𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟷𝟾
❝𝐿𝑎 𝑑𝑒𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝘩𝑖 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎 𝑖 𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑝𝑎𝑙𝑙𝑒.❞
||𝐹𝑟𝑎𝑔𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑖𝑢𝑠||
Quando la partita riprese si notò immediatamente il cambiamento avvenuto in campo, i giocatori si erano concentrati tutti su un lato, così da lasciare più spazio ai due assi per sfidarsi.
Kayla sapeva che in uno scontro diretto aveva ben poche possibilità di passare Aomine da sola, era molto più probabile che ci riuscisse Kagami, però si stava tenendo pronta per poter scattare in qualsiasi momento.
Non appena le si sarebbe presentata l'occasione avrebbe provato a rubargli palla e sottrargli il controllo del gioco.
Voleva superarlo, voleva dimostrargli che ne era in grado, ma in ogni caso doveva anche pensare all'alternativa migliore per la squadra e Kagami in quell'istante era la loro risorsa migliore.
Avrebbe avuto la sua occasione per tentare e vedere come sarebbe andata.
Purtroppo per loro però Aomine superò facilmente il rosso, senza alcuno sforzo.
I giocatori della Seirin provarono subito a contrastarlo, ma senza successo.
Anche Kayla cercò di fermare la sua corsa verso il canestro, ma esattamente come era successo durante il loro primo incontro, non prese la palla per un soffio. La velocità di quel ragazzo era incredibile.
Fortunatamente il tiro venne fermato da Kagami, che mantenendo la determinazione ai massimi livelli lo aveva raggiunto, per poi saltare, impedendogli così di fare punto.
Ma la stessa cosa accadde a parti inverse, facendo finire il secondo tempo senza alcuna variazione nel punteggio.
Poco prima la ragazza era riuscita ad eludere Aomine con alcuni passaggi effettuati con Kuroko, le parve addirittura di aver visto un leggero ghigno formarsi sul viso del primo, come se tutta quella situazione in qualche modo lo stesse entusiasmando, probabilmente la causa era la loro combattività.
Se l'era cavata, trovando un modo più o meno efficace per tenersi palla, perché gli allenamenti con Akashi stavano cominciando a dare i loro frutti, ma era ben lontana dal raggiungere il loro livello, almeno non in quel momento.
Sapeva che Aomine doveva ancora tirare fuori la sua vera forza.
Una volta giunti nello spogliatoio ogni componente della squadra non voleva fare altro che ricaricarsi durante quei dieci minuti di pausa, magari mangiando qualche fetta di limone che si portavano sempre dietro.
Riko disse loro che glie ne aveva preparato un po', così che potessero tornare in campo con ancora più energia, ma quando aprirono il contenitore videro dei limoni interi, erano conditi, certo, ma non erano stati tagliati a fette.
«Se volete la prossima volta porto un coltellino, così li affettiamo.» Propose Kayla quando sbirciò al suo interno.
«Però non avranno il tempo per insaporirsi» replicò Hyuga continuando a fissare i limoni con espressione arresa.
«Beh, sempre meglio di niente.»
La ragazza poi si voltò verso Kagami, che stava osservando scioccato il contenuto.
«Cavolo, tu ne avresti proprio bisogno» commentò lei con una risatina.
«La cosa ti diverte?» Domandò il rosso con tono rammaricato, avrebbe tanto voluto mangiarne un po'.
«Forse, la tua espressione è bellissima.» Mantenne un sorrisetto sul viso.
Al contrario, quelli di Mitobe, che fortunatamente aveva portato, si mostrarono invitanti e gustosi.
«Kuroko, non ne vuoi?» Domandò Kagami quando notò che era l'unico a non essersi avvicinato.
«No, sto bene così.»
L'altro continuò a guardarlo mentre masticava, pensando che in effetti una frase del genere se l'aspettava anche dall'amica, che invece stava mangiando con gusto alcune fette di limone.
L'allenatrice intendeva mettere Kuroko in panchina al rientro in partita, ma quest'ultimo chiese se era possibile che giocasse anche nella seconda metà.
La maggior parte dei suoi compagni gli consigliò di prendersi un momento per riposarsi a dovere, Izuki aveva visto come il suo sviamento stesse calando di efficacia, ma il ragazzo dai capelli azzurrini non voleva sentire ragioni.
«Coach, posso prenderli?» Chiese improvvisamente Kagami.
«Cosa?» La diretta interessata lo guardò confusa, non capendo a cosa si riferisse.
Stessa cosa fece Kayla, e diventò ancora più confusa quando lo vide afferrare il contenitore con i limoni di Riko.
«Kuroko...» Lo chiamò il rosso.
Non appena l'altro si girò per rispondere Kagami gli mise prepotentemente un limone in bocca.
«Mangia questi mentre stai in panchina, zucca vuota!»
Kayla sbarrò gli occhi quando vide la scena, non pensava sarebbe arrivato a tanto per fargli entrare in testa ciò che la squadra gli stava dicendo.
«Sei tu che hai detto di non poter giocare a basket da solo!» Cominciò a dire il rosso con un alto tono di voce.
«Lascia fare a noi!»
Kuroko lo stava guardando continuando a tenere il limone tra le labbra, con un'espressione che voleva essere quella che aveva di solito, ma che apparve estremamente dolce.
«Taiga! La delicatezza l'hai lasciata a casa per caso?» La ragazza si avvicinò e si mise leggermente in punta di piedi per dargli un colpetto alla testa.
Poi si rivolse a Kuroko.
«Mangia questi, ne sono avanzati un po'.» Il giovane posò il limone interno e prese quelli che Kayla gli stava porgendo.
«Grazie» disse pacatamente, per poi mangiarne una fetta.
«Ei! Era l'unico modo per fargli capire che se ne deve stare buono!» Si lamentò Kagami mettendo su un finto broncio.
«Mh.» L'amica ci pensò su.
«Allora la prossima volta che non vuoi capire qualcosa farò anche io così» disse incrociando con fierezza le braccia al petto.
«EH?! Non se ne parla!»
«Oh si invece!» Dopodiché Kayla rise, immaginandosi la faccia di Kagami se avesse fatto una cosa del genere.
Kuroko era apparso come un cucciolo, capace di far sciogliere chiunque con la tenerezza della sua espressione.
Il rosso invece avrebbe guardato tutti con uno sguardo truce, di chi vuole inutilmente minacciare qualcuno.
Dieci minuti possono sembrare infiniti come possono passare in un lampo, tutto dipende dalla situazione che si sta vivendo.
Per i ragazzi della Seirin trascorse anche fin troppo velocemente, non si è mai stanchi di riposarsi, soprattutto dopo aver giocato ininterrottamente per metà partita.
Quando videro Aomine ognuno di loro capì che da quell'istante in poi avrebbe fatto sul serio, dovevano prepararsi ad un aumento esponenziale della sua forza.
«Sicura di volerlo fare?» Chiese Kagami all'amica.
«Si, probabilmente poi sarò costretta ad uscire e farmi sostituire, ma credo sia l'unico modo per colmare almeno un po' l'assenza di Kuroko.»
«Pensavo volessi anche tu uno scontro diretto contro Aomine, prima sei riuscita a passarlo.» Le disse il ragazzo girandosi verso di lei.
«Lo so.» Kayla fece una breve pausa prima di riprendere il discorso.
«Ma è stato grazie alla coordinazione tra me e Kuroko. Sono consapevole dei miei limiti, inoltre superarlo non significa solo riuscire a dribblarlo.» Un lieve sorriso si formò sulle sue labbra.
«Ci sono altri modi in cui posso passarlo, e non devo farlo per forza da sola.»
«Credo tu possa superarli questi limiti» disse Kagami dopo aver passato dei secondi in silenzio.
«Hai ricominciato ad allenarsi come si deve da poco, ma già hai fatto dei miglioramenti incredibili.»
«Già, probabilmente perché amo il basket con tutta me stessa» rispose osservando il campo, che piano piano stava venendo occupato dai giocatori.
«È anche perché hai del talento in te, cerca di non dimenticarlo, scema.» Kayla rise appena dopo aver udito quella frase.
«Si, ci proverò, idiota.» Gli lanciò uno sguardo divertito prima di raggiungere il resto della squadra.
Al momento della ripresa, proprio come ci si aspettava, Kagami e Aomine si sfidarono tra di loro e Kayla mise in atto la sua strategia.
Cominciò a muoversi ancora più rapidamente, consapevole che così facendo si sarebbe stancata prima, però non le importava, a lei bastava riuscire a non far pesare troppo l'assenza di Kuroko.
Come era solita fare, la ragazza tenne d'occhio la posizione dei suoi compagni, in particolar modo quella di Kagami, tutto mentre faceva esattamente la stessa cosa con i giocatori della Too.
Da quando era tornata non si era mai concentrata così tanto, ma viste le capacità degli avversari non poteva permettersi di distrarsi.
Dove andava la palla andava anche Kayla, dopo essersi abituata a quel ritmo riuscì a muoversi anche prima di essa.
