Capitolo 11
Racconta Yato...
Arrivai a casa di Kofuku e Daikoku che ormai era mattina, il sole aveva cominciato da poco ad illuminare la città.
Non appena entrai mi affacciai verso la porta del soggiorno e vidi Kofuku che piangeva, Daikoku che cercava si consolarla e Yukine con lo sguardo rivolto verso il pavimento.
-Come sta il suo corpo fisico?- chiesi, osservandolo.
-Bene per fortuna. Il respiro si è regolarizzato. Lei come sta?- Mi disse Yukine, con la voce rotta. Probabilmente stava ancora piangendo.
Ormai non facevo nemmeno più caso al dolore che mi faceva provare. Quello che provavo io era ben più difficile da sopportare.
-Bene... è ancora priva di sensi. Ora le faccio recuperare il corpo e poi la porto di sopra a riposare.-
Appoggiai delicatamente Hiyori al suo corpo, che si unì a lei, facendola tornare una ragazza normale.
Prima di andare al piano superiore mi fasciai la ferita al petto e quella più lieve che avevo alla spalla, dopodiché andai a prendere Hiyori e la portai al piano di sopra.
Raggiunta la stanza, la feci stendere sul mio letto e la coprii. Mi sedetti, e poi iniziai a guardarmi intorno. Vidi a terra il tempietto che mi aveva costruito lei...
Mi alzai e lo afferrai, guardandolo: per merito di questa ragazza ora avevo un posto nel Takamagahara, sebbene io sia una Divinità sconosciuta a chiunque.
Tornai a sedermi accanto a lei, e poi ripresi a guardare il mio tempio. Quello che avevo tra le mani era il mio più grande sogno... la cosa che avevo sempre desiderato...
Alla fine mi con gli occhi offuscati dalle lacrime.
-Ehi Hiyori... grazie. Anche se quando ti sveglierai non ti ricorderai più di me, ti sono veramente grato. Ho trovato la forza per andare avanti solo grazie a te... è incredibile, vero? Il mio unico desiderio prima era quello di avere un tempio, oltre al voler diventare un Dio della Prosperità... ed ora che ne ho realizzato uno ne ho un altro... vorrei continuare ad averti al mio fianco. Le persone, così come le Divinità, sognano... e questo è il mio sogno.- sussurrai, rivolto a lei.
Poi appoggiai il tempietto accanto a me, le presi una mano e continuai -Vorrei solo poterti avere ancora al mio fianco... ma ti ho messa di nuovo in pericolo, il nostro legame è stato reciso... e non posso chiederti una cosa così egoista. Non posso chiederti di tornare ad avere un legame con me, perché così non farei altro che metterti in pericolo... ancora.-
Le lacrime iniziarono a scendere imperterrite mentre parlavo, in quel momento probabilmente sembravo un bambino.
-So già che mi mancherai tantissimo... anzi... mi manchi già ora.-
Conclusi. Continuai a piangere per un bel po' di tempo, e quando finalmente mi calmai decisi di aspettare che si svegliasse. Ero sicuro che stesse bene, ma finché non l'avessi vista alzarsi non mi sarei mosso da lì.
Racconta Hiyori...
Mi trovavo in una casa... ero in piedi davanti ad un ragazzo... un ragazzo di cui non riuscivo a distinguere il volto. Indossava una tuta nera, con delle strisce sottili e bianche ai lati. Sul lato destro del petto c'era una piccola coroncina.
Lui si rivolse a me: -Davvero non sai chi sono?-
... la sua voce era stranamente familiare.
-No mi spiace... non ti ho mai visto prima d'ora...- sussurrai.
Non so nemmeno io perché mi ritrovai a sussurrare.
-Non puoi esserti dimenticata di me...- continuò lui, stavolta avvicinandosi a me. Ora a dividerci era qualche centimetro. Non so perché ma sentirlo così vicino mi agitava... ma allo stesso tempo mi tranquillizzava. Era una sensazione stranissima... il suo profumo poi, mi sembrava familiare... ma dove l'avevo sentito?
-S-senti... io non ho idea di chi tu sia né di cosa tu voglia da me, ma lasciami in pace. Ti ho detto che non ti conosco.- dissi, tenendo lo sguardo basso. Cercavo di non guardarlo in faccia, anche perché sarebbe stato inutile visto che non riuscivo a vedere il suo volto.
