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When the zeros line up on the 24 hour clock
When you know who's callin' even though the number is blocked
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Quando Jisung tornò in camera sua quella mattina vide Felix abbracciato a Changbin nel loro letto.
Ormai non era più del biondo ma di entrambi, ci viveva nella loro stanza.
Quella sera pure lui aveva dormito da Minho, era solo in stanza quindi qualunque cosa sarebbe successa, nessuno sarebbe stato lì ad assistere, fortunatamente.
Anche Hyunjin non era in camera sua, a quanto pare nessuno era davvero nella propria stanza, peccato che entrambi sembravano essersi divertiti la notte.
Peccato per Jisung.
Non voleva essere troppo frettoloso, ma aveva trovato un amico con cui fare questi passi della sua vita, e non si voleva ritirare così presto.
Glielo aveva proposto più volte, ma venivano sempre interrotti oppure non volevano superare quella piccola linea invisibile.
Soffiò nell'orecchio del suo coinquilino, ridendo quando si svegliò infastidito e sorpreso.
Prese il pupazzo giallo lanciandoglielo.
Lo prese al volo facendogli la linguaccia e lanciandolo contro Changbin che continuò comunque a dormire.
"Hai scopato?" Felix chiese mettendo su una faccia quasi malvagia ed eccitata allo stesso tempo.
"Hai più succhiotti del solito" riprese.
"Per mia sfortuna, ma a quanto pare nostra, no" sospiro cadendo sul letto dietro di sè.
"Non gli andava ed era stanco" era quasi triste, ma apprezzava comunque come Minho lo trattasse.
"Ma voi cosa siete?"
Cosa erano?
Neanche lui lo sapeva, amici? Amici con benefici? Quasi fidanzati? Inconsapevolmente fidanzati? Non glielo aveva mai chiesto. Ma onestamente non sapeva cosa aspettarsi anche da se stesso.
Se lo amasse davvero andrebbe nel panico? Non doveva pensarci, ora doveva solo vestirsi fare colazione e cercare di non perdere la prima ora di poesia.
Era al tavolo, da solo con la sua ciotola di riso. Non era ancora apparso nessuno e, per quanto potesse intuire, avevano passato tutti davvero una bella nottata.
Fortunatamente vide Jeongin, da solo pure lui, venirgli incontro.
"Andata bene la serata?" Chiese e in quel momento Jisung non ce la fece più.
"Ma che avete tutti oggi per parlare di ieri sera? Cos'è pure tu hai fatto sesso con qualcuno e rimango l'unico sfigato a non aver fatto letteralmente nulla?" Chiese con tono arrabbiato e alzando la voce ma senza essere troppo rumoroso da farsi sentire da tutti.
"Non ti parlerò della mia serata, ma ora che ne hai aperto la discussione voglio sapere di te e Minho. Che cosa non va?" Sembrava preoccupato. Ovviamente era preoccupato per Minho in quanto suo fratello, ma lo sembrava pure di lui.
Jisung si calmò ripensando a lui e Minho. Cosa c'era che non andava? Sinceramente era tutto tranquillo fra di loro, forse pure troppo, era molto carino con lui, ma non pensava fosse così tanto carino e sdolcinato. Che lo facesse per lui?
"Non lo so... sembra andare tutto bene"
Non lo guardò negli occhi, era troppo a disagio e non ci riusciva proprio.
"Bene tipo c'è una forte chimica fra di noi e sembra di stare come a casa o bene tipo non litighiamo e speriamo che tutto rimanga come il primo giorno?"
"Entrambi penso"
Perché non capiva che rapporto avessero? Non è tanto difficile farsi qualche domanda e arrivare ad una conclusione. Ma trovarla questa conclusione era fin troppo faticoso.
Quel pomeriggio era insolitamente noioso.
L'acqua della fontana era troppo fredda per poterci mettere la mano, anche solo per qualche secondo, e per terra la neve sporca si stava sciogliendo sotto il tiepido sole di un pomeriggio di gennaio.
Lo avrebbe aspettato lì, gli aveva mandato un messaggio dove gli diceva che sarebbe stato nel loro posto, ma ancora non era arrivato.
Erano passati circa 37 minuti. Li aveva contati mentre faceva della palle di neve senza farsi male alle mani non coperte dai guanti.
"Jisungie" potrebbe riconoscere ovunque quella voce.
Si girò lanciandogli una delle palline che aveva preparato non facendogli esattamente nulla. Il suo giubbotto nero aveva attutito il colpo facendola cadere a terra.
Lo guardò emettere una piccola risata. Notò solo ora che le guance rosse per il freddo lo rendevano davvero carino, non riusciva a resistergli.
"Questa per essere in ritardo" ne prese una più grande tirandola con più forza " e questa per essere troppo carino"
"Non sono in ritardo, cioè si lo sono, ma solo perché ho visto dopo il messaggio"
Si avvicinò prendendolo per mano. I suoi palmi erano ghiacciati, così come le dita.