La intercettava. Spesso gli avversari se la ritrovavano davanti all'improvviso, determinata ad afferrare l'oggetto conteso dai giocatori.
E dopo averla presa passava immediatamente ad un suo compagno, se si trovava nella posizione giusta la palla era diretta al rosso, dopodiché, senza perdere tempo, si muoveva ancora.
Non fermandosi un momento gli altri faticavano a starle costantemente dietro, inoltre se lo avessero fatto al massimo delle loro energie si sarebbero stancati più velocemente.
In quel modo non potevano fermare i suoi passaggi, anch'essi effettuati rapidamente, il tempo di pensare a dove sarebbe andata la palla che lei aveva già passato.
Kayla non possedeva la capacità di passare inosservata come Kuroko, ma poteva contare sulla sua velocità per poter colmare la sua assenza.
Avrebbe sostituito in quel modo i suoi passaggi, anche a costo di stancarsi e non poter giocare durante l'ultimo tempo.
«Ma tu guarda» commentò Aomine con un leggero ghigno.
Dalla sua espressione concentrata capì che non avrebbe mollato per nessuna ragione al mondo.
Il ragazzo dovette ammettere che forse l'aveva un po' sottovalutata. La giovane si muoveva sul campo con sicurezza e senza paura, nonostante fosse stata fermata varie volte nel corso nella partita.
Ma quello non bastò per far fare canestro a Kagami, che ogni volta si ritrovava Aomine pronto a fermarlo. Si bloccavano a vicenda, non permettendo all'altro di andare a segno.
Questo fino a quando il ragazzo dai capelli blu notte non decise di alzare l'asticella, i suoi movimenti mutarono un'altra volta.
Ora era più veloce, più forte, più irraggiungibile, tanto da tirare fuori tiri inverosimili.
Kagami non riusciva a fermarlo in alcun modo, mentre Kayla cominciava ad accusare i sintomi della stanchezza.
Più andava avanti nel giocare così e più la sua prestazione calava a causa degli sforzi fatti durante quei minuti, infatti dopo un po' venne spesso fermata dai giocatori della Too.
Esattamente come aveva detto, dovette essere sostituita.
Se fosse andata avanti in quella maniera non avrebbe di certo aiutato i suoi compagni, semmai il contrario.
Al suo posto entrò Kuroko, che alzò la mano verso di lei quando la vide avvicinarsi a bordo campo per uscire.
Kayla sorrise letteralmente e gli diede il cinque.
«Ora tocca a te riposarti.» Le disse con tono calmo il ragazzo.
«Già, lascio tutto nelle vostre mani» rispose l'altra prima di andarsi a sedere, le gambe le tremavano appena a causa di tutte le corse che aveva fatto.
«Faremo del nostro meglio.» Le lanciò un'ultima occhiata.
«Lo so, lo fate sempre.»
L'intero corpo la ringraziò non appena si sedette sulla panchina, accanto agli altri suoi compagni di squadra.
Il respiro tornò piano piano alla normalità, e anche i muscoli cominciarono a rilassarsi.
Riko le si avvicinò con un asciugamano.
«Sei stata in gamba con quella strategia, li hai tenuti sotto controllo e hai dato agli altri più possibilità per segnare.»
Kayla lo afferrò e si asciugò il sudore dal viso.
«Ho fatto del mio meglio. Questa strategia... È una cosa su cui posso lavorare durante i prossimi allenamenti, devo diventare più veloce» disse per poi poggiare il panno attorno al suo collo e prendere la boccetta d'acqua.
«Tranquilla, preparerò un piano di allenamento apposito per questo!» Affermò l'allenatrice con convinzione, avrebbe fatto di tutto pur di far migliorare i suoi giocatori con le loro tecniche.
«Grazie Coach.» La ragazza le sorrise, dopodiché spostò la sua attenzione sulla partita.
Dalla panchina vide ancora più chiaramente quanto veloce fosse Aomine.
Da lì si aveva una visuale completamente diversa da quella che si ha sul campo.
Inizialmente la fortuna sembrò girare dalla loro, recuperarono anche alcuni punti ma la situazione iniziò a peggiorare quando Aomine fermò il passaggio incendiario di Kuroko.
Era inarrestabile, nessuno riusciva più a stargli dietro.
Però la goccia che fece traboccare il vaso, portando la partita in un unico verso, fu la sostituzione di Kagami.
Il ragazzo non si era ancora rimesso completamente come invece credevano loro, infatti contava quasi esclusivamente sul peso di una sola gamba.
Non ci fu molto altro da fare.
La Seirin venne completamente annientata da Aomine e gli altri componenti della Too.
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