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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟺𝟸

❝𝐼𝑙 𝑣𝑒𝑟𝑜 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑎̀ 𝑚𝑎𝑖 𝑑𝑖 𝑙𝑒𝑔𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑐𝘩𝑒 𝘩𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑎𝑡𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎.❞

||𝐿𝑢𝑐𝑖𝑜 𝐴𝑛𝑛𝑒𝑜 𝑆𝑒𝑛𝑒𝑐𝑎||

||Play: Vibes - Chase Atlantic||

I due ragazzi avevano deciso di aspettare che spiovesse coperti dal tetto dello scivolo, quindi erano tornati lì sotto fino a che le nuvole non smisero di buttare giù acqua.

Kayla sentiva il proprio cuore molto più leggero, come se un peso si fosse tolto da esso.

Akashi non aveva dato segni di pentimento, ma alla fine se avesse avuto qualche dubbio non l'avrebbe fatto. Non l'avrebbe baciata una seconda volta, non dopo quanto le aveva detto a casa sua.

Nel ritorno verso l'appartamento la ragazza venne scossa da dei piccoli brividi, causati dai vestiti bagnati che indossava.

«Tornata a casa fatti una doccia calda.» Le disse Seijuro, avendo notato come si sfregava, di tanto in tanto, le mani sulle braccia.

Purtroppo il giovane non poteva fare molto, anche i suoi indumenti erano zuppi d'acqua, quindi non poteva darle la giacca per farla stare più calda.

Ormai doveva esserci abituato, ma ogni volta che si rendeva conto dei pensieri che faceva quando si trattava di lei ne rimaneva sorpreso.

Tutta quella premura, tutte quelle attenzioni, tutto l'affetto che provava per Kayla erano di sua esclusiva, solamente dirette a lei, nessuno le aveva ricevute da quando il ragazzo aveva cambiato personalità. Solo Kayla aveva avuto modo di vederle.

«Ah si, lo farò sicuramente» rispose la giovane prima di guardarlo.
«Anche tu dovresti, vuoi fermarti per asciugarti?» Gli propose, non sapeva dove si trovasse l'hotel della sua squadra e non voleva farlo andare ancora in giro così bagnato.

Si fermarono all'entrata del palazzo dove viveva la ragazza.

«Non ce ne è bisogno, non ci metterò molto a tornare in hotel» rispose lui.

Kayla non ci aveva minimamente pensato, ma la situazione sarebbe potuta diventare imbarazzante, visto come era andato il primo incontro tra Akashi e Kagami.

«Allora aspettami qui, torno subito.» Non gli diede il tempo di replicare che corse via, lasciandolo alquanto confuso su cosa intendesse fare.

Non dovette attendere troppo, la ragazza fu abbastanza veloce nel tornare giù, e quando lo fece la vide con un asciugamano in mano.

Si avvicinò a lui e glie lo mise sulla testa, cominciando poi a strofinarlo delicatamente tra i suoi capelli.

«Almeno asciugati un po' la testa, così avrai meno probabilità di prenderti un malanno.» Spiegò con un sorriso.

Akashi non interferì con il suo gesto, non gli dava fastidio la premura della ragazza.
«Non credo cambi chissà quanto, ma se ti fa stare più sicura» commentò facendola ridere.

«Certo che mi fa stare più sicura!» Disse lei con fierezza, mantenendo il sorriso sul volto.

Quando Kayla fece per portare le mani nuovamente verso di se, queste vennero bloccate da quelle di Seijuro, che le afferrarono, non permettendole di allontanarsi ulteriormente.

La ragazza capì cosa volesse fare, quindi mosse un passo verso di lui.

Inizialmente sembrò esitare, ma Kayla capì subito che semplicemente intendeva dirle qualcosa.

Per Akashi non era facile esternare le sue emozioni così chiaramente, per quella personalità era così.

Il giovane si accorse di come non gli stesse mettendo fretta.
Era rimasta vicino a lui, quasi contro il suo petto, e stava aspettando che prendesse coraggio per dirle quello che l'altra volta non era riuscito a dire.

Quel giorno aveva risposto con una frase diversa da quella che pensava realmente, cosa che invece voleva correggere in quel momento, dopotutto quella era anche la domanda che gli aveva rivolto al parco. Meritava di ricevere un risposta sincera.

«Non è stato un errore.» La guardò.

Nonostante si sentisse a disagio, visto ciò che le stava dicendo, Akashi decise di continuare a guardarla negli occhi, come aveva sempre fatto.

Kayla sorrise senza nemmeno accorgersene, felicità che si estese anche al suo sguardo, che in quell'istante emanava luce propria, capace di spazzare via le nuvole nere che stavano transitando sopra di loro.

