5 - Palla nera
"Minhee, cosa stai facendo?" Chiese Yun non appena entrò nella stanza.
Vide la sua amica seduta sul letto, con ago e filo in mano.
"Sto cercando di creare un gattino."
Appena la bionda sentì l'insolita risposta dell'amica, inarcò un sopracciglio.
"Un gattino? E come?"
Yun si avvicinò e si sedette accanto alla castana, per capire meglio cosa stesse combinando.
Vederla con un ago in mano la faceva preoccupare non poco.
"Ho formato una palla con dell'ovatta specifica per imbottitura. Poi l'ho avvolta nella stoffa nera, e sto cucendo con ago e filo per richiudere il tutto."
"Ma non è un gatto allora, è una palla nera."
Commentò Yun ridendo, notando la pallina di ovatta tra le dita di Minhee, che stava venendo ricoperta con molta difficoltà dalla stoffa.
"Ci metterò la coda poi."
Rispose la castana, che con ago e filo continuava a richiudere quella piccola palla per fare in modo che non perdesse il suo contenuto per strada.
Yun intravide due dita dell'amica decorate con dei cerotti rosa.
"Minhee... non sai cucire. Perchè stai facendo quella specie di gatto?"
Minhee deglutì.
"Non devo spendere soldi." Sussurrò.
Yun alzò gli occhi al cielo.
"È per Yoongi?"
Minhee, tutta concentrata nel cucire quel piccolo oggetto, annuì.
"Perchè un gatto?" Chiese la bionda confusa.
"Tu non lo hai visto, ma assomiglia a un tenero micino. Soprattutto quando arriccia il nasino in quel modo così adorabile!" Spiegò Minhee con gli occhi che brillavano.
Yun sorrise.
"Ti piace proprio eh?"
Minhee arrossì.
"Devo vincere. Voglio vincere. E lui ha detto che non devo spendere soldi, sto seguendo le regole." Rispose la ragazza, che aveva quasi finito di richiudere la soffice palla di colore nero come il carbone.
Yun accese il portatile e prese un libro dalla mensola, ma si bloccò, non appena sentì l'urletto che lasciò le labbra della sua amica.
"Mi sono bucata di nuovo!" Si lamentò la bruna piagnucolando.
Yun sospirò, e prese la scatola di cerotti che era posta sulla scrivania.
"Minhee, non puoi andare in giro con le dita incerottate... domani mattina ricordati di toglierli ok? Tanto sono solo dei buchetti." Disse Yun sfilando un cerotto dalla scatolina rettangolare.
La ragazza annuì.
"Perchè c'è Titti su questo cerotto?" Chiese la bionda, che scrutò attentamente il cerotto rosa con sopra il disegnino del famoso canarino giallo.
Minhee alzò le spalle.
"Mi piace Titti."
Yun sorrise, e dopo aver scartato il cerotto, lo posizionò sull'indice della sua amica.
"Prima o poi Yoongi si romperà le scatole, e ti manderà a quel paese. Lo sai vero?"
Minhee storse la bocca, e scosse subito la testa.
"No, abbiamo un accordo da seguire."
La più bassa riprese a cucire, doveva attaccare la coda, ma Yun notò la sua piccola amica in difficoltà.
"Vuoi che ti aiuti? Sono brava a cucire."
La minore si affrettò a scuotere la testa, rifiutando l'aiuto della bionda.
"No. Devo riuscire a farlo da sola."
YOONGI POV
Era mattina.
E lei era già lì.
Stessa panchina.
Stesso cappotto gigantesco rosso.
Stesso sorriso.
Mi costava ammetterlo... ma iniziavo ad abituarmi alla sua petulante presenza.
Finii di fumare, e appena buttata per terra quel che restava della sigaretta, avanzai verso di lei.
Appena fui più vicino, Minhee si alzò dalla panchina.
"Buongiorno oppa!"
"Buongiorno scricciolo... ti avevo detto di non chiamarmi oppa. Ricordi?"
