Capitolo 38
Haizaki's pov
Appena uscii dalla doccia trovai Hiroto davanti a me. E il petto si scaldò di nuovo. Quel pensiero che pensavo di aver buttato nel tubo di scarico il giorno precedente riaffiorò nella mia mente. Maledetto bastar*o.
Eppure, i suoi occhi continuavano a fissarmi. Come fossi un'opera d'arte. Quando invece l'opera d'arte era lui. Lui, con i suoi occhi color ametista, lucidi e vivi, potenti e morbidi. Lui, con i capelli ancora zuppi dopo le mille volte in cui ha passato la testa sotto l'acqua durante gli allenamenti. Lui, con la giacca aperta che dovrebbe coprire la maglietta zuppa, aderente in modo perfetto alla sua pelle quasi ambrata, ma che cade ciondoloni ai fianchi, come se volesse avvolgerlo in un morbido abbraccio.
Semplicemente lui.
Quando battei le palpebre tanto quanto bastava perché ritornassi sulla Terra, lo vidi ad un centimetro dal mio volto. Ad un centimetro dalle mie labbra. Ed io ad un centimetro dalle sue.
Non capisco ancora se ero io quello ad essermi avvicinato o lui quello ad aver fatto un passo avanti, ma non mi importava.
So solo che quel centimetro tra noi mi sembrava troppo. E non volevo ci fosse più.
L'unico problema era che, da demoniaccio che ero, la doccia di poco prima mi aveva letteralmente spazzato via tutta la forza che avevo.
Menomale che c'era lui.
Con un gesto fulmineo, che quasi non vidi, afferrò una ciocca dei miei capelli per costringermi ad abbassare il volto verso di lui. Non fece male, la mia testa si mosse quasi d'istinto verso il suo volto. I suoi occhi rilucevano. E le sue labbra mi chiamavano.
Così le feci mie.
Non so quanto tempo passò prima che lui ricambiasse, non so quanto tempo passò prima che chiudessi gli occhi. Non so quanto tempo passò prima che premessi una mano contro la sua schiena per tirarlo ancora di più verso di me, avido di quel sapore che mi aveva mandato in fumo il cervello.
Non so quanto tempo passò, perché quel bacio mi mandò in trance.
Finché non sentii urli fuori, nel corridoio. Asuto e Ichihoshi non c'erano più. E bussavano alla nostra porta. Fudou.
Ci staccammo in contemporanea. Lui non disse nulla, io avevo troppe poche parole per spiegare. Mi sentivo improvvisamente sveglio. Vivo.
Dedicarmi con gli altri a cercare quei due idioti dispersi mi distrasse, ma non potevo far finta di nulla, per due maledettissimi, fo**utissimi motivi.
Il primo, era che mi sentivo diverso dopo quel bacio, come se mi fossi svegliato dopo un lunghissimo sonno.
Il secondo, era che avevo ancora il suo sapore sulle labbra.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro