34.
La mattina arrivò in fretta e Fugaku Uchiha senza perdere ulteriore tempo si recò a casa dell'Uzumaki.
La situazione sembrava star prendendo una piega diversa e tutti erano convinti che da lì a poco sarebbe finita.
O almeno: quasi tutti.
Sasuke non era poi così sicuro di ciò, tutto perché ovviamente Naruto avrebbe scoperto del killer che aveva alle calcagna già da un bel po'. Ma come poteva ora ignorarlo? Non poteva farlo, l'amatissimo assassino sapeva in che scuola andassero, quindi non poteva permettersi quella mancata attenzione avuta per mesi.
Era ormai mezz'ora che continuava a rigirarsi sul letto, ma non riusciva più a prendere sonno. Un po' per l'ansia, un po' per la situazione in cui si trovava. La sua famiglia aveva scoperto tutto così velocemente che non si spiegava nemmeno come fosse successo. Era ovvio che ne avrebbe parlato, ma non in quel momento.
Chiuse gli occhi spingendo il viso contro il cuscino, cercando di reprimere la visione delle scopate con Orochimaru. Si focalizzò su un altro problema: Sakura.
Come avrebbe chiarito con lei? Karin non era più un problema, ma lui come avrebbe iniziato? Sicuramente non le voleva dire dello stupro o quantomeno non subito. Inconsapevole però che di questo dettaglio Sakura ne era già a conoscenza.
Sbuffò e decise di alzarsi, avrebbe voluto dormire di più, ma in quelle condizioni era molto probabile che non ci sarebbe riuscito.
Guardò tutta la sua stanza e per la prima volta trovò il disordine che tanto odiava. Lo aveva in testa e lo aveva riversato anche sull'ambiente a lui circostante. Si trascinò verso la porta, ci avrebbe pensato dopo a mettere a posto.
Si recò in cucina ed accese la macchina del caffè.
Mikoto: "Amore, buongiorno".
Sasuke: "Buongiorno".
La madre gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia: "Hai dormito?" domandò alludendo al risveglio avvenuto la notte.
Sasuke: "Mhm".
Quel silenzio la distruggeva, ma non perché Sasuke fosse taciturno - lo era sempre stato d'altronde - ma sapere gli avvenimenti accaduti con Orochimaru la preoccuparono.
Mikoto: "Da quanto tempo?".
Il minore la guardò negli occhi, non capendo a cosa fosse riferita la domanda: "Cosa?".
Mikoto abbassò lo sguardo: "Da quanto tempo... Ti vuole nel suo letto...?" domandò cercando di essere quanto più delicata possibile.
Sasuke bevve un sorso del caffè che si era preparato: "La notte del ritrovamento del corpo. Prima erano solo chiacchierate".
La madre sentì una fitta all'altezza del petto. "Oh... Così tanto...?".
Sasuke: "Non te ne fare una colpa, sono stato io a non farlo sapere".
Mikoto: "Sai... Tuo padre aveva capito già da tempo che c'era qualcosa che non andava".
Sasuke: "Era probabile, cosa mi potevo aspettare sapendo del suo lavoro e, soprattutto, sapendo che è mio padre. Chi, se non lui, mi conosce alla perfezione?".
Mikoto: "Amore... Come ci sei finito in questo guaio?".
Sasuke: "Storia lunga, mamma. Non ne ho voglia e non me la sento di raccontare. E non posso accusarlo di punto in bianco, ho bisogno di prove e quando lo vorrà rifare cercherò di raccoglierne quanto più posso".
La madre stette in silenzio, erano cose che solitamente capitavano agli altri e ora, sapendo che dentro quella situazione c'era il proprio figlio, non riusciva a spiegarselo.
Ad interrompere il silenzio fu il suono del campanello e Sasuke si diresse verso la porta ipotizzando chi fosse e, infatti, appena aprì, si ritrovò davanti una chioma bionda.
"CHE CAZZO SIGNIFICA-".
Sasuke: "Non urlare. Mio padre già ti ha spiegato tutto, immagino".
Naruto: "Sì. Tutto", sottolineò.
Sasuke: "Anche dello...".
Naruto: "Sì, anche di quello".
Sasuke: "Oh Dio mio..." esclamò scompigliandosi leggermente i capelli in segno di imbarazzo, subito dopo gli fece spazio per entrare.
Mikoto sentendo l'Uzumaki si affrettò ad andare dai due ragazzi. "Naruto... Ciao".
Naruto: "Buongiorno signora, ecco... Il signor Uchiha mi ha detto che posso restare qua. Almeno fin quando non arresterà l'assassino".
Mikoto: "Ma certo... Sasuke, è un problema se dorme con te?".