La ragazzina mi fissò con quei suoi occhietti color nocciola, dopodiché scosse la testa.
"Non me lo hai mai detto."
Agrottai le sopracciglia.
"Sì invece."
"No. Avevi fatto no con la testa, ma a parole non me lo avevi mai detto."
Ah... certo.
"Beh allora non mi..."
"Ti chiamerò comunque oppa. Che ti vada bene o no."
Ma che...?
Non ridere Yoongi.
Non ridere.
Lo sta facendo apposta.
In realtà probabilmente non lo stava facendo apposta... ma avevo notato che teneva questo atteggiamento da: 'Io faccio ciò che voglio.'
E non mi dispiaceva.
"Perchè mi chiami scricciolo?"
"Ti sei vista? Quanto sei alta?"
Minhee sporse in fuori il labbro inferiore, assumendo una tenera espressione imbronciata.
Dio... era carina, non lo potevo negare.
"Il mio caffè dov'è?" Chiesi, per cambiare argomento.
Appena feci quella domanda, notai che gli occhi della piccoletta si allargarono leggermente.
"Tu avevi detto che..." Sussurrò.
Non finì la frase; si voltò verso il chiosco delle bevande, che non distava molto dal punto in cui ci trovavamo.
"Te lo vado a prendere!" Esclamò.
Prima che iniziasse a correre come una matta per andare a comprarmi il caffè, afferrai il suo cappuccio per fermarla.
Ma non volendo, tirando il cappuccio del suo cappotto, strattonai Minhee all'indietro, facendola quasi cadere per terra.
Lasciai immediatamente il cappuccio e afferrai i suoi fianchi: così evitai di farla cadere col sedere per terra, come una patata.
La raddrizzai.
"Scusa, volevo fermarti ma non dovevo afferrarti per il cappuccio." Sussurrai.
Questa, appena avevo nominato il caffè stava già correndo per andare a prendermelo, quindi avevo potuto afferrare solo il cappuccio del suo cappotto.
Minhee si voltò, e appena notò quanto fossimo vicini, si allontanò immediatamente.
Che ora avesse paura di me?
Notai che le sue guance erano visibilmente arrossite.
"Ma tu avevi detto..."
"Minhee scherzavo! Non devi prendermi il caffè ogni giorno. Hai fatto bene a non prendermelo stamattina."
Arricciò il suo nasino cercando poi di fulminarmi con lo sguardo.
Anche se quello sguardo non avrebbe messo paura nemmeno alla persona più fifona della Terra.
"Ti sono piaciuti i biscotti ieri?"
"Li ha mangiati Jimin."
Dire che c'era rimasta male era poco.
Quasi si mise a piangere; potei intravedere i suoi occhi diventare sempre più lucidi.
Accusai una forte stretta al petto.
Accidenti, stavo sentendo i sensi di colpa invadermi e prendere il sopravvento su di me.
"Alcuni li ho mangiati anch'io. Erano troppi, per questo ne ho dati un po' a Jimin." Mi affrettai a dire.
Sul suo volto si formò immediatamente un mega sorriso che avrebbe potuto accecare chiunque.
In realtà, non li aveva mangiati Jimin.
Ne assaggiò uno, ma non riuscì a buttarlo giù perchè la pasta frolla era troppo dura; probabilmente c'era stato un problema nella preparazione dell'impasto.
Io riuscii a mangiarne tre... ma quando sentii che i miei denti non ce la facevano più, mi fermai.
Avevo apprezzato molto il gesto di prepararmi i biscotti, ma ci tenevo alla mia dentatura.
"Ti sono piaciuti allora?" Mi chiese con un filo di voce.
Annuii.
Non erano friabili, ma il sapore era buono... forse era già tanto che non avesse confuso lo zucchero con il sale.
Quando detti la mia risposta, Minhee esultò ancor di più; infilò la mano nella famosa tasca che ormai chiamavo la tasca di Doraemon, dato che ogni giorno tirava fuori sempre qualcosa di nuovo.