Jisung giocherellò con il tessuto dei guanti di minho togliendogliene uno e mettendoselo lui.
"Così queste ce le riscaldiamo insieme" disse stringendogli la mano e incamminandisi verso la caffetteria della scuola.
"Volevo parlarti di una cosa" si sedettero ad un tavolo in un angolino più tranquillo.
Prese un sorso del tè caldo davanti a lui, iniziando poi ad esporre le sue preoccupazioni.
"Esattamente cosa siamo noi? So che non siamo come Felix e Changbin e neanche come Hyunjin e Jeongin, ma ripensandoci potremmo essere come loro, alla fine non stiamo neanche insieme e non vuoi neanche fare sesso con me"
Minho sbarrò gli occhi fermandolo subito "Che intendi con questo?" Chiede.
Jisung si sente quasi sotto pressione, e si sente stupido a non riuscire ad esprimere ciò che prova.
"Il modo in cui ci siamo avvicinati è davvero surreale e pensavo che, magari, non siamo davvero pronti per una relazione seria, e questo l'ho capito dal fatto che non riesci ad andare oltre ai baci con me e-"
"Hannie voglio prendere i miei tempi e soprattutto i tuoi, cercavo solo di non metterti fretta o a disagio e adesso mi dici che vuoi solo scopare come?
Mi sembra tu abbia detto questo. Pensavo fossi diverso dalle altre persone che ho conosciuto e con cui sono stato, ma sei esattamente come Seungmin ed è ciò che speravo con tutto il mio cuore non succedesse"
Si alzò lasciando la tazza ancora mezza piena sul tavolino andandosene senza nemmeno girarsi a salutarlo.
Non voleva dire quelle cose, voleva solo cercare di capire che tipo di relazione avessero, ma non immaginava che ci tenesse così tanto. Però non era vero quello che aveva detto, non voleva solo quello, voleva anche stare con lui, passeggiare mano nella mano, abbracciarsi mentre dormivano e voleva presentarlo un giorno a suo padre.
E poi perché aveva nominato Seungmin? Avevano avuto una relazione insieme? Era davvero come lui lo descriveva, oppure ha solo compreso male le sue parole?
Gli occhi iniziano a diventargli lucidi cadendo sopra il piano liscio delntavolino da caffè.
Si alzò lasciando i soldi per pagare, corse verso camera sua da Felix, magari per tranquillizarsi e parlare con Seungmin. Magari poteva capire perché avesse detto qule cose su di lui e mandargli qualche messaggio per scusarsi, probabilmente non lo avrebbe voluto vedere in quel momento e nemmeno gli avrebbe aperto la porta, lasciando fuori come un cane che aspetta che il padrone lo perdoni.
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Quella sera Jisung aveva mandato almeno una decina di messaggi a Minho per scusarsi, lo aveva anche chiamato, ma non visualizzava, non rispondeva e nessuno rispondeva anche alle chiamate che faceva a Hyunjin.
MinMin🐱
Min
Mi dispiace
Non volevo dire quelle parole
Hai inteso male
Volevo chiederti cosa fossimo
Non penso solo al sesso
Per favore mi puoi rispondere
Davvero scusami per tutto ciò che ho detto e che ti ha fatto arrabbiare
Ti voglio bene
Per favore non te ne andare
Non pure tu per favore
Mi manca stare con te
Mi manca stringerti la mano
Mi manchi tu
Ti prego rispondimi
Verrei a cercarti se solo mi dicessi che anche io ti manco
Ti scongiuro parliamone meglio
22:58
Una decina di minuti dopo era davanti alla porta della camera di Jeongin.
Bussò alla porta finché non venne spalancata dal ragazzino.
"Minho mi ha detto tutto" e proprio in quel preciso momento Jisung pensò di aver perso tutte le speranze di poter parlare con lui.
"Ma per quel poco che ti conosco penso che sapere la versone di entrambi non sia un male"
Gli raccontò per filo e segno quello che successe quel pomeriggio. Gli avrebbe descritto pure la pnteggiatura se solo avesse potuto.
"Ora vorrei solamente capire che tipo di rapporto avesse con Seungmin, perché lo ha nominato e perché mi ha associato a lui, proprio non capisco"
Aveva la voce spezzata, ma non era quello il momento per piangere, doveva solo cercare di capire la situazione, frignare non avrebbe risolto nulla.
"Non ha mai parlato molto di lui, dovresti chiedere a Hyunjin, ma non penso che ti rivolga parola" in quel momento la porta della camera si aprì "oppure glielo chiedi direttamente a lui"
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Era mezzanotte e lo stava richiamando per l'ennesima volta, ma ogni singola volta partiva la segreteria. Era snervante sentire la solita vocina ripetere le stesse parole da un quarto d'ora.
