Capitolo 5: Perfetto, è evaporato
"Emi! Ti ho detto mille volte di non disseminare vestiti in giro per la casa! Alza il culo e sistema, mi sono stancato di farlo sempre io.Ho già un bambino troppo cresciuto a cui badare" sbraitò esasperato Chūya abbandonandosi sul divano, la sorella sbuffò, ma Dazai essendo sotto la doccia non lo aveva sentito.
"Ehi, Chūya. Tu non me la racconti giusta. Come mai fai stare qui quel ragazzo?Non dirmi che ti piace, chissà magari è lui il tuo predestinato" disse Emi facendo l'occhiolino al fratello.
"Sei per caso impazzita? Quello lì? Non ci penso proprio, è insopportabile, idiota, si sveglia all'una del pomeriggio, irresponsabile e ogni volta che ghigna con quell'aria saccente mi viene voglia di prenderlo a calci. Quindi no, non mi piace affatto" protestó col broncio.
"Altroché se ti piace! Sai caro mio, ho notato come ogni volta lo guardi
e inoltre ho una stupenda foto di voi due che dormite insieme. Fossi in te organizzarei subito il matrimonio, per quanto ne sappiamo quella frase è sua" disse sorridendo a trentadue denti.
"Ew, oddio. Emi, piantala di dire scemenze. E poi per quanto ne sappiamo, quel maniaco potrebbe essere etero"
"Aha! Lo sapevo!"esclamò Emi trionfante puntando il dito contro il fratello "ho sempre saputo che tu non sei etero!"
"Emi! Ma sei completamente matta? Cosa urli? Sta' zitta, questa frase non deve sentirla nessuno chiaro? E poi conoscendo il tipo, è sicuramente etero, ha tutta l'aria da perfetto-"
"Un perfetto cosa?" chiese a bruciapelo Dazai mentre si frizionava i capelli con un asciugamano, Chūya sobbalzò e arrossì.
"Un perfetto idiota, che altro?" mugugnò osservando il muro con parecchia attenzione.
Dazai's Pov
Dazai era appena uscito dalla doccia quando aveva sentito Emi strillare il suo nome e dato che era un inguaribile ficcanaso aveva ascoltato l'intera conversazione.
Dazai aveva sempre saputo di essere l'anima gemella di Chūya, ma non aveva intenzione di rivelarglielo poiché era consapevole che nessuno lo avrebbe mai amato e sperava che la frase dell'altro ragazzo comparisse in un punto che non si vedesse, così almeno avrebbe avuto tutto il tempo per scappare da Chūya e dai sentimenti che stava iniziando a provare nei suoi confronti.
"Si, come no. Comunque da domani ritorno a casa mia, non ti disturberò più. Non hai di che preoccuparti" mormorò guardando per terra, non avendo il coraggio di vedere la reazione di Chūya.
"Stavo pensando, domani non è il tuo compleanno, Dazai? Puoi rimanere qui e festeggiarlo con noi, se hai voglia" propose Emi.
"Come volete voi" bisbigliò mentre pensava di andarsene quella notte stessa quando i due Nakahara dormivano.
Dazai passò l'intero pomeriggio a litigare con Chūya sulle decorazioni che avrebbero appeso per il suo compleanno.
"Ti prego, vuoi mettere seriamente quel colore? È un compleanno non un funerale"
"Appunto, è un compleanno non un matrimonio!" ribattè Dazai rimettendo le bandierine nere.
"Ci sta meglio il bianco, idiota!" urlava di rimando Chūya rimettendo quelle bianche.
"Io ho un'idea, perché non ci mettete il grigio?" disse Emi annoiata dal loro ennesimo litigio.
"Potrebbe andare" borbottarono in contemporanea.
"E se osate litigare per la torta vi picchio" li sgridò la ragazza voltando con noncuranza una pagina del libro che stava leggendo.
"Anche se fosse, è meglio il cioccolato"
"Ma che cosa dici! È meglio alla crema. Lo vedi che i tuoi gusti fanno pena?" sbraitò Chūya.
