nuovi e come ultima cosa avvertì Michela che l'ufficio di Namjoon era dotato di un sistema di sicurezza del quale poi le diede la password e le disse di fare attenzione alle telecamere dell'ultimo piano perché quelle venivano continuamente controllate per evitare intrusioni.
Non ci fu bisogno di chiedere al castano cosa lo avesse portato a rivelare delle informazioni tanto importanti, il suo viso affranto e rammaricato suggerivano che le sue motivazioni erano basate sul suo rimorso e sul suo senso di colpa oltre alla paura che la donna che amava avesse rischiato ancora una volta di farsi del male.
Lasciaste passare un paio di giorni nei quali faceste visitare la mora da un medico di fiducia e lasciaste che guarisse almeno un po', poi decideste di dare il via al piano: Michela si sarebbe introdotta nell'edificio tentando di non insospettire nessuno, poi sarebbe giunta nell'ufficio del capo della gang dove con una speciale chiavetta u.s.b. avrebbe copiato delle informazioni casuali da confrontare poi con quelle che avrebbero ricevuto in cambio del ragazzo, ma non era il solo obiettivo, introdursi con quella facilità nel loro quartier generale avrebbe mostrato loro quanto avrebbero rischiato tentando di ingannarle.
La ragazza aveva deciso di cambiare un po' la sua immagine e aveva tinto la sua chioma di un viola intenso, così da evitare di essere visivamente riconosciuta da qualcuno che in quei giorni l'aveva vista nei pressi dell'agenzia, anche se era certa che nessuno l'avesse davvero notata, era stata molto attenta.
Poi indossò degli abiti che rispettavano le regole dell'edificio, ovvero una camicia bianca, una gonna a vita alta nera, con uno spacco laterale e delle delle pumps con plateau, così da essere comoda ma risultare comunque elegante.
Sbottonò i primi bottoni di quella camicietta troppo stretta per le sue curve prominenti, nascose qualche coltello sotto la sua gonna, applicò un trucco che avrebbe donato intensità al suo sguardo e del rossetto rosso per poi entrare con disinvoltura dalla porta sul retro che aveva aperto con le chiavi che le aveva dato Jungkook, camminò distintamente per i corridoi, ancheggiando sensualmente cercando più velocemente possibile di manomettere le telecamere dell'ultimo piano così che avessero riprodotto lo stesso filmato mostrandolo sempre sgombro, ma mentre si allontanava da quella zona, vietata ai semplici dipendenti incontrò un ragazzo non troppo alto.
Gli occhi castani, profondi, incorniciati dalle ciocche corvine dei suoi capelli la fissarono curiosi prima che la sua voce autoritaria, con una punta di intento intimidatorio si facesse udire «Non ti ho mai vista e gradirei sapere che stai facendo in quest'area...»Michela non si fece intimidire, lo aveva riconosciuto e sapeva di chi si trattava, colui che fra i pezzi grossi dei Black Skull si distingueva nel corpo a corpo e che nell'agenzia si occupava del design: Park Jimin.
«Oh, signor Park, sono nuova e ho un pessimo senso dell'orientamento così ho finito con il perdermi, potrebbe indicarmi la strada per gli ascensori se non le è di troppo disturbo?» chiese stringendo le braccia al petto rendendo così molto più evidente la sua scollatura stringendo fra loro le mani in un segno di richiesta, sorridendo seduttrice, lui inarcò un sopracciglio con espressione flertante per poi accompagnarla dicendole che anche lui doveva utilizzarlo quindi non sarebbe stato un problema, così finirono entrambi in ascensore, solo che qualcuno la spinse contro il petto muscoloso del moro, il quale con un sorriso malizioso le chiese «Sei sicura di sapere dove stai andando e soprattutto cosa stai cercando?» quelle parole erano chiaramente un invito a passare più tempo con lui, lei certamente non era sciocca e per quanto le sarebbe piaciuto non aveva proprio tempo.
Si staccò leggermente dall'uomo, guardandolo con sguardo sensuale per poi sussurrare a voce bassa, prima che le porte si aprissero «Signor Park, non ha idea di quanto bene io lo sappia e voi? Siete certo di saperlo?» quando terminò di scandire quelle parole l'uomo, giunto a destinazione, scese con l'espressione di qualcuno che non avrebbe voluto farlo, lei rimasta sola schiacciò il bottone che l'avrebbe condotta all'ultimo piano soddisfatta di sé stessa per poi entrare tranquillamente nell'ufficio di Namjoon dove inserì la chiavetta u.s.b. nel computer lì presente.
Si sedette tranquillamente sulla scrivania in legno di mogano, accavallando le gambe e lasciando il volto leggermente indietro così da rilassare i muscoli del suo collo mentre aspettava che qualcuno notasse che le telecamere non stavano registrando.
