𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟸
❝𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑟𝑡𝑖 𝑚𝑎𝑖 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑚𝑖𝑛𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒.❞
||𝑅𝑢𝑝𝑖 𝐾𝑎𝑢𝑟||
Una volta arrivati nell'appartamento di Kagami la giovane non perse tempo e sistemò le sue cose nella stanza che le aveva fatto vedere il ragazzo.
Era così stanca per il viaggio che non appena si sdraiò sul divano finì con l'addormentarsi, non fu facile per il rosso svegliarla per la cena.
Kayla si riteneva fortunata ad aver trovato ospitalità da lui, ma non voleva comunque far gravare tutte le spese sull'amico.
Proprio per questo si era messa in testa di trovarsi un lavoro part time, e già aveva qualche idea.
Certo, non era partita senza portarsi dei soldi dietro, ma pensava che dovesse darsi da fare per aiutare il suo migliore amico in qualche modo.
«Ti ho detto che non ci sono problemi, sei proprio cocciuta, lo sai?» Disse per l'ennesima volta Kagami, mentre la ragazza lo fissava mordicchiando un bastoncino di liquirizia.
Avevano finito da un po' di cenare e dopo poco si era ricordata di averli comprati mentre tornavano dall'aeroporto, a quello proprio non riusciva a dire di no, quindi ne aveva preso subito uno.
«E io ti ho detto di non preoccuparti, so già a chi chiedere. C'è una famiglia poco fuori dalla città, hanno un ranch dove allevano cavalli, posso aiutarli, in questo modo posso guadagnare un pochino e fare qualcosa che mi piace» sorrise.
«E poi li conosco, da piccola ci andavo sempre, non sarò occupata ventiquattro ore su ventiquattro, ho anche intenzione di giocare a basket.»
Lui la guardò, scettico all'idea.
«E sei sicura di riuscire a fare tutto?» Domandò alzando le sopracciglia, in attesa di una risposta.
«Si, alla fine si tratta di un lavoro part time, da persone che conosco, ce la farò» affermò facendo un'occhiolino.
«Se lo dici tu, non venirti a lamentare con me poi.» L'avvertì Kagami, facendole scappare una risata.
«A proposito del basket... Come funziona nella tua scuola? Devo unirmi ad un club femminile?» Chiese Kayla, non aveva minimamente pensato a quel dettaglio.
«Eh? Non credo ce ne sia uno femminile, ma quando ti ho vista giocare per la prima volta eri l'unica ragazza della squadra e te la sei cavata bene.» Spiegò lui ricordando il giorno in cui l'aveva conosciuta.
«Quindi non credo avrai problemi a giocare con noi» concluse poi con un'alzata di spalle.
Kayla lo guardò, sorridendo raggiante.
«Questa è una bellissima notizia, significa che giocheremo insieme!»
«Sono curioso di vedere se riesci ancora a stare al passo con me.» Le disse con un sorrisetto.
«Oi oi, mi stai sfidando?» Lo indicò con il bastoncino alla liquirizia.
«Tu che dici?»
«Okay, va bene, allora domani pomeriggio faremo una piccola partita, noi due.»
Vide lo sguardo di Kagami riempirsi di impazienza, fosse stato per lui avrebbero giocato anche in quel momento.
«Ma metti in conto che non mi sono potuta allenare come te in questi anni.»
«Lo so, però ti distruggerò comunque.»
Stava cercando di stuzzicarla, come faceva sempre, ma il suo temperamento calmo non vacillò.
«Sei sempre il solito, Taiga.»
«E tu hai sempre quella calma indistruttibile, non rispondi mai alterata o spazientita» commentò incrociando le braccia dietro al collo.
«Ci vuole ben altro per quello, e poi tu sei già abbastanza irascibile per entrambi» disse con un leggero sorriso.
«Scusa? Puoi ripetere? Non è assolutamente vero!»
