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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟹𝟻

❝𝐿𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑒̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑒𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑐𝑐𝑜𝑙𝑖, 𝑖𝑛𝑣𝑖𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑎𝑝𝑝𝑢𝑛𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖.❞

||𝑃𝑎𝑜𝑙𝑜 𝐶𝑟𝑒𝑝𝑒𝑡||

La soffice criniera del cavallo di Akashi si scontrava con delicatezza contro il palmo della mano di Kayla.

La ragazza dopo aver fatto colazione aveva chiesto all'amico se poteva vedere Yukimaru, da quando era tornata non era ancora andata a trovarlo, nonostante fosse stata lì anche durante l'estate.

Si era messa ad accarezzarlo ripensando a quanto fosse diventata sbadata tutto d'un botto quella mattina, quando Akashi era uscito dal bagno esattamente come aveva previsto.

Non riuscì a trattenere un sorriso, lui era decisamente l'unico ragazzo che riusciva a provocare quelle reazioni da parte sua.

[ℱ𝓁𝒶𝓈𝒽𝒷𝒶𝒸𝓀]

Kayla era rimasta girata dalla parte opposta del bagno per tutto il tempo, nemmeno si voltò quando sentì la porta del bagno aprirsi.

Il ragazzo buttò uno sguardo verso di lei, fermandosi dall'andare a recuperare i suoi vestiti.
«Non ti sarai riaddormentata, vero?» Domandò con un leggero sorrisetto, aveva capito perché stesse in quel modo.

«Non sto dormendo» rispose lei senza spostarsi.
«Allora mi spieghi perché sembra tu non voglia muoverti da quella posizione?» Lo stava facendo apposta a farle domande del genere.

«E perché ti interessa?» Replicò lei facendogli un'altra domanda, cominciando a giocherellare con la coperta.

Improvvisamente sentì il materasso abbassarsi.
«Lo sai che quando si parla con gli altri è irrispettoso non guardarli in faccia?» Le chiese, non rispondendo, come aveva fatto la giovane, alla domanda precedente.

Kayla fece una risatina.
«Disse colui che prende come una sfida il solo fatto di essere guardato direttamente negli occhi» ribatté lei con ironia.

«Ma tu lo fai sempre, quindi questa situazione è insolita» disse Akashi con sincerità, continuando ad osservarla.

«Hai intenzione di rimanere qui seduto fino a che non mi girerò?» Domandò Kayla.
«Non vorrei ti ammalassi.» Stava cercando in ogni modo di trovare una scusa per farlo alzare, ma sembrava non funzionare.

Il ragazzo si chinò leggermente verso di lei, lasciando che alcune gocce d'acqua scivolassero via dai suoi capelli, facendole finire sul collo della giovane.

Quest'ultima rabbrividì e sussultò appena quando sentì quel contatto inaspettato, i suoi muscoli si immobilizzarono, sapeva di avere Akashi talmente vicino che se si fosse mossa gli sarebbe andata addosso.

«Forse ti imbarazza il fatto che sia appena uscito dalla doccia?» Chiese con tono basso, quasi fosse un sussurro.

«Ma che vai blaterando, non è assolutamente vero!» La maniera con cui aveva esclamato quella frase indicava tutto l'opposto di ciò che aveva detto.

«Allora girati» disse ancora lui, stuzzicarla in quel modo lo divertiva sempre.

Kayla avvertì il rossore sulle sue guance farsi più intenso.
Strinse la presa sul cuscino, dopodiché si alzò leggermente con la testa e quando si voltò glie lo lanciò in piena faccia, prendendolo di sorpresa.

«Vedo che la cosa ti sta divertendo abbastanza» disse lei alzandosi e dirigendosi verso il bagno per potersi cambiare, senza però guardarlo direttamente.

Akashi prese il cuscino e lo rimise al suo posto.
«A quanto pare avevo ragione» disse raddrizzandosi, ma rimanendo seduto sul materasso.

«Vedi di vestirti mentre io mi cambio.» Si dovette fermare quando sentì la risposta dell'altro.

«Sembra io abbia fatto qualcosa di strano, eppure sei tu che ti sei intrufolata in camera mia» constatò il giovane.
«Inoltre qualche tempo fa non sei entrata senza nessun problema nello spogliatoio per farmi una ramanzina?»

Kayla ricordava benissimo quel giorno, aveva provato un grande imbarazzo anche in quel momento, ma la differenza stava nel fatto che ancora non si era resa conto di ciò che provava, mentre in quell'istante lo sapeva benissimo.

E quel piccolo dettaglio in più non fece altro che amplificare tutto.

«È diverso! Lì ero abbastanza nervosa, non ho pensato prima di agire.» Nell'affermarlo si era girata d'istinto verso di lui, trovandolo a smuoversi i capelli con la mano.

Inutile dire che rimase paralizzata, era esattamente come se l'era immaginato, però la cosa non l'aiutava per niente.

La pelle di Akashi presentava ancora qualche traccia di gocce d'acqua, i capelli bagnati ricadevano perfettamente sulla sua fronte, che la mano aveva lasciato da poco.

