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And you're kissin' to cut through the gloom
With a cough drop coloured tongue
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Il legno sotto i piedi era ben lucidato, le sedie sistemate a semicerchio e una dal lato opposto.
C'erano dei festoni colorati appesi, non ancora tolti dalla loro ultima performance.
Ora stavano ripassando il loro copione, Romeo e Giulietta. Doveva imparare il terzo atto della quinta scena, e ovviamente lui era Romeo.
Si era proposto, in qualunque caso lo avrebbero scelto tutti.
Era bravo a teatro, ballare e cantare gli piacevano moltissimo, recitare sopratutto.
Era nel club dal primo anno, e di volta in volta faceva progressi.
"Bene per oggi penso che sia abbastanza" il loro istruttore lasciò a tutti loro la domenica libera.
Era l'unico club a cui gli alunni si presentavano pure di domenica.
Minho non vedeva l'ora di ritornare nel suo posto sicuro, tra le edere e le piastrelle in pietra intorno alla fontana.
Voleva vedere le viole e le rose crescere selvaticamente intorno, e gli uccellini volare da un ramo all'altro.
Era rilassante poter passare il proprio tempo in un luogo sconosciuto alla mente degli altri.
Avrebbe ripetuto le sue battute, studiandole e imparandole per prepararsi a ciò che gli spetterà poi dopo.
Arrivato sul posto non si aspettava di vedere qualcun altro oltre a lui stesso riflesso nell'acqua, invece il ragazzo del giorno prima era seduto sulla piccola panchina in marmo davanti alla fontana che sgorgava acqua riciclata.
"Oh" il ragazzo castano notò Minho "se arrivato, pensavo non venissi più"
Il ragazzo dai capelli viola lo guardò con aria interrogativa. Perché era tornato? Non che non lo volesse con se, ma rovinava la sua armonia.
"Ci vengo quasi ogni giorno, dovrei studiare una cosa" fece vedere il copione fra le mani, alzando il sopracciglio quando Jisung si alzò
"Cos'è? Posso vedere?"
Il ragazzo prese i fogli, leggendo alcune parti e facendo finta di recitare una parte, gonfiando il petto e imitando Romeo.
Recitò alla perfezione il personaggio, perché non si era iscritto al club? Era davvero bravo...
"Vieni a fare recitazione"
"Cosa?" Chiese fermandosi e mettendo da parte l'ego che gli era spuntato fuori.
"Davvero, vieni a fare recitazione, potresti avere tu questa parte" si sedette sulla panchina aspettando una risposta.
"Certo, e tu chi sarai la mia Julietta?" Mise le labbra a cuore come per dare tanti baci al vento. Sembrava un piccolo scoiattolo che si riempiva le guance.
Minho spostò lo sguardo da un'altra parte cercando di un arrossire. Solitamente non era così "timido" ma lui aveva uno strano effetto.
Non cercava neanche di contenere un po' della sua stravaganza ad uno sconosciuto come lui.
"Farò un albero del retroscena. Non è così male, oppure il cavallo, letteralmente non farei niente in entrambi i casi" si sdraiò sul materiale liscio e freddo, riscaldandosi con il filo di luce che ancora si poteva vedere.
Jisung se sedette di fronte, appoggiando la testa vicino al suo fianco guardando l'acqua uscire dai vasi al cui interno finivano i tubi collegati alle pompe.
Rimasero in silenzio, Jisung a pensare alla sua scelta di un secondo club, Minho, invece, si stava per addormentare.
L'unico motivo per cui non ci riuscì fu solo perché il ragazzo dai capelli castani parlò.
"Io mi iscrivo - minho ha quelle parole si alzò di scatto, provocandosi un leggero mal di testa - ma tu ti iscriverai a quello di musica"
Come non detto, ritornò nella posizione iniziale girandosi su un lato.
Una mano gli teneva leggermente alzata la testa e l'altra voleva avvicinarsi ai soffici capelli di Jisung.