In risposta la ragazza si avvicinò ancora a lui, posando delicatamente la testa sul suo petto, continuando a farsi tenere le mani.
«Sono felice di sentirtelo dire.» Alzò il capo verso il suo viso e sfiorò le sue labbra prima di baciarle.

Finalmente i sentimenti dei due ragazzi erano in accordo gli uni con gli altri, non c'era più niente che li divideva, che ostacolava il loro cammino.

I filo rosso, che solo qualche mese prima aveva un'infinità di nodi, ora era stato liberato.

L'unica cosa che Kayla doveva fare era aiutarlo a ricongiungersi con la sua prima personalità, così da fargli ritrovare il vero se stesso.

Non sarebbe stato facile, Akashi aveva abbassato le difese con lei, ma questo non significava che lo avrebbe fatto anche con gli altri, non quando il suo obiettivo era vincere la partita. Però Kayla sapeva che la partita era proprio il punto più importante di tutto quel discorso. Se Akashi si fosse ricongiunto con l'altra sua personalità, allora lo avrebbe fatto durante la finale.

xxx

Una volta tornata a casa Kagami le aveva chiesto cosa fosse successo, era corsa via come un fulmine dicendogli solo che sarebbe uscita, e al suo ritorno era zuppa d'acqua a causa della pioggia.

Inoltre era scesa nuovamente con un asciugamano tra le mani, e in tutto ciò Kagami non aveva capito un bel niente.

Quando Kayla gli raccontò di quello che era successo il rosso a momenti si strozzò con la cena, aveva dovuto bere parecchi bicchieri d'acqua prima di riprendersi.

La ragazza ricordò a se stessa che la prossima volta sarebbe stato meglio dirgli cose del genere lontano dai pasti, o quando non stava bevendo.

«È fortunato» disse poi il giovane.
«Se si fosse trattata di qualche altra persona, e non di te, non penso gli sarebbe stata dietro in questo modo.»

Kayla sorrise appena.
«È solo che... Nonostante si sia comportato così...» Lo guardò.
«Lo ha fatto in risposta alla paura» continuò la giovane.
«È cresciuto con l'idea di non fallire mai e la sola possibilità di poter sbagliare lo spaventa. Non mi sento di giudicarlo per questo, io al suo posto probabilmente mi sarei comportata allo stesso modo.»

«Tu lo conosci bene, quindi sono sicuro che tu stia facendo la cosa giusta.» Kagami non aveva dubbi sulle azioni dell'amica, e poi non intendeva interferire.
Il legame che univa Kayla e Akashi era qualcosa che c'era sempre stato, nessuno più di lei avrebbe potuto capirlo.

Lei gli sorrise, felice che avesse compreso le sue scelte.
«È vero che io non vado d'accordo con i miei genitori.» Iniziò a dire stirando appena le braccia sopra la testa.
«Ma non mi hanno mai imposto di eccellere in tutto, semplicemente a loro non va giù il fatto che voglia seguire le mie passioni invece di dedicarmi all'azienda di famiglia.»

Da quel punto di vista era stata fortunata, anche se avrebbe voluto che i suoi genitori avessero capito che voleva scegliere da se cosa avrebbe voluto fare da grande.

Oltre che per la promessa, Kayla era partita anche per quel motivo, ora si sentiva decisamente più libera.

Era felice della nuova vita che aveva e che si stava costruendo.

xxx

Il giorno della finale era arrivato, non era stato facile giungere fin lì, ma ci erano riusciti.

Avevano affrontato avversari veramente forti, gli avevano fatto sudare ogni vittoria, però era stata anche un'esperienza incredibile, Kayla era felice di averla potuta provare sulla propria pelle.

A causa della mentalità dei suoi genitori non aveva potuto seguire quella sua passione come avrebbe voluto, anche volendo non poteva iscriversi al club della sua scuola, non glie lo avrebbero permesso.

Togliendo i momenti in cui aveva imparato a giocare con Akashi, o quando aveva incontrato Kagami e Himuro in America, la ragazza si era sempre dovuta allenare da sola.

In Scozia non aveva mai trovato qualcuno con il quale giocare, per lei non era un problema sfuggire agli occhi dei genitori per allenarsi a basket, ma le sarebbe bastata anche solo una persona con cui confrontarsi costantemente per potersi migliorare sempre di più.

Ricordava le corse che faceva quando sua madre e suo padre erano occupati con altro.
Prendeva e filava fuori casa, così da raggiungere la scuola e allenarsi quando non c'era più nessuno, anche se sapeva che non poteva farlo vista l'ora.

Più volte era stata beccata, ma fortunatamente lei era sempre stata più veloce a scappare.

