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𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟽

NOTA: Dopo la foto del capitolo ho messo una canzone, se volete potete leggere mentre l'ascoltate~

❝ 𝑇𝘩𝑒𝑟𝑒'𝑠 𝑠𝑡𝑖𝑙𝑙 𝘩𝑜𝑝𝑒 𝑖𝑛 𝑡𝘩𝑒 𝑑𝑎𝑟𝑘𝑒𝑠𝑡 𝘩𝑜𝑢𝑟
𝑁𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑔𝑖𝑣𝑒 𝑢𝑝, 𝑑𝑜𝑛'𝑡 𝑔𝑖𝑣𝑒 𝑢𝑝 𝑛𝑜𝑤
𝐼'𝑙𝑙 𝑡𝑎𝑘𝑒 𝑡𝘩𝑖𝑠 𝑝𝑎𝑖𝑛 𝑓𝑜𝑟 𝑦𝑜𝑢
𝐼 𝑤𝑖𝑙𝑙 𝑝𝑢𝑙𝑙 𝑦𝑜𝑢 𝑡𝘩𝑟𝑜𝑢𝑔𝘩
𝐼'𝑙𝑙 𝑏𝑒 𝑤𝑖𝑡𝘩 𝑦𝑜𝑢 '𝑡𝑖𝑙 𝑡𝘩𝑒 𝑒𝑛𝑑
𝑇𝘩𝑟𝑜𝑢𝑔𝘩 𝑡𝘩𝑒 𝑓𝑖𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑑 𝑟𝑎𝑖𝑛
𝐼 𝑤𝑖𝑙𝑙 𝑏𝑒 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑠𝑡𝑟𝑒𝑛𝑔𝑡𝘩❞

||𝑊𝑖𝑡𝘩 𝑦𝑜𝑢 𝑡𝑖𝑙 𝑡𝘩𝑒 𝑒𝑛𝑑 - 𝑇𝑜𝑚𝑚𝑒𝑒 𝑃𝑟𝑜𝑓𝑖𝑡𝑡||

La vita all'interno del dormitorio non era male, svegliarsi e fare colazione tutti insieme, parlando del più e del meno, uscire in gruppo per andare a seguire le lezioni, organizzarsi sul momento per studiare in compagnia, preparare la merenda cucinando ogni volta qualcosa di diverso quando non avevano gli allenamenti pomeridiani, tutte quelle cose rendevano il loro soggiorno lì piacevole.

Quasi si erano dimenticati il motivo per il quale erano andati al dormitorio tanto era gradevole passare del tempo in quel luogo.

Ryoko stava pensando a quello, sdraiata sul letto e con gli occhi rivolti fuori dalla finestra accanto a se.

Aveva sistemato la sua camera in modo tale da poter vedere il cielo da sotto le coperte, ogni volta che ne aveva voglia.

Il cielo era così limpido quella notte che le stelle si potevano osservare benissimo, la ragazza non si stancava mai di quello spettacolo.

Nei corridoi del dormitorio non vi era nemmeno un rumore, il silenzio regnava sovrano.

Quando si erano ritirati nelle loro camere erano tutti sfiniti, avevano passato la maggior parte della serata a chiacchierare, nonostante sapessero di dover andare a dormire presto se non volevano sembrare degli zombie la mattina seguente.

Non che a Ryoko facesse qualche differenza, ma giustamente l'intera classe non poteva presentarsi alle lezioni completamente immersa nel sonno.

Anche fuori era tranquillo, non tirava vento, vigeva una pace surreale, di quelle rare, difficili da incontrare.

La corvina mantenne lo sguardo verso il cielo, disseminato di puntini luminosi che sembravano luccicare, aumentando e diminuendo d'intensità.

Sorrise lievemente, le trasmetteva pace starsene lì ad osservarle, incurante dell'ora che si era fatta.

A disturbare quel suo momento fu il telefono, che prese a vibrare all'improvviso sul comodino.

Corrugò la fronte in segno di confusione e distolse gli occhi dal cielo per poterlo posare alla sua destra.

Chi poteva averle mandato un messaggio a quell'ora della notte?
Teoricamente tutti dovrebbero essersi addormentati.

Lo afferrò e lo sbloccò, curiosa di vedere chi fosse.

Sorrise di nuovo.
Questa volta però era un sorriso caldo, avvolgente.