Ad essere sospettoso fu proprio Jimin, il quale trovò piuttosto curioso che un'area normalmente chiusa al personale fosse aperta, motivo per il quale con una certa apprensione pregò Suga di controllare il sistema e vedere se c'erano stati dei problemi con la sicurezza tecnologica o se qualcuno aveva attaccato la loro rete, il ragazzoo dalla chioma verde menta, sbuffando ma conscio che il moro faceva bene ad essere preoccupato eseguì un controllo superficiale e non trovò nulla di strano, poi controllò le registrazioni delle telecamere e quella che riguardava l'ultimo piano lo colpì.
Sapeva che Namjoon aveva tenuto una conferenza terminata qualche minuto prima della richiesta di Jimin, tuttavia andando indietro nella registrazione o avanti non c'era anima viva, capì poi che le telecamere erano state manomesse quando notò un piccolo particolare, fuori dalla finestra si ripeteva il passaggio di un uccello, quando lo disse al moro egli non ne fu affatto contento perché era piuttosto certo di essersi ritrovato la colpevole davanti.
Chiamò Namjoon al cellulare e in una manciata di minuti fecero irruzione nell'ufficio dove trovarono Michela che li guardava tranquilla aggiustandosi il rossetto scarlatto «Oh, finalmente, stavo pensando di far scattare l'allarme, certo che ce ne avete messo di tempo nonostante vi abbia lasciato così tanti indizzi...» sbuffò mettendosi poi in piedi con un sorriso sadico stampato in viso «Park, te lo avevo detto che sapevo cosa stavo cercando, no?» il moro a quell'affermazione rese il suo sguardo affilato e minaccioso, schioccò amareggiato la sua lingua contro il palato per poi spiegare brevemente al biondo quello che era successo poco prima, l'altro fece un cenno con il capo, compresa la situazione e sospettando che ella facesse parte dei killer's blood lust le chiese cosa volesse.
Lei tuttavia in risposta diede loro solo un'occhiata che esprimeva superiorità, cosa che a quanto parve non piacque affatto a Jimin, il quale fece iracondo un passo avanti cosa che la fece ridacchiare «Questo non ti conviene per due motivi, uno è che davanti ha il Cobra Filippino e l'altro motivo è che il vostro caro Jungkook è nelle mani dei membri più importanti della nostra gang, ovvero killer's blood lust e io sono semplicemente qui per farvi una proposta, altrimenti, credetemi, sareste già morti» disse giocherellando con il suo cellulare «Che tipo di accordo? » chiese rassegnato il biondo, preoccupato per il più piccolo fra loro.
«Semplicemente tutto. I nomi dei clienti, il giro, ogni cosa, tutte le informazioni» disse la ragazza avvolgendo una ciocca della sua chioma violacea attorno al suo indice «Cosa? Praticamente ci stai chiedendo di consegnarti la gang?!» a quelle parole lei sorrise malignamente «Chiediti quanto vale per te la vita di Jungkook» per questo il ragazzo non potè ripondere in alcun modo, se non chiedendo una conferma del fatto che il ragazzo fosse vivo, motivo per il quale la ragazza compose un numero per poi lanciare il cellulare nelle mani del biondo il quale, sospirando sollevato, sentì la voce del castano dall'alto lato.
Namjoon trovò che il più piccolo fosse estremamente tranquillo nel suo modo di porsi, la sua voce non aveva tremato per un solo istante, gli era parso che respirasse normalmente cosa lo lasciò alquanto confuso, che avesse voluto o meno in quel tipo di situazione sarebbe stato abbastanza comune essere per lo meno teso, ne rimase più turbato quando gli confessò di avere un dito rotto dicendo che però se lo era meritato pienamente, poco dopo chiuse la chiamata e la donna riprese con se l'apparecchio elettronico, subito dopo venne fissato l'incontro per lo scambio e Michela potè andarsene tranquillamente.
Una volta certo che lei se ne fosse andata Jimin parlò «Perchè mi hai fermato, se fossimo riusciti a catturarla forse avremmo potuto usarla come merce di scambio...» il biondo sospirò pizzicandosi il ponte del naso «Jimin, hai nuovamente ignorato il file sulle informazioni che ti ho mandato vero? Se lo avresti letto sapresti che l'assassina più pericolosa sulla scena, la migliore si fa chiamare "Cobra Filippino" e si dice che si tratti di una donna bella ma pericolosa, non sarebbe stato facile prenderla. Sembra che abbia deciso di diventare una sicaria in prigione, si trovava in un carcere di massima sicurezza maschile e dopo un avvenimento ignoto nessuno ha osato più toccarla o provocarla.»
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