❝𝑃𝑟𝑜𝑣𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑒 𝑢𝑛 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑒, 𝑢𝑛 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑚𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒.
𝐸̀ 𝑢𝑛'𝑎𝑛𝑔𝑜𝑠𝑐𝑖𝑎 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑠𝑒́ 𝑢𝑛 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑖𝑚𝑚𝑒𝑛𝑠𝑜.❞

||𝐼𝑛𝑔𝑚𝑎𝑟 𝐵𝑒𝑟𝑔𝑚𝑎𝑛||

Uscirono immediatamente fuori, cominciando a spremere l'uva che era in loro possesso.

Senku aveva sul volto un'espressione contrariata mentre staccava i chicchi e li stringeva nella mano.

Poi c'era Taiju, che stava letteralmente saltando dentro la cesta con l'uva.

Il ragazzo dagli occhi cremisi si fermò e lo osservò.
«Si, direi che il lavoro fisico lo lascio tutto a te.
Mi sembra la cosa più logica.»

«È molto più veloce di noi tre messi insieme» constatò Ikuyo sorpresa da come l'amico stava schiacciando l'uva.

«Sembra un bambino» disse invece Kinuyo.

«AAAAH! Credo di aver finito con questa-» Stava dicendo Taiju, ma si bloccò perché nel saltare fuori dalla cesta scivolò, finendo addosso alla sorella.

Aveva cercato di tenersi ma non aveva fatto altro che sporcare la faccia di Kinuyo, che non aspettandosi tutto quello aveva leggermente sbarrato gli occhi quando se lo ritrovò addosso, sentendosi a disagio.

«S-Spostati scemo, sei pesante...» Sussurrò con un pizzico di imbarazzo.

«SCUSA NON VOLEVO!» Si alzò immediatamente, rischiando di scivolare di nuovo.

«Che fai scivoli di nuovo? Non lo farai mica di proposito» disse scherzosamente Ikuyo, ma doveva ammettere di aver detto di proposito quella frase.

Taiju rise mentre andava a darsi una pulita, Kinuyo invece era rimasta lì, con un'espressione leggermente sorpresa dopo aver sentito l'affermazione dell'amica.

La castana le lanciò uno sguardo, facendo un piccolo sorriso, mentre l'amica distoglieva lo sguardo sbuffando appena.

I giorni a seguire li passarono senza fermarsi un momento.

Certe volte guardavano il moro come a dire: "Ma non si stanca mai?"

Passarono tre settimane, nelle quali si concentrarono più che altro su quello.

Ed era arrivato il momento della distillazione del vino, questa volta però Senku spiegò all'amico cosa voleva dire.

«Che c'è?» Chiese poi a Taiju quando crearono una specie di vaso, fatto di terracotta.
«Anche 3000 anni prima di Cristo, le civiltà mesopotamiche distillavano alcolici usando vasi di terracotta. Non c'è nulla che non si possa fare» esclamò allungando le braccia verso l'oggetto di fronte a lui.

«Tutto ciò è esaltante-» Ma il vaso si ruppe e Senku si sporcò, era coperto di vino dalla testa ai piedi.

Ikuyo proprio non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere indicandolo.

«Questo si chiama karma mio caro!» Esclamò continuando a ridere.
«In ritardo di 3700 anni ma è arrivato!»

Mica se l'era scordato come aveva riso quando per sbaglio i capelli di lei erano diventati rosa.

«Mi sto sentendo male!» Aveva letteralmente le lacrime agli occhi.

«Eh?!» Lui la osservò, poi portò lo sguardo sul vino che lo circondava, per poi guardare nuovamente lei.

La castana capì in un battere d'occhio quello che stava passando per la mente dell'amico.

«No! Non ci prova-» Ma non riuscì a completare la frase, lui le aveva appena lanciato un po' di vino, che era riuscito a raccogliere da terra, in faccia.

Aveva un sorrisetto compiaciuto sul viso, quell'espressione avrebbe dovuto essere irritante, ma lei proprio non ce la faceva a vederlo in quel modo.

Kinuyo li stava osservando, notando poi il modo in cui lo guardò per un momento l'amica, a quel punto fu lei a fare un piccolo sorriso.

«Sto comunque messa meglio di te.» Fece anche lei un sorrisetto allontanandosi un po', per non rischiare di essere colpita di nuovo.

Ogni giorno si svegliavano presto, così da avere più tempo e cercare di non creare altri disastri.

Anche mentre mangiavano Senku lavorava sulla terracotta, era quasi impossibile fargli cambiare idea.