Todoroki le aveva appena scritto per sapere se fosse ancora sveglia.
Non credeva che il ragazzo non riuscisse a prendere sonno, quindi era più probabile che Ryoko non fosse riuscita ad ingannarlo oltre con la sua insistenza sullo stare bene.

Entrò nella sua chat, assicurandosi di abbassare la luminosità del suo cellulare, non voleva tutta quella luce in faccia.

"Sono sveglia" rispose lei prima di riprendere a digitare sulla tastiera.
"Tu come mai sei sveglio?" Domandò pur essendo consapevole di quale fosse il motivo.

Non spense lo schermo. Decise di aspettare il messaggio del bicolore così da poter rispondere subito.

"Ero preoccupato per te. In questi giorni sei sempre più stanca, ancora non riesci a dormire bene?" Le aveva scritto non facendola attendere troppo.

Ryoko si tirò su a sedere, appoggiando la schiena contro la parete dietro di lei.

Buttò una breve occhiata alla sua sinistra, proprio fuori dalla finestra.
Non dormiva affatto. Ormai stava diventando la normalità, si stava adattando a quella sua condizione.

"Già, ultimamente mi risulta difficile." Era inutile continuare a nasconderlo, il solo fatto di avergli risposto a quell'ora aveva confermato a Todoroki che lei avesse dei problemi a dormire.

Improvvisamente la schermata del telefono cambiò. Il ragazzo la stava chiamando.

La corvina non ci pensò due volte e rispose, portandosi subito dopo il cellulare all'orecchio.

Il buio di poco prima era tornato attorno a lei, ma la voce dell'eterocromatico lo faceva sembrare meno oppressivo, esattamente come avevano fatto le stelle prima dei suoi messaggi.

«Shouto, non dovresti rimanere sveglio anche tu. Dovresti riposarti» disse Ryoko con voce delicata, in quel silenzio anche il più piccolo rumore sembra amplificato, come se tutti potessero sentirlo.

«Potrei dirti la stessa cosa. Ho la sensazione che tu non ci prova nemmeno a dormire.»

Colpita e affondata. Todoroki aveva centrato il punto con estrema rapidità.
Non gli ci era voluto molto per arrivarci, le sue parole glie lo avevano trasmesso, gli erano bastate quelle per capire il modo in cui la ragazza si stava lasciando andare a quella situazione.

«È a causa degli incubi che ti perseguitano, vero?» Continuò a dire il bicolore.
«Non ci provi a causa loro.» Non le chiese di raccontarglieli, se voleva parlargliene lo avrebbe già fatto.

«Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo sempre le stesse scene... Le stesse cose.» Ryoko poggiò anche la testa contro la parete.
«Non voglio tornarci.»

«Ma non puoi nemmeno privarti del sonno, ti sta prosciugando sempre di più le energie.»
«Lo so... Ma non so che altro fare. Se provo a dormire mi ritrovo in quel vortice di oscurità che mi spaventa da morire, però so anche che se non lo faccio non sarò in grado di combatterla» confessò la giovane.

Non c'era bisogno che gli raccontasse i sogni nei minimi dettagli.
Credeva fosse più importante dirgli, senza più nasconderlo, come stesse realmente.

«Sei vicina alla finestra?» Quella domanda inaspettata la colse di sorpresa, d'istinto riportò lo sguardo al di fuori di essa.

«Si» fisse solamente, curiosa di sapere cosa volesse dirle.
«Bene, guarda fuori.»
«Lo sto già facendo.»
«Stai guardando il cielo?»
«Ora no, lo vedo solo se mi sdraio.»

Dall'altra parte del telefono Todoroki si era avvicinato alla finestra della sua camera e aveva alzato gli occhi in alto.
«Allora sdraiati e guardalo.»

A quel punto Ryoko scivolò contro il materasso, ritrovandosi nuovamente stesa su di esso.

Si chiedeva perché le avesse detto di osservare il cielo, lo aveva fatto praticamente per tutta la notte, quindi non vedeva cos'altro potesse cogliere in quell'immensità.

«Lo sto guardando.» Gli fece sapere la corvina una volta sistematasi, in modo da stare comoda.

Ci fu un breve momento di silenzio, però poi Todoroki parlò.
«Il cielo di notte è una distesa di oscurità. Ma non è solo quello, le stelle non glie lo permettono.» Iniziò a dire, attirando tutta l'attenzione di Ryoko sull'argomento.