Lui la guardava, osservando attentamente la sua espressione, mentre Kayla non riusciva a trattenersi dal far vagare lo sguardo lungo il suo corpo, a coprirlo c'era solo l'asciugamano che portava alla vita.

«Sapevo che ti saresti girata, bastava provocarti un po'» disse con soddisfazione.

La ragazza fece un profondo sospiro.
«Forse è meglio che vada a cambiarmi sul serio» disse mordendosi leggermente il labbro inferiore, per poi annuire.
«Si, si, meglio se vado.» Nel muoversi verso il bagno non calcolò bene le distanze e colpì lo stipite della porta, come se non l'avesse visto, il suo cervello era andato talmente tanto in tilt da farla sembrare sbadata.

In tutto ciò Akashi la guardava divertito, avrebbe tanto voluto dire a se stesso che era meglio non ci fosse stata, però la sua presenza rendeva interessante ogni più piccola cosa, era inevitabile.

[ℱ𝒾𝓃𝑒 𝒻𝓁𝒶𝓈𝒽𝒷𝒶𝒸𝓀]

«Già, è stato imbarazzante, ma non ha cercato di allontanarmi» disse al cavallo, tirando nuovamente fuori il suo vizio di parlare con gli animali, come se loro potessero poi risponderle.

Un sorriso le si formò sul viso, da esso si poteva capire quanto fosse felice in quel momento.

||Play: A Moment to Remember - Nom Tunes||

Akashi si arrestò all'entrata della stalla poco dopo la conclusione della frase. Si fermò a guardare il suo sorriso e la sua espressione gioiosa.
Alcune ciocche di capelli le ricadevano elegantemente lungo le spalle, contornandole alla perfezione il volto.

Sembrava una principessa, uscita fuori da un libro di favole.
A quello il ragazzo paragonò la sua bellezza.

Anche durante il loro primo incontro di qualche mese prima, quando Kayla era tornata in Giappone, lei stava parlando con la sua cavalla, e Seijuro era arrivato nello stesso modo.

Nel rendersi conto che erano veramente trascorsi dei mesi da quando si erano rivisti il ragazzo provò una strana sensazione, quasi ne rimase sorpreso, non si era minimamente accorto del tempo che era passato.

In quel momento fu Kayla a girarsi verso di lui, sembrava avesse avvertito la sua presenza lì nella stalla.

«Non ti ho sentito arrivare, sei qui da tanto?» Domandò la giovane, rimanendo con una mano sul muso del cavallo.

«No, sono appena arrivato.» Lanciò uno sguardo veloce verso Yukimaru.
«Sembra ricordarsi di te» constatò appoggiandosi con una spalla contro il bordo dell'entrata, incrociando le braccia al petto e portando la gamba destra davanti a quella sinistra.

«Come potrebbe dimenticarmi! Abbiamo passato così tanto tempo insieme quando ero piccola e venivo a casa tua!» Rispose Kayla con un sorriso.

«Già, è vero» confermò lui, ricordando di come volesse sempre salirci sopra.
«Non lo lasciavi in pace nemmeno quando voleva riposarsi.»

La ragazza lo guardò, quella mattina era decisamente strano, solitamente per indurlo ad una conversazione ci voleva molta più fatica.

Forse stava, pian piano, abbassando le sue difese.

Per quello aveva voluto tenerla lontana, altrimenti per lui sarebbe stato più facile tirare giù il muro che si era costruito attorno.

«Senti, posso chiederti una cosa?» Domandò Kayla, girandosi completamente verso il giovane.

Era il momento giusto per poter fare quella richiesta, lo vedeva propenso ad accettare visto come si stava comportando.

«Cosa?» Seijuro la osservò, attendendo che la ragazza andasse avanti.
«Ti ricordi di quel festival che fanno solo d'estate?»
«Si, perché?»

La giovane sorrise e si avvicinò a lui.
«Mi hai detto che la sera fanno i fuochi d'artificio, e io vorrei tanto vederli, dici che se ne trovano ancora in giro? Anche se l'estate ormai è pressoché finita?» Lo guardò speranzosa, uno di quegli sguardi a cui difficilmente si poteva negare qualcosa.

«Ancora ce ne sono, anche se sono gli ultimi dell'anno, poi dovrai aspettare la prossima estate» rispose il ragazzo, esitando un istante sulla frase che avrebbe detto di lì a poco.

«Vuoi andarci?» Le parole uscirono da sole dalla sua bocca, senza che lui potesse fare niente per frenarle.

Kayla lo guardò sorpresa da ciò che aveva appena sentito.
Se glie lo aveva domandato significava che sarebbe andato con lei senza trovare alcuna scusa per sottrarsi alla sua compagnia.

«Akashi Seijuro, mi stai forse chiedendo di andarci con te?» Domandò con un piccolo sorrisetto.

Il diretto interessato cercò di rimanere composto e impassibile come suo solito, Kayla ci aveva messo mezzo secondo a smascherarlo.