Molte volte lui e Ikuyo si rintanavano nel laboratorio per mescolare le due sostanze, per capire quanta concentrazione bisognava mettere dell'uno e dell'altro.

E la faccia di Taiju, quando i due cominciavano a tirare fuori teorie, era a dir poco fantastica.

Kinuyo gli avrebbe fatto volentieri una foto, se solo avesse potuto.

I mesi passavano velocemente, nemmeno l'inverno li fermò e grazie alla sorella di Taiju potevano vestirsi con abiti più caldi.

Al moro era persino cresciuta la barba e il modo in cui se la tagliò, su idea di Senku, fu esilarante.

Passò un anno.

Un anno di fatica, ma anche di molte risate.

Avevano legato di più stando tutto quel tempo insieme.

Taiju e Kinuyo sembravano più uniti confronto a prima, si vedeva molto più affiatamento tra i due.

La ragazza non era più così distaccata nei suoi confronti, anzi, si poteva dire che si fosse addolcita.

Lo stesso discorso valeva anche per Ikuyo e Senku, i due avevano passato veramente molto tempo insieme.

«Quando si completano le frasi a vicenda in quel modo mi spaventano-» Aveva detto un giorno Kinuyo quando li sentì parlare del problema della pietrificazione.

Ikuyo cominciò a sentire che il suo affetto per lui cresceva sempre di più.

Già da prima che accadesse tutto quello provava un attaccamento in più per quel ragazzo confronto a quello che sentiva per gli altri.

Beh, dopotutto condividevano la stessa passione, era anche normale che si sentisse così.

Però sentiva anche che c'era qualcosa in più in quel momento.
Qualcosa che aveva sempre sentito, anche prima della pietrificazione, ma che solo in quel momento sembrava essere più forte.

Non ebbe il tempo per pensarci bene.
Era arrivato il giorno decisivo, avrebbero provato la soluzione finale.

Inizialmente non successe nulla, però poi videro che la piuma era stata liberata dalla pietra e subito andarono fuori per provare su un uccellino.

«Ti insegno una cosa, scimmione» cominciò a dire mentre versava la soluzione sull'animale.
«Dicevi che ci sono cose che la scienza non può spiegare. Ma non è così.»

La pietra di stava rompendo.
«Trovare delle regole in ciò che non si capisce.
Questo sforzo, che richiede dosi schifose di pazienza e fatica, è ciò che chiamiamo scienza!»

Sorrise quando vide che l'uccellino effettivamente si stava liberando.

Quando sentirono il suo cinguettio alzarono tutti lo sguardo verso il cielo, felici che avesse finalmente funzionato.

Quel semplice suono rimbombò dentro di loro, portandoli ad una sensazione di sollievo puro per aver raggiunto l'obbiettivo.

«Ce l'abbiamo fatta!» Esclamò Ikuyo entusiasta, mentre faceva gesto a Senku di battere il cinque, cosa che fece per poi sorridere nuovamente.

Tutto quello sforzo era stato ripagato.

Taiju urlò dalla felicità prima di abbracciare la sorella.

Lei ricambiò stringendolo a se, mentre sorrideva come tutti gli altri.

Si stava seriamente abituando al nuovo rapporto che era nato con il moro, e nel profondo sapeva il perché, solo... Preferiva lasciare la motivazione lì per il momento.

Ikuyo nel frattempo era con Senku, che si era seduto osservando il cielo.

«È passato un anno da quando abbiamo cominciato a sperimentare, mi sembra sia volato...» Disse con una leggera risata nella frase finale.

«È volato» confermò la ragazza.
«Solo adesso mi rendo conto di tutto il tempo che è passato.»

«Già...» Il suo sorriso si allargò.
«Ci vogliono pazienza e fatica... Per battere il fantasy con la scienza!»

La castana annuì, non riuscendo a staccare gli occhi dal suo viso.
«Direi che questa fatica è stata ripagata alla grande.»

Taiju poi chiese a Senku chi avrebbero svegliato per primo.
Quest'ultimo gli rispose che poteva scegliere lui, ovviamente il suo primo pensiero andò a Yuzuriha.

Si diressero tutti da lei, senza perdere tempo.

«Non posso crederci che finalmente si risveglierà» disse lentamente Kinuyo osservando l'amica ancora pietrificata.

«Già, l'abbiamo fatta aspettare anche troppo.»

«Secondo te Taiju le dirà dei suoi sentimenti?» Chiese all'improvviso la sorella osservando i due ragazzi che parlavano poco più lontani.

