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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟻

❝𝐿𝑎𝑣𝑜𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛𝑠𝑖𝑒𝑚𝑒 𝑠𝑖𝑔𝑛𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎 𝑣𝑖𝑛𝑐𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑛𝑠𝑖𝑒𝑚𝑒.❞

||𝐹𝑜𝑛𝑡𝑒: 𝐴𝑛𝑜𝑛𝑖𝑚𝑜||

Quel piccolo momento di speranza dovuta alle parole della nuova arrivata fu bloccato dall'avvento del preside.

Sfortunatamente per loro era passato nel corridoio proprio nel momento in cui Kayla stava pronunciando il suo giuramento.

Oltre che sgridarli nuovamente intimò la ragazza a mettersi la divisa scolastica.

Prima di andare in palestra si era cambiata per poter giocare, quindi aveva ancora i pantaloni.

«Signorina! Non è adeguato andarsene in giro per la scuola senza aver indossato la divisa scolastica, è un'infrazione delle regole!» Aveva detto il preside, il suo piede batteva ripetutamente a terra per il nervoso.

«"Ne sono consapevole, ma non mi sembrava consono giocare a basket con la gonna della divisa"» ripetè Kagami imitando le parole che Kayla aveva rivolto al preside dopo quella sua ramanzina.

Il rosso cercò di non ridere, ma il solo ricordo della sua faccia, dopo aver sentito quello che l'amica aveva detto, gli rendeva difficile trattenersi.

«Non posso lamentarmi della divisa, ma quando c'è di mezzo il basket bisogna vestirsi per stare comodi» disse lei, si era appena cambiata ed era da poco uscita dal bagno.

Affiancò Kagami e cominciarono a camminare verso la loro classe.

Kayla non credeva che un giorno avrebbe percorso i corridoi di scuola insieme al suo migliore amico, era una cosa che aveva sempre desiderato.
La sua compagnia le faceva piacere.

«Quindi dopo le lezioni mi aspetta una specie di test?» Domandò la giovane sistemandosi meglio la cartella sulla spalla.

«Non è proprio un test, serve per vedere le tue capacità contro i componenti più grandi della squadra, lo abbiamo fatto anche ad inizio anno.» Si girò appena per guardarla.
«Probabilmente la coach vuole vedere come te la cavi in squadra.»

«Quindi noi del primo giocheremo contro i nostri senpai?»
«Già.»

Kayla sorrise al rosso.
«Significa che staremo insieme, come compagni e non come avversari! È tanto che non giochiamo così!»

Kagami venne contagiato dal suo sorriso.
Iniziò a sentire sempre di più la voglia di giocare, non vedeva l'ora che le lezioni finissero per catapultarsi in palestra.

«Immagino voi abbiate una buona coordinazione nel gioco di squadra.» Ipotizzò una voce alle loro spalle.

I due si girarono e al rosso a momenti non prese un infarto.
«Kuroko!» Esclamò il ragazzo, mettendosi una mano sul petto per lo spavento, non si sarebbe mai abituato a quelle sue apparizioni improvvise.

L'amica invece non era sobbalzata come Kagami.
Certo, non si aspettava di ritrovarselo alle spalle, ma erano cose che potevano succedere con chiunque.

«Ciao Kuroko!» Lo salutò con un sorriso.

«Ciao» rispose lui, con il suo solito tono, chiudendo il libro che stava leggendo.

«È tanto che non ci troviamo nella stessa squadra, ma eravamo molto coordinati, si» rispose Kayla facendo spazio al nuovo arrivato, così che potesse camminare tra di loro.

«Perché questa domanda?» Chiese Kagami osservando attentamente l'amico.

«Ho visto com'è veloce Campbell.»

Essere chiamata per cognome le suonava sempre così strano, ma è così che si rivolgevano loro agli altri, quindi non disse niente.

«Inoltre fa caso alla mia presenza, pensavo di poter sfruttare questa cosa per un attacco.»
«In che modo?» Kagami si faceva sempre più curioso.
«Proveremo a coordinarci, noi tre.»

La ragazza ci pensò su per un momento.
«Non mi sembra una cattiva idea, potrebbe essere un'asso nella manica, da tirare fuori nei momenti più critici.»

«E bravo Kuroko!» Kagami gli diede una leggera pacca sulla spalla.
«Ci proveremo nella partita di oggi!»

xxx

«Quindi da dove vieni? Il tuo non è un nome Giapponese.» Le chiese il capitano della sua nuova squadra.

Si erano ritrovati tutti per mangiare sul tetto della scuola.

Prima di andare lì però aveva accompagnato Kagami e altri suoi compagni alla mensa.

Doveva ammettere che fu divertente vederli mentre provavano in tutte le maniere a crearsi un varco per passare.

