Capitolo 10
Racconta Yato...
Ero furioso, non riuscivo a controllarmi.
Mi scaraventai contro mio padre e provai a colpirlo diverse volte, ma lui evitò i colpi rapidamente.
-L'hai voluto tu... vieni a me, Fumi.- disse lui, ed apparve tra le sue mani una katana dalla lama rossa come il sangue.
Questa era una novità anche per me... non sapevo che mio padre potesse avere degli Strumenti Divini. Non era una Divinità, eppure ci riusciva. Infatti Nora si era trasformata sentendosi chiamata da lui.
Non mi soffermai più di tanto a pensare a come facesse, e tornai a colpirlo. Lui continuava a fermare i miei fendenti, poi ad un certo punto riuscì a colpirmi: mi ferì alla spalla e mi scagliò lontano.
-Ah Yaboku, mi dici che ti è successo? Questa ragazza ti ha reso debole? E purtroppo non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Non capisci? Lei ormai ti ha dimenticato, è chiaro? Anche la persona a cui tenevi di più al mondo non si ricorda della tua esistenza... quindi perché non torni ad essere il Dio della Sciagura che eri un tempo? La gente ne trarrebbe vantaggio, e anche tu, che cominceresti di nuovo ad essere ricordato e non rischieresti di sparire.- disse mio padre.
-Io non tornerò mai quello di un tempo.- risposi soltanto.
-Lo vedremo.- disse ancora lui, avvicinandosi ad Hiyori, che era ancora priva di sensi appoggiata all'albero.
-Non avvicinarti a lei!- urlai, ma lui non mi diede retta e continuò a camminare verso Hiyori.
Non appena la raggiunse, si accovacciò al suo fianco, e cominciò ad accarezzarle la guancia.
-Non toccarla.- dissi sottovoce, chinando il capo.
-Yato, stà calmo... vuole solo provocarti.- mi sussurrò Sekki. Cercai di seguire il suo consiglio e riuscii a trattenermi.
-Wow, hai molto autocontrollo Yaboku! Mi stupisci sempre di più. Ma se le facessi qualcosa di brutto? Che faresti?-
Tornai a guardare mio padre, con gli occhi sbarrati.
Lui avvicinò la sua katana al collo di Hiyori.
-Vediamo... se questa ragazza si macchiasse di sangue probabilmente tu ti arrabbieresti un bel po', quindi credo proprio che lo farò.-
-Yukine...- dissi, guardando le mie due spade, -dobbiamo ucciderli. Sia lui che Nora.-
-Yato, mi hai promesso che non avresti più ucciso nessuno! In quanto Guida non posso permettertelo!-
-Il tuo compito di Guida è aiutarmi a realizzare il mio sogno, cioè diventare un Dio della Prosperità. Finché loro due saranno in vita continueranno ad ostacolarmi, e renderanno il mio sogno irrealizzabile. E poi c'è in gioco la vita di Hiyori. Avevamo fatto una promessa... e cioè che l'avremmo protetta, a qualsiasi costo. Quindi mettila così: se li uccidessi, sarei finalmente libero di poter realizzare il mio sogno, senza impedimenti da parte di altri, e riusciremmo anche a salvarla.-
Yukine non disse nulla per un po', poi parlò, in tono serio: -Yato. Ti do il mio permesso in quanto tua Guida.. queste saranno le ultime due persone che ucciderai.-
Io annuii.
-Andiamo, Yukine.- dissi, iniziando a correre in direzione di mio padre.
-Beh mi vedo costretto... ritorna, Fumine.- disse mio padre, liberando Nora e facendola tornare allo stato umano.
Poi si alzò in piedi e tirò fuori qualcosa dalla tasca esclamando: -Kumi, Tami, Yumi, andate ed uccidetelo!-
Subito apparvero tre Ayakashi.
Aveva usato il Koto-no-ha.
Subito mi tornò in mente Ebisu, che per colpa di mio padre aveva subito una successione. Lo aveva ingannato, sfruttandolo per i suoi scopi.
Il mio odio non fece altro che crescere, ma dovevo controllarmi.
Saltai sopra al primo Ayakashi e lo lacerai senza difficoltà; il secondo mi colpì al braccio destro, scaraventandomi lontano. Io mi rialzai rapidamente e lo raggiunsi, questa volta schivando i suoi colpi e lacerandolo.
Riuscii a lacerare anche il terzo senza troppi problemi.
Uccisi i tre Ayakashi, ripresi a correre per raggiungere mio padre.