Mi appariva come una sfocatura... tutto ciò che vedevo era un cerchio nero sfocato, proprio come se volesse impedirmi di vederlo.
-No... tu ti ricordi di me. Nel profondo sai chi sono... solo che mentalmente non te lo ricordi più.-
Quel ragazzo mi stava confondendo sempre di più.
-Ora ti tornerà tutto in mente... ma dipenderà solo da te decidere se vorrai ricordarti o meno. Ti darò la base, vedrai tu se costruirci qualcosa o meno.- concluse.
Mi costrinse ad alzare lo sguardo, mettendomi una mano sotto al mento, e poi mi toccò la fronte con due dita.
In quel momento vidi varie scene apparirmi davanti, e in tutte era presente quel ragazzo in tuta.
Lo vidi sorridere, piangere, vidi scene che mi sembrava di aver vissuto... cose che ricordavo... ma non riuscivo a capire chi fosse lui.
Una scena colpì particolarmente la mia attenzione. Eravamo in un luna park... CapyperLand.
Mi ricordavo bene quel posto.
Questo ragazzo si stava allontanando da me, ma io l'avevo fermato dicendogli che sarei voluta rimanere con lui molto di più. Poi lui mi prese le mani e ci guardammo negli occhi... in realtà i suoi occhi non li vedevo, ma mi ricordavo di aver vissuto questa cosa.
Ciò che non riuscivo a ricordare era chi fosse la persona che avevo visto in tutte le scene...
... Ma quelle parole che gli rivolsi, quando gli dissi che sarei voluta stare con lui molto di più, mi fecero tornare in mente una promessa importante che avevo fatto ad una persona speciale. Il mio desiderio era quello di rimanere al suo fianco...
... ma volevo stare al fianco di chi?
Mi svegliai in un letto. Che strano sogno che avevo fatto... chissà se quelle cose che avevo visto le avevo realmente vissute.
Mi misi a sedere, e mi resi conto che qualcuno mi stava tenendo una mano. Io subito mi ritrassi, e la persona che la teneva sobbalzò.
Ci guardammo per qualche secondo. Era un ragazzo dagli occhi azzurro ghiaccio... erano veramente bellissimi. I capelli erano di un nero che tendeva al blu, ed indossava una tuta con una coroncina sul petto, in alto a destra.
Mi faceva uno strano effetto... guardandolo, mi sentivo veramente bene, ma non sapevo nemmeno io il motivo di ciò.
Smisi di guardarlo perché qualcosa attirò la mia attenzione.
A terra, accanto a lui, c'era un piccolo tempio, probabilmente costruito a mano.. era fatto in legno.
Quando lo guardai mi tornò in mente una delle scene del sogno, cioè quella in cui il ragazzo di cui non vedevo il volto piangeva, guardando un tempio molto simile a quello.
Smisi di pensarci, e vidi che su quel tempio c'era inciso qualcosa. Senza rifletterci lo afferrai, leggendo ciò che c'era scritto.
Era un nome.
Lo lessi: c'era scritto... Yato.
Leggendolo, sentii il mio cuore andare a mille.
La persona che non volevo dimenticare.
La persona che avrei voluto sempre al mio fianco.
La persona a cui avevo promesso che non lo avrei mai dimenticato.
Mi girai in direzione del ragazzo che mi teneva la mano. Lui mi stava ancora guardando, senza dire nulla.
Spezzai quel lunghissimo silenzio.
-Y-Yato...?-
*Angolo autrice*
Eccovi il capitolo undici uwu
Spero che vi sia piaciuto! Ormai la storia sta per finire... TwT
A tutto c'è una fine però... quindi posso solo sperare che la storia fino a qui vi sia piaciuta, e che continuerà a piacervi fino all'ultimo capitolo!
Una domanda: a voi dispiace che la storia finisca?
Ci vediamo al prossimo capitolo! ^^
Curiosità: Il Kami Ebisu, secondo la leggenda, sarebbe il primogenito di Izanagi ed Izanami. Ecco perché in Noragami Aragoto lui la saluta chiamandola "madre". (Fonte: Animeclick.it, per maggiori informazioni visitare il sito.)
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