«Anche nell'oscurità c'è sempre un bagliore di luce e di speranza» continuò lui con voce cullante.

Un'altra pausa intercorse tra di loro.
«Ryoko, non permettere che l'oscurità di quegli incubi offuschi la tua luce, aggrappati ad essa con tutte le tue forze. Esattamente come fanno le stelle, che lottano per risplendere e illuminare il cielo, così da renderlo meno tetro.»

Quelle parole colpirono la ragazza dritta al cuore, l'avvolsero in quella sensazione di sicurezza che il bicolore le stava dando.

Si accorse solo in un secondo momento di avere gli occhi lucidi, ancora rivolti verso il cielo, a causa di ciò che le aveva detto.

Le venne spontaneo sorridere e portarsi un braccio sulle palpebre, che chiuse delicatamente, se non lo avesse fatto si sarebbe sicuramente lasciata andare al pianto, ma non voleva che accadesse altrimenti non sarebbe riuscita a rispondergli.

Si sentiva la gola serrata, infatti le ci vollero dei minuti per riprendersi ed essere in grado di comporre una frase senza vacillare.

«Hai ragione... Le stelle sono così lontane, ma anche così forti da riuscire a fa arrivare la loro luce fino a noi» disse togliendo il braccio dal suo viso per guardare ancora una volta il cielo.

«Vorrei poter seguire questo tuo consiglio, ma non so da dove cominciare» ammise poco dopo.
«Forse non devi provarci da sola. Ti va di venire da me?»

La domanda appena posta dall'eterocromatico lasciò una nota di sorpresa in Ryoko.
«Adesso?» Chiese lentamente.

«Si, devi provare a dormire e, come di ho detto, non devi provarci da sola. Ci sarò io con te, ti rimarrò accanto.»

Ryoko provò un certo imbarazzo alla richiesta del bicolore ed era sicura che anche lui la sentisse.
Lo mascherava bene, ma non ne era immune.

Però le scaldava il cuore la voglia che stava mostrando dell'aiutarla, si sentiva ogni giorno sempre più fortunata nell'averlo accanto.

Il loro sogno di diventare hero aveva incrociato le loro strade, li aveva fatti incontrare così che potessero lenire l'uno le ferite dell'altra.
E il destino aveva fatto si che si mettessero insieme, in modo da continuare a salvarsi a vicenda.

«Mi farebbe piacere provare» rispose lei con un leggero sorriso sul volto.
«Ti aspetto allora.»
«Si, a tra poco.»

Quando chiuse la chiamata il sorriso rimase sulle labbra di Ryoko.
Si aspettava una nottata come le altre, interminabili e monotone, ma Todoroki aveva cambiato ogni cosa con quella telefonata, aveva reso tutto migliore.

Impaziente si alzò dal letto e si diresse verso la porta, aprendola con delicatezza per non far rumore, non voleva che qualcuno la sentisse, sapeva che era contro le regole andare nella stanza di un ragazzo a quell'ora.

Anche se si trattava di Todoroki, Aizawa non avrebbe chiuso un'occhio, dopotutto applica il suo lavoro da professore con imparzialità, quindi se l'avesse beccata a sgattaiolare via dalla sua camera per andare in quella del bicolore l'avrebbe sicuramente ripresa a dovere.

Con molta fortuna riuscì a giungere davanti la porta della sua stanza, dopodiché bussò delicatamente contro di essa.

Doveva ammettere di avere il cuore a mille, sapeva che non avrebbe dormito lontana da lui, ne era ben consapevole.

Shouto ci mise poco ad aprirle.
«Ei.» La salutò scostandosi per farla entrare. Dopo aver chiuso la porta l'afferrò delicatamente e le diede un leggero bacio sulle labbra.

Ryoko ricambiò con dolcezza, posando le mani sulle sue guance.
«Mi sento in dovere di ringraziarti per tutto quello che stai facendo per me.»
«Non c'è bisogno che tu lo faccia, è naturale che voglia aiutarti a superare questo momento.»

La corvina si guardò attorno, esattamente come aveva fatto quando c'era stata la gara per la stanza più bella. Non poteva fare altro che sentirsi bene lì dentro.

Todoroki osservò attentamente ogni suo gesto, ma si focalizzò principalmente sulle occhiaie che solcavano il suo viso, nell'andare da lui non aveva pensato di mascherarle come faceva tutti i giorni.