Non lo fece, la appoggiò sulle proprie gambe che erano tirate un po' verso il suo petto e più vicino alla testa del ragazzo.
"Non sono bravo a cantare" rispose secco, toccando finalmente i suoi capelli.
La voglia di farlo era troppa, non resisteva più, voleva del contatto fisico.
Questo si girò guardando negli occhi, come ogni volta. Non spostò la mano, anzi, si appoggiò ad essa.
"Io non credo. Proviamo un giorno e vediamo coe va" disse rilassandosi grazie alle dita di Minho che passavano fra i suoi capelli.
"Dici questo perché credo davvero possa essere bravo, oppure perché vuoi recitare?" Alzò un sopracciglio facendo un piccolo sorriso per non sembrare troppo scontroso.
Jisung alzò le spalle facendo labbruccio per qualche secondo "forse entrambi"
Tornò a sdraiarsi com'era prima, non spostando la mano.
Avrebbero potuto ripassare le batute già che erano insieme a non far nulla.
Arrivò una folata di vento, portando dei brividi a tutto il corpo di entrambi i ragazzi. Jisung starnutì un paio di volte facendo allarmare Minho.
Se si fosse ammalato ora non avrebbe potuto esibirsi probabilmente, soprattutto perché se avesse fatto il corso per entrare lo avrebbero squalificato subito per la "brutta" interpretazione.
Voleva facesse Romeo, e lo voleva aiutare.
Cercò il telefono nelle sue tasche, ricordandosi di averlo lasciato in camera vicino alla montagna di libri sul letto. Si alzò tendendo una mano a Jisung per aiutarlo a fare lo stesso.
Il suo maglioncino turchese risaltava i suoi capelli castani e le guance rosse dal freddo, era davvero carino.
"Sarà tardi, ti va di venire da me?"
Jisung lo guardò quasi sbalordito, lo conosceva solo da qualche giorno e già voleva invitarlo da lui. Ovviamente non avrebbe detto di 'no', un invito è pure sempre un invito, ed era felice di non vedere tutte le sere il ragazzo del suo coinquilino.
Non lasciò andare la sua mano, le piccole dita erano attorcigliate fra di loro e Minho non lasciava la presa nemmeno per un secondo.
Era bello tenere qualcuno per mano. L'unica volta che lo fece fu quando Hyunjin lo portò a cercare un nuovo club dopo che si era rotto il braccio a calcio.
Ma erano due sensazioni diverse.
Il suo migliore amico aveva le dita lunghe e una stretta salda, da cui non si sarebbe potuto staccare, mentre questo nuovo ragazzo aveva una stretta più leggera da cui non si sarebbe mai voluto staccare.
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La stanza era molto più scura rispetto la sua, Felix metteva ovunque qualche tocco di giallo per vivacizzare la stanza, qui invece era piena di quadri colorati, maggiormente sui colori scuri che ritraevano persone in età avanzata.
C'era qualche piantina davanti alla finestra e un vaso con dei fiordaliso, amava quei fiori, soprattutto quelli indaco.
Notò un cerchietto con delle corna di renna attaccate e ricoperte di stoffa marrone con dei pezzi di plastica sopra.
Minho aprì uno scaffale vicino alla porta del bagno estraendo un lecca lecca alla fragola.
"Scusa, avevo fame. Vuoi?" Chiese ma rifiutò.
Finito il dolce si sistemò nel letto con Jisung al suo fianco.
"E... e ora che facciamo?" Chiese il più piccolo girandosi intorno.
Minho prese il suo laptop aprendo la scheda di Netflix "Film?"
Jisung annuì alla domanda, mentre il ragazzo dai capelli viola metteva uno dei suoi preferiti.
Erano sdraiati entrambi con la schiena attaccata al muro e il computer sul tavolino di fronte.