«Non fraintendermi, se te l'ho chiesto è perché non voglio sentirti insistere per l'intera giornata» rispose il rosso, facendo sorridere ancora di più la ragazza, che conosceva benissimo le sue scuse.

«Se pensi che ti creda stai sbagliando di grosso.» Gli fece notare lei.
«Ma a me va benissimo andarci con te.»

xxx

Quel pomeriggio, prima dell'uscita che sarebbero andati a fare i due ragazzi, Kayla era andata a comprarsi uno yukata.

Si era informata sui festival dei matsuri e aveva letto che ci si poteva andare anche con lo yukata, per seguire la tradizione.

Tre erano gli eventi principali di quel festival, però anche durante gli altri giorni si potevano trovare, esattamente come era successo a loro quell'estate, eventi più piccoli.

Fremeva all'idea di poterci finalmente andare, non era più nella pelle.

Si voltò verso il suo letto e afferrò delicatamente lo yukata, che partiva con l'avere un colore rosa sfumato, fino a diventare di un bellissimo fucsia fluo, avvolto da fiori bianchi che lo circondavano, scendendo come fossero delle spirali.

Lo indossò, non riuscendo a sistemarlo alla perfezione al primo tentativo, dopotutto non lo aveva mai messo prima, stando attenta a sovrapporre il lato sinistro sul lato destro, la posizione opposta era utilizzata per i funerali.

Chiuse poi lo yukata con la cintura nera e dorata, apposita per l'indumento, che era dotata anche del classico nodo a fiocco, anch'esso nero.

Si sistemò i capelli, raccogliendo con dei fermagli solamente alcuni ciuffi su un lato, lasciando ricadere gli altri sulla sua guancia.

Aveva prestato molta cura ad ogni dettaglio, cosa che smosse una domanda della sua mente.

Alla fine era una semplice uscita, allora perché ci teneva così tanto ad apparire bella?

Non è che si fossero dati un'appuntamento, stavano semplicemente andando in un luogo come fanno tutti gli amici.

Prese a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli, attorcigliandola attorno al dito.
«Non è un appuntamento, vero?»

In cuor suo avrebbe voluto lo fosse, considerando i suoi sentimenti.
Però sapeva anche che Akashi non si sarebbe esposto così tanto, forse era ancora presto per chiedergli di fare una cosa simile.

Nonostante ciò lei non poteva fare a meno di sperarci.

Quando uscì dalla sua stanza si sorprese di trovare Seijuro vicino la porta, appoggiato al muro ad aspettarla.

Il ragazzo indossava una camicia nera, che secondo Kayla gli donava tantissimo, ma ciò che la colpì fu il suo profumo.

Forte e inebriante, proprio quello che si aspettava da lui.

Avrebbe potuto crogiolarsi in quell'odore per l'intera giornata, non le sarebbe andato a noia.

Anche Akashi rimase bloccato nel vederla vestita in quel modo, non si aspettava che avrebbe la tradizione.

I suoi occhi non potevano fare a meno di ammirarla, appariva elegante nei movimenti e allo stesso tempo delicata come il petalo di un fiore.

«Se continui a fissarmi così comincerò a pensare di aver sbagliato qualcosa nel mettermi lo yukata» disse lei con una leggera risata, allargando le braccia e osservando il modo in cui l'aveva sistemato.

«No, lo hai messo bene.» La rassicurò Akashi.
«Ma non pensavo ti saresti vestita così. Ora capisco perché sei sparita dopo pranzo.»

Non c'era bisogno che le dicesse quanto fosse bella, i suoi occhi lo trasmettevano anche fin troppo, incapaci di mascherare i pensieri del giovane.

Kayla arrossì appena nel notare il suo sguardo, era completamente rapito da come si era preparata e quello non poteva che renderla felice.

Si portò una mano accanto l'orecchio, sistemandosi una ciocca dietro di esso e abbassando per un momento gli occhi, riportandoli poi nuovamente su di lui e soffermandosi per un secondo sulla scollatura della sua camicia, non del tutto allacciata, i primi bottoni erano stati lasciati liberi di proposito.

«Credo ci convenga cominciare ad avviarci.» Le fece notare Akashi, risvegliandosi dai suoi pensieri.

«Si, meglio non arrivare tardi, voglio girare molti banconi» sorrise raggiante e lo affiancò.

La camminata verso il tempio dove si era stato allestito il matsuri non la percorsero nel silenzio più totale.

Incredibilmente parlarono senza permettere che ciò accadesse.

Kayla non credeva di aver mai parlato così liberamente con lui.

In quell'istante non doveva insistere per farlo uscire dai suoi schemi, sembrava semplicemente un ragazzo che si stava comportando come ogni giovane della sua età, senza restrizioni o altro.
Si stava semplicemente godendo il momento.

Kayla non poteva essere più contenta, tanto che non smise di sorridere per un secondo.

Anche volendo non ci sarebbe riuscita, passare del tempo con lui in quel modo era ciò che le infondeva una gioia senza limiti. Quasi fosse lui la fonte di quella sua felicità.

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