Le nascondeva sempre, non solo visivamente, ma anche con i sorrisi che tirava fuori quando era in compagnia degli altri, quindi non aveva avuto modo di vedere quanto fosse marcata la cosa.

Portò una mano vicino ad esse e delicatamente le accarezzò il volto con un dito, attirando nuovamente l'attenzione di Ryoko su di se.

«Hai bisogno di dormire» disse con voce pacata lui, non si capacitava di come riuscisse a affrontare gli allenamenti giornalieri nelle condizioni in cui si trovava.

«Ci proverò.» Le disse la ragazza, mettendo una mano sulla sua.

Todoroki glie la prese e l'accompagnò verso il futon, voleva starle il più vicino possibile, per questo la fece sdraiare accanto a lui.

La giovane sentì il braccio del ragazzo avvolgerle la vita, la sua schiena era perfettamente poggiata contro il petto di Shouto, poteva avvertire il suo respiro contro i capelli.

Era un respiro calmo e costante, la rilassava.

Le sue guance si erano arrossate appena, non si erano mai trovati in una situazione come quella, ma si sentiva già più tranquilla nell'averlo vicino.

Passò una mano sul suo braccio così da avere un contatto maggiore.

Il bicolore rimase sveglio fino a che non percepì il respiro di lei diventare leggero e ritmico, era così stanca che non le ci volle molto tempo per addormentarsi.
Una volta chiusi gli occhi era stata solo questione di minuti.

Il suo sonno però venne disturbato da vari incubi.

Il corpo della ragazza iniziò a essere scosso da tremiti e movimenti agitati, nel tentativo di sfuggire a quello che stava vivendo all'interno dei suoi sogni.

Shouto aprì gli occhi quando se ne accorse e la strinse contro di se, cominciando a lasciarle delle delicate carezze sull'avanbraccio, cercando di calmarla.

Il suo gesto sembrò funzionare, la corvina smise di agitarsi, ma la sua espressione era sofferente, segno che l'incubo ancora non se ne era andato.

«No...» Sussurrò nel sonno.
«Per favore... Basta...» La voce era debole e spezzata.

«Ryoko.» La chiamò Todoroki senza ricevere risposta, il sogno la stava trattenendo con forza in quel turbine di paura.

Non si sarebbe arreso tanto facilmente, non era nelle sue intenzioni, non quando si trattava di lei.
«Ryoko!» Il tono fu più deciso confronto al precedente e questa volta riuscì a farle aprire gli occhi.

Il respiro della giovane si fece affannoso, le ci vollero dei secondi per ricordarsi del posto in cui si trovava.
Non appena lo fece si rigirò immediatamente nella direzione di Todoroki, poggiando la testa sul suo petto e afferrando la sua maglietta per aggrapparsi.

Non disse niente, semplicemente si strinse a lui, concentrandosi sul riportare il respiro alla normalità e di calmare il battito fin troppo veloce del suo cuore.

Il ragazzo continuò ad accarezzarla, spostando la mano sulla sua schiena.
«Va tutto bene, ci sono io con te.» Le sussurrò con dolcezza.

Ryoko annuì contro di lui senza lasciar andare la presa sulla maglietta, non voleva allontanarsi.

«Shouto...» Lo chiamò dopo qualche minuto.
«Dimmi.»
«Ti ricordi il diario che mi ha dato Takeshi?» Domandò allentando la presa, ma rimanendo nella stessa posizione.

«Si, me lo ricordo.» Annuì anche se lei non poteva vederlo.
«Ti ho già detto che apparteneva a mia zia.»

«Certo, lo ha scritto per utilizzare e controllare la magia nera...» Fece una breve pausa.
«Però non è andata a buon fine.»

«Già...» Ryoko fece un leggero sospiro.
«Io ho intenzione di seguire ciò che mi hai detto, voglio almeno provarci, però ho paura di finire come mia zia... Di non riuscire a controllare la magia nera, me lo sento.»

Todoroki non sapeva cosa riservasse loro il futuro e non voleva farle promesse vane, dicendole che non avrebbe perso il controllo, purtroppo sapeva che poteva benissimo accadere.

Però poteva farle un'altra promessa, che avrebbe sicuramente mantenuto.
«Se dovesse succedere io ti riporterò indietro, non mi arrenderò fino a che non ci sarò riuscito.»

