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And you were sittin' in the corner with the coats all piled high
And I thought you might be mine

🌿.•°⛲°•.🌹

Erano passate velocemente due settimane, era tornato a casa per passare il natale con la sua famiglia, annoiandosi a guardale il televisore fino alle 3 del mattino.
Di Minho nessuna notizia, non si incontrarono più d'allora, non che si aspettasse di poterlo sentire, non si erano scambiati i numeri.
Quella mattina passò in men che non di dica, avevano fatto la verifica di matematica e, insolitamente, Felix aveva avuto dei risultati simili hai suoi, segno che fosse andata bene. Doveva aspettare solo il giorno dopo.

Durante il pranzo Il ragazzo lentigginoso lo risvegliò dai suoi pensieri.
"Ieri non te l'ho chiesto perché sembravi stanco, cos'è successo l'altra sera?"
Era così evidente che fosse successo qualcosa?
Aveva cercato di nascondere il suo respiro pesante e si era lavato la faccia per togliere il rossore. La gamba gli tremava anche da sdraiato, proprio come adesso.

Era indeciso sul dirgli "non è successo nulla" oppure spiegargli l'intera situazione.
Ci fu un momento di pausa e sguardi taglienti mentre Seungmin si sedeva di fianco a lui.
"Brutto momento?" Chiese facendo un boccone di riso fritto.
"No, non preoccuparti" Jisung gli rispose finendo il kimchi.
Si alzò lasciandoli soli e mettendo al suo posto il vassoio.

Nel ritorno alla sua stanza vide il ragazzo biondo della sera prima seduta a cavalcioni su una panchina e quello che immaginava fosse Jeongin, con le gambe intorno alla sua vita.
Erano tranquilli lì vicini, senza far nulla.
Le mani del più piccolo erano intorno al suo collo e la testa appoggiata di lato.

Cercò di non farci molto caso dirigendosi verso il piano superiore.
C'erano alcune stanze con un foglietto viola attaccato, probabilmente solo quelli che erano autorizzati. Ma perché anche la sua porta lo aveva.
Lo prese in mano e lesse le scritte in carattere tahoma:

Ti diamo il benvenuto alla festa di capodanno nella serra est del giardino principale.
Se hai ricevuto questo invito lo potrai dividere con il tuo compagno di stanza e solo.
I nomi sono scritti sulla lista.
Speriamo solo tu sia fra questi.

Non abbiamo in tema predefinito, ma il tema natalizio sarà il più fluente

Prepara i tuoi pantaloncini verdi, la tua barba bianca e stai attento a come indosserai le corna.

Stasera 8/1/20xx

Lui era invitato ad una festa?
Non aveva mai partecipato a un evento simile nella sua altra scuola, a dir la verità aveva pure pochi amici, se non pari a zero.
Presse il foglio fra le mani saltellando per la stanza felice di questa sua nuova esperienza.
Prese il camice suo e di Felix per l'ora di chimica laboratorio, correndo felice tra i corridoi fino all'aula piena di becher, beute e provette.

Tutta l'ora pensò solo a come vestirsi, come abbinare i suoi pantaloncini rossi e se mettere una maglia bianca stretta o larga.
Nel momento in cui il professore gli chiese che cosa ci fosse nel becher rispose con "sodio", mentre la colorazione azzurra gli diceva fosse solfato di rame, ma non gli importava, era troppo preso dalle nuove emozioni che avrebbe provato.

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Voleva tornare alla fontana, spiegare tutto ciò al suo nuovo amico, ma i pensieri sparirono subito quando si reso conto che avrebbe dovuto parlare di quello che era successo in camera sua.
Non era nulla di che, ma preferiva non parlarne.
Forse lo avrebbe visto alla festa.
Si, molto probabile, lo avrebbe visto con un paio di jeans neri, una maglia del medesimo colore e quelle corna di renna che aveva notato sul suo comodino.

Sembrava così semplice, ma anche così fantastico, a chi mai sarebbe venuto in mente?
Sicuramente non a Jisung.
Ci metteva ore e ore a decidere una cosa per poi scegliere sempre la più semplice con nessun risultato.

Decise di mettersi i pantaloni rossi come aveva pensato la maglietta più stretta, quasi trasparente, anche se non troppo e delle calze al ginocchio rosse che trovò per caso nell'armadio.
Si guardò allo specchio sentendosi mediamente soddisfatto del suo aspetto, i capelli le avrebbe divisi meglio facendo due tendine sulla propria fronte.
"Woa, che figo che è il mio amico"
Felix aprì la porta rimanendo sorpreso.
"Ti sta davvero bene, ma manca una cosa" aprì velocemente uno dei suoi cassetti frugando senza badare al disordine provocato.
Tirò fuori un paio di bretelle nere da attaccare ai pantaloni.
Così stava decisamente meglio.