C'era almeno una spanna di distanza fra loro, che pian piano continuava a diminuire. Iniziava a far freddo e Jisung aveva solo il maglione che gli copriva il petto, sentendosi rabbrividire ogni tanto.
Minho fece scorrere la mano sul suo ginocchio chiedendo se stesse bene.
Gli dispiaceva vederlo soffrire così il freddo e sfortunatamente non era lui a decidere i gradi del riscaldamento.
Jisung in risposta si avvicinò all'altro mettendo la testa sulla sua spalla, rimanendo il più possibile vicino a lui per riscaldarsi.
Non riusciva a sopportare nessuno in quella scuola, troppe persone che gli stanno dietro, troppe persone che lo insultano per invidia e soprattutto troppe lettere da ragazze sconosciute.
Nel momento in cui questo insolito ragazzo gli lanciò dell'acqua addosso capì che non gli importava di chi fosse lui in quella scuola, forse lo aveva anche già capito, ma comunque non si era fatto influenzare.
In qualche modo quel ragazzo lo attirava più di chiunque altro abbia mai conosciuto.
La scena sullo schermo ritraeva i due protagonisti a pochi centimetri di distanza e perderli nel momento in cui le loro labbra si toccarono.
Non si ricordava che questa scena sarebbe arrivata così presto, pensava fosse tra qualche episodio, ma a quanto pare era passato più tempo del dovuto saltando la cena.
"Hyung, puoi spegnere per favore, mi mette a disagio" Jisung mise la testa nel suo petto coprendosi la parte degli occhi che ancora vedeva la schermata.
Minho gli accarezzò i capelli fermando il film e chiudendo il computer.
"Perchè ti da fastidio?" Era una domanda, forse, fin troppo personale secondo lui, chi è che si sente a disagio per un bacio?
"È solo che- si fermò rialzando la sua testa e rimettendosi comodo -mi è strano diciamo, non mi sento a mio agio e non ho mai... ecco"
Non sapeva come continuare, si sentiva come se fosse messo in soggezione, Felix gli aveva raccontato con quante persone Minho fosse uscito, e speravo che non lo avrebbe preso in giro.
"Jisung" disse Minho spostandosi perfettamente di fronte a lui mettendo la sua mano sulla coscia.
"Non hai mai baciato nessuno?"
Il più piccolo scosse la testa continuando a fissare i suoi occhi del colore delle foglie in autunno.
Perché il quel momento Minho trovava le sue labbra così belle? Perché lui era così bello?
Si avvicinò sistemando le sue gambe ai lati di quelle dell'altro che erano incrociate.
"Posso baciarti?"
Jisung non rispose. Lui voleva aspettare la persona giusta, una persona che sarebbe rimasta con lui per sempre, ma la proposta in quel momento gli era sembrata troppo allettante per rispondere di no.
Tolse lo spazio fra di loro, prendendo i lati della sua felpa tenendoli stretti fra le dita. Inchinò la testa in modo che i loro nasi non si scontrassero, sfiorando invece le guance l'uno dell'altro. Era morbido, e il modo in cui Minho preme le sue labbra contro quelle di Jisung è ancora più morbido, come se potesse spezzarsi sotto il suo tocco. Qualcosa in questo infastidisce Jisung che si sistema per spingere ancora più forte.
C'è un rumore attutito tra di loro ma Minho allarga la bocca e lo inghiotte. Una lingua schiocca contro la parte del labbro inferiore del castano prima di leccare più a fondo. Qualcuno piagnucola, e Jisung pensa che sia lui, perché Minho improvvisamente trema come se stesse soffocando una risatina. il più piccolo sente la scossa contro le sue spalle, la mascella e la gola.
"Smettila" sibila.
"Mi dispiace. Sei solo troppo carino"
Jisung non risponde muovendosi per catturare di nuovo le sue labbra come se stesse cercando di dimostrare che non lo fosse.