Alzai un sopracciglio... chissà cosa mi aveva portato oggi, speravo solo che non fossero altri biscotti.
Con i ragazzi avevamo aperto le scommesse: Namjoon se n'era tirato fuori, Jimin aveva detto che mi avrebbe dato dei cioccolatini, mentre Hoseok aveva indicato un lecca lecca.
Jimin ieri aveva raccontato a Taehyung e Jungkook della mia adorabile stalker; Taehyung non vedeva l'ora di incontrarla, mentre Jungkook ieri sera mi mandò un messaggio, dove mi scrisse che se Minhee amava i film disney, allora era tale e quale alla sua ragazza.
In effetti avevo notato una certa somiglianza... con la differenza che la ragazza di Jungkook aveva i capelli molto più lunghi di lei, e nonostante fosse bassa, era comunque un po' più alta di Minhee.
Ma che io ricordi, la ragazza di Jungkook era più timida e aveva un atteggiamento un po' più normale.
Minhee invece è pazza.
Sfilò dalla tasca di Doraemon una palla nera, me la porse.
Okay, Jimin e Hoseok avevano perso la scommessa.
Con uno sguardo confuso, presi quella piccola palla nera, che al tatto risultò morbida e soffice; solo dopo notai le sue dita incerottate.
Prima di chiederle cosa avesse fatto per mettere tutti quei cerotti, detti uno sguardo all'oggetto nero che tenevo in mano.
Aveva un laccio nero, di quelli che si usano per legare le scarpe, tagliato a metà e cucito sul culo.
Erano stati cuciti due occhi, un naso e tre linee sulla parte sinistra, e altre tre sulla parte destra.
Mh... con quella coda, mi ricordava un gatto.
Ma... le orecchie?
"Mi piacciono i gattini!" Esclamò Minhee sorridendo.
Ah, allora ci avevo preso... era un gatto.
"Mancano le orecchie." Feci notare.
Vidi la piccoletta deglutire.
"Sì ma... c'è la coda."
Dovetti ricorrere a tutte le forze che avevo in corpo, per resistere e non sorridere.
Poi ripensai ai cerotti rosa fosforescenti che avevo visto intorno alle sue dita... non era che lo aveva cucito lei?
Osservai per bene quella sottospecie di felino... sembrava fatto da un bimbo di cinque anni.
Sì, non avevo dubbi... lo aveva fatto lei.
"Lo hai fatto tu?"
Minhee annuì.
"Scusami se non è perfetto. Ma non so cucire. Comunque ho messo un cordino, così puoi usarlo come portachiavi."
Sentii qualcosa smuovermi dentro.
Lo aveva fatto lei... lo aveva creato dal nulla.
Per me.
Questa ragazza era... diversa.
Rispetto a tutte le ragazze con cui avevo avuto a che fare finora, lei si stava decisamente differenziando.
In modo positivo, ovviamente.
Cercai di non far vedere quanto apprezzai quel piccolo, ma grande pensiero, e infilai quel gattino senza orecchie nella tasca del mio giubbotto.
"Perchè un gatto?" Chiesi curioso.
"Mi piacciono molto i gatti. E tu assomigli ad un micino. Se tu fossi un gatto, saresti un gattino nero."
Non sorridere.
Non cedere Min Yoongi.
Non puoi perdere...
Chiusi gli occhi: pensai ad una marea di cose brutte che ritirarono indietro il sorriso che stava per scappare dalle mie labbra.
Mi chinai, abbassandomi alla sua altezza.
Le pizzicai una guancia; adoravo farlo, le aveva così paffute, tonde e morbide.
"È un messaggio subliminale per farmi capire che ti piaccio?" Chiesi ghignando.
Notai quanto il suo visino arrossì vistosamente.
Scosse immediatamente la testa, negando il tutto.
"No, è che... c'è un accordo." Sussurrò abbassando la testa.