L'Uchiha scosse la testa in segno di negazione. Doveva tenere il biondo sott'occhio, non poteva permettersi nemmeno un falso passo.
Sentì il suo telefono vibrare e il messaggio che lesse gli fece perdere un battito. Sentì immediatamente il suo cuore martellare sempre più insistentemente. L'ansia gli iniziava a salire, i giramenti di testa iniziavano a comparire. Si appoggiò al muro, sotto gli sguardi preoccupati della madre e dell'amico.
Mikoto: "Tesoro... Che succede?".
La vista gli si annebbiò.
Naruto: "Sasuke!".
Le voci erano lontane. Sentì solo due braccia che lo afferrarono prima di perdere i sensi.
-Orochimaru: Appena vieni ho una bella sorpresa. O brutta. Dipende dai punti di vista. Sappi solo che so quello che è successo, se vieni con tuo padre, è meglio che tu saluterai il tuo amichetto biondo.
~~
Quando l'Uchiha si svegliò, si ritrovò tutta la famiglia al completo, con l'aggiunta dell'Uzumaki e di Suigetsu.
Si ricordò immediatamente del messaggio che lesse poco prima di svenire e si concentrò per non farsi venire l'ansia nuovamente.
Fugaku: "Se hai bisogno, posso farti seguire da qualche specialista".
Sasuke: "Mh?".
Fugaku: "Magari qualche psicologo, penso che tu ne abbia bisogno".
Sasuke: "Sì... Forse hai ragione..." disse abbassando gli occhi. In fondo, essere seguito a livello psicologico non gli avrebbe fatto altro che bene.
Itachi: "Hai ancora intenzione di seguire il tuo piano?".
Sasuke: "Sì" rispose senza esitare nemmeno un secondo. "Se le cose si dovessero aggravare... Lo dirò. Comunque... Penso che andrò a dormire, non ho molta fame...".
Ma non prese sonno subito e, difatti, sentì Naruto mettersi sotto le coperte e sospirare.
Sasuke: "Come stai?".
Il biondo sussultò, pensando che l'altro stesse dormendo: "Ho appena scoperto che uno mi vuole morto, come vuoi che stia?".
Il moro non disse una parola, effettivamente era una domanda abbastanza scontata.
Naruto: "Sai... A dire il vero, mi sento anche in colpa. Sei in una brutta situazione... E tutto ciò perché ti hanno visto con me".
Sasuke: "I modi si trovano, non fartene una colpa. Anche se non fossimo stati amici, non avrei lasciato che uno psicopatico ti uccidesse".
Naruto: "Wow, mi hai definito amico, mi sento onorato".
Il moro accennò un sorriso che, nonostante il buio, il biondo riuscì a captare.
Naruto: "Come l'hai detto a Sakura? L'ho vista molto più chiusa e... Impaurita?".
Sasuke: "A Sakura? Guarda che a lei non ho detto nulla ancora".
Naruto: "Come scusa?".
L'Uchiha prese immediatamente il cellulare e stava iniziando nuovamente a sentire la tachicardia.
Uno. Due. Tre. Quattro squilli. Finalmente una voce dall'altro capo del telefono rispose.
La voce dolce e assonnata dell'Haruno che tanto gli era mancata.
Sasuke: "Sakura, dove sei? A casa tua?".
Sakura: "Sì, perch-".
Sasuke: "Chiudi dall'interno le finestre. Chiudi la porta d'ingresso a chiave".
Sakura: "L'ho già fatto...".
Sasuke: "Che cosa sai?".
Sakura: "Beh...Ecco... Di quello che ti è successo".
Sasuke: "Cazzo... Ascoltami bene, d'ora in avanti... Occhi aperti. Mi raccomando, Sakura. Sei una ragazza intelligente. Se dovesse accadere qualcosa, chiamami subito".
Sakura: "Naruto è con te?".
Sasuke: "Sì, perché?".
Sakura: "Mi è stato detto che c'è qualcuno che lo cerca".
Sasuke: "Sì, ma è al sicuro. Chi te l'ha detto?".
Sakura: "Posso venire da te?".
Sasuke: "Non ora, è tardi. Domattina vieni, se puoi fatti accompagnare".
Sakura: "Va bene... Ci sentiamo domani".
Sasuke: "A domani" disse riattaccando. Guardò l'Uzumaki: "Non deve sapere che ti vogliono morto. Andrebbe di matto e c'è già abbastanza tensione, non voglio sentire pressione da troppe persone".
L'altro annuì solamente mettendosi nei panni del moro. Dalla mattina stessa lo vide ansioso e di sicuro le emozioni che provava e sentiva dagli altri — perché lo aveva capito che Sasuke riusciva a percepire le emozioni altrui — non giovavano alla sua salute mentale.
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Continua
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