"Perché non facciamo metà e metà? Siete proprio due bambini" disse Emi con gli occhi che lampeggiavano pericolosamente per la rabbia.
"Proposta passabile. Bene, direi che è tutto. Vuoi che appendiamo anche uno striscione con su scritto qualcosa?" chiese il rosso.
"Si, ma non ti preoccupare. Lo preparerò io, sarà una sorpresa" disse sorridendo "e anche una specie di regalo d'addio" pensò tristemente.
Quella notte Dazai finì di preparare lo striscione e lo appese in salotto, non osava immaginare la faccia di Chūya non appena l'avrebbe vista, finito in salotto, si diresse in camera del rosso.
Gli si avvicinò e gentilmente gli baciò una guancia, quando si rialzò sfiorò la frase sul braccio del ragazzo.
❝mi dispiace che tu debba avere un'anima gemella come me. Mi sto odiando a morte a lasciarti in questo modo, ma non vedo altra soluzione, non riuscirei a sopportare di dirti in faccia queste parole, grazie al cielo esistono le lettere d'addio. È appena scoccata la mezzanotte quindi penso sia ufficiale, siamo anime gemelle. Puoi festeggiare, ora.
Ti lascio la frase che mi è comparsa, così ne avrai la conferma anche tu.
"La neve su di me cade come petali"
penso sia proprio la tua, poiché rispecchia il tuo intero modo di essere.
Detesto l'idea che sia io il tuo predestinato, tu meriti una persona buona,pura e gentile. Proprio come te, nanetto.
E invece ti è capitato una persona fredda, egoista e calcolatrice.
Spero che tu riuscirai a trovare qualcuno degno di te e devi dimenticarmi, del resto un maniaco dei suicidi primao poi riuscirà nel suo intento.
Ah, un'ultima cosa, non venire a cercarmi per nessun motivo, non riusciresti a trovarmi comunque.
Mi auguro che tu possa essere sempre felice e saluta Emi da parte mia, è una ragazzina alquanto vivace.
Addio nanerottolo, e se provi a compiere qualche azione idiota, ti ammazzo.
Tuo per sempre,
Dazai la mummia.
(P.S. No, non vengo da nessun museo)
(P.P.S credo proprio di amarti, ma ormai è tardi per me)❞
Dazai finì di scrivere la lettera,la posò sul comodino e dopo aver accarezzato un'ultima volta i capelli di Chūya, si chiuse la porta alle spalle senza guardarsi indietro oppure non avrebbe avuto il coraggio di andarsene.
La mattina seguente quando Chūya si risvegliò percepì una strana sensazione, come se qualcosa dentro di sè si fosse spezzato, ancora stupito da quel curioso sentimento, si diresse in salotto e vide lo striscione appeso sul muro, questa visione lo scioccò così tanto che aveva un'espressione ebete stampata in volto.
"Il vero coraggio richiede più coraggio che intelligenza" erano queste le parole che spiccavano sullo striscione come un fanale nel buio.
"Dazai ha scritto questo? Non sarà mica...?" pensò mentre spalancava ogni porta sperando di trovare il castano da qualche parte, dopo aver controllato ogni stanza, tornò in camera sua e notò la lettera sul suo comodino, gli tremavano le mani per paura di quello che avrebbe potuto scoprire da quel foglio di carta apparentemente innocuo.
Più leggeva, più la vista gli diventava appannata dalle lacrime che sgorgavano dai suoi occhi, non appena ebbe finito, la lettera gli scivolò dalle mani e si adagiò sul pavimento.
Quella mattina si era rotto qualcosa in Chūya, qualcosa che difficilmente sarebbe mai potuto tornare al proprio posto.
Angolo fazzolettini?
Non sto piangendo
tu stai piangendo.
qua è peggio di Endgame
*coff coff*
dovevo mettere un pochino
di drama-
l'autrice, ovvero, Will
Non è responsabile per nessun pianto e/o consumo di fazzoletti.
ciao ciao :33
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