«Visto? Ti sei già alterato, sei proprio una testa calda» affermò alzandosi e scompigliandogli i capelli, continuando a sorridere.
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La mattinata di Kayla era stata piena di cose da fare, riorganizzare la sua vita in un altro paese non si rivelò semplice.
Avrebbe cominciato la scuola nel giro di una settimana, in quei giorni doveva riuscire a sistemare tutto.
Si era svegliata molto presto per poter andare al ranch, ovviamente aveva prima pensato a fare delle ricerche per assicurarsi che la famiglia ancora lavorasse lì.
Non la riconobbero fino a che non disse loro il suo nome, dopotutto come avrebbero potuto, l'ultima volta che l'avevano vista era solo una bambina.
Dopo aver parlato un po' le affidarono una cavalla.
Il suo manto era a castano, eccezion fatta per la schiena e il muso, che erano di un bianco acceso, come le zampe, il beige della criniera e della coda si sposavano alla perfezione con gli altri colori.
Era bellissima, Kayla se ne era subito innamorata.
Le dissero che ancora non aveva un nome, visto che non era molto che si trovava con loro.
Arrivarono quindi alla conclusione di lasciar decidere a lei, considerando il fatto che se ne sarebbe presa cura.
E dopo essersi occupata di lei tornò indietro, non voleva fare tardi all'incontro con il suo amico.
Il tragitto verso il campo da basket, indicatole da Kagami la sera prima, oltre che a passarlo cercando di non sbagliare strada, controllando ogni secondo la mappa sul telefono, lo trascorse anche cercando un nome adatto per la cavalla che le era stata affidata.
Non aveva ancora scelto, e non intendeva prendere il primo che le capitava a tiro.
I suoi pensieri furono bloccati da una chiamata.
Rallentò il passo per vedere di chi si trattasse, poi rispose.
«Si?»
«Dimmi che stai tornando.»
«Oh andiamo, non dirmi che sei già al campo, a me ancora un po' manca per arrivare.» Scosse la testa divertita.
«Certo che sono già qui, non perderti, altrimenti dovremmo rimandare.»
«Ma che bel migliore amico che ho, non si preoccupa del fatto che potrei perdermi, ma sul dover rimandare l'incontro si.» Gli disse provocando una breve risata dall'altro capo del telefono.
Diceva così, ma sapeva che la sfida sarebbe stata l'ultimo dei suoi pensieri se fosse successa una cosa simile.
Kagami non è solito esprimere direttamente l'affetto che prova nei confronti delle persone a cui tiene, però Kayla lo conosceva bene ormai.
«Pazienta ancora un po', credi di poterci riuscire?»
«Per chi mi hai preso? Certo che ce la faccio, sta a vedere.»
Attaccarono poco dopo, la giovane controllò un ultima cosa sul cellulare e poi alzò lo sguardo verso la strada.
Nel farlo vide un ragazzo camminare dalla parte opposta alla sua.
Non fece in tempo a scansarsi che lo colpì leggermente con la spalla.
Subito si girò verso di lui.
«Scusa!» Disse ricevendo da parte sua un semplice sguardo.
Per un momento gli occhi del giovane sembravano aver assunto una strana espressione, come se avesse notato qualcosa, ma non si fermò a verificare.
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«Finalmente! Te la sei presa comoda di proposito?» Chiese Kagami quando la vide avvicinarsi.
Kayla mise l'indice sotto il mento, facendo finta di pensarci.
«Mhh... Probabile.»
«Ah si? Allora devo vendicarmi» disse prendendo la palla da terra.
«Pronta a perdere?»
«Ma quanto sei presuntuoso?» Poggiò la borsa sulla panca e si tolse la giacca, così da stare più comoda.
Si legò i capelli in una coda alta e poi andò al centro del campo.
«Spero di non essermi arrugginita troppo.»
Kagami tenne la palla e partì subito verso il canestro.
La ragazza gli si piazzò davanti, il suo sguardo studiava velocemente i movimenti dell'amico.
