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41. I can face my fear

I tre ragazzi accorsero verso la sala operatoria il più veloce che potevano.

Volevano poter vedere la ragazza un' ultima volta prima di farla entrare lì dentro.

Purtroppo, però, era già entrata.

Le loro speranze si dissolsero nel più totale silenzio che regnava nel piano.

Temevano il peggio, ma speravano il meglio.

Nella sala d' attesa c' erano già la madre di Luciano, Noemi, Davide e Marco, insieme ai due psicologi.

"Luciano!!" accorsero tutti i suoi amici da lui, abbracciandolo.

Lui ricambiò sorridendo accennatamente, ma non appena si staccarono, si precipitò tra le braccia della madre, iniziando lentamente a piangere.

"M-Mamma..".

"Shh.. sta' tranquillo tesoro mio.. shh.." la madre gli accarezzava i capelli mentre cercava di tranquillizzarlo.

"S-Se lei rimane su quel letto, q-quell' uomo me la pagherà cara!".

"Non rimarrà su quel letto".

"H-Ho paura, t-tanta..".

"Seira ha qualcosa in sospeso con te.. non se ne andrà.." gli stampò un bacio sulla testa, prima di lasciarlo andare.

"Devo conoscere mia nuora, no?" sorrise.

"Io devo ancora conoscere bene mia cognata! Ha qualcosa in sospeso anche con me" esclamò Noemi, abbracciando il migliore amico.

"Io devo ancora fare conoscenza con la ragazza che ha fatto perdere la testa al nostro Luciano!" aggiunse Davide.

"Io voglio vedere quella ragazza fuori di qui!" sorrise Mirko.

"Con un grosso e indelebile sorriso sulle labbra!" aggiunse Marco.

"Io rivoglio la mia migliore amica" disse Fabio.

"E io rivoglio mia sorella" terminò Sara.

Luciano si commosse al sentire quelle parole da parte delle persone a lui più care.

Finalmente si sentiva accettato da tutti. Non c' era più qualcuno contro di lui. Luciano si era fortificato.. e doveva tutto a quella ragazza.

Aveva tutti gli ingredienti per una felicità con i fiocchi.

La ciliegina sulla torta sarebbe stata il ritorno di Seira, che aspettava da troppo tempo ormai.







Nel frattempo Sara si era avvicinata a Marco.

"Ehy.. c-ciao Marco..".

"Oh.. S-Sara!" si alzò dalla poltrona su cui si era seduto.

"Volevo.. chiederti scusa per.. p-per l' annullamento dell' uscita".

"Oh no, non ce n' è bisogno. È più che comprensibile.. sarà per un' altra volta".

"I-Io.. volevo davvero.. u-uscire con te.. mi è dispiaciuto tantissimo.. dover annullare tutto".

"Ma ti ho detto che non fa nulla" le sorrise.

"Però io.. mi sento in colpa lo stesso..".

"Allora.. posso fare qualcosa per toglierti il senso di colpa?".

Sara afferrò Marco per la nuca, avvicinandolo per azzerare la distanza fra loro due.

La ragazza diede inizio ad un bacio che venne poi approfondito dal ragazzo.

Marco fece aderire i loro corpi, stringendo Sara in un fortissimo abbraccio.

Lei si staccò dopo qualche secondo per riprendere fiato, ma lui afferrò il labbro inferiore di Sara con i denti, riportandolo sulle proprie labbra per riprendere il bacio sospeso.

"Pensavi di andartene con ancora i sensi di colpa?" rise Marco.

"Dov' è finita la tua timidezza?" rise anche lei.

"È sparita completamente nel momento in cui ho capito di essere ricambiato" le stampò un bacio.

"Allora meglio così.. sono ricambiata anche io" anche lei gli stampò un bacio.

Si sorrisero prima di ricomiciare a baciarsi sempre più profondamente.

"Sarà meglio darci un contegno per il momento.. non siamo proprio in un posto felice.." le sorrise.

"Ah.. giusto. Hai ragione" Sara si staccò, facendo per andarsene.

Ma Marco intrecciò prima le loro mani, facendole diventare una cosa sola.

Come loro due.