Stavo per dirle che se aveva proposto di avere un appuntamento con me come possibile vincita, allora un interesse doveva esserci per forza.
Ma accadde la stessa cosa di ieri.
Minhee intravide la testa ossigenata di quel Doyun, che chiacchierava e scherzava con due suoi amici.
Iniziò ad indietreggiare.
"Io... devo andare..."
La fermai, afferrandole il polso.
Mi lanciò un'occhiata confusa; mi avvicinai, e mi piegai sulle ginocchia per avere un miglior contatto visivo con lei.
"Anche ieri sei scappata appena hai visto quel ragazzo... c'è qualcosa che mi vuoi dire?"
Sapevo che non erano affari miei, in fondo il passato è passato.
Ma non sopportavo di vedere quell'espressione spaventata sul suo volto, non appena scorgeva la figura di quell'idiota da lontano.
Minhee scosse rapidamente la testa.
"Perchè me lo chiedi?"
Già... perchè glielo avevo chiesto?
Non dovevo preoccuparmi per lei... in fondo, non era niente per me.
Anzi... qualcosa per me lo era; era la mia strana, ma divertente stalker.
Scossi la testa anch'io.
"Curiosità." Risposi.
Minhee agrottò le sopracciglia; appena sentì che la mia presa sul suo polso si era allentata, ne approfittò per ritirare indietro il braccio.
"Devo andare oppa, buona giornata." Disse velocemente, per poi voltarsi e correre via.
Seguii con lo sguardo la sua figura, e notai che invece di passare lì dove si trovava Doyun con gli amici, fece il giro più lungo passando dalla parte opposta.
Sospirai, e mi avviai verso l'aula dove si sarebbe svolta la prima lezione.
"Allora? Il pulcino cosa ti ha dato oggi?" Chiese Jimin.
Ormai aveva iniziato a chiamarla pulcino; diceva che le ricordava quel piccolo animaletto soffice e morbido.
"Niente dolcetti, avete perso entrambi."
"Ma noooo!" Si lamentò Hoseok.
Tirai fuori il gatto dalla tasca del mio giubbotto di pelle, e lo mostrai a quei rompiscatole.
"Che tipo di animale è?" Chiese Jimin.
"È incredibilmente obeso!" Commentò Hoseok.
"Idioti è un gatto. Ha la coda." Dissi.
"Un gatto? E le orecchie dove sono?" Chiese il biondo, che si rigirò la palla nera tra le dita.
Mi ripresi il micio.
"Probabilmente non riusciva a cucirle quelle."
"Non ci credo... lo ha fatto lei?" Chiese Hoseok.
Notai che aveva già gli occhi a forma di cuoricino.
Glielo feci rivedere per bene.
"Secondo te? Sembra un lavoro fatto da un bimbo dell'asilo."
"Oddio, quella ragazza è tenerissimaaaa!" Esclamò il rosso mettendo le mani sul petto.
Ripensai alle sue dita; doveva essersi bucata con l'ago numerose volte, lo aveva detto che non sapeva cucire benissimo.
Sorrisi.
Quella ragazza era così piccola, candida, speciale, che assolutamente non doveva entrare a contatto con il male.
Doveva conoscere solo il bene.
Rimisi il gatto in tasca, e appena vidi Namjoon raggiungerci, gli andai incontro.
"Ehi Hyung!" Mi salutò lui.
"Ehi... devo chiederti una cosa."
"Dimmi."
"Cosa mi sai dire di Kim Doyun?"
~ Angolo Autrice ~
Sono contenta che Smile stia piacendo, e che apprezziate Minhee... avverto che se leggerò qualche commento offensivo nei suoi confronti, attaccherò e sbranerò come fa una mamma per difendere i propri cuccioli.
Sono molto protettiva riguardo le protagoniste delle mie storie, e se con Erin sono stata zitta (il più delle volte) con Minhee, vi mangerò.
Con tanto amore, ovviamente eh. ❤
Come sempre, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e vi ringrazio per le letture, voti e commenti! 😙
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