MinMin🐱
Per favore puoi rispondere alle
chiamate, almeno ai messaggi,
per favore mi manchi
00:03
Ormai era nel suo letto, e questa volta non avrebbe smesso di piangere finché le sue ghiandole glielo avrebbero permesso.
Aveva parlato con Seungmin, ma non gli disse più di tanto.
Ma alla fine il concetto era che Minho era follemente innamorato, ma che lui pensava solo a divertirsi, pensando fosse lo stesso.
La fine fu più tragica del previsto perché non si parlarono per mesi, tra cui uno di quelli Minho non era neanche andato a scuola, tornando l'anno dopo con i capelli tinti di viola.
E finalmente il suo pianto si fermò, la sua disperazione lasciò il suo corpo e un senso di vuoto e leggerezza lo invase.
Pensava di averlo perso ormai e non poteva farci più nulla.
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"Innie tu non sei arrabbato con me per ciò che è successo fra me e Minho vero?" Gli chiese Seungmin, stavano finendo un puzzle che aveno fatto miliardi di volte, Londra, la ruota panoramica, seduti alla loro scrivania e con una luce fredda che li aiutava a non distrarsi.
"Non quanto dovrei, sei il mio migliore amico e ti conosco da anni, ma assere a coscenza di ciò che hai fatto inizialmente mi ha un po' scioccato"
Mise l'ultimo pezzo del cornicione iniziando a riempire il centro.
"Ma ci tengo tanto sia a te che a Minho, quindi faccio finta che tutto non sia mai successo e parlo di te raramente in sua presenza"
Seungmin si mordicchiò leggermente le unghie pensando.
"Quindi non l'ha ancora superata" disse quasi come un sussurro, ma ancora udibile a Jeongin.
"A quanto pare no"
"Se mai dovvesse uscire nuovamente questo discorso, digli che mi dispiace"
Jeongin si ferma e lo guarda, potrebbe essere uno sguardo di stupore o di disgusto, magari entrambi.
"Penso che un uscirà più, quindi tienile per te queste cose. Glielo dovevi dire un anno fa, a lui e non a me" disse lasciando il lavoro incompleto e sparendo dietro la porta del bagno per prepararsi a dormire.
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Erano circa le quattro del mattino quando Jisung si svegliò per dei rumori fuori dalla porta.
Felix non era nel suo letto e in bagno la luce era spenta, decise di tornare a dormire e convincersi che i rumori se li era solamente sognati. Ma alla porta bussò nuovamente qualcuno, più insistentemente "Ji, aprimi" e da quello capì che la voce fosse quella di Minho.
Il suo cuore iniziò a battere più velocemente e iniziò a piangere per la frustrazione. Quasi cadde dal letto per avvicinarsi a passi svelti alla porta.
Si sentiva pesante per il sonno e che le sue forze diminuivano per la stanchezza, ma riuscì comunque ad aprire la porta e abbracciare il ragazzo aldilà di essa.
Si era aggrappato a lui, le sue braccia intorno al suo collo, che quasi scivolavano sulle spalle, la sua faccia sulla spalla dell'altro e a malapena riusciva a stare in punta di piedi.
Singhiozzavano entrambi, la faccia di Jisung era macchiata dalle lacrime versate mentre Minho si trattenava.
"Non mi abbandonare pure tu, non lo sopporterei" disse con la voce strozzata.
Ora voleva solo addormentarsi sul suo petto e non lasciarlo mai più.
"Non lo farò, non più"
Jisung si asciugò la faccia sulla spalla coperta di Minho non curante del fatto la potesse bagnare.
Si allontanò tenendo le mani sulle sue spalle e lo baciò, un bacio a stampo fin troppo umido e salato dal fatto che entrambi avessero pianto.
Risero entrambi rendendosene conto ma non smettendo di piangere.
Aveva ancora un leggero mal di testa per essersi alazato troppo velocemente, ma si teneva in piedi solo per lui, solo per tenergli finalmente le mani e guardarlo con la fioca luce del corridoio.
"Vuoi rimanere qui fuori o mi fai finalmente entrare nella tua stanza?" Chiese scherzosamente e Jisung si asciugò gli occhi facendolo entrare e sedendosi sul letto.
"Scusami, davvero, io non volevo succedesse tutto ciò" si rimise a piangere e Minho lo abbracciò di lato.
"Shh è tutto okay, non parliamone più"
Si sdraiarono sul letto, sopra le lenzuola in una notte di fine gennaio, confortati dal calore della persona affianco a loro non curanti del fatto che stavano tremando, forse per il freddo, forse per l'adrenalina ancora in corpo per fatto di non essere soli.
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Ho scritto di meno okay?😭
È una delle prime storie che scrivo e non ho mai letto e non mi sono mai esercita in litigi, anche perché non mi è mai successo quindi sono un po' calante in questo.
Spero che in ogni caso vi sia piacuta come le altre <3
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