"Tu come ti vestirai?" Non era sicuro venisse pure lui, ma ci sperava tanto, era una delle poche persone che conosceva.
"Penso che metterò un paio di pantaloni in pelle, una di quelle magliette con le paiette e basta penso, nulla di troppo appariscente"
Non appariscente? Letteralmente avrebbe riflettuto pure la luce della lampada da letto del signor Park.

Natale era ormai passato e lo stesso valeva per capodanno, anche se l'unica "festa" quella sera fu quella di salutare i professori con in mano del succo all'ace e vedere un film alle 2 di notte con la coppietta felice di fianco a lui.
Forse non era uno dei migliori capodanni passati, ma si augurava che quella sera lo sia.

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Quella sera Minho non voleva trovarsi lì. Preferiva rimanere in camera e pensare a come avrebbe trovato Jisung tra i corridoi dell'istituto.
Lo aveva accompagnato Hyunjin, sperando che per tutta la sera non fosse scappato da qualche parte.

Ma Minho non può biasimare Hyunjin, perché Jeongin in qualche modo è riuscito a rendere sexy il suo vestito con le maniche rimboccate e la cravatta allentata.
Quello che non capisce è perché Jeongin sia ugualmente colpito quando Hyunjin si vestì tutto in nero, con una maglietta infilata in jeans strappati e... cerchietti di corna che gli aveva prestato.

"Ci hai almeno provato?" Chiede Minho rendendosi conto che si era davvero vestito così.
"Certo che l'ho fatto. Sono una renna, vedi? Semplicemente non capisci la mia creatività"
"Beh, penso che sia creativo", dice Jeongin, tracciando la sua maglietta con un dito. "Questo ti renderebbe la mia renna?"
Hyunjin sorride e infila un dito nei passanti della cintura di Jeongin prima di tirarlo dentro. "Certo, piccola. Ti lascerei cavalcare tutta la notte"
"Che schifo, ragazzi. Ho accettato di venire con voi due solo se avete accettato di non flirtare o, tipo, di non scappare per fare sesso o qualcosa del genere"
"Non lo faremo," dice il più piccolo, e il sorriso che gli rivolge è quasi sincero "Prometto."

Rompono quella promessa un'ora dopo.
Per essere onesti, riuscì a resistere per un'ora, ignorando quanto Hyunjin apparisse peccaminoso accanto a lui e quanto le sue mani insistessero nel vagare lungo i suoi fianchi e agganciarsi negli spazi tra la sua camicia ei suoi pantaloni. Minho aveva lasciato che Jeongin si sedesse sulle ginocchia di Hyunjin durante un gioco di bevute con gli altri come dimostrazione di pietà, ma li avrebbe costretti a sedersi alle estremità opposte del divano se avesse saputo che si sarebbe intensificato così rapidamente.

Sussulta ora al ricordo, come non si sia accorto di nulla fino a quando Jeongin non ha emesso un gemito imbarazzante e Hyunjin si è scusato prima di inciampare in bagno. Il gruppo li aveva fischiati mentre uscivano, ma lui non era abbastanza vicino a nessuno di loro per restare. È così che si ritrova nascosto in un angolo dietro una fila di cappotti con le ginocchia premute contro il petto i pantaloni in jeans che sfregavano contro il suo mento, creando un senso di prurito.

Ed è strano come fosse andato lì per dimenticare ciò che fosse successo con Jisung la sera prima.
Oggi non lo aveva visto alla fontana, e probabilmente non lo biasimava per questo, ma l'unica cosa che gli rimaneva fissa nella mente è lui, e come le loro labbra si adattavano perfettamente le une alle altre.
Si ricordava come il rumore delle convers nell'acqua delle pozzanghere si sentiva da lontano...

Minho sbattè le palpebre notando le palpebre. Convers?
Alzò lo sguardo e notò Jisung di fronte a lui, con una maglia bianca attillata dei pantaloni rossi, proprio in tema.
"Minho? Sei tu?"

"Uh, ciao", deglutisce.
"Non mi aspettavo che fossi qui."
"Nemmeno io. Pensavo che non ti piacessero le feste." Vero le feste a Jisung non piacevano proprio. Il senso di nausea gli saliva appena vedeva tutte quella gente intorno a se, e a come l'odore dell'alcol si mischiava al sudore.

"Per favore siediti, è imbarazzante parlarti così"
Minho prende rapidamente a calci i polpacci di Jisung, accigliato.
"Dai muoviti, mi hai evitato"
"Mi dispiace," mormora, e sembra che lo faccia sul serio. Si china e si lascia cadere al suo fianco, allungando le gambe vicino le sue. Le loro gambe quasi si scontrano e Minho cerca di ignorare come il ginocchio di Jisung si protende sul lato del suo sedere.
"Penso di essere stato solo spaventato perché... non lo so. Non sapevo come affrontarti dopo una cosa del genere"
Lo capiva bene, la sua prima volta non è stata una delle migliori e evitò quella persona per settimane.
Sperava che per lui fosse diverso.