«Taiga, sei già di ritorno?» Lo aveva preso in giro Kayla, con un sorrisetto stampato sul viso.
«Sembra tu sia andato in guerra»

«Questa è una vera e propria guerra!» Aveva detto Koganei, sull'orlo della disperazione.

«Ah ah, divertente Kayla, vorrei vedere te al nostro posto.» Nel frattempo Kagami si era messo a sfidare l'amica.

La giovane a quel punto aveva sorriso con convinzione.
«Controllatemi lo zaino per favore.»

Dopodiché, sotto gli sguardi confusi dei suoi compagni, aveva preso a sistemarsi i capelli prima di dirigersi verso la folla.

Gli occhi erano passati attentamente per tutti ragazzi che si trovavano accalcati alla folla.

Poi ne aveva individuato uno che molto probabilmente l'avrebbe ascoltata.

Si era avvicinata e gli aveva toccato delicatamente la spalla.
«Scusa.»

Il giovane in questione si era girato non appena l'aveva sentita, sorridendole poco dopo.

«Purtroppo mi sono dimenticata il pranzo, e anche i miei amici, solo che non riusciamo a crearci un varco.» Aveva cominciato a dire arrotolandosi una ciocca di capelli attorno al dito.

«Mi sembri un tipo affidabile e molto determinato, me lo faresti un favore?» Gli aveva chiesto guardandolo negli occhi, inclinando appena il capo.

Lui non le aveva tolto gli occhi di dosso, sembrava quasi incantato.

«Oh! Ma certo! Dimmi.»
«Potresti comprarceli tu dei panini, per favore? Avevo intenzione di andare io, ma credo che mi beccherei solo qualche gomitata di troppo, ovviamente ti darò i nostri soldi per pagarli.» Si era stretta nelle braccia per renderlo ancora più incline ad accettare.

«Non c'è problema!» La risposta del giovane era arrivata immediatamente.
«Non posso di certo mandare una ragazza in mezzo a tutta questa folla, sai com'è, sono tutti parecchio agitati.»

Sulle labbra di Kayla si era formato un sorriso raggiante.
«Grazie! Sei il nostro eroe!»

«No, non esagerare.» Aveva detto lui portandosi una mano dietro al collo, in imbarazzo.

Dopo poco la ragazza era tornata dai suoi amici, vittoriosa.

«Certe volte sei proprio un'approfittatrice, Kayla.» Le aveva detto Kagami, scuotendo la testa divertito.

«Non è stato poi così difficile, bastava trovare la persona giusta, dovevi vedere come si è fiondato pur di far colpo.» Aveva spiegato la giovane distribuendo i panini a tutti.

«Sei un tipo interessante.» A parlare era stato Koganei, che la ringraziò subito dopo per il pranzo.

«Kagami-kun, anche tu dovresti trovare un tuo modo per poter passare, come ha fatto lei.» Gli aveva detto Kuroko, con il panino che era riuscito a prendersi da solo.

«Non sono come voi, l'unica cosa che posso usare è la forza bruta.» Un leggero broncio si era formato sul suo viso.

«La prossima volta sarai più fortunato.» Gli aveva detto Kayla con un piccolo sorriso, mentre dava il pranzo anche a lui.

«Vengo da Edimburgo, Scozia» disse la ragazza rispondendo alla domanda del capitano.

«Dalla Scozia... Ti sei fatta un bel viaggio per venire fin qui» aggiunse lui osservandola.

«E uno dei motivi immagino sia la persona che vuoi raggiungere, oltre che per rivedere Kagami.» Suppose Riko prima di riprendere a mangiare il suo pranzo.

«Si, tra le altre cose» confermò Kayla con un leggero sorriso.

L'allenatrice sorrise a sua volta, quella squadra stava diventando sempre più interessante.

Inoltre non vedeva l'ora di poter osservare il gioco di squadra tra la ragazza e Kagami.

xxx

La fine delle lezioni era finalmente arrivata, il rosso non ci sperava più.

Neanche il tempo di sentire l'ultima campanella che Kagami aveva trascinato Kayla in palestra.

La ragazza si cambiò nuovamente, indossando poi una maglia che usavano per distinguere le due squadre.

Si avvicinò a Kagami e Kuroko, rivolgendosi poi a quest'ultimo.
«Ci hai proposto di provare un attacco coordinato, hai già qualche idea su come strutturarlo?»

Il giovane puntò lo sguardo sul campo, per poi riportarlo su di lei.
«Ancora no.»

«Eh?! Ci prendi in giro?!» Il rosso si aspettava una risposta più soddisfacente, che però non ricevette.

«Noi due non abbiamo mai giocato insieme.» Si giustificò il ragazzo con pacatezza.