Pensa che in segiuto lo prenderà in giro per quanto era impaziente, ma non gli importa quanto sembri stupido quando insegue ciecamente le sue labbra e gli preme una mano contro la testa per tirarlo più forte. La lingua di Minho si schianta improvvisamente contro la sua, scivolando senza pensare intorno alla sua bocca, fino a quando lo sciroppo alla fragola non fa effetto all'improvviso.
"Cazzo" dice tra respiri tratteggiati e lo schiocco silenzioso delle loro labbra. "Perché hai un sapore così buono?"
È il suo turno di Minho di gemere, e Jisung canticchia in senso di approvazione. La fragola nuota tra di loro finché non sono entrambi inebriati dal sapore, ma può individuare esattamente quando inizia a svanire.
Ed è ironico, perché Felix aveva descritto i baci come caldi e pesanti, ma il bacio di Minho era a dir poco dolce.
Ed è un vero peccato, quando il suono di una chiave che gira nella serratura risuona per l'appartamento come un campanello d'allarme.
Si staccano velocemente riaccendendo il computer e tornando velocemente indietro per non farsi spoiler.
Jisung prende uno dei cuscini mettendoselo fra le gambe abbracciandolo.
"Hey perché non eri a cena?" Chiese Hyunjin togliendosi le scarpe. Notò solo dopo la presenza di un altro ragazzo nella stanza.
"Oh scusami, sono Hyunjin" allungò una mano e il ragazzo gliela strinse.
"Piacere Jisung" guardò Minho per qualche secondo vedendo le sue guance rosse e le labbra leggermente bagnate.
Si alzò prendendo le scarpe davanti la porta "Io dovrei andare, ci vediamo domani?"
Era più un'affermazione che una domanda, Minho rispose comunque affermativamente.
Chiuse la porta lasciandolo solo fra i suoi nuovi pensieri.
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Quella Notte Minho rimase sveglio.
Hyunjin era tornato verso le nove e dopo che Jisung se ne fosse andato via era rimasto a parlare con il suo coinquilino. Non poteva andare neanche alla fontana perché tempo che ci arrivava doveva già tornare, poi la sera era triste andarci da soli.
"Hai le labbra gonfie, anzi, avete" il biondo parlo togliendosi i pantaloni di jeans e prendendo quelli del pigiama a righe blu e verdi.
"Si... e con questo? Non posso neanche baciare un ragazzo?" Mise le braccia conserte guardandolo con un sopracciglia alzato.
"Certo, ma sei sicuro che faccia per te? Andiamo, sembra una persona così dolce..."
"Parlò quello che si scopa mio fratello" Minho si ricevette un cuscino in faccia per il commento tanto vero quanto falso.
"Se non ti decidi a metterti con lui ti spezzo le ossa" disse ritirandogli i cuscino prendendolo in pieno sulla testa.
"Torniamo al discorso iniziale, lui ti piace?"
Era una domanda più difficile del previsto. Gli piaceva o no? Non sa dire se quello che prova è attrazione, ammirazione, amicizia o amore. Sapeva solo che nel momento in cui lo ha baciato gli era sembrato più che giusto farlo.
Le altre persone non le aveva usate, solo non li attraevano in quel senso, ma neanche Jisung in quel momento gli interessava.
Però poterlo vedere ogni giorno alla fontana e passare le giornate con lui gli riscaldava il cuore al solo pensiero.
"Non lo so..." rispose come se fosse un sospiro.
"Vedi di scoprirlo, o finirà come con Seungmin" Hyunjin non doveva aprire quel discorso. Avevano promesso di non parlarne più, ma non aveva per niente voglia di discutere adesso.
Seungmin ormai era una storia passata, chiusa ormai da cinque mesi, non doveva più interessargli.
Si sdraiò guardando il soffitto bianco e le mani incrociate sul proprio petto. Non si era ancora cambiato, ma in quel momento voleva solo dormire e aspettare che fosse il giorno dopo per parlare con Jisung di quello che fosse successo.
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