-Fumi!- urlò, quando ormai ero a un passo da lui. Nora tornò la katana dalla lama rossa di prima, e mio padre mi colpì rapidamente al petto, facendomi cadere a terra.
-Eh no Yaboku... continui a non dare il massimo. Ora mi sono stufato.- disse, avvicinandosi nuovamente ad Hiyori.
-Non toccarla...- dissi, ma ero senza forze e non riuscii ad alzarmi, nonostante i vari tentativi che feci.
Il combattimento mi aveva estenuato, e le ferite non erano d'aiuto.
-E chi mi impedirà di farlo? Tu no di certo.- Continuò lui, puntando la katana al collo di Hiyori.
-Non provarci.- sussurrai. Ma lui non mi ascoltò e avvicinò ancora di più la spada al suo collo, dal quale iniziò a fuoriuscire del sangue.
-Non... non toccarla!- urlai. Avevo ancora il mio Strumento Divino tra le mani, così decisi di alzarmi facendomi aiutare proprio da Yukine. Fissai le spade per terra, in modo da avere un sostegno per alzarmi.
Non appena fui in piedi corsi verso mio padre, e non appena lo raggiunsi gli tirai un calcio in pieno volto, facendolo allontanare da Hiyori. Nora rimase a terra sotto forma di katana, mentre mio padre si trovava a terra, vicino a me.
-Fum...- provò a dire lui, per far avvicinare il suo Strumento Divino, ma gli tirai un altro calcio, costringendolo a tacere.
-Sekki!- esclamai, e le due katane tornarono velocemente tra le mie mani.
Guardai l'uomo che era sotto di me... quello che ho sempre chiamato padre. L'uomo che mi ha sempre sfruttato per i suoi scopi... l'uomo per il quale, un tempo, avrei fatto qualsiasi cosa.
Ma quello era il passato.
Io ora sono Yato, e non sarò mai più la marionetta di nessuno.
Sollevai le due katane e sussurrai, con lo sguardo rivolto verso quell'uomo: -Addio... padre.-
Poi lo colpii in pieno petto.
Lo osservai dopo averlo colpito... era stato immediato. Era morto sul colpo, e pochi secondi dopo scomparve.
Per terra, accanto a lui, rimase solo il Koto-no-ha. Lo raccolsi, mettendolo in tasca, e poi mi avvicinai a Nora. Era ancora una katana, ed era proprio accanto ad Hiyori.
La afferrai e la spezzai in due.
Subito mi pervase un senso di libertà.
Finalmente.
Però, subito dopo, mi resi conto che ora non avevo davvero più nessuno che si ricordasse di me... a breve magari sarei scomparso.
Sospirai. Preferivo sparire, piuttosto che tornare a fare quella vita.
Prima che fosse successo, però, dovevo portare Hiyori in un posto sicuro.
-Torna, Yukine.- dissi, guardando le mie katane trasformarsi.
-Vai da Kofuku e Daikoku e vedi in che condizioni è il corpo fisico di Hiyori. Ti raggiungerò tra poco.-
Yukine fece ciò che gli dissi, e mentre si allontanava iniziai a rendermi conto del dolore terribile che avevo al petto. Lui soffriva, esattamente come me.
Ma io mi sentivo... vuoto.
Come se mi mancasse qualcosa.
Mi tolsi il fazzoletto che tenevo sempre al collo e lo misi attorno al suo, visto che perdeva ancora sangue dalla ferita inflittagli da mio padre.
Poi la presi in braccio e iniziai a muovermi da un albero all'altro, per arrivare velocemente a casa di Kofuku.
Durante il tragitto mi godevo ogni secondo... perché quelli sarebbero stati i miei ultimi istanti con lei.
O forse, sarebbero stati i miei ultimi istanti di vita, nel caso in cui fossi scomparso.
*Angolo autrice*
Fine del capitolo 10!
Finalmente ho fatto morire Fujisaki e Nora, che soddisfazione.
Ammetto che questo è stato senza dubbio il capitolo più difficile da scrivere: non è facile descrivere i combattimenti, soprattutto per me che non sono una scrittrice provetta-
Spero comunque che vi sia piaciuto!
Secondo voi cosa succederà adesso a Yato?
Scopritelo nel prossimo capitolo! Ci vediamo ^^
Curiosità: Yato si rende conto di essersi innamorato di Hiyori dopo che lei lo ha aiutato molte volte e quando gli dice che non lo avrebbe mai voluto dimenticare e che sarebbe voluta restare al suo fianco per sempre, anche a costo di non riavere più la sua vita normale.
I ship it.
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