«Ha ragione, io non so quale sia il suo stile di gioco e lui non conosce il mio» cominciò a dire Kayla incrociando le braccia al petto.
«Per prima cosa dobbiamo osservare.»

«Bene» disse Kagami.
«Vorrà dire che inizieremo con il riprendere il nostro gioco di squadra.»

xxx

La partita era cominciata e nessuna delle due squadre aveva intenzione di mollare la presa.

A Kayla erano mancate quelle sensazioni, che solo una partita può dare.

Le sfide tra un giocatore e il suo marcatore.
Correre per raggiungere un passaggio.

Affidarsi ai propri compagni di squadra quando si capisce che andare avanti solo con le proprie forze è impensabile.

La felicità derivante dall'aver fatto canestro.

Era come prendere una boccata d'aria fresca, come se stesse veramente respirando solo in quel momento.

Kayla trovò più complicato seguire i movimenti di Kuroko in partita, perché doveva stare attenta anche gli altri, non solo lui.

Lei era solita tenere d'occhio l'intero campo, non solo gli avversari, ma anche i suoi compagni.

Il suo gioco essendo basato sulla velocità non le permetteva di perdere molto tempo a controllare dove fossero i suoi compagni, così aveva imparato a memorizzare in fretta la loro posizione.

Ma con Kuroko era diverso, non sempre riusciva a vederlo.
Si muoveva in una maniera tale da passare più inosservato del solito ai suoi occhi.

Doveva riuscire a vederlo, anche solo per un instante, così da potersi coordinare con lui.

I suoi pensieri vennero interrotti da un passaggio da parte di Kagami.

Sorrise quando afferrò la palla, finalmente si trovavano nella stessa parte del campo.

Non perse tempo e partì.
La sua velocità sorprese i ragazzi del secondo anno.

Ma anche loro erano bravi, Kayla se ne trovava sempre uno davanti pronto a fermarla.

Lanciò uno sguardo veloce al canestro, non era vicina quanto voleva lei, ma se lo fece andare bene.

Fece dei passi indietro e tirò immediatamente, così da non dare abbastanza tempo agli altri per provare a fermarla.

Kagami aveva già saltato verso il canestro, sapeva che glie l'avrebbe tirata perfettamente. Infatti con una potente schiacciata la mise dentro.

«A quanto pare non abbiamo perso la nostra intesa nel giocare insieme» disse Kayla a Kagami mentre si battevano il cinque.

«Non ho mai avuto dubbi su questo» rispose lui con convinzione.

La partita riprese, la ragazza ancora provava a seguire i movimenti di Kuroko quando ebbe un'illuminazione.

E se seguissi la palla invece che lui? Questo era stato il suo pensiero, sarebbe stato più facile notarlo in quel modo.

Era così abituata a seguire i movimenti degli avversari e dei compagni che non aveva mai pensato di seguire solo quelli della palla.

Lo vedo! Pensò quando lo vide prepararsi per passare, la palla era andata nella sua direzione.

«Taiga! Salta!» Gli disse Kayla all'improvviso.

«Come?»
«Fidati! Salta!»
«E va bene!» Esclamò facendo poi come gli era stato detto, non c'era tempo di capire alla perfezione le sue intenzioni.

La giovane corse verso un punto preciso, dove il passaggio di Kuroko sarebbe stato perfetto per far fare canestro al rosso.

Il ragazzo capì le sue intenzioni e colpì la palla, mandandola verso di lei.

Kayla fece un ultimo scatto per raggiungerla e tirarla subito dopo, impedendo che gli venisse rubata.

Il tutto si era svolto così velocemente che anche Riko, osservando da fuori l'intera azione, era rimasta senza parole.

Kagami riuscì a fare canestro molto facilmente.

Era la stessa cosa che avevano fatto prima lui e Kayla, ma grazie a Kuroko la ragazza era riuscita ad avvicinarsi di più al canestro, quello rese l'ultimo passaggio camuffato da tiro molto più semplice da prendere e più complicato da fermare.

«Si!» Kayla corse ad abbracciare l'amico, non pensava ci sarebbero riusciti alla prima prova.

Kuroko si avvicinò, guardandoli a turno.

Poi protese entrambe le braccia verso di loro, con i pugni chiusi.

Il rosso rispose subito, facendo scontrare il suo pugno con quello del ragazzo, sorridendo.

Kayla sorrise a sua volta e imitò l'amico.

Tutti e tre sapevano che dovevano allenarsi affinché riuscisse sempre, senza il timore di sbagliare un'azione così importante.

«Vi abbiamo sottovalutato» cominciò a dire Hyuga.
«Ma attenti, d'ora in poi non sarà più così, preparatevi!»

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