Inizialmente dovette abituarsi nuovamente a giocare ai livelli di Kagami, soprattutto ora che era migliorato ancora.
Rimase piacevolmente sorpresa nel constatare quanto fosse diventato forte.
Lei purtroppo non aveva avuto l'occasione di continuare ad allenarsi come doveva, i genitori non glie lo permettevano.
Le uniche volte che riusciva a farlo era quando sgattaiolava fuori dalla villa, o dall'attico in città.
A seconda dell'occasione i genitori passavano da una casa all'altra, la villa era poco fuori dalla città, circondata da pianure, e lei era sempre stata costretta a seguirli.
La loro sfida durò un bel po', nessuno dei due sembrava essersi stancato.
L'unica cosa che sentivano era l'emozione di giocare nuovamente insieme.
Nonostante il ragazzo fosse più forte, Kayla non gli permise di vincere con un distacco troppo marcato.
«Hai detto che non ti sei allenata molto, eppure la tua velocità non è diminuita poi così tanto» disse il rosso mentre si sedeva, asciugandosi il sudore con un panno, che poi poggiò dietro al collo.
«Ma non è abbastanza se voglio giocare con voi, dovrò allenarmi molto» rispose la ragazza sedendosi accanto a lui per riprendere fiato.
Kagami bevve un sorso d'acqua dalla bottiglia che aveva appena tirato fuori.
«Ti farebbe comodo vedere prima come giochiamo tutti insieme?»
«Vedervi dici? Potrebbe aiutarmi, si.»
«Bene, allora quando conoscerai la squadra, prima di entrare in campo, assisti ad una partita del torneo.»
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Erano passati pochi giorni dal suo arrivo e in quel momento si trovava al ranch, intenta ad accarezzare il muso della cavalla a cui doveva trovare ancora un nome.
Quella mattina i suoi genitori l'avevano chiamata, probabilmente erano tornati, scoprendo così della sua fuga.
Non aveva risposto.
Una parte di lei voleva farlo, però era rimasta ferma.
Stranamente Kagami non le aveva detto nulla in proposito, forse per lasciarle un po' di spazio.
Ma si aspettava un suo commento da un momento all'altro, non era molto paziente, se doveva dire qualcosa presto lo avrebbe fatto.
«Credo ti chiamerò Pioggia» sussurrò all'animale davanti a lei.
Quando era piccola vedeva sempre un cartone animato dove c'era una cavalla con quel nome.
L'aveva visto così tante volte che ormai non bastavano due mani per contarle.
Lei nitrì, facendo sorridere Kayla.
«Vedo che ti piace, allora è approvato.»
«Parli con i cavalli?» Disse una voce poco distante da lei.
La ragazza era impegnata a sistemare la criniera di Pioggia, così rispose senza girarsi.
«Si, molte volte ci ascoltano più loro che le persone, con delle eccezioni ovviamente» disse riferendosi a Kagami e ad un altro suo amico, l'avevano sempre ascoltata e supportata.
Il discorso valeva anche per l'autista che l'aveva aiutata ad andarsene.
Ma trovare persone così non era facile, con gli animali risultava tutto più semplice.
«Immaginavo ti sarebbe rimasta questa abitudine» commentò l'altro.
Kayla si bloccò, girandosi verso la direzione della voce.
Come faceva a sapere che quella era una sua abitudine?
Rimase sorpresa nel vedere il ragazzo contro cui era andata a sbattere solo qualche giorno prima.
Però proprio non capiva quel suo ultimo commento.
Lo osservò avvicinarsi lentamente.
«E vedo che hai mantenuto la promessa, sei tornata, Kayla.»
La ragazza lo guardò negli occhi, solo una persona poteva sapere di quella promessa.
A tutto pensava tranne che sarebbe stato lui a trovarla.
Il giovane si fermò a pochi passi da lei, ricambiando il suo sguardo.
«Seijuro» sussurrò Kayla.
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