«Probabilmente hai già la tua risposta.»
«Mh.. Si, infatti.»
«Ma se vuoi sapere la mia... Non credo lo farà, il mondo e la nostra vita è cambiata così tanto, ho come l'impressione che non le dirà nulla ora.»
«Beh, non ci resta che scoprirlo» rispose Kinuyo abbassando per un momento lo sguardo.

Poi si avvicinarono per risvegliarla.

«Aspetta, Senku! Yuzuriha è... Nuda!» Urlò Taiju colpendo gli occhi del ragazzo accanto a lui.

«Oddio mio!» Esclamo Ikuyo portandosi una mano sulla bocca.

Ma doveva colpirlo per forza in quel modo?

«Non esiste! Non possiamo farla risvegliare in quello stato!» Continuò il moro agitato.

«Ma stai ancora a sparare idiozie del tutto illogiche?» Chiese Senku con gli occhi lacrimanti.
«Siamo in una situazione estrema, lo Stone World!
A chi vuoi che interessi se ha il sedere di fuori o il pisello in bella mostra?!»

«Yuzuriha non ha il pisello!»
«Non è questo il punto!»

«Scusami Taiju ma potevi chiedere a me di farle un vestito no?» Disse Kinuyo incrociando le braccia al petto.

«Già... Possiamo anche rimanere solo noi, siamo due ragazze dopotutto.» Intervenì Ikuyo fissando i due.

Taiju però prese comunque Yuzuriha, tirandola su.

«Prima di procedere, riportiamola al nostro accampamento e vestiamola!» Stava dicendo il ragazzo.

«È un no a quanto pare» commentò Ikuyo riguardo la sua idea.

«Senti, ma quanti chili pesa quella statua?» Chiese Senku ancora contrariato all'idea di portarla via.

«Yuzuriha non è una cicciona!»

«Non è questo il punto... Tanto per iniziare, non sarebbe stato millemila volte più rapido svegliare Yuzuriha qui dov'è e poi farla camminare? Ma quanto sei illogico eh?» Rispose l'amico mettendosi una mano sulla fronte.

«Tranquillo, non ha dato retta nemmeno-» Stava cominciando a dire Ikuyo quando sentirono un ruggito.

Senku si girò subito verso la direzione del verso.

Un leone apparse davanti a loro, ovviamente scapparono senza pensarci due volte.

«Maledizione ci mancava solo questo!» Esclamò Ikuyo correndo il più veloce possibile.

«Cosa ci fanno dei leoni in Giappone?!» Urlò Taiju lanciando un'occhiata dietro la sua spalla.

«Mi pare ovvio, quelle bestie possono essere uscite solo da uno zoo!» Rispose il ragazzo dagli occhi cremisi.
«Il custode sarà rimasto pietrificato mentre le gabbie erano aperte! Senza umani attorno saranno scappati via, e tutti gli erbivori dello zoo saranno diventati loro prede!»

«Smettetela di parlare e correte!» Esclamò Kinuyo ai due ragazzi.

Saltarono giù da una specie di dirupo, cadendo a terra.

«Che botta!» Si lamentò Ikuyo portandosi una mano sulla testa.

Sentirono altri ruggiti e ricominciarono a correre come matti.
Ad un certo punto Taiju lanciò la ragazza a Senku, mettendosi davanti a loro e dicendo che l'amico non doveva morire perché era l'ultimo bastione dell'umanità dotato di conoscenze scientifiche.

Il ragazzo riuscì a fargli cambiare idea, e le due ragazze si stavano trattenendo dal picchiarli, vista la loro brutta abitudine di ignorarle certe volte.

Taiju poi portò i tre dallo studente più forte tra i primati, Tsukasa Shishio.

In quel momento era la loro unica possibilità di sopravvivenza, non potevano fare altro che svegliarlo.

Il moro si scusò con Yuzuriha, promettendole che lei sarebbe stata la prossima.

«Sbrighiamoci!» Li intimò Kinuyo, non avevano molto tempo.

Dopodiché versarono il liquido sulla testa di Tsukasa, mentre i leoni li avevano raggiunti.

Si prepararono comunque per difendersi, anche se sarebbe stato inutile visto che non potevano assolutamente competere con loro.

Ma quando sentirono la pietra rompersi dietro di loro si girarono, notando che l'occhio del ragazzo era stato liberato.

«Perdonaci! Ti svegliamo dopo migliaia di anni senza che tu possa capire cosa cavolo sta succedendo...» Cominciò a dirgli Taiju, ma la frase che Shishio disse lasciò per un momento tutti sorpresi.

«Qual è la situazione?»