Presto però quella situazione aveva iniziato ad andarle stretta.

Voleva giocare con una squadra, voleva partecipare ai tornei scolastici, voleva poter esultare insieme ai suoi compagni per le vittorie, e condividere con loro la tristezza dovuta ad una sconfitta.

Voleva poter giocare nuovamente con Kagami e Himuro.

Voleva poter rivedere e riprendere a giocare con chi le aveva fatto scoprire e amare quello sport, colui che, seppur ancora un bambino, esattamente come lei, le aveva fatto da maestro. Voleva tornare a giocare con Akashi.

Da quando era scappata di casa, trasferendosi in Giappone, tutti quei desideri si erano avverati.

Si era trovata a passare le sue giornate con Kagami, ad andare a scuola insieme a lui, ad allenarsi e giocare in sua compagnia, conoscendo anche la squadra di cui faceva parte e stringendo molte amicizie.

Le partite che avevano disputato non avevano fatto altro che allargare la sua cerchia di amicizie.

Ma soprattutto, aveva potuto rivedere Akashi. Giocare nuovamente con lui, seppur con le difficoltà che avevano avuto, era stata un'emozione indescrivibile.

E ora stavano per scontrarsi nella finale.
La ragazza era impaziente, così tanto che quella notte aveva fatto compagnia al suo migliore amico, rimanendo sveglia fino a tardi a parlare. Nessuno dei due riusciva a prendere sonno.

«Partecipare ad un torneo scolastico, e arrivare in finale, è stato bellissimo, sono così felice di essere venuta qui!» Disse a Kagami, mentre andavano ad incontrare Himuro prima della partita.

«Finalmente hai potuto realizzare il tuo sogno, ora sei libera di giocare a basket, e non sarai più sola» rispose il rosso guardando Kayla.

«Già, è vero, avrò sempre te e i miei compagni al mio fianco, così come gli amici che ho conosciuto durante questo percorso.» Alzò gli occhi verso il cielo, il freddo era ormai arrivato, ma il sole dava loro un piacevole tepore.

«E anche se oggi saremmo avversari, avrò anche Seijuro al mio fianco d'ora in poi» aggiunse la ragazza con un piccolo sorriso sul volto.

Una volta arrivati al campo da basket dove era l'incontro, Kagami disse ad Himuro di voler sistemare le cose tra di loro prima della finale.

Himuro si rimise la collana che fino a quel momento aveva deciso di non indossare, l'anello che insieme a quello di Kagami segnava la loro fratellanza.

«Kayla, non credi sia il caso di trovare qualcosa che unisca anche la nostra amicizia con te?» Le domandò Himuro.

La diretta interessata sorrise e guardò i suoi due amici.
«Aah, va bene così, a me basta poter giocare con voi. Sarà il basket ad unire simbolicamente la nostra amicizia» rispose per poi notare un pallone vicino ad una panchina.

«Ragazzi, vi ricordate di quando mi avete presa in braccio per farmi schiacciare a canestro?» La sua statura non le permetteva di poter fare quel genere di mosse, ma in quel modo i due le avevano fatto capire come ci si sentisse ad arrivare fin lì.

«Si, è stato Taiga a prenderti in braccio all'improvviso» disse Himuro ricordando quel giorno.

«Beh, voleva tanto poter schiacciare almeno una volta, così l'ho accontentata» rispose Kagami all'amico.
«Perché ce lo chiedi?» Domandò poi alla giovane.

Quest'ultima allungò un braccio verso il pallone, indicandolo con un dito.
«Vi va di farmi schiacciare ancora una volta?»

Il rosso sorrise.
«Perché no, a me sta bene.»

«Anche a me» disse Himuro, posizionandosi poi in campo, così da ricreare la situazione di quella volta, nella quale lui le aveva passato la palla per farla tirare.

Kayla corse a prendere il pallone e lo diede al corvino, che palleggiò qualche volta prima di lanciarle la palla con un passaggio.

La ragazza la prese e corse verso il canestro, fece per tirare come suo solito e Kagami a quel punto l'afferrò per i fianchi, tirandola su, abbastanza in alto per farla schiacciare.

Senza perdere tempo mise la palla all'interno del cerchio, usando quanta più forza poteva, poi, esattamente come era successa la prima volta, quando lei lasciò andare il canestro, l'amico la prese in braccio.

Il sorriso sul volto di Kayla era così raggiante che i due ragazzi ne furono contagiati, incapaci di rimanere impassibili di fronte a tutta quella felicità.

«Sarò sugli spalti a guardare la partita e a fare il tifo. Date il meglio di voi» disse loro Himuro.

Kagami e Kayla lo guardarono, quest'ultima era appena scesa dalle sue braccia.
«Certo!»

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