Nel frattempo nella sala operatoria l' intervento, sempre più arduo, procedeva con le evidenti difficoltà da parte del chirurgo.

"Vuole una mano Dr.Spinelli? Possiamo esserle utile?" chiedevano continuamente gli altri medici presenti nella sala.

"Non la toccate! Ci penso io! Anzi.. andate a prendere i miei utensili nell' altra sala. Con questi non riesco a lavorare! Muovetevi!".

"Subito signore!" esclamarono prima di correre via.

Assicuratosi di essere rimasto solo, il dottore prese una siringa che piantò in un braccio di Seira, somministrandole uno strano liquido.

"Per colpa tua ho perso tutto! Tua e di tua sorella.. e di quella puttana di vostra madre! Ma ora molto casualmente per colpa mia, perderai tutto tu! Se tu e tua sorella non foste mai nate, le cose sarebbero rimaste tali e quali! Ma sta' tranquilla.. ritorneranno come prima. Tra poco ti raggiungerà anche l' altra".

Una volta tornati, i medici poterono rendersi davvero utili, scortati dal chirurgo, ignari di ciò che avesse appena fatto l' uomo.

Ora poteva concedere ad altri di toccare Seira.. ormai aveva compito la sua missione.

Trascorse una buona mezz' ora in cui l' intervento procedette proprio come un intervento normale, almeno.. fino a che quel liquido non iniziò a fare effetto.

La macchinetta del cuore si arrestò improvvisamente, interrompendo il silenzio che fino a poco fa regnava nella stanza.

"Cazzo!" gridò il dottore, fingendosi preoccupato.

Tutti i medici si misero all' opera, ma non ci fu molto da fare purtroppo.

..quel liquido aveva avuto la meglio..

..il Dr.Spinelli aveva vinto..

I dottori si tolsero la mascherina, fissando il chirurgo.

"...ci dispiace dottore, condoglianze".

Il chirurgo si gettò sul corpo di Seira, iniziando a piangere e ad urlare disperatamente.

"..almeno.. ci ha provato.. è questo quello che conta..".

"A-Andiamo a dare la notizia agli altri.." tutti uscirono dalla sala dopo aver sistemato Seira.


Il Dr.Spinelli giunse nella sala d' attesa insieme agli altri medici.

Luciano, non appena li vide, si precipitò da loro, seguito da tutti gli altri.

"Allora? Seira?! Come sta?".

".....".

"Papà. Cos' è successo?!".

"..Seira.. non c'è più..".

Nella stanza calò un silenzio tombale, un silenzio quasi pesante.

Tutti, con gli occhi che stavano diventando lucidi, si voltarono verso Luciano, ancora immobile.

Non aveva detto niente.

Non stava reagendo.

Ma a quella risposta, l' unica cosa che si proiettò nel suo cervello era il sorriso della propria fidanzata.

Oggi affronto la verità, la realtà e vedo che tu non ci sei più.

Io non voglio vivere in questa realtà.

IO NON CI VOGLIO VIVERE.

Mi dicevi che la tua unica paura fosse ferirmi.

Mi hai ferito tante volte e ho ancora tutte le cicatrici sul mio corpo.

A me non facevano male..

No!

Non facevano male perché eri tu a curarle.

E ora chi glielo dice al mio cuore che te ne sei andata?!

Lui è stato gravemente ferito..

E non sa nemmeno perché.

Non si rimarginerà mai più.

Tu non ci sei più.

Non c' è più nessuno a curarmi le ferite.

Stavolta non perdo sangue..

Perdo lacrime.

Stavolta non ho un graffio.

Stavolta ho il cuore spezzato.

Il graffio perde sangue.
Il cuore perde lacrime.

Tu dirai che fa più male la prima.

NON È VERO UN CAZZO!

Seira.. S-Seira..

Seira non sono pronto a lasciarti andare e non lo sarò mai.

Seira io.. io ti amo troppo.

N-Non.. non te ne puoi andare.

No.

NO!!


"MI STAI PRENDENDO PER IL CULO, NO!?" gridò improvvisamente Luciano con gli occhi gonfi e rossi.

"Figliolo-".

"CRISTO SANTO! DIMMI CHE È UNA PRESA PER IL CULO!".