"Almeno ti è piaciuto" Chiese minho dopo qualche minuto di silenzio.
Voleva davvero che fosse stato bello per lui.
"Certo, penso, non ho mai fatto una cosa del genere"
Il più grande lo guardò appoggiando poi la testa sulla sua spalla.
"Vuoi che... vorresti provare altro?"
Non spostò la testa. Si sentiva troppo imbarazzato per quello che aveva detto, spaventato da ciò che avrebbe potuto dire.
Ci penso un po', trovando le parole giuste "Penso mi vada bene, d'altronde sei stato il mio primo bacio"

Jisung traccia il suo mento come Minho fece in quella fatidica notte. È diverso perché i loro volti non sono effettivamente allineati rispetto l'altra volta, respiri fantasma l'uno contro le labbra dell'altro in mezzo al caos della festa, lo scaffale dei cappotti che li separava da tutti gli altri. Qui, in questa bolla che si erano involontariamente creati per se stessi, Minho si sente quasi impazzito.

Minho scatta in avanti per catturare le sue labbra, ma la presa di Jisung sul suo viso gli impedisce di battere i denti. La sua mano scivola dalla sua guancia alla parte posteriore della sua testa finché non riesce a tirarlo dentro e ad approfondire il loro bacio.

Quando l'altra mano di Minho scende nuovamente e traccia i calzini di Jisung con i polpastrelli delle dita.
"Aspetta, voglio provare qualcosa. Non muoverti" dice

Minho rimane obbedientemente fermo, e Jisung non permette ancora alla sua mente di vagare su quel piccolo fatto. Fa oscillare le gambe sopra le altre finché non si sistema in grembo, con le ginocchia che ingabbiano Minho nel tappeto. Seguono rapidamente un sussulto spezzato e un gemito, il più piccolo coglie l'occasione per agganciare di nuovo le braccia intorno al suo collo

Non sembra preoccuparsene, completamente distratto dal modo in cui continua a far scorrere le mani su e giù per i polpacci di Jisung. Le sue mani si sollevano di tanto in tanto, sfiorando la collottola dei suoi calzini, mentre afferra le sue cosce.
La combinazione del tocco e delle stesse labbra peccaminose di Minho lascia Jisung dolorante per di più.

"Per favore," sibila, ansimando quando le mani di Minho si alzano troppo e gli afferrano il sedere. "Per favore, ho bisogno... ho bisogno"
Minho insegue le sue labbra per ricollegarle quando Jisung si allontana distrattamente. "Mmm, di cosa hai bisogno? Dimmi cosa vuoi"

La sua voce, ancora la sua voce, troppo morbida, ma c'è un rombo nel suo tono basso che manda un trillo lungo la sua spina dorsale. Digrignando i denti, si solleva e si costringe a stare in piedi sulle sue gambe tremanti. Minho alza lo sguardo, confuso, Jisung arrossisce quando si rende conto che sono entrambi duri.

"Non voglio farlo qui" dice sollevandolo.
"Andiamo nel mio dormitorio" dice il più grande prendendolo per mano.
"E Jeongin e hyunjin-hyung?"
Minho ride alla domanda "Possono anche soffocare"
"Min, per favore..."
"Mi hanno abbandonato per scopare in bagno" Si lamenta.
"Dai, ti prometto che non entreranno"
Lo trascina oltre l'attaccapanni e ignora tutti gli sguardi alle loro spalle mentre barcollano fuori.

🌿.•°⛲️°•.🌹

È carino come Minho si fermi prima di salire le solite scale.
"Sei sicuro? Non sei costretto" disse avvinghiando le braccia intorno alla sua vita e guardandosi intorno per vedere se passasse qualcuno.
"Sono più che certo" gli diede un veloce bacio.

Corsero verso la stanza di Minho, ridendo quando Jisung si scontrò con un ragazzo, non del tutto sobrio.
Non ci fece caso, continuando a seguire l'altro.
Il castano aveva le mani intorno la vita del più grande mentre questo cercava la chiave giusta per aprire la stanza.

Fu veloce come, appena entrati, Jisung lo sbattè alla porta premendo contro il suo corpo e inseguendo subito di nuovo le sue labbra. Minho geme nel bacio mentre si allunga ciecamente indietro per chiudere a chiave la porta dietro di sé.
Sente a malapena lo scatto della serratura sopra il suo cuore che batte forte e il suono umido e scivoloso che le loro bocche emettono tra di loro. I loro respiri pesanti scivolano tra le loro labbra di tanto in tanto, facendo salire la temperatura tra di loro.