La corvina sorrise lievemente e alzò la testa per guardarlo negli occhi.
«Grazie.»
«Nel frattempo pensa a qualcos'altro. Qualcosa in grado di far calmare questa tua sensazione.»

«La mia ancora» sussurrò appena lei.
«Devo aggrapparmi alla mia ancora.» Sapevano entrambi chi rappresentava quell'appiglio di speranza per la ragazza.

Ryoko si sporse verso il viso del giovane e lo baciò, chiudendo delicatamente gli occhi.

La risposta dell'altro fu immediata, ricambiò il bacio senza pensarci due volte.

La giovane si strinse ancora di più contro di lui, approfondendo il bacio, fino a farlo diventare più passionale.

La mano di Shouto era scesa fermandosi alla sua vita. Poco dopo la fece sdraiare completamente sul futon.

Ryoko gli afferrò il viso e lo guardò, non servivano le parole, sapeva cosa volesse chiederle il ragazzo e lei annuì.

Era quello che voleva e ne era sicura.

Lo vide chinarsi su di lei, verso le sue labbra, e d'istinto la corvina si tenne alle sue spalle.

Dei brividi percorsero tutto il suo corpo quando Todoroki fece svolare la mano al di sotto della sua maglietta.

Il contatto diretto tra le loro pelli, i baci che il ragazzo le stava lasciando sulle labbra, fino a scendere nell'incavo del suo collo.
Era tutto un'insieme di fattori che li portava a desiderare un contatto maggiore.

Sempre più vicini.
Tocchi sempre più audaci.
Baci sempre più lunghi, fino a fargli mancare il fiato.

«Shouto...» Disse lei contro la bocca del bicolore, con respiro irregolare.

Da quando si erano messi insieme c'era una cosa che non si erano mai detti.

Sono parole delicate. Delicate come i petali di un fiore.

Proprio per questo non bisogna farne un futile uso.
Per questo motivo i due hanno aspettato prima di potersele dire.

Pronunciarle non era semplice.
Segnavano un importante passo in avanti nella loro relazione, esattamente come quello che stava accadendo tra di loro in quel momento.

Todoroki la guardò, capendo cosa volesse dirgli.
Era anche quello che voleva farle sapere lui.

Per il bicolore non è mai stato facile esternare le sue emozioni, però con lei stava imparando a farlo.

Quello fu il motivo che lo portò a parlare prima che potesse farlo la corvina, dicendole proprio le stesse parole a cui stava pensando Ryoko.

«Ti amo» sussurrò incatenando i suoi occhi a quelli verde smeraldo della ragazza.

Quest'ultima sorrise. Lo sguardo le s'illuminò.
Il cuore si riempì di una gioia immensa e indescrivibile, che lo scaldò accuratamente e con dolcezza.

«Ti amo anche io» rispose lei prima di baciarlo nuovamente, lasciandosi andare al desiderio che entrambi provavano l'uno per l'altra.

Non avrebbero permesso a niente di interrompere il loro momento.

Per quella notte gli incubi avevano finito di tormentarla.
Per quella notte questi ultimi avrebbero trovato la strada sbarrata.

~~༄~~༄~~༄~~༄~~

Angolo autrice:
Eiii~
Capitolo più lungo confronto agli altri, ma questa parte non potevo assolutamente dividerla.

Mentre scrivevo la storia, già da "I will save you", non facevo altro che pensare a quando fargli dire che si amavano.

Non volevo che se lo dicessero subito, dopo essersi messi insieme.
Volevo un momento particolare e questo mi è sembrato il più adatto, visto tutto quello che sta passando Ryoko.

L'ultima parte è stata sicuramente la più ardua da scrivere, lo ammetto, però ho amato mettere su carta questo capitolo *^*

E a proposito, una settimana fa circa la prima storia ha raggiunto un traguardo che mi sembrava impossibile da vedere.

Questo mi ha dato una spinta in più nella mia voglia di continuare a migliorarmi.
Vi giuro che ero così felice che sembrava avessi preso un voto altissimo ad un esame universitario :')

Quando la revisionerò sarà sicuramente scritta meglio, perché ne ha proprio bisogno.

Nel frattempo vi saluto, ci vediamo al prossimo capitolo, spero che questo vi sia piaciuto❤️

Ilas

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