"Calmati Luciano".

"SEI UN FIGLIO DI PUTTANA! ECCO COSA SEI! HAI SALVATO CASI PEGGIORI.. PERCHÉ LEI NO?!".

"Non ci sono riuscito..".

"VATTENE! CRISTO VATTENE PRIMA CHE TI FACCIA CADERE TUTTI I DENTI".

"Luciano-".

"SPARISCI DALLA MIA VISTA! SPARISCI DA QUEST' OSPEDALE, DA MILANO.. DALLA MIA VITA! SE TI DOVESSI MAI VEDERE IN GIRO PER STRADA, TI FARÒ PENTIRE DI ESSERE NATO! VATTENE!" gridò ancora prima di accasciarsi a terra, disperandosi.

"T-Tesoro mio.. ti prego, ti supplico.. s-sii forte.. cerca di reagire" la madre si abbassò alla stessa altezza di Luciano, affiancandolo mentre lo coccolava.

"NO! Io non la lascerò mai andare.. no.. non così. Non può finire così! Ci restava così poco.. C-CI RESTAVA C-COSÌ POCO! Io e lei ci amavamo! IO L' AMAVO!!".

"T-Tesoro..".

"Dov' è lei?".

"Luciano..-" il padre.

"DOVE. CAZZO. HAI. LASCIATO. SEIRA?!".

"Luciano non ti permetto di parlarmi così!".

"TU NON AVRAI PIÙ ALCUN RISPETTO DA PARTE MIA! NON OSARE MAI PIÙ RIVOLGERMI LA PAROLA.. NON SONO PIÙ TUO FIGLIO! E TU NON SEI PIÙ MIO PADRE!" gli sbraitò contro "Non metterò più piede qui dentro.. ti rovinerò, stanne più che certo!!" corse nella sala operatoria, seguito dai suoi amici, sperando di trovarla lì dentro.

"Ragazzi.. parlateci voi. Temo che mio figlio possa fare.. qualche.. qualche sciocchezza" pregò la madre.

Tutti gli amici lo seguirono verso la sala operatoria.

"Luciano.. n-non è q-qui! Smettila di cercarla, per Dio!" balbettò Fabio, anche lui distrutto.

"L' avranno portata nella sua stanza".

"No.. tuo padre l' aveva lasciata qui. Ora è all' obitorio. Cercano di capire il perché sia morta" ammise un dottore che era rimasto lì dentro.

"No.. no.. Seira, ti sei nascosta anche stavolta, non è così? Non aver paura di loro.. sono miei amici.. li conosci..".

"Luciano.. così mi fai paura.." ammise Sara.

"La tua mente malvagia non esiste, non è mai esistita.. non serve che l' ignori.. o che ignori me.. non ce n' è bisogno. Io non ti farò del male..".

"Non c' è più Luciano.. SEIRA È MORTA! FATTENE UNA RAGIONE!" gridò Mirko.

"Così.. ti stai solo illudendo!" aggiunse Fabio.

"Non ho gli occhi bianchi. Sono scurissimi, come piacciono a te".

"Luciano.. guarda in faccia la realtà.. per favore" sussurrò Noemi, tra le braccia di Davide.

Tutti iniziarono a piangere. I singhiozzi e le grida presero possesso di quella stanza. Rimbombavano solo quelli.


"S-Seira.. S-Seira..." non sentì nessuna risposta "CAZZO SEIRA! SE-" le sue grida vennero bloccate da diversi singhiozzi che gli formarono un brutto nodo in gola, talmente grande da non riuscire a farlo parlare.


Marco, lo psicologo, si avvicinò a Luciano per stringerlo forte in un abbraccio.

"S-Seira.. i-io.. ti amo. Amo e amerò solo te. Io.. non vorrò nessun' altra. Solo te.. per sempre, mia piccola Volpina".



EHH NO NON È FINITA!

#BUCA4VOLPINEISSTILLHERE

So che qualcuno di voi mi ucciderà stanotte.

Vi vedo fuori dalla finestra.

Però ricordate una cosa.

Nel prossimo capitolo saprei come farmi perdonaree.

Anche perché..

Temo sia l'ultimo.

Axera♤

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