"Il mio letto," ansima tra le loro labbra.
"Andiamo, cazzo, andiamo a letto."
Jisung annuisce nel bacio spostandosi.
Le loro mani non smettevano di esplorarsi, togliendo il maglione di Minho.
Stava facendo leva sulle bretelle di Jisung "Stai attento sono di Felix" ansima.
"Tranquillo, non te le sto mica strappando di dosso" sembra un eufemismo, perché Minho gliele stava davvero per strappare.

Se le tolse insieme ai pantaloni, e lo stesso fece Minho.
Rimasero un boxer, le scarpe se le erano già tolte da qualche parte lungo il corridoio così i suoi piedi con i calzini si allungavano sotto di lui, svelati e completamente avvolti nel suo tessuto rosso elasticizzato.

Minho lo tira velocemente indietro per la vita, baciandogli il collo nudo, e il suo stupido fiocco sbatte contro la guancia di Jisung. È troppo distratto dalle labbra dell'altro per slegarlo, specialmente quando gli scivolano dalla spalla al collo, ma lo irritava abbastanza da permettergli di affondare le dita tra i capelli di Minho e staccarlo da dietro. Il nastro si trova nella sua mano, floscio e patetico, prima di gettarlo di lato.

Accanto a lui Minho ridacchia nella sua pelle. "Cosa ti ha mai fatto quel fiocco?"
"È fastidioso", sibila, spingendolo sulla schiena. Si arrampica su di lui facilmente finché le sue gambe non ingabbiano la sua vita.
"Sembra stupido, comunque. Cosa dovresti essere, un regalo?"
"Sì, in realtà. Ho pensato che fosse carino"
Jisung si fa beffe. "Non devi sembrare carino."
"E non dovevi vestirti a tema."
"L'ho fatto per te," mormora, e le dita di Minho che giocano con la collottola dei suoi calzini lo fanno quasi delirare. "Volevo che mi vedessi così"

È stupido, perché non è possibile che Jisung sapesse che Minho sarebbe stato alla festa, ma una parte di lui ha scelto le calze al ginocchio per un motivo che gli ha fatto pensare a lui, proprio perché quella sera indossava calze al ginocchio.
Lo ha fatto con l'unico scopo di avere Minho premuto di nuovo contro di lui, di avere Minho che lo guardava come se non l'avesse mai visto prima, di avere Minho che lo toccava in posti che non pensava lo avrebbero colpito così male come ha fatto.

E Minho deve sentirsi allo stesso modo, perché geme da sotto di lui e lo tira più vicino. "Voglio vedere di più di te."
"Lo farai" sussurra il più piccolo sistemandosi in grembo.
"Abbiamo tutta la notte."
Quando più tardi ripensa a questo, pensa che le sue stesse parole debbano essere state una forma sfortuna, perché le loro labbra si sono appena ricollegate prima che qualcuno sbatta contro la porta d'ingresso.

Jisung si allontana immediatamente.
"È hyunjin?"
"Ignoralo" geme Minho, inseguendosi di nuovo le labbra. "Gli ho già detto di andare a farsi fottere"
"Minho? Sei qui?" La voce risuona contro la porta e per un secondo pensa sia qualcun'altro.
"Sembra che non abbia ricevuto il promemoria" borbotta Jisung.

La voce lo richiamò una seconda volta, accorgendosi che non si trattava di Hyunjin, ma di Jeongin. Lo sentiva quasi singhiozzare da dietro la porta.
Minho non poteva rimanere lì a non far nulla, dopo tutto era il suo fratellino.
"Scusami" disse nel bacio, spostando Jisung dal suo grembo e alzandosi in piedi. Prese velocemente una felpa per entrambi e aprì la porta.

Jeongin era a terra con le mani sugli occhi, la testa china e il fiatone.
Minho si abbassò subito per dargli un abbraccio che ricambiò subito.
Le guance del più piccolo cadevano la felpa formando una macchia bagnata.
Singhiozzava e tremava tra le sue braccia e, senza mai lasciarlo, lo prese in braccio portandolo sul letto di Hyunjin.
"Ti prego, sul tuo" disse con la bocca impastata.

Jisung era lì in piedi a fissare il tutto, sentendosi di troppo e anche a disagio nell'essere insieme a loro in quel momento.
"Oh, non s-sapevo ci fosse pure lui" disse Jeongin notando finalmente il ragazzo.
Fece per alzarsi, ma Minho lo fermò prima "Tranquillo, non hai interrotto nulla, rimani"

Jisung non era del tutto d'accordo, era ancora dolorante, e pensava che pure lui lo fosse ancora, ma si limitò a sedersi di fianco a Jeongin accarezzandogli la schiena dolcemente.

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